Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo

 

discorso scrivania

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«La Giornata mondiale della libertà dell’informazione indetta da Onu e Unesco si apre quest’anno con un bilancio purtroppo drammatico. Sono 24 i cronisti uccisi nel 2021 e quasi 500 gli imprigionati.

Un dato destinato a salire con la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, attualmente in corso.

Su di essi intensa deve essere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.

Si tratta di un prezzo altissimo pagato da chi è chiamato a onorare con coerenza la professione: essere testimoni di verità, attraverso le parole, le immagini

Testimoni che hanno talvolta pagato con la loro vita l’esposizione dei fatti, spesso scomodi per i poteri costituiti, dando voce al pluralismo vitale della società, senza il quale saremmo tutti più poveri e meno liberi.

Testimoni di libertà che hanno voluto rendere effettiva quella di espressione, coscienti di come una cittadinanza consapevole, attiva, capace di confrontarsi e approfondire, passa attraverso il loro servizio.

La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese.

Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina.

È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti».

 

 

 Roma, 03/05/2022 (II mandato)

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Celebrazione della Festa del Lavoro

 

Video Quirinale-

 Palazzo del Quirinale, 01/05/2022 (II mandato)

Un saluto cordiale al Presidente della Camera e alla Vice Presidente del Senato.

Saluto e ringrazio per i loro interventi il Ministro del Lavoro, Orlando, i Presidenti Patriarca, Giovati e Sella, il Presidente dell’Inail, Bettoni, e il Direttore, Tardiola.

Un saluto speciale, insieme alle congratulazioni più vive, a quanti oggi – in Italia – vengono insigniti della Stella al Merito del lavoro.

Un saluto con vicinanza particolare ai familiari di coloro che l’hanno ricevuta alla memoria.

Si tratta di un segno di riconoscenza verso chi, mettendo passione, dedizione, professionalità nel lavoro di una vita, ha contribuito a far crescere il nostro Paese e a migliorarne la qualità.

È anche segno di un impegno che continua: la loro esperienza, la testimonianza manifestata parla ai più giovani e può aiutarli a costruire il futuro.

Buon Primo maggio a tutti! La festa del lavoro è festa per la Repubblica.

Rappresenta motivo di riflessione e di impegno.

Il primo articolo della Costituzione costituisce il fondamento su cui poggia l’architettura dei principi della nostra democrazia e della nostra civiltà.

Al tempo stesso è un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive.

Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità.

È strumento di realizzazione di diritti sociali.

È motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale dopo la pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove.

Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro.

È una battaglia che viene da lontano.

L’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale.

È stata ed è elemento qualificante della lotta del movimento dei lavoratori.

Ma non è un tema di parte, non appartiene soltanto a loro.

Vorremmo che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti.

Ogni incidente ha un costo: umano anzitutto, morale, sociale, economico.

Supera di gran lunga quello di ogni attività di prevenzione e tutela.

La caduta mortale di Fabio Palotti a Roma, la morte di Rosario Frisina a Gorgonzola, sono solo le ultime tragedie di una insopportabile catena che dobbiamo registrare con dolore e amarezza.

Tanti gli infortuni che causano conseguenze mortali o gravi menomazioni permanenti. Grande impegno va messo in campo, nell’applicazione di tecnologie moderne per proteggere il lavoro, consentire il recupero degli infortunati.

È uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rende disponibili risorse significative.

Unità di sforzi, quindi, per la sicurezza sui posti di lavoro.

È una responsabilità che appartiene a tutti.

Venerdì mattina, in Friuli, ho sottolineato la inaccettabilità, specialmente per i più giovani, di dover associare la prospettiva del lavoro con la dimensione della morte.

Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come in quella Regione, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo “Zero morti”.

Rappresenta una prova di maturità e di coesione sociale.

Eravamo avviati a uscire dalla crisi indotta dalla pandemia – anche se adesso purtroppo costretti ad affrontare nuovi rischi a causa delle conseguenze nefaste di una guerra inattesa e insensata – con risultati di crescita che si erano rivelati nel 2021 particolarmente lusinghieri.

Con l’economia e l’occupazione in crescita. Ma parallelamente sono cresciuti i rischi di infortuni sul lavoro. Ce lo ricorda l’Inail.

Il costo della ripresa non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro.

Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza.

Si tratta di un vincolo inderogabile.

Ci rendiamo certamente tutti conto che anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile.

