Un video raccapricciante delle donne ostaggio che chiedono al premier Netanyahu di liberare i detenuti palestinesi

 

Un video raccapricciante è stato diffuso oggi da Hamas we i suoi terroristi con  le immagini video di tre ostaggi che chiedono al premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare un accordo per il loro rilascio in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi. “Fateci tornare ora! Netanyahu ha fallito sia politicamente, sia militarmente, e noi chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri. Aiutateci, così ci uccidono”, afferma una delle tre donne israeliane apparse nel video divulgato dalle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas con un messaggio rivolto al capo del governo israeliano.

“Appena due giorni fa – continua – si parlava di un cessate il fuoco e del rilascio di tutti, ma Netanyahu ha fatto marcia indietro”, afferma inoltre. L’ufficio del premier ha identificato le tre donne come Daniel Aloni, Rimon Kirsht e Yelena Trupanob…

Immagine del video delle donne ostaggio diffuso da Hamas e dalle brigate terroristiche
“Crudele propaganda psicologica” afferma l’ufficio di Benjamin Netanyahu giudica  il video diffuso oggi da Hamas con le tre donne in ostaggio che chiedono al premier israeliano di accettare le condizioni per il loro rilascio. “I nostri cuori sono con voi e con tutti gli altri ostaggi – ha dichiarato Netanyahu – stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti i rapiti e i dispersi a casa”.

 “Hamas insiste nel voler carburante, Israele, gli Stati Uniti ed altri Paesi vogliono il rilascio di un gruppo consistente di ostaggi”,  i negoziati si sono bloccati prima che Israele lanciasse, nella notte di venerdì, la seconda fase della sua offensiva con le truppe di terra a Gaza.

“I negoziati stavano andando bene giovedì, e i negoziatori speravano che si potesse raggiungere un accordo nel weekend – secondole notizie rilasciate dalle  le fonti dei colloqui in corso a Doha – ma le differenze emerse la mattina di venerdì hanno portato allo stallo”. Tra i 239 ostaggi vi sono bambini e anziani, e cittadini con passaporti di 25 Paesi stranieri, compresi 54 thailandesi, 15 argentini, 12 americani, 12 tedeschi, sei francesi e 6 russi. Finora i negoziati hanno portato al rilascio di 4 ostaggi.

 

Strage di Crotone e mozione di sfiducia, il Ministro Piantedosi si difende ma non convince e scarica la responsabilità alla Guardia di Finanza

 

 

 

 

Nel discorso del ministro Piantedosi segnaliamo al  pubblico il massimo rappresentante del Ministero dell’Interno scarica la responsabilità (penale e quindi giudiziaria) alla Guardia di finanza laddove afferma, alla fine della relazione-giustificativa ” che un’unità navale della Guardia di Finanza dedicata all’evento, avrebbe potuto fornire elementi………”          Cioè come dire ,io Ministro non c’entro.  Alla maniera dei bambini all’asilo. il gioco dello scaricabarile anche se la carica rivestita -è questa l’aggravante infamante- è quella di Ministro dello Stato italiano…     Vergogna lo diciamo anche noi,di SUD LIBERTA’ e, tutta la gente onesta del Sud, signor Ministro       Ecco il testo rimesso alla Redazione di SUD LIBERTA’:
Pubblichiamo il testo integrale dell’informativa alla Camera del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

“Signor Presidente, Onorevoli Deputati/Senatori,

il governo ha immediatamente accolto l’invito del Parlamento a riferire in merito al naufragio di un’imbarcazione in legno che trasportava migranti, avvenuto nelle prime ore del mattino del 26 febbraio scorso nel mare antistante la località Steccato di Cutro in provincia di Crotone.

Voglio rinnovare prima di tutto il cordoglio, mio personale e di tutto il governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti.

Premesso che il bilancio non è ancora definitivo, gli aggiornamenti giunti dalla prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) e nel pomeriggio odierno saranno trasferiti nella struttura alberghiera che già ospita i propri parenti, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati.

In particolare, sono stati fermati un cittadino turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Sono in corso le ricerche di un quarto scafista e non si escludono sviluppi nelle prossime ore.

I sopravvissuti sono afghani, iraniani, pakistani, palestinesi, siriani e somali.

Appresa la notizia del naufragio, mi sono immediatamente recato a Cutro per testimoniare, a nome del governo, il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti, nonché alle Amministrazioni locali.

Anche in questa sede desidero rivolgere una parola di profonda gratitudine alla Calabria che, da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni.

Nell’occasione, ho presieduto una riunione in prefettura a Crotone per un primissimo punto di situazione con le Forze di polizia, i rappresentanti delle comunità locali e i responsabili delle attività di soccorso.

Il dispositivo di ricerca e soccorso in mare, tuttora in funzione, ha interessato i reparti specialistici della guardia costiera, della guardia di Finanza e dei Vigili del fuoco, secondo uno schema operativo integrato che prevede il dispiegamento di unità navali, aeree e terrestri.

