POVERA ITALIA: SENATORI SCIAGURATI HANNO “RIPRISTINATO”-NELLE TENEBRE- I PRIVILEGI DEI VITALIZI ALLA CASTA

Senato annulla delibera su taglio vitalizi agli ex parlamentari ...

LA COMMISSIONE SENATO ERA CHIAMATA AD ESAMINARE I RICORSI DI ALCUNI SENATORI

 

Un salvagente imprevisto per la casta: addio al taglio dei vitalizi per gli ex parlamentari.   Nelle tenebre la Commissione contenziosa del Senato ha annullato la delibera del Consiglio di presidenza  del 16 ottobre 2018, che sanciva appunto l’abolizione del privilegio,ha ripristinato i vitalizi agli ex senatori. Nell’organismo, chiamato ad esaminare i ricorsi presentati dai senatori, tre sono stati i voti a favore e due i contrari.Per il “no” i due senatori della Lega, Simone Pillon Alessandra Riccardi (ex M5s da poco passata alla Lega con Matteo Salvini). Tutti gli altri, invece, hanno votato per riassegnare un privilegio odiato da quasi tutta Italia salvo-ovviamente- ai diretti interessati e loro amici

Riportiamo alcuni giudizi raccolti  sui media e i social. e su fonti parlamentari.  Vito Crimi: “La Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera sul taglio dei vitalizi. Ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. Uno schiaffo al Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo ma noi non molliamo. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione?”

“Che schifo”, afferma il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, che commenta così su Facebook : “Tutti contro il Movimento 5 stelle! Sono schifato ed amareggiato! Noi non molliamo, ma questa gente deve vergognarsi!”. Protesta  la vicepresidente del Senato, Paola Taverna: “Mentre c’è un Paese che lotta per rialzarzi, questi si riassegnano uno schifoso privilegio e lo fanno di notte, come i ladri. Già, proprio come i ladri”.

Niente da fare, per certi partiti politici i vitalizi sono come la cocaina: una droga! Sono dipendenti dal privilegio ai danni della gente. Pensate se non ci fosse il M5S, forse avrebbero sottratto i soldi destinati all’emergenza covid19 per reintrodurli e aumentarli? Roba da matti!”, scrive su Twitter Carlo Sibilia. E ancora la senatrice Barbara Lezzi, che  scrive: “Questo è frutto del ‘coraggio’ di guardare solo a se stessi. In un tempo tra i più bui che il nostro Paese si trova ad attraversare, ci sono ‘Onorevoli’ che pensano solo al loro tornaconto. Mi resta lo schifo per questi Dracula ma troveremo altre strade. Non si possono dare migliaia di euro per qualche giorno in Parlamento. È incivile”.

Spontanea la domanda sull’attività di questa Commissione al Senato. Anzitutto come viene nominata?  Si provvede  all’inizio di ogni legislatura con decreto del Presidente del Senato ed è composta di tre senatori, nonché: -di un Consigliere parlamentare ed un dipendente scelto dal Presidente del Senato su una terna eletta da tutti i dipendenti di ruolo; – , di due membri, per altro ambito di giudizio, nominati anch’essi dal Presidente del Senato, scelti tra magistrati a riposo delle supreme magistrature ordinaria e amministrative, professori ordinari di universita’ in materie giuridiche, anche a riposo, e avvocati dopo venti anni d’esercizio.

I tre senatori sono nominati dal Presidente del Senato tra i senatori in carica esperti in materie giuridiche, amministrative e del lavoro, che abbiano uno dei seguenti requisiti: – magistrato, anche a riposo, delle magistrature ordinaria e amministrative; – professore ordinario o associato d’universita’ in materie giuridiche, anche a riposo; – avvocato dello Stato, anche a riposo; – avvocato del libero foro.

 I componenti durano in carica tutta la legislatura; essi non sono immediatamente confermabili salvo i componenti supplenti che non siano stati mai chiamati a prendere parte – nella legislatura cessata – alle riunioni del Consiglio. 