Il lavoro è strumento di progresso e di affermazione delle persone, non un gioco d’azzardo potenzialmente letale.

Lo ha posto poc’anzi in rilievo il dottor Tardiola: l’obiettivo di più lavoro non può tradursi in più incidenti sul lavoro.

Per questo occorre porre in essere uno sforzo eccezionale.

L’impegno per la ripresa è, insieme, impegno per migliorare le condizioni produttive e per battere la tragedia delle morti sul lavoro.

Anche in questo ambito, come ha più volte posto in rilievo il Ministro Orlando – che ringrazio per l’indicazione di iniziative e strumenti di grande interesse messi in campo -, la promozione della legalità è fondamentale. Non mancano leggi appropriate, misure di prevenzione, norme di tutela. Sappiamo che a far le spese dove prevale l’illegalità nel mondo delle imprese è il segmento dei lavoratori meno tutelati e meno rappresentati.

La pandemia ha sconvolto gli ultimi due anni.

Ha portato morte, sofferenza, paure. Ci ha anche più largamente scoprire – forse dovremmo dire dire riscoprire – i valori della solidarietà, della responsabilità, anche delle istituzioni a servizio del bene comune.

Abbiamo dimostrato di saper affrontare la crisi.

La medesima determinazione occorre avere oggi di fronte al brusco stop alla ripresa economica indotto dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.

Scoraggiarci per le prove che i tornanti della storia propongono su diversi fronti, interno, dell’Unione Europea, internazionale, è atteggiamento sterile.

Non possiamo affidarci all’inerzia degli eventi.

Un’unità consapevole tra le forze sociali deve consentire al “Cantiere Italia” di realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un capitolo di relazioni sociali all’altezza di tempi moderni.

Non è tempo di slogan.

Non sono consentite pause nell’impegno: è indispensabile un dialogo consapevole e fruttuoso.

La nuova “fabbrica” del Paese deve saper tenere insieme funzione sociale dell’impresa, innovazione e produttività, crescita dell’economia e dell’occupazione nella dimensione nuova della sostenibilità, dignità del lavoro.

Ci ha soccorso in questo periodo la svolta che abbiamo concorso a realizzare nell’Unione Europea, che ha adottato politiche solidali ed espansive come non era accaduto in passato.

Ne è emersa l’idea di un’Europa sempre più credibile nel rappresentare l’ambito necessario della nostra rinnovata partecipazione alla dimensione globale e ad essere la chiave del nostro futuro.

Perché il domani non aspetta.

Come è avvenuto nel tempo della Ricostruzione favorita nel secondo dopoguerra dalla conseguita democrazia, come è stato per tutte le stagioni di sviluppo principali e quelle di ammodernamento del nostro Paese.

Vi è motivo di fiducia.

In questo 2022, contro ogni scetticismo, un segno positivo per la nostra economia è alla portata, malgrado le difficoltà.

Certo, sappiamo che sul terreno della condizione economica e sociale non mancano sfide come l’inflazione, indotta anzitutto dai rincari dell’energia e do molte materie prime.

Non possiamo permetterci di sbagliare: i due terzi della domanda dipendono in Italia dai consumi delle famiglie.

A loro dobbiamo guardare. Di certo, non possiamo arretrare.

E nel procedere dobbiamo tenere fermi i valori che devono accompagnare la rotta nella condizione di oggi.

Quindi: non lasciare indietro nessuno, costruire, con i nuovi lavori, anche un welfare rinnovato, sempre più vicino alla persona, al bisogno di sostegno, di cura e di assistenza. Procedere con decisione sulla strada degli investimenti nella formazione, nella scuola, nella ricerca, nella cultura.

Alla Repubblica serve il lavoro di tutte e di tutti. Di donne, di giovani, di energie di ogni parte d’Italia.

Ognuno deve fare la parte propria per allargare la base del lavoro: anzitutto le istituzioni, ma con loro le grandi aziende, le piccole e medie imprese, i sindacati, il Terzo settore, i professionisti, la vasta e articolata realtà del lavoro dipendente e di quello autonomo.

In questo Primo maggio, che ritrova le persone riunite per affermare il valore del lavoro, desidero inviare un saluto alle Confederazioni sindacali che si riuniscono questa mattina ad Assisi per testimoniare che lavoro, pace, sviluppo sono parti inscindibili di un medesimo insieme.

