Ad un passo dalla guerra “totale” contro l’Iran

 

L’America, guardiano del mondo, ad un passo dalla guerra con l’Iran ed alleati.  Il capo delle Forze iraniane al-Quds, Qassem Soleimani, è stato ucciso in un raid Usa presso l’aeroporto di Bagdad.        Il comunicato proviene dalla coalizione paramilitare sciite pro-iraniane attive in Iraq, Hashd Shaabi, aggiungendo che tra le vittime c’è anche il vice capo del gruppo, Abu Mahdi al-Mohandes.

Le Forze di Mobilitazione Popolare,sostengono che  entrambi gli uomini sono stati uccisi in un bombardamento americano che ha colpito il loro veicolo sulla strada dell’aeroporto internazionale di Baghdad.

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C’è una paternità dell’azione. Secondo il Pentagono      il presidente Donald Trump ha dato l’ordine di uccidere il nemico dell’America e si  parla di “un’azione difensiva”. ” l’uccisione del generale Qassem Soleimani è avvenuta per proteggere il personale americano all’estero”… Secondo il Pentagono Soleimani stava “attivamente mettendo a punto piani per colpire i diplomatici americani e uomini in servizio in Iraq e in tutta la regione”. “Il generale Soleimani ha anche approvato gli attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad che hanno avuto luogo questa settimana”.

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Lo stesso Soleimani è considerato responsabile della morte di centinaia di militari della coalizione e di americani e di aver ‘orchestrato’ l’attacco del 27 dicembre che ha ucciso un cittadino statunitense. “Gli Stati Uniti continueranno ad assumere le azioni necessarie per proteggere la nostra gente e i nostri interessi ovunque nel mondo”, afferma il Dipartimento della Difesa di Washington. Solo tre giorni fa la sede diplomatica statunitense era stata presa d’assalto da milizie sciite.

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Immediata la reazione iraniana, con il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, che ha definito quanto accaduto “estremamente pericoloso”.

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Nella foto il generale Soleimani ucciso

Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha minacciato gli Stati Uniti di una “dura ritorsione” e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. “Il sentiero intrapreso da Soleimani continuerà ad essere seguito, ma i responsabili dell’attacco che ha causato la morte del generale dovranno far fronte ad una grave ritorsione”, ha dichiarato Khamenei,

ATTI DI GUERRA DAI POTENTI DELLA TERRA

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Con un comunicato del segretario alla Difesa statunitense, Mark Esper, il Presidente Donald Trump- si apprende –  ha autorizzato l’invio di un contingente militare in Medio Oriente dopo l’attacco agli impianti petroliferi in Arabia Saudita.

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Ricorderemo  il lancio dei missili  sui  droni che hanno colpito le raffinerie di petrolio  sul territorio saudita: «I missili cruise- sembra siano stati  lanciati dallʼIran. «Tutte le prove che abbiamo raccolto dai siti dimostrano che sono stati usati armamenti iraniani nell’attacco. ». Lo ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa saudita nonché portavoce della coalizione a guida saudita che combatte contro i ribelli Houthi in Yemen, Turki al-Malki. «I missili da crociera usati» negli attacchi agli impianti petroliferi sauditi sono tecnologicamente «avanzati»,

“Tutto indica che l’Iran sia responsabile” ha detto Esper in riferimento all’attacco subito dall’Arabia, spiegando che le indagini condotte dagli esperti sauditi e Usa fanno ritenere che le armi impiegate siano di fabbricazione iraniana e non siano state lanciate dallo Yemen, come invece sostiene Teheran.

L’Arabia Saudita ha richiesto un aiuto internazionale per proteggere le infrastrutture critiche del regno. Le forze Usa- un centinaio- inviate nella regione saranno soprattutto di natura difensiva aerea e missilistica.

Vertice fallito, Stati Uniti e Corea del Nord, non c’è ancora la “garanzia” della pace nel mondo

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Tutto fuori programma. Il  Presidente Usa da mesi stava lavorando con la sua squadra per trovare un accordo capace di allontanare dagli Usa lo spettro di una guerra nucleare con la Corea del Nord. 