Ringrazio anche gli operatori della protezione civile regionale insieme all’Arma dei carabinieri e ai tanti volontari del posto.

 

 

 

Maltrattamenti su minori, nei guai una suora ad Ischia- Un video incastra l’Istituto religioso e le suore “violente”

 

Divieto di dimora per tre consorelle, tra cui la madre superiora

 Un’indagine dei carabinieri e della sezione “Fasce deboli” della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto dr. Raffaello Falcone,è  sfociata in un’ordinanza di arresto di una Madre superiore ed altre sottoposte al divieto di dimora in Campania

    Sotto i riflettori dell’Arma dei Carabinieri di Ischia  l’Istituto religioso Santa Maria della Provvidenza, a Casamicciola Terme, , che ospita minori in attesa di affidamento, adozione o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari nonché minori ospiti esterni, a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori. 

Il giudice ha emesso la misura cautelare del carcere nei confronti di Marie Georgette Rahasimalala, 55enne nata in Madagascar, che si occupava del servizio mensa nell’istituto religioso Santa Maria della Provvidenza di Casamicciola.

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I divieti di dimora in Campania, invece, riguardano la madre superiora Angela De Bonis, 81 anni, Noeline Razanadraozy, 51 anni, anche lei del Madagascar e anche lei addetta alla mensa, e Alice Albaracin, quasi 48 anni, nata nelle Filippine, consorella addetta al servizio doposcuola.

Un video ha messo nei guai  la suora arrestate a a dare il via alle indagini (il video è stato girato da una ragazza minorenne ospite della struttura – in cui si vedeva Marie Georgette Rahasimalala cha schiaffeggiava e tirava più volte con forza i capelli a un bambino di 4 anni, disperato, alla presenza di altri bambini che la invitavano a fermarsi; la suora colpiva con uno schiaffo anche il fratello di 8 anni intervenuto per difenderlo, procurandogli una fuoriuscita di sangue dal naso.         Vedremmo appresso, nelle udienze, la difesa degli avvocati difensori

     

     

    Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 77° Anniversario della Liberazion

     

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Acerra depone una corona d’alloro in occasione del 77° anniversario della Liberazione

     Acerra, 25/04/2022 (II mandato)

    Rivolgo un saluto a tutti i presenti, alle Autorità, ai Rappresentanti del Parlamento, ai Ministri degli Esteri e del Mezzogiorno, ai Sottosegretari.

    Saluto e ringrazio, per i loro interventi, il Presidente Regione, il Sindaco della città metropolitana di Napoli e il Sindaco di Acerra.

    Vorrei pregare il Sindaco di Acerra di trasmettere il mio saluto a tutti gli acerrani, anche con l’assicurazione che la mia presenza è naturalmente legata all’importante occasione che ci riunisce ma è anche il segno della vicinanza alla città, al suo territorio, alla qualità della vita in questo territorio, alle esigenze, ai problemi, alle questioni e ai profili di carattere sociale e ambientale.

    È un momento particolarmente ricco di significato celebrare qui ad Acerra il 25 aprile, la ricorrenza della Liberazione. Acerra è Medaglia d’oro al Merito civile; è stata teatro – nell’ottobre del 1943 –, come abbiamo visto e ascoltato poc’anzi, di una strage terribile di civili innocenti. Per molto tempo quella strage è stata quasi dimenticata.

    Onorando i tanti martiri di Acerra, desidero ricordare tutti i combattenti, tutte le vittime delle rappresaglie e gli uomini e le donne coraggiose che – in ogni parte d’Italia – perdettero la vita per opporsi alla barbarie scatenata dalla furia nazifascista. La storia della nostra libertà è stata scritta da loro, la nostra Costituzione democratica è merito del loro sacrificio, è nata dal loro sacrificio.

    Poc’anzi, la professoressa Insolvibile – che ringrazio – ci ha illustrato con precisione il quadro e il contesto in cui sono inseriti i terribili fatti di Acerra: la rappresaglia criminale che colpì questa città a pochi giorni dalle Quattro Giornate di Napoli.

    Non fu l’unica strage, ma purtroppo, per numero di vittime, la più grave della Campania. Quasi novanta morti, tra cui – come si vede dalla lapide qui accanto – tante donne, bambini, anziani. Una strage che fece seguito a un tentativo di ribellione e che ci aiuta a comprendere maggiormente il ruolo che ebbero anche le popolazioni meridionali nella lotta di Liberazione. Lo ricordava poc’anzi il Presidente De Luca.

    In Campania, soprattutto nel territorio a sud del Volturno, nelle grandi conurbazioni, da Napoli a Castellammare ad Acerra a Caserta a Capua, si verificò un alto numero di conflitti armati tra popolazione e soldati tedeschi.