Nel documento approvato  la commissione “ha accolto “.. parzialmente i ricorsi esaminati e per l’effetto annullato le disposizioni della deliberazione nella parte in cui prevedono una totale rimozione dei provvedimenti di liquidazione a suo tempo legittimamente adottati e impongono una nuova liquidazione che introduce criteri totalmente diversi”. E ancora, la delibera viene annullata anche nella parte in cui si “”prevedono il ricalcolo dell’ammontare degli importi mediante la moltiplicazione del montante contributivo individuale per il coefficiente relativo all’età anagrafica del senatore alla data della decorrenza dell’assegno vitalizio o del trattamento previdenziale pro rata, anziché alla data dell’entrata in vigore” del taglio dei vitalizi. Inoltre, viene annullata la parte della delibera in cui “si prevedono dei coefficienti di trasformazione che determinano sensibili riduzioni, con incidenza sulla qualità della vita, degli importi di minore entità, senza alcun effetto su quelli di importo massimo”.      

Altri spunti. Cancellata la parte in cui “si prevedono criteri di correzione di temperamento dei risultati del citato ricalcolo e, comunque, non idonei a eliminare le conseguenze più gravi derivanti dall’applicazione del metodo adottato, come ha già ritenuto con sentenza del 22 aprile del 2020 il Consiglio giurisdizionale della Camera che ha annullato il comma 7 della deliberazione del Consiglio di presidenza della Camera”.

E ancora, nella parte in cui “applicando gli stessi criteri anche ai trattamenti di reversibilità, non tengono conto del fatto che tali trattamenti sono già stati decurtati rispetto agli assegni diretti del 40% e che l’ulteriore riduzione prevista incide gravemente sulla qualità della vita”. Il documento rinvia al “dispositivo definitivo e completo che verrà pubblicato in sede di deposito della decisione”.

Taglio dei vitalizi annullato, in buona sostanza, perché ritenuto  come “ingiustificato   “dopo tanti e tanti anni di consolidamento giuridico di una vera e propria ingiustizia tecnica-giuridica in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato osservato dalla delibera.

Sui vitalizi una scelta insostenibile e sbagliata. La cassa integrazione è in ritardo e si rimettono i vitalizi. Non è questa  la nostra Italia”,ha commentato  il leader Pd, Nicola Zingaretti.

Il rispetto della giurisprudenza europea per la sanatoria della lunga lista degli errori del passato ha fatto saltare una gigantesca e simbolica operazione di pulizia, onestà e correttezza.    Non si perda di vista che la questione non è ancora seppellita e chiusa perchè i senatori favorevoli dovranno assumersi la responsabilità politica-morale di aver fatto naufragare le proposte del Movimento cinque stelle -condivise dall’intera popolazione senza distinzione di colore politico- per una giustizia migliore in Italia.      Certamente adesso la crisi diventa difficilmente arginabile.  A distanza comunque ravvicinata, sapremo..

 

IL SENATO RESPINGE LA SFIDUCIA. IL MINISTRO BONAFEDE:” SONO STATO SEMPRE CONTRO GLI ILLECITI E LA MAFIA”

Bonafede, Senato respinge mozioni di sfiducia

Il Senato ha respinto entrambe le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Cadono le vuoto le fantasie dell’ex Pm “antimafia ” Nino Di Matteo che, a distanza di due anni aveva recentemente dichiarato che “Bonafede avrebbe ceduto alle pressioni dei boss mafiosi…Il ministro ha commentato: “Sono stato sempre contro gli illeciti, la Mafia e il malaffare”

La prima mozione, presentata dalle opposizioni, ha ottenuto 131 voti favorevoli e 160 contrari. Un solo astenuto sui 292 senatori che hanno votato. La seconda mozione, presentata da Emma Bonino, ha ottenuto 124 voti favorevoli e 158 contrari. Le astensioni sono state 19.

L’eventuale disco verde ad una delle due mozioni avrebbe aperto una grave crisi   nell’esecutivo. Bonafede, capo della delegazione M5s al governo, sarebbe stato obbligato a dare le dimissioni.

