Carrello vuoto per ” i nuovi poveri”
di Raffaele Lanza
In un momento in cui nascono le direttive governative per aiutare concretamente a far la spesa a coloro che sono senza lavoro e ne hanno bisogno,un supporto tecnico accademico proviene al governo da uno studio di centocinquanta accademici con l’elenco delle misure da adottare nella ‘fase 2’, quella della ” convivenza” con l’emergenza coronavirus. Tra queste, l’incremento dei test, l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale e geolocalizzazione, l’isolamento dei soggetti positivi e misure di quarantena localizzate.
Si punta sulla tecnologia avanzata, per sopravvivere al virus e e rilanciare il sistema economico.L’appello nasce dall’iniziativa del professor Giuseppe Valditara, già capo dipartimento formazione superiore ricerca del Miur ed imita il modello della Corea, che è passata dalla condizione di seconda nazione al mondo per numero di contagi a poco più di un decimo di quelli accertati nel nostroPaese.
“Tali misure- afferma il mondo accademico sostenitore- hanno reso possibile un elevato livello di contenimento evitando il blocco totale del sistema economico e produttivo, realizzando un rilevante numero di test mirati, incrociati con l’isolamento dei soggetti positivi ed un loro tracciamento attraverso la geolocalizzazione. Le misure di sorveglianza attiva, già avviate in Veneto, potrebbero inoltre concorrere ad una migliore gestione dell’emergenza sanitaria evitando la saturazione degli ospedali e prevedendo misure solo localizzate di quarantena generalizzata”.
I firmatari giudica necessario “l’avvio di una politica di geolocalizzazione che deroghi temporaneamente alle norme sulla privacy, con un termine certo e nel rispetto dei diritti costituzionali“. Si soffermano pure sulla necessità di “aumentare il numero dei tamponi e dei test sierologici generalizzati per quelle categorie professionali che operano a contatto con i pazienti o che hanno più contatti con il pubblico e per tutti coloro che manifestano sintomi, i loro familiari e tutto coloro con cui sono venuti in contatto negli ultimi giorni”.
Tanti cittadini sono rimasti fuori o esclusi dal l’assegnazione del “pacco spesa” per precise responsabilità omissive dei Comuni. Sappiamo che l’Ufficio dei Servizi sociali di ciascun Comune deve individuare la platea dei beneficiari e a determinare il contributo da erogare per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, dando priorità a coloro che non lavorano e non ricevono alcun sostegno economico
Acquisto e distribuzione dei generi alimentari
I Comuni possono avvalersi degli enti del Terzo Settore e di quelli attivi nella distribuzione alimentare nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).
I finanziamenti stanziati dal governo e ripartiti già dai Comuni per consentire a chi ne ha necessità “di mangiare qualcosa” non sono pervenuti, quale pacco spesa, ai destinatari poveri o senza lavoro, nell’osservanza dello spirito della legge emanata da Conte. Perchè?