Trump aveva preparato il terreno per concedere un allentamento delle sanzioni verso Pyongyang in cambio di una piano di denuclearizzazione davvero concreto da parte del regime di Kim. Ma l’accordo che si sarebbe dovuto ratificare non si è fatto.

Kim ha sorpresa ha avanzato pretese impossibili da sostenere per il Presidente Usa che pensava di ritornare a Washington da vincitore.

Il leader Pyongvang  e il presidente Trump dinanzi agli occhi del mondo che attendono la finale di questi vertici per la garanzia della pace mondiale,proseguiranno nelle loro relazioni pubbliche visto che finoggi non è stato sottoscritto alcun accordo dalle parti.

– “Il segretario di Stato americano Mike Pompeo afferma : “Poca chiarezza sullo smantellamento del Centro di ricerca scientifica nucleare di Yongbyon, a un centinaio di chilometri da Pyongyang. . “Erano piuttosto espansivi rispetto a quello che erano disposti a fare a Yongbyon, ma non c’era ancora completa chiarezza su ciò che erano disposti a offrire”, ha aggiunto Pompeo durante una breve conferenza a Manila. Una versione che “corregge” quella data dall’omologo del Nord, Ri Yong-ho, secondo il quale Pyongyang aveva cercato solo una parziale revoca delle sanzioni e aveva presentato una proposta realistica per gli ingegneri di entrambi i paesi per smantellare tutto il suo principale sito nucleare. Secondo Pompeo, gli Stati Uniti sono comunque “ansiosi di tornare al tavolo per continuare quella conversazione”.

Si apprende anche che dopo il  vertice conclusosi senza un accordo, il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, -ha comunicato  che si consulterà con gli Stati Uniti sui progetti economici intercoreani già avviati. In un discorso a Seul in occasione del centenario delle manifestazioni di massa contro il dominio coloniale giapponese, Moon ha rinnovato il suo impegno per riaprire due progetti inter-coreani messi in moto negli scorsi mesi: la regione industriale di Kaesong e la regione turistica di Mount Kumgang. “Ho molta stima per il presidente Trump, che ha espresso il suo impegno per continuare i colloqui”, ha detto Moon, aggiungendo che avrebbe continuato a svolgere il suo ruolo di mediatore tra Pyongyang e Washington. programma nucleare della Corea del Nord.

 

G20,STATI UNITI E CINA INSIEME CONTRO LA DISPUTA COMMERCIALE CHE DANNEGGIA L’ECONOMIA GLOBALE

 

Accordo raggiunto a Buenos Aires -G20 – tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping  per una tregua sui dazi che durerà 90 giorni a partire dal 1° gennaio prossimo,  Trump ha accettato di annullare gli aumenti tariffari previsti che, su 200 miliardi di merci esportate dal Paese asiatico verso gli Stati Uniti, sarebbero dovuti salire dal 10% al 25%a partire dal 2019. In cambio Xi si è impegnato ad acquistare una quantità, che la Casa Bianca ha definito “molto consistente”, di prodotti agricoli, energia e beni industriali dagli Usa.

Riprende il dialogo tra Stati Uniti e Cina volti  per fronteggiare una disputa commerciale che sta danneggiando l’economia globale, preoccupando alcuni degli alleati repubblicani di Trump    Si apprende   della comune intenzione di  “iniziare immediatamente” i colloqui sulle politiche industriali cinesi, comprese le licenze coercitive della tecnologia degli Stati Uniti, il furto di segreti commerciali e le barriere commerciali non tariffarie.

” Ma se, nel corso della tregua di 90 giorni, le trattative non dovessero andare a buon fine, il presidente Usa ha ribadito che procederà con il suo precedente piano, e dunque con gli aumenti delle tariffe. Il presidente,, avrebbe anche minacciato di estendere i dazi a tutte le importazioni statunitensi dalla Cina, relative ad altri 267 miliardi di dollari di beni. Una ‘minaccia’, però, della quale non si fa menzione nel documento finale dei colloqui tra i due leader diffuso dalla Casa Bianca.
(Ag.)

