Monte Cofano, una imprudente escursionista tedesca bloccata a 100 metri d’altezza, recuperata nella notte

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Trapani

Un  intervento congiunto del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e dell’82° Csar dell’Aeronautica Militare ha consentito di recuperare  un’escursionista tedesca di 29 anni , imprudente e ormai disperata,rimasta ferma e bloccata   su una parete di Monte Cofano, nel Trapanese, a 100 metri d’altezza.

La giovane, ieri, con abiti non adeguati all’impresa escursionistica, raggiunge  la cima del Monte, per scendere si avventura lungo piccoli terrazzi che in breve l’hanno portata in piena parete. È scivolata ed è riuscita ad fermarsi su un piccolo pendio, dove ha iniziato a fare segnali luminosi col cellulare.

I segnali sono stati individuati dall’associazione di volontariato Sos Valderice, impegnata ad effettuare sorveglianza antincendio, che ha lanciato l’allarme al 112. In zona era presente un elicottero dell’Aeronautica Militare in attività addestrativa, che è stato indirizzato verso le luci.

Ma non è finita. Il caso richiedeva molta professionalità degli operatori. 

La centrale del 118  richiedeva quindi  l’intervento del Soccorso Alpino, che ha fatto partire due squadre via terra e, per garantire la rapidità del recupero in una zona impervia e al buio, ha chiesto l’ausilio dell’Aeronautica Militare.

Gli uomini del Soccorso Alpino hanno raggiunto Baglio Cofano, dove è stato individuato il punto di incontro con l’elicottero. In una prima missione il velivolo ha trasportato nei pressi della turista in parete due tecnici di elisoccorso del Sass per valutare la situazione, senza poterli rilasciare a causa delle violente raffiche di vento. Il tentativo è stato ripetuto una seconda volta, senza successo.

A questo punto si è concordato di raggiungere la giovane tedesca, bloccata in parete, a circa 100 metri da terra e 150 dalla cresta sommitale, scalando dal basso la parete in notturna. L’elicottero ha portato una squadra del Soccorso Alpino sul pendio sottostante alla parete che è stata scalata. Intorno alle 4 del mattino la ventinovenne turista è stata raggiunta e messa in salvo.

Trapani, minaccia il figlio con una pistola( a salve) e tenta di investire i Carabinieri con l’auto. Arresto disposto dal Giudice

Archivi -Sud Libertà

Trapani,

Scattano le manette            alla madre che con una pistola minaccia il figlio e poi tenta di investire i carabinieri con l’auto. I militari della stazione di Favignana (Trapani) hanno posto la donna (pregiudicata) di 45 anni  in stato di fermo per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e minaccia aggravata.

 L’intervento dei Carabinieri è scaturito dalla richiesta di un giovane che diceva di essere stato minacciato con un’arma di fuoco dalla madre convivente che, in stato di agitazione, aveva danneggiato già tutto il mobilio presente in casa. I Carabinieri sono intervenuti tempestivamente sul luogo e, alla vista degli operanti, la 45enne si è barricata all’interno della propria autovettura, non ottemperando ai ripetuti inviti dei militari a scendere dal mezzo. Anzi la donna, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe innestato anche la marcia dell’auto minacciando di investirli.

Solo la prontezza dei Carabinieri intervenuti ha consentito di evitare che la situazione degenerasse ulteriormente e, dopo un estenuante colloquio con la donna, i militari sono riuscita a calmarla. La stessa ha deciso così di scendere dal veicolo. Nell’auto aveva con sé una pistola, risultata a salve, presumibilmente l’arma utilizzata per minacciare il figlio. Alla luce degli elementi raccolti, i Carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno dichiarato la donna in stato di arresto. A seguito di udienza di convalida, il Giudice ha disposto a carico dell’indagata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. una volta a settimana.