Il guardasigilli è finito nell’occhio del ciclone per alcune scelte inerenti la  scarcerazione di detenuti condannati per mafia o traffico di droga a seguito di linee guida mirate a evitare contagi di coronavirus  nelle carceri italiane.

Nelle scorse settimane Bonafede, che in aula si è nuovamente difeso dagli attacchi, era stato chiamato in causa dal  magistrato ex Pm e componente del Csm,  Nino Di Matteo per la mancata nomina di quest’ultimo al vertice del Dipartimento amministrazione penitenziaria e la scelta di Bonafede su altro personaggio.

Italia Viva, il partito dell’ex premier Matteo Renzi che rappresentava l’ago della bilancia del governo, non ha sciolto fino all’ultimo la riserva sul proprio voto e ha tenuto l’Aula parlamentare in autentica suspense. Stamane, nel corso del suo intervento in aula a Palazzo Madama,   Renzi  – la cui famiglia vive ancora guai giudiziari – ha annunciato il voto contrario di IV alle due mozioni. Sapremo più in là quale sarà la contropartita di Renzi al governo Conte.

Taglio parlamentari, è legge

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Immag.Archivio Sud Libertà

Il taglio dei parlamentari è legge. La Camera ha approvato in via definitiva la riforma costituzionale che riduce senatori e deputati   La grande torta con i soldi pubblici è ora ridotta. I parlamentari saranno più visibili.

I voti favorevoli sono stati 553 su 567 votanti, 14 i contrari e due astenuti. Cinque stelle in festa di fronte a Montecitorio. I deputati del Movimento hanno aperto un enorme striscione con disegnate poltrone rosse, tenendo in mano cartelli. Il simbolo dell’intera operazione viene rappresentata dal M5s con delle forbici esibite durante – e dopo -la votazione in Parlamento

 

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Su 215 deputati, cinque risultavano in missione e cinque non hanno partecipato al voto. Tutti gli altri, ovvero 205, hanno votato a favore.

I 14 no vengono tutti dal gruppo Misto oltre a quello di Marzia Ferraioli di Fi: Sara Cunial, Veronica Giannone, Carmelo Lo Monte, Fausto Longo, Vittorio Sgarbi, Gloria Vizzini, Silvia Benedetti, Catello Vitiello, Alessandro Fusacchia, Riccardo Magi, Alessandro Colucci, Maurizio Lupi e Renzo Tondo. Due gli astenuti: Bruno Tabacci del Misto e la dem Angela Schirò. Per quanto riguarda le singole forze politiche, nei 5 Stelle risultano in missione 5 deputati (Francesca Businarolo, Andrea Colletti, Federica Dieni, Maria Marzana e Leda Volti) mentre non hanno partecipato al voto: Sebastiano Cubeddu, Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Stefania Mammì e Roberto Rossini. Mentre nel Pd non hanno partecipato al voto Micaela Campana, Paolo Gentiloni e Francesca La Marca. Nessun deputato dem in missione. Due deputati di Italia Viva non hanno partecipato al voto (si tratta di Nicola Carè e Massimo Ungaro) e poi Rossella Muroni di Leu. La più corposa compagine dei non partecipanti al voto è quella azzurra con 25 deputati, i leghisti sono 8 (Virginio Caparvi, Luis Di San Martino Lorenzato, Cristian Invernizzi, Donatella Legnaioli, Augusto Marchetti, Carlo Piastra, Tiziana Piccolo e Adolfo Zordan), uno di Fdi (Salvatore Caiata).

Afferma Giuseppe Conte : “Approvato dal Parlamento il ddl costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari. Una riforma che incide sui costi della politica e rende più efficiente il funzionamento delle Camere. Un passo concreto per riformare le nostre Istituzioni” sottolinea il presidente del Consiglio.