    Documenti e narrazioni orali presentano una realtà che contrasta nettamente con l’immagine attendista che taluno ha superficialmente ritenuto di attribuire al Mezzogiorno. In realtà, gruppi di giovani combattenti, persone armate di ogni età, difendevano il territorio dalle distruzioni dei guastatori, difendevano gli uomini dalle razzie, difendevano le donne dalle violenze.

    I massacri furono un’opera di vendetta e di intimidazione verso questa popolazione, in tutta la zona, risultato della strategia della “terra bruciata” operata dai tedeschi con requisizioni di massa, saccheggi e devastazione del territorio, cui gli abitanti risposero con una diffusa resistenza; in queste aree, che furono teatro di numerosi momenti duri e sanguinosi della campagna d’Italia, dallo sbarco alleato ai nove mesi della battaglia a Cassino.

    Una resistenza che si potrebbe definire ordinaria. Fu una difesa della vita e dei valori quotidiani e comunitari dalla prepotenza di una forza violenta che pretendeva, con crudeltà, di imporre obbedienza totale: in questo senso si possono leggere anche la difesa dei propri prodotti e dei propri animali da parte dei contadini, il rifiuto di consegnare le macchine e le altre risorse, l’aiuto ai soldati sbandati fatto in nome di una solidarietà che, contrapponendosi alle leggi della guerra, esprimeva un sentimento importante di vera e propria resistenza civile alla guerra.

    Agli occhi delle truppe naziste la colpa dei cittadini di Acerra era quella di aver provato ad opporsi – con armi rudimentali, con le barricate, con la non collaborazione – al rastrellamento di uomini da mandare nei campi di lavoro, alla caccia agli ebrei, al saccheggio brutale, alla distruzione sistematica di case e di luoghi di lavoro.

    Dopo l’8 settembre, e i tragici avvenimenti che ne seguirono, i nazisti mostrarono anche in Italia il loro vero volto: quello brutale, animato da voglia di vendetta, mosso da un’ideologia ciecamente fanatica, che tutto subordinava – anche la sacralità della vita – alla violenza, alla sopraffazione, al culto della razza, alla volontà di dominio.

    L’8 settembre produsse il vaglio, che spazzò via vent’anni di illusioni, di parole d’ordine vuote e consumate, di retorica bellicista. Il regime fascista, implose dall’interno, crollò su se stesso, corroso dalla sua stessa vanagloria.

    Non fu la morte della Patria. Ma, al contrario, la riscoperta del suo senso autentico. Quella di una comunità di destino, di donne e uomini che condividono il comune senso di pietà, i valori di libertà, giustizia e democrazia, che si proteggono a vicenda, che lavorano per la pace, il benessere, la solidarietà.

    Un vostro eroico concittadino, nato qui ad Acerra, Medaglia d’oro al valore militare, il Colonnello Michele Ferrajolo, di stanza a Mondragone, rifiutò sdegnosamente il 9 settembre di consegnare le armi ai tedeschi, incitando i suoi soldati alla resistenza. A chi, tra i suoi, gli propose di arrendersi per aver salva la vita, rispose: “Non si vergogna di parlarmi così? Qui è in gioco l’onore della Patria”. Fu ucciso da una raffica di mitra. Morì, tra i primissimi, per amore della Patria, quella che il fascismo aveva tradito e umiliato, imponendo la dittatura, la repressione, la guerra a fianco di Hitler. In quel momento, il più duro e decisivo, la parola Patria riacquistava agli occhi di tanti italiani il suo significato più limpido e più autentico.

    La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Meridione, di insorgere contro l’ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e di dignità umana, contro la negazione stessa dei principi dell’umanità.

    Ricordo le parole di un illustre figlio della terra campana: lo storico e senatore Gabriele De Rosa, che fu ufficiale dei granatieri a El Alamein e poi membro della Resistenza romana. Raccontava di una piccola donna, sua padrona di casa a Roma, che lo aveva salvato dall’arresto e dalla deportazione, raccontando il falso ai fascisti. Se fosse stata scoperta la verità, quella donna sarebbe stata sicuramente fucilata. De Rosa concludeva: “Questa donna ha fatto la Resistenza”.

    E oggi tra gli storici vi è concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità.

    Furono resistenti i combattenti delle montagne, le tante staffette partigiane, i militari che, perdendo la vita o subendo la deportazione, rifiutarono di servire sotto la cupa bandiera di Salò. Furono resistenti, a pieno titolo, le persone che nascosero in casa gli ebrei, o i militari alleati, o ricercati politici, coloro che sostenevano la rete logistica della Resistenza. Furono resistenti gli operai che entrarono in sciopero al Nord, gli autori di volantini e giornali clandestini, gli intellettuali che non si piegarono, i parroci che rimasero vicini al loro gregge ferito. Le vittime innocenti delle tante stragi che, in quella terribile stagione, insanguinarono il nostro Paese.

