Nella foto d’Archivio, il Presidente del Sudan Omar Al Bashir
Sudan in tensione: veicoli militari , blindati ,sono entrati nel complesso che ospita il quartier generale dell’esercito e dove si trova la residenza ufficiale del presidente. Non più in programma – la manifestazione a sostegno del presidente a Khartoum: l’annuncio di un’imminente dichiarazione dell’esercito, arrivato attraverso la radio e la televisione di Stato, dà credito all’ipotesi di possibile golpe contro al-Bashir.
Nella foto d’Archivio (Sud Libertà), la Capitale del Sudan Khartum
Durante le manifestazioni nel fine settimana, sette persone erano state uccise e 2.496 erano state arrestate.Secondo una comunicazione del ministro dell’Informazione Bushara Juma’a Aror, 15 civili erano rimasti feriti, così come 42 membri delle forze di sicurezza.
L’ esercito è entrato questa mattina all’alba nella sede dell’emittente radiotelevisiva di Stato, al quinto giorno di un sit in di protesta davanti al loro quartier generale di Khartum di migliaia di persone che invocano la rinuncia del presidente Omar Al Bashir, al potere da 30 anni.
Gli organizzatori delle proteste hanno esortato tutti gli abitanti di Khartoum ad accorrere in massa davanti al quartier generale dell’esercito. “Chiediamo al nostro popolo di tutta la capitale e della regione circostante di recarsi immediatamente nell’area del sit-in e di non andarsene da lì fino alla nostra prossima comunicazione”, ha detto l’Associazione dei professionisti sudanesi (Sudan Professionist Association”, che ha organizzato le proteste. L’associazione è stata fondata 7 anni fa da circa 200 docenti universitari a sostegno di imprenditori e professionisti.
Intervento del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha lanciato un appello in Sudan per evitare la violenza e ” invitato il governo a promuovere un dialogo inclusivo, l’Onu è pronto a sostenere ogni sforzo per risolvere pacificamente la crisi del Paese. “Si chiede il pieno rispetto dei diritti umani, compresa la libertà di riunione, la libertà di espressione e la liberazione dei manifestanti detenuti”.