Progetti -Contrada Amabilina -Iacp Trapani e Catania premiati a Barcellona. L’Assessore Aricò: «L’edilizia popolare- per la sua efficienza – incontra ora il futuro»

 

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Palermo,

Riconoscimenti nazionali e internazionali per il progetto di social housing “Contrada Amabilina – Marsala” dello Iacp di Trapani su progetto dell’architetto Francesca D’Amico: inserito nella pubblicazione di Federcasa sugli interventi che riguardano il welfare, la gestione sociale e i progetti innovativi di settore, è stato anche presentato a Barcellona in occasione del Festival di Housing Europe, la Federazione europea dell’edilizia pubblica, durante il workshop sul programma europeo dedicato all’efficientamento energetico “Super I”. Nell’ambito della manifestazione è stato presentato anche il progetto dello Iacp di Catania che ha realizzato ben due comunità energetiche nella provincia etnea. 

Presente anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò. «L’edilizia residenziale pubblica – dice l’esponente del governo Schifani – va incontro al futuro e grazie a progetti come quello di Amabilina diventa sinonimo di efficienza, sostenibilità, comunità. È una grandissima soddisfazione assistere agli enormi passi avanti che la Sicilia sta portando avanti in questo settore, il chiaro segnale di un cambio di visione. I progetti degli Iacp di Trapani e di Catania stanno dando lustro alla nostra Regione e, per questo, è nostra intenzione promuoverli il più possibile come modello per tutti i progetti di edilizia popolare futuri che porteremo avanti».

Il progetto, finanziato dalla Comunità europea con i fondi Po-Fesr 2014-2020 (azione 9.4.1), permetterà, entro il 2023, di ricavare 25 case popolari, di diversa metratura, da una ex scuola. La riqualificazione dell’area si completerà, inoltre, con la creazione di aree verdi e spazi socio-educativi, ricreativi, sportivi e culturali, oltre ad un poliambulatorio, con lo scopo di fornire servizi essenziali a categorie di cittadini più fragili, puntando soprattutto alla costruzione di un forte senso di comunità.

Nel corso del Festival di Barcellona, i gestori dell’edilizia residenziale pubblica di Italia, Portogallo e Spagna – rispettivamente Federcasa, Aphm e Avs – hanno anche dato vita all’Asse del Mediterraneo, un protocollo che consentirà di affrontare con una strategia comune le sfide future dell’edilizia popolare, accendendo un riflettore europeo sul settore degli alloggi sociali.
«Un percorso che terremo ben presente nella nostra attività politica – aggiunge l’assessore Aricò – perché identifica l’edilizia popolare con un servizio pubblico di qualità e ci impegna a lavorare sempre di più e meglio per garantire la dignità delle persone nell’ambito di una vita autonoma e responsabile nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità».

L’Operazione “Hesperia” avvicina sempre più al latitante superboss Matteo Messina Denaro

Svelato il nuovo volto di Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro.

Comunicato C.Carabinieri-

 

Trapani,

Indagini sempre più pressanti per la cattura di Matteo Messina Denaro . Si prova di tutto e, ogni volta sembras che sia il momento propizio.Ieri  il comunicato dei  Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani, con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Palermo e Catania, del 9° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo, degli Squadroni Eliportati Carabinieri “Cacciatori Sicilia” e “Cacciatori Calabria”, nonché del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, sui provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 soggetti, 35 dei quali gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose (e tutti attinti da provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Palermo su richiesta della D.D.A.); nei confronti degli altri soggetti è in corso l’esecuzione di decreti di perquisizione e sequestro.

L’indagine s’inquadra nella più ampia manovra investigativa condotta dall’Arma in direzione della cattura del latitante Matteo Messina Denaro e che, oramai da circa 30 anni si sottrae volontariamente all’esecuzione di decine di misure cautelari.

L’odierno provvedimento cautelare compendia gli esiti di articolate indagini svolte dai Carabinieri sul conto di esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di cosa nostra trapanese, confermandone la riferibilità alla leadership del ricercato castelvetranese, il quale sarebbe ancora in grado di impartire direttive funzionali alla riorganizzazione degli assetti della suddetta provincia mafiosa.