    Nel Meridione l’occupazione nazista durò molto meno che al Nord. L’avanzata alleata risparmiò a quelle popolazioni mesi e mesi di calvario che, con altre stragi, insanguinarono invece il Centro Nord del nostro Paese. Fino a quando, il 25 aprile del 1945, in Italia si registrò la fine del nazismo e fascismo e la riconquista della libertà.

    Ma, pur se la resistenza nelle regioni del Sud ebbe una storia più breve, ne va sottolineata l’importanza, in termini di coraggio, valore e sacrificio. Senza dimenticare il contributo offerto alla lotta partigiana al Nord da tanti militari originari di regioni del Mezzogiorno.

    In questo senso, in tutta Italia, la Resistenza – come lo era stato l’antifascismo di tanti spiriti liberi durante il ventennio – fu un movimento che ebbe un significato unitario, quello della Liberazione dal nazifascismo, assumendo nel contempo forme e motivazioni anche diverse a seconda delle specifiche circostanze temporali e territoriali.

    Accanto a questi valorosi italiani non può essere, ovviamente, mai dimenticato il ruolo decisivo dei soldati alleati, venuti da ogni parte del mondo, liberando l’Italia dal giogo del nazifascismo. Migliaia di loro hanno perso la vita e sono sepolti nei nostri territori. Esprimiamo a loro, a distanza di tanti anni, la nostra incancellabile riconoscenza. Erano soldati della coalizione contro il male assoluto, di cui l’Italia sotto la dittatura era stata tragicamente parte.

    La Resistenza contro il nazifascismo contribuì a risollevare l’immagine e a recuperare il prestigio del nostro Paese. Fu a nome di questa Italia che Alcide De Gasperi poté presentarsi a testa alta alla Conferenza di pace di Parigi.

    Questo riscatto, il sangue versato, questo ritrovato onore nazionale lo celebriamo oggi, insieme a tutta l’Italia, qui ad Acerra.

    Oggi, in questa imprevedibile e drammatica stagione che stiamo attraversando in Europa, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, alla barbarie contro i civili supera i suoi stessi limiti temporali e geografici.

    Nelle prime ore del mattino dello scorso 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio da molti punti diversi, in direzione di Kiev, di Karkiv, di Donetsk, di Mariupol, di Odessa.

    Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione.

    A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati. E, pensando a loro, mi sono venute in mente – come alla senatrice Liliana Segre – le parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”.

    Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”.

    Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei, per l’intera comunità internazionale.

    Come tre giorni ho sottolineato fa davanti alle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa drammaticamente estendersi.

    Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare ad essere il cardine della vita d’Europa.

    Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente dove viene minacciata o conculcata.

    Viva la Resistenza,

    viva il 25 aprile,

    viva la Repubblica!

    Scoperto l’omicidio del 2019,Carlo ucciso perchè la moglie aveva una relazione con il suo “miglior amico”

     

    Accertamenti investigativi e sviluppi giudiziari dopo il dicembre del 2019 che vede l’omicidio dell’agricoltore di Termini Imerese scomparso nel Palermitano.   Si accerta oggi che Carlo Domenico La Duca, 37 anni sarebbe stato ucciso per soldi e perché  la moglie aveva una relazione  con il suo migliore amico. C’è infatti infatti il movente economico oltre a quello sentimentale .

    In stato di fermo giudiziario  la moglie Luana Cammalleri di 36 anni e il migliore amico della vittima, Pietro Ferrara di 57 anni.  In questi anni il corpo dell’uomo non è mai stato trovato. 

    Anche la vittima aveva una nuova compagna e il giorno della scomparsa, dopo essere andato all’assessorato regionale all’Agricoltura per chiedere dei contributi, si sarebbe dovuto incontrare proprio con la nuova compagna.

     

     

    Della scomparsa di La Duca si è  occupata la trasmissione “Chi l’ha visto”, che ha raccontato che nei mesi precedenti all’omicidio qualcuno aveva ucciso i suoi cani. L’uomo inoltre avrebbe rivelato ad amici il timore che si fosse trattato di una intimidazione nei suoi confronti

    .I carabinieri del Reparto territoriale di Termini Imerese, hanno notificato l’arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Palermo. Luana e Pietro sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere

    Le indagini – coordinate dalla Procura di Palermo – sono state effettuate con intercettazioni, analisi dei tabulati, analisi immagini dei sistemi di videosorveglianza, assunzione di informazioni e acquisizioni informatiche e documentali, iniziate sin dalla scomparsa di La Duca avvenuta il 31 gennaio 2019.

     

    Secondo gli inquirenti  i due assassini hanno attirato la vittima a Palermo nel terreno di proprietà dell’arrestato e lo hanno ucciso. Successivamente hanno portato la sua autovettura a circa 12 chilometri di distanza dal luogo del delitto per depistare le indagini. 