G20: IMPEGNO DEGLI STATI UNITI A RAGGIUNGERE UN CONSENSO -TENSIONI CON LA CINA

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Linea dura di Washington che richiede, con il consigliere alla Sicurezza John Bolton , che il documento finale del G20 non menzioni il commercio libero -se non abbinato al commercio equo- e non includa citazioni relative all’accordo di Parigi sul clima,  se collegate al tema delle emissioni e dei cambiamenti climatici. Gli Stati Uniti sono “impegnati a lavorare per raggiungere un consenso sulla questione”. Alcune posizioni però non sono negoziabili, almeno “non adesso”.

Donald Trump, a margine dei lavori,  sulle trattative con la Cina per le tensioni sul fronte commerciale, ha commentato: “Stiamo lavorando davvero sodo. Sarebbe positivo se riuscissimo a concludere un accordo. Credo che loro vogliano, a noi piacerebbe. Ci sono segnali positivi”. A chi chiedeva poi per quale motivo fosse stato cancellato l’incontro col presidente russo Vladimir Putin, ha replicato: “Ucraina, semplicemente Ucraina”.

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Il presidente argentino Mauricio Macri nell’intervento di esordio. “Nel G20 mai organizzato così a sud, vi invito a dare un messaggio chiaro al mondo: insieme possiamo dare da qui un orizzonte di sviluppo, uniti nella diversità. Dobbiamo mostrare al mondo che le sfide globali richiedono soluzioni globali”. “Qui noi leader possiamo guardarci in faccia, parliamo con franchezza”.

Atteso il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, che  ha incontrato il presidente francese, Emmanuel Macron.  Alla vigilia il presidente francese aveva annunciato di voler incontrare il principe ereditario saudita, spiegando di volere “tutta la verità” sul caso del giornalista ucciso e martoriato Khashoggi e di auspicare “una soluzione politica” al conflitto nello Yemen, dove una coalizione araba a guida saudita combatte contro i ribelli che l’Iran è accusato di sostenere. Oltre al presidente francese, Mbs ha incontrato anche il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto e quello sudcoreano, Moon Jae-in.

(Ag.)

Molti ingredienti piccanti nell’incontro del G20 con i potenti del mondo che si apre a Buenos Aires

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Foto- I leader del mondo nell’incontro 2017 -G20

La questione G20 che si apre a Buenos Aires contiene molti ingredienti piccanti. Anzitutto l”escalation delle tensioni tra Ucraina e Russia, la disputa commerciale tra Stati Uniti, Cina e altri Paesi , lo scandalo per l’omicidio e l’orrore della modalità, del giornalista dissidente saudita Jamal  Khashoggi saranno al centro del vertice del G20 che si apre a Buenos Aires.

 Migliaia di persone  intanto che hanno annunciato proteste e mobilitazioni di massa nella capitale argentina contro la globalizzazione e la crisi economica.

L’incontro sarà disertato persino dal presidente degli Stati Uniti Trump  in programma con Vladimir Putin, perché Mosca ha rifiutato di rilasciare i marinai ucraini di tre navi intercettate dalle forze armate russe domenica scorsa nel Stretto di Kerch. Il leader Usa si incontrerà con il suo omologo cinese, Xi Jinping, per discutere della disputa commerciale crescente tra le due maggiori potenze nel mercato mondiale.

 Ottawa ha confermato che il nuovo accordo commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico sarà firmato a Buenos Aires. Tuttavia, l’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA) dovrà ancora essere ratificato dall’organo legislativo di ciascun Paese.

Anche il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, ritenuto il mandante dell’assassinio del giornalista coraggioso Jamal  Khashoggi al consolato saudita a Istanbul il mese scorso.sarà  presente al summit.   Resta da vedere l’atteggiamento degli altri leader nei suoi confronti..

APOCALISSE CALIFORNIA: REGNO DELL’INFERNO CON 76 VITTIME-FINORA- E 1300 DISPERSI –

California regno dell’Inferno. Distruzione e caos  Il bilancio dei roghi che da giorni stanno devastando il Paese diventa sempre più drammatico: sono 76 le vittime e oltre 1300 i dispersi. ”

Lo sceriffo della contea di Butte, Kory Honea,  ha aggiornato il numero dei dispersi a fronte delle diverse centinaia che sono stati individuati. Le fiamme, dall’8 novembre, hanno devastato finora 600 chilometri quadrati e distrutto quasi 10.000 abitazioni. L’incendio è domato per il 55%.

