Zelenski: “I militari russi sono macellai, assassini, stupratori, torturatori..” Sono le atrocità dell’assassino Putin

 

Si vive nel terrore e nell’orrore. Cadaveri per le strade, dappertutto. Uno spettacolo infernale.Tutti hanno un nome:Putin l’assassino.Nonostante la scoperta di decine di cadaveri di civili a Bucha e nelle aree liberate attorno a Kiev, i “negoziati” dell’Ucraina con la Russia continuano.Anche se hanno tratti di una farsa-teatro. Chiarissimo che Putin vuole andare sempre avanti per alzare la posta. 

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky afferma’. “È difficile dire, dopo tutte le atrocità commesse in Ucraina, come si possa avere qualsiasi tipo di trattativa con la Russia. Ma come presidente, devo farle. Qualsiasi guerra deve finire”

In un altro duro video messaggio diffuso nella notte, il presidente ucraino Zelensky ha definito i militari russi “macellai, assassini, torturatori, stupratori, saccheggiatori” e ha parlato della “concentrazione del male che è venuta sulla nostra terra” e ha affermato che i militari russi “meritano solo la morte dopo ciò che hanno fatto”.
Zelenski aggiunge:”Voglio che le madri dei soldati russi vedano i corpi delle persone uccise a Bucha, Irpin, Hostomel. Voglio che tutti i leader della Federazione russa vedano come i loro ordini vengono eseguiti”

Messaggio di Mattarella per gli auguri di una serena Pasqua, “anche se diversa e in forzata solitudine”….

 

 

«Ci apprestiamo a vivere, domani, il giorno di Pasqua. E’ la ricorrenza di maggior significato per la Cristianità e una festa tradizionale importante per tuttiQuest’anno la vivremo in condizioni molto diverse dal consueto. Penseremo ai numerosi nostri concittadini morti per l’epidemia. Tante storie spezzate, affetti strappati, spesso all’improvviso. Per i loro familiari e per le comunità di cui erano parte il vuoto che essi hanno lasciato renderà questa giornata particolarmente triste.

Questo giorno sarà vissuto diversamente anche dai tanti malati e dai molti medici e infermieri cui si affidano; e che si adoperano per la loro guarigione con generosità, mettendo a rischio se stessi.

Sarà diverso per tutti.

In molte lettere che ho ricevuto vengono narrate le storie di forzata solitudine che tanti stanno vivendo anche in questi giorni abitualmente di festa condivisa.

Comprendo bene il senso di privazione che questo produce. So che molti italiani trascorreranno il giorno di Pasqua in solitudine. Sarà così anche per me.

Ma in questi giorni intravediamo, tuttavia, anche la concreta possibilità di superare questa emergenza. I sacrifici che stiamo facendo da oltre un mese stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso.

Vorrei dire: evitiamo il contagio del virus e accettiamo piuttosto il contagio della solidarietà tra di noi.

Non appena possibile, sulla base di valutazioni scientifiche e secondo le indicazioni che verranno stabilite, si potrà avviare una graduale, progressiva ripresa,con l’obiettivo finale di una ritrovata normalità.

Fino a quel momento è indispensabile mantenere con rigore il rispetto delle misure di comportamento: stiamo per vincere la lottcontro il virus o, quanto meno, quella per ridurne al massimo la pericolosità. In attesa di farmaci specifici e di un vaccino che lo sconfigga del tutto.

Coltiviamo speranza e fiducia.

Nella condivisione che tutti avvertiamo, in questo periodo, per la nostra sorte comune, desidero esprimere a tutti voi la mia più grande vicinanza.

Con l’augurio di una Pasqua per quanto possibile serena ».

 

Papa Francesco: la fede pasquale e la creatività dell’amore devono nutrire la speranza

 Papa: forza con la creatività dell’amore

Dite a chi soffre che il Papa è vicino e prega perché il Signore ci liberi presto dal male”. Il Pontefice invia un videomessaggio per la Settimana Santa. Parlando a tutti con tenerezza, esorta alla speranza e ad usare con “generosità” il tempo della distanza imposto alla pandemia

Ho nel cuore tutte le famiglie, specie quelle che hanno qualche caro ammalato o che hanno purtroppo conosciuto lutti dovuti al coronavirus o ad altre cause. In questi giorni penso spesso alle persone sole, per cui è più difficile affrontare questi momenti. Soprattutto penso agli anziani, che mi sono tanto cari. Non posso dimenticare chi è ammalato di coronavirus, le persone ricoverate negli ospedali.

 Medici ed infermieri eroi che lottano per chi soffre

Con tenerezza, quasi fotografando l’espressione dipinta sul volto di ciascuno, il Papa torna col pensiero a quanti combattono, ogni giorno, questa guerra dal nemico invisibile. I medici eroi, gli infermieri, ma anche chi sta pagando il prezzo più caro.

Ho presente la generosità di chi si espone per la cura di questa pandemia o per garantire i servizi essenziali alla società. Quanti eroi, di tutti i giorni, di tutte le ore! Ricordo anche quanti sono in ristrettezze economiche e sono preoccupati per il lavoro e il futuro. Un pensiero va anche ai detenuti nelle carceri, al cui dolore si aggiunge il timore per l’epidemia, per sé e i loro cari; penso ai senza dimora, che non hanno una casa che li protegga.

La creatività dell’amore

E’ un momento difficile, anzi difficilissimo, “il Papa lo sa!”, esclama il Pontefice che ancora, con le sue parole, riversa su quanti ascoltano un’onda di affetto capace di raggiungere e lenire i cuori più smarriti. Il suo consiglio di padre in questo momento storico segnato dalla pandemia, è proprio quello di usare al meglio il tempo a disposizione, come fosse un dono. Per vincere paura e sconforto, Francesco propone poi l’antidoto della carità, che è amore di Dio senza limiti, da far risuonare nelle città deserte e silenziose diffondendo così fin da ora l’annuncio della Pasqua.

Cerchiamo, se possiamo, di utilizzare al meglio questo tempo: siamo generosi; aiutiamo chi ha bisogno nelle nostre vicinanze; cerchiamo, magari via telefono o social, le persone più sole; preghiamo il Signore per quanti sono provati in Italia e nel mondo. Anche se siamo isolati, il pensiero e lo spirito possono andare lontano con la creatività dell’amore. Questo ci vuole oggi: la creatività dell’amore.

La speranza

Sottolineando la modalità insolita con cui avvengono le celebrazioni della Pasqua, il Papa ricorda che il messaggio potente della Risurrezione, non ha affatto cambiato aspetto: “In Gesù risorto, la vita ha vinto la morte” e questa – afferma – è la fede pasquale che deve saper nutrire la nostra speranza. Speranza, che non è illusione e perciò non delude, che arrivi un tempo migliore, in cui essere migliori noi per primi. 

Fate un gesto di tenerezza verso chi soffre, verso i bambini, verso gli anziani. Dite loro che il Papa è vicino e prega, perché il Signore ci liberi tutti presto dal male. E voi, pregate per me. Buona cena. A presto!