La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro il provvedimento di arresti domiciliari disposto dai giudici di Palermo per Maurizio Zamparini, (nella foto) ex patron del Palermo calcio accusato tra l’altro di falso in bilancio e autoriciclaggio.
Il provvedimento giudiziario reca la firma dei Pm Dario Scaletta e Francesca Dessì, dell’aggiunto Salvo de Luca e del Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.
La richiesta di domiciliari fatta dai pm venne respinta dal gip che sostenne non necessario procedere con gli arresti domiciliari. Una decisione condizionata dalla scelta di Zamparini di lasciare le cariche ricoperte nella società rosanero.
La Procura di Palermo
Il Tribunale della Libertà e Riesame ribaltò la decisione giudiziaria.. Le indagini, avviate quasi due anni fa coinvolgono anche il figlio di Zamparini, la segretaria Alessandra Bonometti, cinque professionisti e l’ex presidente della società calcistica Giovanni Giammarva accusati, a vario titolo, di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Secondo gli inquirenti il Palermo..”fino al 2018 avrebbe ottenuto le certificazioni sui bilanci grazie a comunicazioni inesatte. Di questo risponderebbe Giammarva, che, per la Procura, avrebbe ostacolato l’esercizio delle funzioni dell’autorità pubblica di vigilanza.
Alla U.s. città di Palermo S.p.a., persona giuridica, è stato contestato l’illecito amministrativo che deriva dal reato di autoriciclaggio che sarebbe stato commesso da Zamparini che utilizzò la Mepal S.r.l., società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l’ amministratore di fatto, come di una sorte di ‘cassaforte’, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell’Erario..”
(Ag.)