Inoltre, le investigazioni hanno restituito l’immagine di una perdurante vitalità di cosa nostra trapanese che continua a regolare il proprio funzionamento sul più rigoroso rispetto delle regole ordinamentali che hanno nel tempo contraddistinto l’agire dell’organizzazione.

Il monitoraggio delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala, nelle loro espressioni di vertice ha fatto emergere, in primo luogo, la figura di un uomo d’onore campobellese che, recentemente scarcerato e già protagonista in passato di importanti dinamiche riguardanti i rapporti dell’area trapanese con esponenti apicali di cosa nostra palermitana, secondo quanto ritenuto dal Giudice per le indagini preliminari, sarebbe gravemente indiziato di avere acquisito centralità in tutto l’aggregato mafioso di quella provincia, risultando in grado di esprimere una costante e trasversale autorevolezza nell’ambito di dinamiche intermandamentali, anche esterne alla provincia di Trapani.

Posizione di rilevanza questa garantita anche dalla ritenuta vicinanza al MESSINA DENARO del quale l’uomo d’onore campobellese – a detta di alcuni indagati – avrebbe ricevuto comunicazioni finalizzate alla designazione dei referenti di diverse articolazioni territoriali mafiose della provincia: elementi questi confermativi della primazia del MESSINA DENARO nelle dinamiche complessive della provincia trapanese.

Il più volte citato uomo d’onore campobellese – la cui operatività sul territorio sarebbe stata garantita, secondo univoche emergenze compendiate dal GIP nel provvedimento cautelare, da un fiduciario parimenti raggiunto dal provvedimento cautelare – avrebbe:

  • designato il reggente della decina di Petrosino;
  • chiesto conto circa la nomina del reggente dell’importante mandamento di Mazara del Vallo, rimasto vacante all’esito dell’operazione c.d. ANNO ZERO.

Le investigazioni hanno anche permesso di ricostruire la successione al vertice di cosa nostra marsalese, individuando i soggetti allo stato gravemente indiziati di rivestire il ruolo di reggenti e documentandone le interlocuzioni con il più volte citato esponente mafioso campobellese.Sono state, infine, acquisiti gravi indizi con riferimento a:

  • dinamiche associative ultra-provinciali, in direzione di cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i trapanesi venivano indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro”;
  • le attività di infiltrazione di cosa nostra trapanese nel tessuto economico/sociale con riferimento a presunti condizionamenti della libertà degli incanti, alla gestione, in forma pressochè monopolistica, del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti;
  • interventi finalizzati ad alterare le procedure di aggiudicazione di immobili oggetto di asta giudiziaria;
  • presunte estorsioni in danno di aziende locali nel settore enogastronomico (tra cui una cantina vinicola) e turistico (strutture ricettive);
  • la disponibilità di armi da fuoco.

Nel corso dell’operazione – svoltasi – sono state effettuate numerose perquisizioni delegate dall’A.G. su siti ritenuti di interesse anche ai fini della ricerca del latitante ed intensificate le attività di controllo del territorio nelle località di maggiore interesse operativo.

 

 

Trapani, scoperto dai Carabinieri un presunto bazaar. Un arresto

 

Allarme droga in 17 province: coinvolta anche Caserta - Corriere CE
Trapani, spaccio droga – Archivi Sud Libertà

 