 

 

 

 

 

GIU’ IL CAPPELLO DI FRONTE A CONTE, L’UOMO CHE LAVORA PER IL SUD “NON DIMENTICHIAMOCI DEI GENITORI, E DEI NONNI”

 

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Ho conosciuto una signora che da tempo non riceve una visita dalle proprie figlie, che pure vivono a Roma. Ho fatto con lei una foto e l’ho inviata alle figlie, scrivendo loro che se il Presidente del Consiglio ha trovato il tempo per far visita alla loro mamma, anche loro potrebbero fare altrettanto“.

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Dopo il volo degli avvoltoi che ha spaccato l’apparente unità del Pd, i capigruppo di Palazzo Madama hanno deciso a maggioranza che l’Aula si riunirà oggi alle 18 per votare il calendario, mentre il 20 agosto l’assemblea tornerà a riunirsi per ascoltare le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di governo

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Sembra   definita la posizione di M5S, Pd, Misto e Autonomie da una parte e Forza Italia, Lega e FdI dall’altra. . Conte  riferirebbe martedì prossimo prima al Senato (dove ha avuto la fiducia per la prima volta) e poi alla Camera. Intanto il premier, distaccato dalle liti e polemiche politiche, dà prova della sua grandezza d’animo nel sociale, con gli anziani specie in questo periodo che si soffre maggiormente la solitudine    Nel rispetto dei principi ricordati da Papa Francesco, la Vita è un cammino verso l’eternità, Conte ,che lavora-coro unanime, quasi venti ore al giorno, non trascura l’attività spirituale e dà un eccellente esempio di comportamento umano e sensibile. Giù il cappello di fronte a quest’ Uomo. Pubblichiamo volentieri il post del Social:

Le persone anziane sono generalmente quelle che soffrono di più. In una società sempre più frenetica e distratta, gli anziani, soprattutto in agosto, soffrono la solitudine e l’allontanamento dagli affetti più cari.

Ieri pomeriggio ho visitato una struttura, a Roma, che offre loro cura e assistenza. Abbiamo trascorso insieme qualche ora regalandoci allegria.

Sono giorni molto delicati per il nostro Paese, ma non possiamo dimenticarci delle persone più fragili, che poi sono i nostri genitori, i nostri nonni.

In particolare ho conosciuto una signora che da tempo non riceve una visita dalle proprie figlie, che pure vivono a Roma. Ho fatto con lei una foto e l’ho inviata alle figlie, scrivendo loro che se il Presidente del Consiglio ha trovato il tempo per far visita alla loro mamma, anche loro potrebbero fare altrettanto.

L'immagine può contenere: una o più persone e persone sedute
foto Comunicazione stampa

Brexit, Theresa May non si dimette e propone la quarta votazione sull’accordo di divorzio dall’UE

 

Nei guai Theresa May che non si è dimessa nonostante la richiesta pressante del Parlamento dopo la bocciatura, ancora una volta, del voto sull’accordo di fuoriuscita dall’Europa.     A questo punto la Gran Bretagna è costretta a partecipare alle elezioni europee di giugno anche se Theresa May -come ha comunicato- pensa già di passare alla quarta votazione

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(Archivio Sud Libertà)

Si apprende anche che,  dopo i ‘voti indicativi’ previsti  alla Camera dei Comuni su una serie di opzioni alternative, May potrebbe concretizzare l’idea di  una sorta di ‘ballottaggio’ tra il suo piano e l’ipotesi più votata lunedì prossimo.

Sanremo “non è un modello di libertà” ma manipolazione della”giuria d’onore”- Dal prossimo anno-forse – solo Televoto

 

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Nella foto d’Archivio Claudio Bisio sembra dire: “Quante critiche, basta..”

 

di    Raffaele   Lanza

 

Sanremo, modello di ingiustizie e di polemiche. Non è un modello di libertà se è vero com’è vero che persino i vertici di Viale Mazzini,per la prima volta nella storia musicale, hanno contestato il fatto che l’italo-egiziano sia arrivato prima con il voto delle giurie mentre Ultimo, secondo classificato, sia stato l’artista più votato dal pubblico.Una incongruenza assurda, illogica.      Finalmente un giornalista di spessore, il presidente della Rai, Marcello Foa parla di “sproporzione, un chiaro squilibrio tra il voto popolare e una giuria composta da poche decine di persone che ha provocato le polemiche” sottolineando che il sistema “va corretto”.