Saluto tutti i lavoratori e i sindacati che oggi celebrano questa giornata del lavoro.

Invio auguri calorosi ai giovani che oggi torneranno ad affollare il Concertone a piazza San Giovanni, dopo due anni di assenza.

Il Primo maggio è un buon giorno per celebrare i valori iscritti nella nostra Costituzione.

Valori che tocca a tutti noi far vivere ogni giorno.

Viva l’Italia del lavoro, viva la Repubblica.

 

Putin:” E’ Mosca che ha liberato il mondo dai nazisti e chiunque pensi di mettersi contro di noi sappi che abbiamo strumenti che solo noi abbiamo nel pianeta”

 

Nessuno potrà fermare la Russia. Il mondo intero è sotto scacco. Vladimir Putin sembra dire di stare attenti, di non esagerare,  minaccia una risposta “fulminea” contro chiunque interferisca negli eventi in corso in Ucraina. In un discorso a San Pietroburgo, il presidente russo ha avvertito: “Se qualcuno intende intervenire negli eventi in corso (in Ucraina) dall’esterno e creare minacce inaccettabili per noi, allora dovrebbe sapere che la nostra risposta a questi attacchi sarà rapida e fulminea”. E, ha continuato Putin, “noi abbiamo tutti gli strumenti per questo, strumenti che nessuno può vantare e noi non ci vanteremo: li useremo se necessario e voglio che tutti lo sappiano“. Il presidente non ha fornito ulteriori dettagli sugli strumenti di cui ha parlato.

L'Occidente che non capisce Putin, non ha capito nulla della Russia -  Linkiesta.it

Putin ha quindi accusato l’Occidente di voler dividere la Russia in pezzi e di aver spinto l’Ucraina verso il conflitto con la Russia. Il presidente russo ha anche assicurato che il rublo, il sistema bancario, il settore dei trasporti e l’intera economia, ha retto all’impatto delle sanzioni.

Putin ha quindi ribadito che “tutti gli obiettivi della missione militare speciale in corso nel Donbass e in Ucraina saranno certamente raggiunti al fine di garantire pace e sicurezza ai residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della Crimea russa e del nostro intero Paese nella sua prospettiva storica”..

Il presidente russo ha anche accusato l’Occidente di essere “un pericolo per tutto il mondo”, ricordando che è stata Mosca a “liberare il mondo dai nazisti”. Fra gli anni Novanta e gli anni 2000, l’Occidente ha alimentato il terrorismo nel Caucaso del Nord, stimolato il separatismo allo scopo di distruggere il Paese, ha aggiunto il presidente russo. “Questo obiettivo, quello di spingerci all’angolo”, non è stato raggiunto. Ma in Occidente non ci si è riappacificati con questo fallimento: per questo, in seguito è stata sferrata una massiccia guerra economica contro la Russia…..

E vittima di questo gioco, è la sua ricostruzione, è stata anche l’Ucraina trascinata in un confronto diretto con la Russia da forze esterne. Anno dopo anno il Paese vicino della Russia è stato trasformato in un antagonista della Russia, e poi è stato trascinato in uno scontro diretto con la Russia. L’Ucraina è stata trasformata in un materiale a perdere nella lotta contro la Russia.

I diplomatici Usa ritornano in Ucraina

 

Il segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato  al presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il loro incontro a Kiev che i  diplomatici statunitensi torneranno in Ucraina a partire da questa settimana.

. Blinken e il segretario alla Difesa Lloyd Austin hanno fatto un viaggio senza preavviso a Kiev dove hanno incontrato Zelensky e altri funzionari ucraini, diventando così i funzionari statunitensi di più alto livello ad aver viaggiato nel paese dall’inizio dell’invasione russa . Nell’incontro hanno discusso dell’assistenza militare americana all’Ucraina e dell’intenzione dell’amministrazione Biden di fornire un ulteriore aiuto militare diretto e indiretto di oltre 700 milioni di dollari a Kiev.

Blinken ha anche affermato che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nominerà Bridget Brink ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina. Il posto è rimasto senza un ambasciatore confermato da quando Marie Yovanovitch è stata richiamata nel maggio 2019. Brink è l’attuale ambasciatore degli Stati Uniti in Slovacchia.