Donald Trump , nel fare un sopralluogo sul territorio, si è detto “molto triste” nel vedere  California devastata dagli incendi incontrollati. “Nessuno avrebbe mai pensato che questo poteva succedere“, ha detto il presidente parlando di fronte alle strutture rase al suolo dalle fiamme a Paradise, una delle comunità della California settentrionale devastate dagli incendi.

” Trump è stato accompagnato dal governatore della California uscente, Jerry Brown, e quello appena eletto Gavin Newsom, entrambi democratici.

Carovane in arrivo dal Centro America al confine del Messico: no di Trump

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La questione immigrazione investe , nel suo interno, anche gli Stati Uniti d’America–

Donald Trump è pronto a prendere misure eccezionali per fermare l’arrivo di migliaia di immigrati provenienti dall’Honduras.  Il capo della Casa Bianca ha definito “un’invasione” la marcia terrestre dei migranti partiti dal Paese del Centro America, diretta al confine tra Messico e Usa. 

 “Per questo dobbiamo avere un muro di persone che li fermi: ho intenzione di inviare alla frontiera sud degli Usa fino a 15mila soldati, più di quanti ce ne sono in Afghanistan“, ha annunciato Trump. 

Poi, il presidente americano ha criticato la stampa, rea  di enfatizzare la vicenda e di sottovalutare i numeri: “Ci sono carovane in arrivo molto più grandi di quanto viene detto. Io sono molto bravo a stimare l’entità di una folla e vi posso dire che la carovana in arrivo sembra molto più grande di quanto la gente pensi. Le donne e i bambini inquadrati in tv – ha chiosato Trump – sono messi lì apposta per le telecamere. Mettono davanti le donne e i bambini, e non va bene“. La prima decisione del Pentagono Appena una settimana fa, il Pentagono aveva dato il via libera all’invio di 800 soldati al confine con il Messico. Il decreto è stato firmato dal segretario James Mattis. Poi, Donald Trump si era detto pronto a inviare almeno 5 mila soldati. Adesso punta alle 15 mila unità, un vero e proprio muro umano lungo la frontiera. 

Non c’è limite alla follia- “Ebrei dovete morire”, strage in Sinagoga a Pittsburgh

 

La sinagoga teatro della sparatoria, “Albero della vita”, è una storica congregazione ebraica del movimento conservatore, fondata in questa città nel 1864. Originariamente la sinagoga si trovava in un edificio nel centro di Pittsburgh.

Nel 1946 è stata costruita una nuova sinagoga, con una pietra angolare proveniente da Israele, su un terreno donato da un benefattore nella zona residenziale di Squirrel Hill. La sinagoga “Tree of life” è nota per le sue posizioni progressiste e i suoi impegni sociali. 

L’attentatore Rob Bowers​

Non c’è limite alla follia. E diventa difficile prevedere eventi nefasti del genere. Sono 29 i capi d’accusa per Robert Bowers, il folle killer della Sinagoga di Pittsburg, secondo l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto occidentale della Pennsylvania. Si è aggiunto ora  anche quello di crimine d’odio.Questo è l’attacco più grave contro una sinagoga dal 2014, la 275esima sparatoria avvenuta nel 2018 negli Stati Uniti quando un nazista seguace del Ku klux Klan, Frazier Glenn Miller, uccise tre persone in un centro ebraico di KansasCity.

L’aggressione è avvenuta di sabato, la festa del riposo per gli ebrei, che la celebrano in sinagoga, come i cristiani celebrano la domenica in chiesa. Chiunque abbia sparato contro la sinagoga sapeva dunque di trovarla piena di persone in preghiera.