– Il sistema di votazione si compone di tre parti: il televoto (50% sulla classifica di fine serata), il voto della sala stampa (30%) e il voto della giuria d’onore (20%). Sabato sera la sala stampa e la giuria d’onore hanno decretato vincitore Mahmood mentre i telespettatori hanno preferito Ultimo, votando poi Il Volo al secondo posto e Mahmood al terzo. Nel dettaglio, il 46,5% del pubblico a casa ha votato per Ultimo, il 39,4% per Il Volo e il 14,1% per Mamhood. Il dato finale è stato però invertito: Mahmood ha vinto con il 38.9%, Ultimo è arrivato secondo con il 35.6% e Il Volo ha ottenuto il 25.5%.

Chi controlla poi – sotto il profilo operativo – questi voti – resta un mistero Come un mistero resta il meccanismo che ha reso possibile di televotare da casa alla gente che ha assegnato il  46,5%,al cantante Ultimo e poi un altro artista (Mahmood, ndr) sia arrivato al 14% La differenza di più del 30% viene completamente ribaltata dai giudizi di giornalisti e da 8 persone, la giuria d’onore, che con la musica c’entra poco o nulla”. La giuria d’onore ha tenuto certamente nell’occasione un comportamento poco onorevole  Essa ricorderemo  – composta da Ferzan Ozpetek, Elena Sofia Ricci, Serena Dandini, Mauro Pagani, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich, Camila Raznovich e Beppe Severgnini (a detta di Di Maio dei “radical chic”) –

Molte cose non hanno funzionato.Anche sotto il profilo tecnico si sono verificati continui guasti nella duplicazione dei suoni. Il più danneggiato risulterebbe Nino D’Angelo che ha espresso a riguardo un vibrato disappunto.  Molti cantanti si sono dati davvero alla fuga rifiutando la partecipazione alle trasmissioni Rai e a rilasciare interviste.  Loredana Bertè sembra la più depressa. Sperava con la sua bella canzone, che aveva fatto alzare tutto il pubblico in sala, di vincere la gara canora.Oggi – sensibile com’è la Bertè- è disperata come lo era all’epoca sua sorella Mia Martini, ricordata nella competizione  Certamente questo Sanremo non rappresenta un modello di libertà. Tale assunto è confermato pure da Vittorio Sgarbi secondo il quale il risultato è opera di manipolazione di un ristretto numero di persone -la giuria incompetente – che non ha tenuto conto della volontà popolare”

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Vittorio Sgarbi: “Sanremo non rappresenta un modello di libertà..”

 – Altri promettono innovazioni il prossimo anno sul  sistema di votazione.  Il vicepremier Luigi Di Maio  lancia una proposta più obiettiva : “La giuria, composta da critici musicali del ‘calibro’ di Beppe Severgnini, e la sala stampa hanno totalmente ribaltato il risultato del televoto – ha scritto su Facebook -. Non ha vinto quello che voleva la maggioranza dei votanti da casa, ma quello che voleva la minoranza della giuria, composta in gran parte da giornalisti e radical chic. E qual è la novità? Questi sono quelli sempre più distanti dal sentire popolare e lo hanno dimostrato anche nell’occasione di Sanremo”. Quindi ha suggerito che il prossimo anno “il vincitore si potrebbe far scegliere solo col televoto, visto che agli italiani costa 51 centesimi”.

A questo punto diventano  una vergogna autentica i compensi alti assegnati ai protagonisti del Festival 

Non è accettabile neppure  che dopo aver fatto giocare i concorrenti e votare la giuria persino Claudio Baglioni, direttore artistico e deus ex machina del Festival adesso esso stesso critichi il sistema del voto affermando di essere favorevole ad “alzare il peso del televoto” .