 

Biden: “Nuove armi moderne e uno stanziamento di 800 milioni di dollari per l’Ucraina”

 

 “Mariupol? Non ci sono prove che sia caduta”. Usa chiudono i porti alle navi russe

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Il presidente Usa Joe Biden, nel corso del discorso alla Casa Bianca per aggiornare gli americani sugli sforzi per assistere il popolo ucraino e presentare i nuovi aiuti L’Ucraina si trova in una “fase cruciale della guerra” con la Russia – fase in cui bisogna “muoversi più velocemente possibile” per far arrivare agli ucraini le armi di cui hanno bisogno per difendersi nella nuova offensiva russa nel Donbass – e, per questo, gli Usa stanzieranno un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev. L’importo anche stavolta sarà di 800 milioni di dollari.

Risulta  chiaro al mondo intero: la Russia ha spiegato il presidente -ha lanciato e concentrato la sua campagna alla conquista di nuovi territori, e noi ora siamo in una finestra cruciale di tempo durante la quale imposteranno la prossima fase della guerra

La battaglia di Kiev è stata una storica vittoria per gli ucraini, una vittoria per la libertà, vinta dal popolo ucraino con l’aiuto senza precedenti” degli Stati Uniti ed i suoi alleati, ha sottolineato Biden, continuando: “Ora dobbiamo accelerare questo pacchetto di aiuti per aiutare gli ucraini a prepararsi per l’offensiva russa che sarà più limitata in termini di geografica ma non in termini di brutalità”…….

Il presidente americano ha poi ribadito la convinzione che, di fronte ai “coraggiosi militari e civili ucraini” e il continuo sostegno degli Usa e degli alleati, Vladimir Putin “non potrà mai vincere, non potrà mai riuscire a dominare ed occupare l’Ucraina”.

Prima di tutto è da vedere se veramente controlla Mariupol“,  “Una cosa certa sappiamo di Mariupol – ha poi aggiunto -, è che dovrebbe lasciar passare gli aiuti umanitari per permettere alle persone di uscire. Questo è quello che ogni capo di Stato farebbe in queste circostanze”. Il presidente americano ha poi continuato ribadendo che “non ci sono ancora prove che Mariupol sia completamente caduta.

Non sappiamo – ha detto ancora il presidente Usa – quanto durerà questa guerra ma mentre ci avviciniamo alla soglia dei due mesi, ecco quello che sappiamo: Putin ha fallito nelle sue grandi ambizioni sul campo di battaglia. Dopo settimane di bombardamenti, Kiev ancora regge, il presidente Zelensky e il governo democraticamente eletto rimangono al potere”. Biden ha ripetuto più volte come sia cruciale per Kiev il “costante flusso di armi, munizioni, intelligence da tutte le nazioni del mondo libero guidate da noi”.

Per questo Biden ha insistito sulla necessità di continuare e di mantenersi uniti. “Mentre la Russia continua l’avanzata militare e le brutalità, Putin spera che noi perdiamo interesse – spiega -, l’ho detto dall’inizio, lui contava sul fatto che la Nato, la Ue, i nostri alleati in Asia si dividessero, ed ancora scommette su questo: ma ancora una volta dimostreremo che si sbaglia“.

L’unità con i nostri alleati e con il popolo ucraino sta inviando un messaggio inequivocabile a Putin: non riuscirà mai a dominare ed occupare l’Ucraina”…. “La cosa più importante in questo momento è mantenere l’unità”, ha ripetuto.

Anche gli Stati Uniti chiudono i propri porti alle navi russe, ha poi annunciato Biden. “Nessuna nave battente bandiera russa, che sia di proprietà o gestita da interessi russi, sarà fatta entrate in porti degli Stati Uniti“, ha affermato il presidente americano, sottolineando che questo è “un altro passo cruciale” che gli Stati Uniti fanno insieme agli alleati in Europa e il Canada per “negare alla Russia i benefici del sistema economico internazionale di cui hanno goduto in passato”.

Il nuovo pacchetto arriva una settimana dopo un altro, sempre da 800 milioni di dollari, che comprendeva artiglieria pesante, compresi i primi radar anti-artiglieria consegnati a Kiev dall’inizio dell’invasione russa. L’amministrazione Biden sta lavorando per far arrivare gli aiuti militari a Kiev il più velocemente possibile perché si ritiene che il conflitto sia arrivato ad un punto critico e l’assistenza Usa può fare la differenza di fronte alla nuova offensiva russa nell’Ucraina orientale.