    Un delitto che ha scosso Termini Imerese e che richiama un analogo caso sempre accaduto a Termini Imerese: pochi giorni fa è stata condannata a 30 anni di carcere Loredana Graziano, 36 anni, per avere avvelenato il marito, Sebastiano Rosella Musico, un pizzaiolo di 40 anni, somministrandogli cibi con dentro cianuro. 

     Anche questo omicidio – stranezza del destino -risale al gennaio del 2019, lo stesso mese in cui è stato ucciso l’agricoltore Domenico Carlo La Duca.

    Luana Cammalleri, la donna arrestata oggi insieme all’amante in passato era stata indagata per minacce nei confronti della suocera. Durante una lite le aveva stretto attorno al collo il filo del telefono di casa e la vittima l’aveva denunciata. Il giorno prima che La Duca sparisse si era celebrata l’udienza per minacce a carico della Cammalleri in cui la suocera si era costituita parte civile. Prima che se ne perdessero le tracce l’indagata e il marito si stavano separando, ma continuavano a vivere insieme in un casolare a Cerda, vicino all’azienda agricola di famiglia. La suocera e il figlio abitavano al piano superiore, la Cammalleri e i figli in quello di sotto.

     

     

    Nel terreno di proprietà dell’agricoltore e in alcuni campi che appartengono all’amante della indagata, Pietro Ferrara, i carabinieri hanno scavato alla ricerca del cadavere di Lo Duca. Ferrara, che era il miglior amico della vittima e viveva con la sua compagna, lavorava come agricoltore proprio nell’azienda di Lo Duca.

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    Nuova piattaforma di Urbanistica, Edilizia privata e il SIT presentata a Messina

     

    Progetto Urbamid Plus

    MESSINA

    L’evento “Go Live” della piattaforma Urbamid Plus, a conclusione del progetto finanziato con i fondi europei PON Città Metropolitane 2014-20 e promosso dall’Assessorato all’Edilizia Pubblica e Privata ha polarizzato l’attenzione del mondo tecnico.
    L’evento ha permesso di illustrare ai professionisti del settore le principali funzionalità del sistema, mettendo in luce gli aspetti principali della stessa ed i vantaggi che scaturiscono dall’adozione del nuovo portale. I partecipanti hanno mostrato apprezzamento nei confronti di Urbamid Plus, quale mezzo di semplificazione ed efficientamento della gestione delle istanze in ambito Edilizia.
    All’evento hanno partecipato, oltre all’Assessore al ramo Salvatore Mondello, il Vicesindaco e Assessore alla Smart City Carlotta Previti, il RUP del progetto Placido Accolla, il prof. Massimo Villari dell’Università degli Studi di Messina, le aziende Engineering, Municipia e Intellera Consulting coinvolte nel progetto e i rappresentanti del settore e degli ordini professionali.

    Video Sud Libertà- Progetto di Messina

    L’Amministrazione ha espresso soddisfazione sottolineando il forte impatto che la nuova piattaforma fornirà in termini di digitalizzazione dei processi legati alla Pubblica Amministrazione e l’ulteriore passo che il Comune di Messina ha compiuto in termini di progresso tecnologico ed efficientamento dell’infrastruttura digitale. La piattaforma sarà disponibile a partire da gennaio 2022  Nel corso dei primi mesi dell’anno, verranno periodicamente rilasciati nuovi moduli applicativi per i quali seguiranno comunicazioni di avviso.
    Carlotta Previti , vice Sindaco ha evidenziato come “L’Amministrazione comunale sia particolarmente orgogliosa di questo progetto, così come gli altri dell’Asse 1, e la sottoscritta, nella qualità di Assessore con delega alla Smart City, ha puntato ad un’integrazione di tutti i procedimenti amministrativi affinché ogni portale e software possa essere un sistema aperto e integrato. Il nostro divario sui procedimenti dei processi amministrativi nell’ultimo triennio, in termini di ranking, si è notevolmente ridotto dall’88simo posto all’attuale 66simo. Il passo in avanti è la sintesi di un processo alla base di un obiettivo stabilito dall’Amministrazione comunale, cioè lo snellimento dei procedimenti amministrativi grazie alla telematizzazione di tutti i flussi. URBAMID è una componente fondamentale ed uno dei progetti più significativi nell’ambito dell’asse 1 del programma operativo perché standardizza tutto il flusso procedimentale importante sia per i professionisti che per i cittadini, sia per il back-office che i funzionari, alla luce di una maggiore trasparenza sugli aggiornamenti continui della normativa di settore. Per il professionista e il cittadino è possibile visualizzare in tempi reali lo stato della pratica, il dirigente e il funzionario possono avere un’immediata certezza sui tempi impiegati per l’evasione della pratica e il suo percorso.