I Carabinieri delle Stazioni di Erice e Trapani Borgo Annunziata, con il supporto di personale della Compagnia di Intervento Operativo del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno arrestato un 44enne, già gravato da precedenti, per cui sono emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine all’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 
In particolare, durante una discreta azione di controllo dei movimenti dell’uomo, già sospettato di essere dedito allo spaccio di stupefacenti, i Carabinieri hanno proceduto alla perquisizione di un edificio di edilizia popolare nel quale lo stesso passava la maggior parte del proprio tempo, pur non essendo la sua abitazione di residenza. 
In tale contesto, i militari dell’Arma hanno atteso il momento più opportuno per intervenire, ovvero mentre avveniva la compravendita di una dose di droga tra il 44enne e un assuntore abituale, quest’ultimo poi segnalato alla competente Prefettura di Trapani.
Una volta all’interno del locale, i Carabinieri hanno rinvenuto 73 gr di hashish, 18 gr. di cocaina, 33 gr di cristalli di crack, una sorta di “libro mastro” con cifre e nomi che potrebbe riportare la contabilità di presunte attività di spaccio, un bilancino di precisione e la somma contante di 75 euro, verosimilmente provento del traffico illecito. 
Sono stati rinvenuti, inoltre, un grosso coltello con la lama ancora sporca di hashish, una macchina per il sottovuoto con le relative buste e materiale vario utile al confezionamento delle dosi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe adibito l’immobile a vero e proprio bazar di sostanze stupefacenti. A tale scopo, era stata collocata una robusta porta in acciaio con una finestrella scorrevole, dalla quale gli investigatori ritengono avvenisse lo spaccio. Il locale era provvisto anche di ben 5 telecamere a circuito chiuso posizionate su tutto il perimetro esterno.  
Alla luce degli elementi raccolti, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno ristretto l’uomo presso la Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani. 
L’arrestato è stato, altresì, deferito poiché avrebbe occupato abusivamente il locale in cui avveniva la presunta attività di spaccio.
Nel corso dell’udienza di convalida il competente Giudice ha disposto la permanenza dell’uomo nell’istituto carcerario. Le indagini degli inquirenti proseguono al fine di raccogliere ulteriori riscontri investigativi.

 

 

Trapani,Droga: maxi-sequestro di stupefacente nell’isola pantesca, tre arresti

L'Italia spende (poco) per combattere l'uso di droghe, e non si sa come lo fa - Eunews

Trapani –
Sequestrati  dai Carabinieri della Stazione di Pantelleria138 Kilogrammi di hashish, suddivisi in oltre 1.300 panetti pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola. Il valore che avrebbe fruttato la vendita dello stupefacente è superiore al milione di euro.
Dopo giorni di appostamenti e pedinamenti a carico di tre “insospettabili” panteschi, i militari hanno individuato una casa semiabbandonata nella quale si recavano spesso, senza apparente motivo.
L’irruzione, effettuata all’imbrunire, ha colto di sorpresa un quarantenne e una coppia di trentenni, tra cui una ragazza originaria di Lodi ma ormai stabilitasi sull’isola. Presi alla sprovvista, i giovani hanno consegnato subito nove panetti di hashish del peso di 1 kilogrammo circa.
I Carabinieri hanno notato che ogni panetto era identificato con un logo diverso, intuendo che potesse trattarsi di un campionario appartenente a un vero e proprio carico di droga.
Così, dopo accertamenti, i tre indagati sono stati condotti nell’abitazione della coppia, poco distante. In un ripostiglio, nascosti all’interno di trolley da viaggio, i Carabinieri hanno trovato una quantità incredibile di hashish: oltre 1.300 panetti perfettamente confezionati.
138 Kilogrammi complessivi di hashish, già imballati all’interno di valigie e pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola: i tre arrestati avrebbero ricavato oltre un milione di euro dall’attività illecita.
I Carabinieri hanno tratto in arresto i due uomini e la donna e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Marsala, i tre sono stati condotti in carcere con l’accusa di detenzione di ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Il sequestro dei 138 Kilogrammi di hashish, record sull’isola di Pantelleria, lascia spazio a numerose ipotesi, tra le quali quella che il carico provenisse direttamente dalla Tunisia e dovesse esser trafficato all’esterno della piccola isola. Sono in corso indagini da parte dei Carabinieri.
Nella mattinata di ieri gli arresti sono stati convalidati e disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari per tutti e tre.