Il nuovo pacchetto di aiuti – che comprende artiglieria pesante e munizioni – porterà il 3,4 miliardi di dollari il totale dell’assistenza militare fornita da Washington a Kiev dall’inizio dell’invasione russa lo scorso 24 febbraio. Nei giorni in cui è stato messo a punto il nuovo pacchetto, Biden ha avuto una video chiamata con gli alleati, lunedì scorso, al termine della quale anche altri Paesi hanno annunciato nuovi invii di armi a Kiev.

E ieri il presidente ha incontrato il capo del Pentagono ed i vertici delle Forze armate Usa che ha ringraziato per il costante il flusso degli aiuti militari all’Ucraina. “Armi e munizioni arrivano ogni giorno e noi vediamo come sono vitali le nostre alleanze in tutto il mondo”…..

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Zelenski: “La Russia ha commesso i peggiori crimini di guerra dopo la fine della 2 guerra mondiale, serve istituire un Tribunale come quello di Norimberga”

 

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha denunciato le azioni  terroristiche” dei militari russi.  “Persone sono state buttate nei pozzi, civili sono stati schiacciati dai carri armati, ad altri sono stati strappati gli arti, donne sono state violentate e uccise davanti ai loro figli”, ha aggiunto Zelensky elencando i “crimini di guerra” commessi in Ucraina.

Le prove sono chiarissime , necessario istituire quindi un tribunale “sul modello di Norimberga” per giudicare i responsabili dei crimini commessi nel Paese. “I generali russi che danno gli ordini devono essere portati davanti alla giustizia e processati immediatamente per crimini di guerra in Ucraina”

Ucraina, imbracciano i fucili e curano i feriti: ecco le donne eroine della  resistenza
LE DONNE UCRAINE, EROICHE DELLA RESISTENZA FINO ALL’ULTIMO SANGUE
Ci sono prove incontrovertibili. Possiamo portare avanti un’indagine trasparente” per raggiungere una “verità piena” e “punire” i responsabili del massacro di Bucha, ha continuato, aggiungendo che “il mondo vede quello che i soldati russi hanno fatto a Bucha mentre avevano occupato la città” e che “purtroppo è solo uno dei molti esempi dei massacri che hanno fatto” in altre zone come Mariupol, Chernobyl e Kharkiv.

Per Zelensky, i russi vogliono “uccidere il maggior numero possibili di civili” in Ucraina e “lasciare in macerie le città che invadono”, e nel Paese “sono stati commessi i peggiori crimini di guerra dopo la fine della seconda guerra mondiale”.

La Russia vuole trasformare l’Ucraina in una terra di schiavi silenziosi“, ha poi aggiunto Zelensky rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza Onu. “Centinaia di migliaia di cittadini sono stati deportati e centinaia di bambini sono stati rapiti e portati in Russia”

Ammasso di forze russe nel Donbass ma l’Occidente volta ancora le spalle , per lo spazio aereo, a Zelenski

Guerra in Ucraina: Macron vestito come Zelensky | FOTO
Zelenski e Macron a sx, che mostra solidarietà indossando un vestito non cerimoniale

 

Adesso  si scoprono i traditori di Zelenski – Il presidente ucraino  ha rimosso infatti due generali

“Oggi è stata presa un’altra decisione riguardante gli anti eroi – ha detto -. Adesso non ho tempo di trattare con tutti questi traditori, ma gradualmente saranno puniti“. I generali degradati sono l’ex capo del dipartimento principale del servizio di sicurezza interno (Sbu), Naumov Andriy Olehovych, e l’ex capo del servizio di sicurezza nella regione di Kherson, Serhiy Oleksandrovych. “Questi militari che non hanno deciso dov’è la loro madrepatria – ha denunciato ancora il presidente -, che hanno violato il giuramento di fedeltà al popolo ucraino per la protezione dello Stato, della sua libertà e indipendenza, verranno inevitabilmente privati del loro grado militare”.

L’Ucraina, aggiunge Zelensky, assiste ad un “ammasso di forze russe per nuovi attacchi nel Donbass e ci stiamo preparando per questo“. Il presidente ucraino assicura che gli ucraini “non cederanno niente e combatteremo per ogni centimetro del nostro territorio, per ogni cittadino”.