    La telematizzazione di un procedimento amministrativo consente quindi un risparmio di tempo, evitando code negli uffici, e dando tempi certi sullo sviluppo della pratica”.
    L’Assessore all’Edilizia Pubblica e Privata, Infrastrutture e Lavori Pubblici Salvatore Mondello, durante il suo intervento alla presentazione del Progetto URBAMID+, ha specificato che: “I nostri partner hanno permesso di avere oggi uno strumento in linea con i tempi e che possa dare risposte certe a quelle che sono le mutate esigenze. Oggi il professionista è sempre meno tecnico e più burocrate in quanto condizionato dalle norme e ciò influenza negativamente la qualità progettuale. E’ indispensabile quindi possedere strumenti che consentano di potere interagire con le Amministrazioni pubbliche in maniera semplice, snella e rapida, evitando la giacenza di atti e procedimenti negli uffici. Questo strumento agevolerà il percorso, ma non risolverà tutti i problemi, in quanto incidono anche l’implementazione del personale ed una visione diversa delle procedure.

    Entrando nel merito si è pensato di far dialogare le piattaforme in vigore legate alla Soprintendenza e al Genio Civile per snellire tempi e compiti dei professionisti. Un altro aspetto è la possibilità di potere ulteriormente implementare la piattaforma con altre novità ed ulteriori blocchi.

    La filosofia di questo progetto è recarsi il meno possibile negli uffici urbanistici, evitando code e tempi lunghi, e snellendo le procedure. Ringrazio pubblicamente l’ing. Maurizio Sebbio, che è stato un grande precursore di questo progetto”. Dopo la proiezione del video “urbamid plus-l’impronta della nostra città”, sono seguiti gli interventi del prof. Massimo Villari dell’Università degli Studi di Messina su “Il Supporto di UNIME nella Transizione Digitale del Comune di Messina”; RTI di Progetto e Demo Piattaforma, del dott. Nunzio Ingraffia e della dott.ssa Eleonora Bordino – RTI Engineering/Municipia/Intellera Consulting; di Municipia/Engineering: Demo Piattaforma – Urbanistica e SIT; infine il dibattito (Q&A) e le conclusioni dell’evento, introdotto e coordinato dal RUP del progetto Urbamid+ Placido Accolla.

     

    Thierry Di Vietri con il singolo “Come se” lancia un grido di sfida al perverso sistema della vita

     

    DI LUCILLA CORIONI

    Un singolo decisamente coraggioso, evocativo di quella tendenza musicale fine anni Settanta, che ci riporta alla canzone che “non ha paura” di rischiare.
    Si tratta di “Come se” di Thierry Di Vietri, artista a tutto tondo, che attraverso la musica, le canzoni e la recitazione, lancia un grido interiore e pacifico di sfida alla grande bugia del sistema.
    Come se… è anche un modo di dire, un modo di fare, “fai come se fosse”, “immagina come se fosse”, poiché siamo abituati alle simulazioni, alle proiezioni future, finiamo dentro ai sondaggi, alle malattie, quindi – con queste proiezioni e in qualche modo – “dobbiamo” finirci dentro, coi nostri obbligati e omologanti “devo dire, devo fare”.
    Fortunatamente ci restano i dettagli, le azioni private, i ricordi di un maglione arancione, la voglia di mordere, un lucidalabbra con un sapore che ci rimane in testa.
    Ci resta il sentimento di una storia d’amore, in una canzone di vita, che spesso è fatta dai particolari e da ciò che abbiamo colto, raccolto in maniera del tutto personale.

    Note artistiche

    Thierry Di Vietri incontra il suono grazie al pianoforte e alla musica classica, per poi spaziare dalla canzone d’autore alla musica pop, fino al grunge. Da qui l’idea di una canzone spogliata, intima, con melodie d’atmosfera e quotidianità, che si coglie nei testi e nella ricerca delle parole.
    Ama la comunicazione e la relazione. Non ama gli allevamenti intensivi.

    Resta con me, inno visivo alla libertà, è il nuovo singolo della band “The Kidal”

    Video fornito da Lucilla Corioni
    Dopo l’esordio con il singolo “Balla” (che ha collezionato più di 120.000) ascolti, tornano i “The Kidal” con una nuova canzone in uscita il 7 Maggio 2021, fresca fresca per l’estate in arrivo. Evocativa dei ritmi degli anni 80, ma con un sound innovativo, ricercato e attuale, “Resta con me” ci fa viaggiare sulle spiagge tanto desiderate dopo le lunghe attese sofferte dei lockdown e delle ordinanze restrittive, facendoci vibrare con emozioni d’amore ebbri di fuoco di passione e albe romantiche.
    Firmato da Gabriele Gigli ed Erik Calvo, il brano presenta la preziosa collaborazione musicale di Sofia Minelli impegnata a duettare con il cantante Luke.
    Il videoclip, girato nei territori canavesani da cui la band proviene, è un inno visivo alla libertà, non solo sociale e concettuale, ma anche quella delle cose più quotidiane.
    Un consiglio invece a chi vuole chiudere gli occhi e ascoltare la traccia sulla piattaforma on line preferita: immagina di essere su una spiaggia italiana, con un cocktail in mano e la voglia di non tornare più.
    “Resta con me”, la colonna sonora della nostra estate.