Operazione Blue wave Palermo – Sequestrate 23 tonnellate di sigarette e beni : valore oltre 800 mila euro

INTERVENTO DELLA PROCURA EUROPEA NATA A GIUGNO SCORSO PER LA TUTELA DEGLI INTERESSI FINANZIARI DELL’UE

Operazione Blue wave - Sequestrate 23 tonnellate di sigarette e beni per un valore di oltre 800 mila euro

 Palermo

Un provvedimento di fermo di indiziato di delitto è stato emesso su disposizione della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) – sede di Palermo nei confronti di 13 persone, indagate in relazione all’organizzazione di una strutturata rete criminale transnazionale, operante tra la Tunisia e la Sicilia, finalizzata al contrabbando di sigarette provenienti dal Nord-Africa.

L’esecuzione della disposizione giudiziaria è stata affidata al Comando della Guardia di Finanza di Palermo.

Le investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata), con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e videoriprese, sulla scorta degli elementi acquisiti, hanno consentito di sgominare due distinte organizzazioni criminali, in affari fra loro:

  • la prima, con basi operative nella provincia di Trapani e in Tunisia, si occupava di reperire le sigarette di contrabbando e di organizzare le spedizioni illecite via mare dalle coste africane in Italia; la seconda, operante nel palermitano, acquistava all’ingrosso le sigarette introdotte illecitamente per poi destinarle al mercato della minuta vendita nel capoluogo siciliano.

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno posto in luce  la recrudescenza del fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esteri (t.l.e.) via mare, attuato attraverso l’invio di imbarcazioni provenienti dal nord Africa (cc.dd. “navi madri”) che, al limite delle acque territoriali nazionali, si incontrano con natanti di piccole dimensioni provenienti dall’Italia (cc.dd. “barchini”) sui quali vengono trasbordate le casse di sigarette.

Le aree risultate maggiormente interessate agli sbarchi sono state il trapanese, principalmente Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara, ma alcuni eventi sono stati registrati anche nel siracusano.

Le sigarette, ove non intercettate dagli interventi repressivi dei finanzieri, una volta approdate sulla costa venivano stoccate in magazzini nella disponibilità degli indagati nel territorio mazarese, da dove – come testimoniato dai riscontri investigativi eseguiti – si rifornivano i componenti dell’organizzazione palermitana.

Nei circa due anni di investigazioni, il GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, con il costante scambio informativo con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e  supporto della componente aeronavale (Reparto Operativo Aeronavale di Palermo e Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare), ha intercettato numerose spedizioni illecite, arrestando in flagranza di reato 36 contrabbandieri (per cui si è proceduto separatamente) e riuscendo a sequestrare complessivamente: 23 tonnellate di sigarette (principalmente con marca Oris, Royal, Pine, Time), che non possono essere vendute in Italia in quanto non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea; 10 imbarcazioni (4 pescherecci e 6 motoscafi veloci), del valore di circa 500.000 euro; 170.000 euro in contanti.

La Finanza osserva che se immesse sul mercato, le sigarette di contrabbando avrebbero fruttato introiti illeciti per 3,5 milioni di euro, generando un danno per le casse dell’Unione Europea e dell’erario nazionale per oltre 6 milioni di euro.

Proprio in ragione della grave lesione accertata al bilancio unionale, le indagini sono state avocate dalla Procura Europea, istituzione operativa dal giugno scorso che ha proprio l’obiettivo di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.

Il fermo eseguito è il primo provvedimento cautelare personale emesso dall’ufficio italiano di EPPO.

Parallelamente, gli specialisti del GICO hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni economico-finanziarie ottenute tramite le varie banche dati in uso al Corpo – tra cui il noto applicativo MOLECOLA – accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati.

Sulla scorta di tali risultanze, la Procura Europea ha disposto anche il sequestro preventivo d’urgenza di un’imbarcazione, autoveicoli e motoveicoli riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 150.000 euro.

Sei dei fermati, infine, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”, beneficio che – in conformità alle disposizioni vigenti – verrà immediatamente sospeso.