I movimenti delle truppe russe che si allontano da Kiev e Chernihiv non sono dovuti al ritiro ma sono “una conseguenza del lavoro dei nostri difensori”……

Zelenski, “Il tiranno,Putin, ha spaventato tutto l’Occidente tanto che nessuno dell’Europa chiude lo spazio aereo”

 

La Russia non mantiene gli accordi presi nei negoziati.   Afferma Volodymyr Zelenski:  “i negoziati continuano ma per ora si tratta solo di parole“.        I filmati provenienti dai corrispondenti dimostrano che i russi stanno incontrando una forte resistenza. Esiste anche la Legione internazionale , riferisce il Ministero ucraino.  Vi sono italiani che stanno combattendo in Ucraina, neofascisti  filorussi. Dall’altra parte vi sono antifascisti. Un pò di tutto insomma..

 Sulla de-escalation annunciata dalla Russia nelle zone di Kiev e Chernihiv, il leader ucraino ha affermato che è “la conseguenza del lavoro dei nostri difensori, ma allo stesso tempo vediamo aumentare i militari russi nel Donbass, e per questo siamo pronti. Non ci fidiamo di nessuno, perché c’è una situazione reale sul campo di battaglia e ora questa è la cosa più importante”.

“Ho parlato a lungo con Biden, per un’ora – ha riferito – Ovviamente l’ho ringraziato per l’aiuto di un miliardo di dollari e per altri 500 milioni di dollari di aiuti per il budget. Ho sottolineato che ora è il momento cruciale. Sono stato molto onesto con lui: per noi l’aiuto degli Usa è essenziale e ora è importante aiutare l’Ucraina e che il mondo democratico mostri la sua forza”.

Le richieste principali di Kiev restano sempre “armi, sanzioni contro la Russia e aiuto finanziario“.

Se vogliamo combattere per la libertà insieme allora chiediamo aiuto ai nostri partner. Se combattiamo per la libertà e la democrazia insieme allora abbiamo il diritto di chiedere aiuto in questo momento così difficile e cruciale: carri armati, aerei, sistemi d’artiglieria. La libertà deve essere armata non meno del tiranno” 

“Stiamo combattendo per la sopravvivenza del popolo ucraino” Faccio di tutto affinché il nostro popolo possa difendersi e ripristinare la giustizia sulla terra ucraina – ha aggiunto – questo è il nostro interesse fondamentale”.

Ci sono persone, politici che lavorano per il bene dell’Ucraina e ci sono altri che lo fanno solo per tenersi il posto. Ho firmato oggi l’ordinanza per richiamare l’Ambasciatore ucraino in Marocco e anche in Georgia. Con tutto il rispetto se non ci saranno armi, sanzioni per la Russia, se non ci saranno restrizioni per le imprese russe cercatevi per favore un altro lavoro” ha affermato. “Aspetto nei prossimi giorni i risultati concreti dai nostri rappresentanti nell’America Latina, nel vicino oriente, sud est asiatico, paesi africani. Il fronte diplomatico è altrettanto importante”

Ucraina: morire per la libertà fino all’ultima goccia di sangue e sotto gli occhi dei potenti d’Europa che non chiudono lo spazio aereo

 

Ucraina-Russia, le notizie di sabato 26 febbraio: pesanti bombardamenti su  Kiev- Corriere.it

Ancora bombardamenti nella notte in Ucraina,tra l’indifferenza dell’Occidente che non concede gli aerei a Zelenski e non chiude lo spazio aereo,e  nonostante l’annuncio della Russia di una riduzione delle operazioni militari dopo i negoziati di ieri a Istanbul. Putin dal canto suo ha dichiarato che l’Ucraina, se vuole arrivare alla pace, deve deporre le armi e dichiarare la neutralità con esclusione di procedere al riarmo nucleare”    In altre parole arrendersi.   

Parola che suona come una bestemmia per le truppe dell’Ucraina che difendono all’ultimo sangue il proprio territorio a costo della vita.   Nella notte sono state avvertite diverse esplosioni a Kiev, ma la capitale non è stata colpita dai russi nelle ultime ore. Lo ha detto il vice sindaco di Kiev Mykola Povoroznyk citato dalla televisione russa. ”La notte è passata relativamente calma, il suono delle sirene e il suono dei colpi di arma da fuoco si sono sentiti attorno alla città, ma la città vera e propria non è stata bombardata”, ha spiegato. Alle prime ore di oggi le sirene sono suonate anche a Zhytomyr, Kharkiv, Dnipro e Poltava.

