Sud liberta’ : l’impotenza di Domenico Amich, direttore di un Ufficio difficile e complesso come l’Ispettorato del Lavoro
Corruzione è il reato principale che mette nei guai personaggi insospettabili. Scambi di favore con ex politici molto noti in Sicilia ed imprenditori con dirigenti della Regione che “non hanno esitato a sancire accordi sacrificando i rilevanti interessi collettivi in gioco”. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza.
L’ambiente è quello dell’Ispettorato del Lavoro dove tutti sanno vi sono locali attigui dove lavoro un Nucleo specializzato di carabinieri. L’attività dell’Ispettorato del lavoro è una fra le più delicate della Sicilia dove l’ispettore spesso viene intimidito al fine di evitare sanzioni e chiusure di imprese. L’incarico di direttore d’ufficio qui è tra i più difficili che si possa immaginare. Ma quel che salta agli occhi perquanto l’accusa degli investigatori verte sulla corruzione e un quadro accusatorio connesso è il coinvolgimento del direttore Domenico Tito Amich, prossimo alla pensione, ex della legge giovanile (corsisti) e persona ritenuta dalla popolazione regionale sensibile e corretta.Noi di SUD LIBERTA’ conosciamo personalmente il direttore e lo riteniamo persona valida ed onesta nel corso delle conversazioni e ex contrattazioni sindacali. Se gli inquirenti hanno trovato elementi di colpevolezza crediamo sia da addebitare probabilmente alla sua “debolezza- od eccessiva bontà- nel comandare la squadra dell’Ispettorato del lavoro afflitto da cancrenosi problemi di lavoro e funzionari direttivi-ispettori superstressati e carichi di lavoro compreso il direttore abbandonati tutti al loro destino. Questa impotenza – che è tipica in tanti uffici della Regione siciliana dove i dirigenti per aumentare la loro credibilità (vedasi alla Soprintendenza etnea) affiancano o frequentano le segreterie politiche dei parlamentari catanesi, crea il desiderio nell’impiegato regionale di rivolgersi al politico tantomeglio se ricevente un ” favore” di spicco. Non possiamo immaginare che Amich abbia consumato il reato – se sarà sussistente – per avere un cambio in denaro o altro. Solo l’immaginazione di un politico che lo potesse consolidare nella sua difficile e complessa attività dirigenziale. Una sorta di protezione. Che è una vera maledizione che la Sicilia si porta appresso da mezzo secolo.
Oggi la Regione vuol cambiare: l’assessore regionale Mariella Ippolito- si apprende – è stata invitata dal Presidente Musumeci a provvedere tempestivamente con un sostituto provvisorio all’Ispettorato territoriale di Catania. E ‘ già scattata la nomina dell’Ispettore capo dell’Ufficio omonimo di Palermo Venerando Lo Conti. Staremo a vedere come concilierà la guida dei due Uffici siciliani.
Nei guai anche la rappresentante legale dell’ispettorato Maria Rosa Trovato 60 anni che adesso si trova insieme con Amich agli arresti domiciliari e ai due politici del gruppo ovvero Mario Lucio Forzese, 55 anni parlamentare nelle ultime due precedenti elezioni e Antonio Nicotra 59 anni ex Consigliere Comunale di Catania.
“Forzese – rileva l’accusa – prese un fascicolo sanzionatorio dall’ispettorato e lo consegnò a un imprenditore che lo fece sparire per non pagare. Il fascicolo è stato trovato oggi a casa dell’imprenditore. Forzese in cambio ottenne voti per le regionali 2017”.
Misura interdittiva dell’attività pubblica è stata comminata, invece, agli altri cinque indagati. Si tratta del direttore sanitario dell’Asp di Catania Francesco Luca, 62 anni; di Ignazio Maugeri, 31 anni, legale rappresente dell’impresa Inaip; Giovanni Patti commercialista di 48 anni titolare di uno studio commerciale a Giarre; Orazio Emmanuele, 54 anni rappresentante legale di società titolari di stabilimenti balneari e di orto-colture vivaistiche; Salvatore Calderaro, 37 anni gestore di una tabaccheria. Vedremo quale sarà la difesa degli accusati…..