    Note d’Autore:

    The Kidal è una band ricca di esperienze live tra cui quella importantissima del Liga Rock Park, dove il gruppo ha aperto il concerto di Luciano Ligabue.
    Dopo numerosi cambiamenti, tra i quali formazione e nome, stimolati da nuovi input musicali, la band ha scelto di riaffacciarsi sul panorama discografico con un progetto sound funky-pop, con ritmiche semplici, ma ricercate.

    The Kidal sono:
    Kevin – Chitarra Ice – Basso
    Dave – Batteria
    Ale – Tastiere
    Luke – Voce
    www.thekidal.it
    https://www.facebook.com/thekidalofficial/
    https://www.instagram.com/thekidalofficial/
    https://youtube.com/channel/UCE8v7Aoh_nfXeleghINbpFw
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    Quel destino avverso di Grillo e un processo “fantasioso” per il figlio che condurrà all’assoluzione. Ecco perchè..

    Il figlio di Beppe Grillo verso il rinvio a giudizio per violenza di gruppo

     

    di   RAFFAELE LANZA

    “Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi… Io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo”. “Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano”, ha detto ancora Grillo nel video. “E’ strano. E poi c’è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c’è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così…perché sono quattro coglioni”.

    Le accuse della Procura di Tempio Pausania al figlio di Grillo e agli altri tre ragazzi sono  gravi e lesive dell’immagine del leader pentastellato.

    “Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro giovani indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento. Eccolo, nero su bianco, l’atto di accusa della Procura di Tempio Pausania (Sassari) a carico di quattro ragazzi della Genova bene, tra cui Ciro Grillo.

    Tutto “raccontato” dalla giovane studentessa italo-svedese S.J, di appena 19 anni, che avrebbe subito, nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019, una violenza di gruppo (amici)nella villa in Costa Smeralda di proprietà di Grillo. 

    L'ira di Grillo in difesa del figlio: «Lui e i suoi amici quattro c..., non  quattro stupratori» - Corriere TV

     

    Cosa deciderà il procuratore Gregorio Capasso che ha chiuso  le indagini non si sa . .forse un rinvio a giudizio . Sono casi  quelli delle “ipotetiche” violenze attuate dai  vip o figli di leader politici molto noti, dubbi che non conducono da nessuna parte. Anzi all’assoluzione finale perchè nel caso in esame le testimonianze dei ragazzi hanno un peso molto rilevante visto pure il ritardo di denuncia della ragazza e che la ragazza doveva essere molto “libera” nei suoi movimenti.   Trascurando pure che già aveva accettato di andare nella villa del leader pentastellato.

     

    Grillo, figlio accusato di stupro. Procura: «Ragazza tenuta per i capelli e  costretta a rapporti» Lui: «Fu consenziente»

    Il video di Grillo non “costituisce una farsa ripugnante di cui vergognarsi” come politici  imprudentemente e “un pò troppo velocemente” hanno azzardato a dichiarare per provare il sapore della vendetta, Boschi (genitori) e Matteo Salvini, coinvolti in vicende giudiziarie molto gravi per la tipicità sociale (con danni alla comunità) dei reati commessi,

     

    Accuse al figlio di Grillo, il duro attacco di Maria Elena Boschi |  VirgilioNotizie

    Ma solo un messaggio alla procura di non cadere nella trappola di moda oggigiorno delle ragazze respinte sentimentalmente dai loro uomini di mettersi in vetrina dietro un falso femminismo per richiedere subito dopo il procedimento penale il risarcimento economico quale premio della recita.

    Quanti casi, quante accuse ad attori noti e manager, di donne spregiudicate, certe del vantaggio dei venti favorevoli giudiziari,non solo in Italia ma nel mondo,sono cadute nel nulla?

    Se il giudice del procedimento si scopre poi essere una donna,per destino avverso,non ci sarà nulla da fare per l’imputato accusato di “violenze”       Gli uomini dovranno stare molto attenti nei loro approcci amorosi perchè il rifiuto o l’allontanamento della donna “usata” può far scattare oggi un percorso molto “fantasioso”e creare agevolmente il “mostro”

    Si apprende che nell’ultimo periodo, , la ragazza è stata nuovamente ascoltata dagli inquirenti. La Procura ha inviato la notifica alle difese e messo a disposizione il materiale agli atti. 

     Avrebbe rifiutato di avere un rapporto con un primo ragazzo e sarebbe stata “stuprata”; in seguito anche gli altri giovani- secondo il racconto della “vittima” avrebbero abusato di lei.