Il governatore di Chernihiv Viacheslav Chaus sul suo canale Telegram afferma:”Nessuna tregua degli attacchi russi su Chernihiv, a 150 chilometri a nord est di Kiev. “Crediamo Certo che no”,  che le forze russe hanno “effettuato attacchi contro Nizhyn, compresi attacchi aerei, e per tutta la notte hanno colpito Chernihiv”.

Afferma il governatore regionale di Luhansk Serhiy Gaidai   ” Bombardate stamattina dall’artiglieria pesante anche le zone residenziali della città di Lysychansk, nella zona sud orientale del paese. “Un certo numero di grattacieli sono stati danneggiati. Ci sono vittime”, ha aggiunto, spiegando che ”molti edifici sono crollati” e che ”i soccorritori stanno cercando di salvare le persone che sono ancora in vita”.

ZELENSKI- SUGLI AEREI NON FORNITI – SCUOTE IL MONDO: “MANCATE DI CORAGGIO”

Ucraina, l'orrore di Mariupol. Kiev: 71 i bambini uccisi dall'inizio della guerra. In fuga 2,3 milioni di persone - Il Tirreno

 

Niente aiuti a Zelenski. Tutti commossi e tutti disposti ad aiutare gli ucraini. Ma nella realtà il fronte aereo non è stato fornito da alcuno, nemmeno dall’Italia “L’Occidente manca di “coraggio”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a criticare l’esitazione degli occidentali in un nuovo video. “Giocano a ping-pong” dice. “L’Ucraina ha bisogno solo dell’1% degli aerei della Nato e dell’1″ dei carri armati, non chiederemmo di più. Abbiamo già aspettato 31 giorni. Chi è in carica nella comunità euroatlantica. C’è ancora Mosca a causa delle intimidazioni?”. Zelensky aggiunge, poi, di aver parlato con “i difensori di Mariupol oggi: sono in contatto costante con loro, la loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono sorprendenti”.

“L’Ucraina è pronta a discutere l’adozione dello status neutrale come parte di un accordo di pace con la Russia, ma dovrà essere garantito da una terza parte e sottoposto a referendum” ha detto Zelensky in un’intervista ai media russi.

.  Chiunque sul pianeta deve sapere cosa sta facendo la Russia, in modo che la responsabilità per i crimini contro il popolo ucraino diventi inevitabile e il più severa possibile per l’esercito russo”

 – L’autorità russa per le telecomunicazioni Roskomnadzor ha chiesto ai media di Mosca che hanno intervistato oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy di non trasmettere le interviste, le prime concesse a giornalisti in Russia dall’inizio della guerra.

Zelensky è stato intervistato dal caporedattore di Meduza Ivan Kolpakov, da Tikhon Dzyadko, caporedattore del canale televisivo Dojd, da Mikhail Zygar, scrittore e giornalista, e Vladimir Solovyov, corrispondente di Kommersant. “Un certo numero di media russi, compresi media stranieri che agiscono come agenti stranieri, hanno intervistato il presidente Zelensky – si legge in una nota pubblicata sul canale Telegram dell’autorità – Roskomnadzor avverte i media russi di rifiutarsi di pubblicare questa intervista.

 E’ stata avviata un’inchiesta contro i media che lo hanno intervistato per determinare il grado di responsabilità e adottare risposte”. Meduza e Dozhd sono entrambe bloccate in Russia e Dozhd ha sospeso tutte le sue attività giornalistiche. Nelle settimane scorse, subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha approvato norme molto restrittive per i media e contro la diffusione di ‘fake news’ con pene fino a 15 anni di carcere.

L’intelligence ucraina ritiene che la Russia stia cercando di dividere in due il Paese, dopo oltre quattro settimane di guerra a seguito dell’invasione russa. Per il capo dell’intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov, “è un tentativo di creare una Corea del Nord e una Corea del Sud in Ucraina”, come riportano notizie diffuse su Facebook dalla direzione centrale di intelligence del ministero della Difesa e riportate da Ukrinform.

Secondo le dichiarazioni, “dopo i fallimenti vicino Kiev e l’impossibilità di rovesciare il governo centrale dell’Ucraina”, c’è “motivo di credere” che Putin stia “considerando uno scenario ‘coreano’ per l’Ucraina”, ovvero “cercherà di imporre una linea di divisione tra le regioni del nostro Paese occupate e quelle non occupate” perché “non è assolutamente in grado di assorbire l’intero Stato“.