L’attacco arriva dopo altri due fatti che hanno preoccupato l’opinione pubblica: l’invio di 13 bombe a esponenti del partito de democratico da parte di un simpatizzante di Donald Trump, e una sparatoria nel Kentucky, dove un bianco razzista ha ucciso una coppia di colore vicino a una famosa chiesa afro-americana.

Il 46enne è entrato nella ‘Tree of Life Congregation’ di Squirrell Hill gridando ‘Tutti gli ebrei devono morire’ e ha iniziato a sparare all’impazzata, compiendo una vera strage con tanti morti e feriti ( tra cui 4 agenti intervenuti per fermarlo).

Per il presidente Trump la Sinagoga avrebbe dovuto essere presidiata da agenti di pubblica sicurezza

Ha assicurato che stava seguendo gli eventi di Pittsburgh: «Se siete nell’area di Squirrel Hill restate al riparo», ha scritto su Twitter. Più tardi, prima di salire in aereo alla volta dell’Illinois, si è fermato a parlare ai giornalisti, per esprimere la propria impressione: «Sto seguendo gli sviluppi – ha detto -. È una tragedia. È una cosa terribile questo odio in tutto il mondo. Il mondo è violento. Dobbiamo fare qualcosa. La polizia è stata stupenda. Dobbiamo indurire la pena di morte, chi fa questo a degli innocenti deve pagare l’estremo prezzo». Il presidente ha aggiunto che l’attacco contro la sinagoga non ha niente a che vedere con il controllo delle armi. Semmai – ha aggiunto – se ci fosse stata una guardia armata, questo non sarebbe successo». Non è la prima volta che Trump sostiene che per difendersi da simili attacchi, le scuole, i luoghi di culto, i luoghi pubblici, dovrebbero fornirsi di guardie armate.
«Come la maggior parte delle istituzioni religiose, la nostra porta era aperta ha invece spiegato Michael Eisenberg, ex presidente della sinagoga, sottolineando che non erano mai arrivate minacce contro la sua congregazione. In un giorno come questo, in cui si celebra lo shabbat, «la porta è aperta, c’è il servizio religioso, si può entrare liberamente, solo nei giorni delle festività più importanti c’è un servizio di sicurezza», ha aggiunto. 

 

 Il procuratore generale degli Stati Uniti, Jeff Sessions, ha dichiarato che le accuse porteranno alla pena di morte.

Si apprende che il pluriassassino Bowers, armato di un fucile d’assalto e tre pistole durante l’attacco, frequentava il social network ‘Gab’, che “promette libertà di parola non importa quanto offensiva”, dove l’estremista  aveva pubblicato post anti-semiti. Si presentava con questa frase sotto la foto. “Gli ebrei sono figli di Satana” scriveva e poche ore prima dell’inizio dell’attacco, aveva anche accusato  organizzazioni ebraiche di aver organizzato la carovana dei migranti in arrivo dal Messico e anticipato, così, “l’uccisione della nostra gente”.

Trump: ” il clima del pianeta sta cambiando ma non se la differenza sia un prodotto dell’uomo”

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Il Presidente americano , ha diffuso la notizia di una  possibile esistenza di un legame tra il leader della Federazione russa e casi ad esempio di avvelenamento D.Trump informa “che è possibile il coinvolgimento di Vladimir Putin in diversi omicidi-..

Quanto alle ingerenze russe nella campagna presidenziale del 2016, Trump ha dichiarato: “Hanno interferito. Ma credo che anche la Cina abbia interferito” e “anche la Cina si sia resa responsabile di ingerenze”….

Il presidente americano ha poi spiegato in questi termini il fenomeno del riscaldamento del pianeta : “Credo che qualcosa stia accadendo. Qualcosa sta cambiando e tornerà indietro nuovamente. Non credo sia una bufala. Credo che vi sia probabilmente una differenza”. 

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Ma non so se sia prodotto dall’uomo” ha aggiunto, mettendo in dubbio i risultati delle analisi degli scienziati. “Vi dirò questo: non voglio dare milioni di miliardi di dollari. Non voglio perdere milioni e milioni di posti di lavoro. Non voglio essere messo in una situazione di svantaggio”. Quanto agli scienziati, molti di loro “hanno una ricca agenda politica”.