    La vicenda apparentemente complessa,in realtà ha un risvolto educativo . Nella notte del 16 luglio 2019 quattro giovani, tra cui Ciro Grillo, stavano passando una serata al Billionaire, in Sardegna. Sarebbero quindi usciti dal locale assieme a due studentesse che avevano concordato insieme di recarsi alla villa di Grillo .   Era già attiva una amicizia nel gruppo. E la libertà della vittima dove la mettiamo ?  Non è da preventivare che una donna non debba uscire con degli “amici” in luoghi isolati e solitari? Una ragazza perbene non va a trascorrere diversi giorni con un gruppo di ragazzi. Una ragazza perbene non beve dal primo istante alcool o birra.  Una ragazza perbene sa bene come vanno a finire queste vacanze.  Queste cose i genitori l’avranno pur detto             nel corso della vita alle ragazze.  

    Finiamola dunque di dare addosso a Grillo che ha il solo torto in questo video trasmesso di apparire una specie di orso bianco disperato a difesa del proprio cucciolo.      Anche tu, Grillo, sei vulnerabile, un pò scomposto, hai prestato il fianco alle vibrate diffamazioni contro di te e il movimento che lotta-sappiamo tutti- per la moralità e la giustizia.       Avresti dovuto sapere come funzionano queste cose in Italia e quel che per te si rivela un’ingiustizia -perchè appare davvero tale- il movimento che tu hai fondato lotta per ingiustizie peggiori , il degrado del Sud che mette sulla strada tanti ragazzi, e un Paese spaccato in due: ricchi e poveri.        Se vuoi migliorare la politica non devi ,caro Grillo lasciarti prendere dall’emozione, devi avere più stomaco , imparare ancora ad assorbire le avversità della vita

     

    La bilancia, simbolo di giustizia - Il Capoluogo

    La vicenda. La ragazza rimasta sveglia sostiene di essere stata costretta ad avere un rapporto con uno dei giovani – con il quale si era appartata – e di essere stata violentata, fino al mattino, dagli altri tre. Dal canto loro i ragazzi ammettono di aver fatto  sesso di gruppo ma sostengono che la 19enne fosse consenziente e consapevole. A riprova della circostanza – aggiungono –  dopo il primo rapporto i due giovani sarebbero andati, insieme, ad acquistare le sigarette, e che al ritorno lei avrebbe avuto rapporti consenzienti con gli altri due. .

    Se fosse il contrario una donna “normale” sarebbe uscita dalla villa di Grillo per correre disperata alla prima stazione dei carabinieri. Perchè non è stato fatto?       Sono questi i motivi insieme alle testimonianze che porteranno -facile profezia visti gli elementi in atto -ad un nulla di fatto ,ad un processo perfettamente inutile e costoso per le udienze che inevitalmente conterà con chiare sfaccettature politiche, a vibrate polemiche senza fine,opportunistiche,all’assoluzione senza ombra di dubbio,infine,  del figlio “ingenuo” di Grillo

    GIURAMENTO AL QUIRINALE DEI 23 MINISTRI SCELTI DA DRAGHI -DIRETTA VIDEO- NIENTE “STRETTA DI MANO” NEL NUOVO GOVERNO “ARLECCHINO”

               –DIRETTA  VIDEO DELLA GIORNATA DEL GIURAMENTO –

     

     

     

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella-contestatissimo sul Web per la scelta di Draghi- visto il grande lavoro di G. Conte 
    firma il verbale di giuramento dei ministri scelti e/o segnalati al  nuovo premier.
    Governo Draghi, DIRETTA: alle 12 il giuramento al Quirinale con i 23 ministri

    È arrivato il momento del giuramento  del nuovo governo di Mario Draghi che ieri ha presentato , com’è noto, la lista dei suoi ministri: 8 donne e 15 uomini, 8 tecnici e 15 politici (4 M5s, 3 ciascuno per Pd, Fi e Lega, uno per Leu e Iv). Sette nomi del governo Conte, tra cui il ministro della Sanità Roberto Speranza, quello degli Interni Lamorgese e quello degli Esteri Di Maio, restano al loro posto. Nasce il ministero della Transizione ecologica con proiezione europea affidato al fisico Roberto Cingolani. La Lega, con Giorgetti, conquista il dicastero per lo Sviluppo economico.  Salvini esprime una prima critica al Ministro confermato Speranza. Il giuramento segna l’entrata in carica dell’esecutivo

    La formula del giuramento

    Questa la formula del giuramento pronunciata da ogni membro dell’esecutivo di fronte al Capo dello Stato: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione». Il giuramento si svolge senza stretta di mano tra il Presidente della Repubblica, quello del Consiglio e i vari ministri dopo la lettura della formula di rito, nell’osservanza delle norme  anti-pandemia: solo un saluto finale con gli auguri di rito. Alle 14 si riunirà il primo Consiglio dei ministri. Mercoledì il voto di fiducia alle Camere.

     

     

     

     

     

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