Nell’immagine d’Archivio un ragazzo talebano dodicenne ha tagliato la gola ad un “nemico”
Aeroporto di kabul come un vero inferno. Diciassette persone sono rimaste ferite nella calca che si è formata in corrispondenza di uno dei varchi dell’aeroporto…
Proteste antitalebani in almeno due città, quelle di Jalalabad e Khost. Nella prima i Talebani hanno aperto il fuoco contro i manifestanti – “centinaia”, scesi in strada con enormi bandiere afghane da contrapporre a quella dei Talebani – e picchiato dimostranti e reporter. Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar, è da tre giorni in mano agli ‘eredi’ del movimento del mullah Omar. Al-Jazeera ha riferito di almeno due morti e dieci feriti.
Anche a Khost, capoluogo dell’omonima provincia, tante persone sono scese in strada, anche qui la protesta è degenerata e i Talebani hanno aperto il fuoco “in modo indiscriminato”. Giovani si sono radunati nella provincia di Kunar e di video che arrivano dal capoluogo Asadabad dove la bandiera afghana è stata issata su un minareto. Sabato scorso i Talebani hanno rivendicato di avere il controllo della città.
Nella provincia di Bamiyan è stata distrutta la statua di Abdul Ali Mazari, un leader sciita che combatté i Talebani durante la guerra civile negli anni Novanta. Mazari, esponente carismatico della minoranza hazara, venne assassinato dai Talebani nel 1996, quando il gruppo allora guidato dal mullah Omar prese il potere nel Paese. La provincia di Bamiyan è tristemente nota per aver ospitato anche le enormi statue dei Buddha distrutte con la dinamite dai Talebani poco prima dell’intervento militare americano nel 2001.
– A Kabul ci sarebbe stato un incontro tra l’ex presidente afghano Hamid Karzai, l’ex ‘chief executive’ e rappresentante per i negoziati di pace Abdullah Abdullah e Anas Haqqani.
– Ashraf Ghani, che ha lasciato la presidenza afghana domenica con l’arrivo dei Talebani a Kabul, è negli Emirati Arabi Uniti. Il dicastero precisa che “gli Emirati hanno accolto Ashraf Ghani e la sua famiglia nel Paese per motivi umanitari”.