L’odierna operazione di servizio testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza a tutela degli interessi economico – finanziari dell’UE. In tale ambito rientra l’azione di contrasto del fenomeno del contrabbando di sigarette, che ancora oggi rappresenta un crimine diffuso e ben organizzato e costituisce una minaccia per i bilanci dell’Unione europea e degli Stati nazionali, ma anche per la salute dei cittadini.

Arrestato pericoloso latitante internazionale che voleva scappare in Tunisia

Arrestato orco a Messina: è accusato di violenza sessuale ai danni di una  ragazzina di 12 anni | Stretto Web

Archivi-Sud Libertà
Trapani
I Carabinieri di Mazara del Vallo (TP) hanno messo fine all’incubo di una madre di un paesino del sud della Francia. La donna non aveva avuto più notizie delle figlie e, avendo timore che l’ex marito, un tunisino 40enne, potesse fuggire in Italia per poi raggiungere la Tunisia, si era rivolta anche al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per chiedere aiuto. Immediatamente la Sala Operativa dell’Arma, avvalendosi anche della consolidata e stretta cooperazione con la Gendarmeria Nazionale Francese, aveva diramato le ricerche in tutta Italia: la fittissima rete delle Stazioni Carabinieri era stata raggiunta dalle foto delle bambine e dell’uomo, che era anche ricercato in quanto accusato di gravissimi reati. 
Secondo gli investigatori francesi, alcune settimane addietro, in Francia, assieme ad altri tre complici, l’uomo aveva perpetrato una rapina in abitazione e violentato la moglie del proprietario di casa per costringere quest’ultimo a consegnare tutti i beni di valore in suo possesso.
I colleghi francesi avevano raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico dello stesso che avevano portato all’emissione di un Mandato di Arresto Europeo per rapina aggravata, violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona. L’uomo, sospettando di essere stato scoperto, aveva deciso di tornare in Tunisia e, prima di fuggire, aveva anche rapito le tre bambine che erano affidate in via esclusiva alla ex moglie.
I Carabinieri sono riusciti a rintracciare l’uomo grazie alla collaborazione di un cittadino che, nel solco del consolidato rapporto di fiducia con l’Arma locale, aveva segnalato al Comandante della locale Stazione la presenza in Paese di un soggetto straniero che si aggirava con fare sospetto insieme a tre bambine. Subito sono partiti approfonditi accertamenti che hanno permesso di individuare l’uomo che è stato fermato mentre era in attesa di un bus per lasciare Mazara.
Lo straniero era privo di documenti e le tre bambine avevano l’aspetto trasandato, come se avessero passato la notte all’addiaccio.
I militari dell’Arma hanno così messo in salvo le piccole che sono state affidate ad una comunità per minori in attesa che la madre, avvisata immediatamente dai colleghi francesi a loro volta informati dai Carabinieri, possa presto riabbracciarle. La donna ha riferito che prenderà il primo volo utile per raggiungere la Sicilia e ha espresso anche il desiderio di ringraziare i Carabinieri per averle restituito la gioia di vivere.
Il pericoloso ricercato è stato arrestato e condotto, su disposizione della competente Corte di Appello di Palermo, presso la casa circondariale di Trapani, nella sezione speciale dedicata ai sex offender

Trapani, arrestato il killer romeno dei cani che sui social -suscitando l’ira di tanti -postava il filmato del cane-vittima trascinato da un suo furgone

 

 

Crudele fine di un cane: ucciso con proiettili al sale

 

CANE  UCCISO BARBARAMENTE  SENZA  PIETA’

 

 Mazara del Vallo (TP),
Dovrebbero davvero gettare in un pozzo la chiave della cella per il farabutto appena arrestato.E’ il commento unanime della gente Nei giorni appena trascorsi i Carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo hanno tratto in arresto G.D. romeno classe 77, soggetto gravato da precedenti di Polizia e ben conosciuto dai militari operanti, per i reati di uccisione di animali, detenzione illegale di arma, armi clandestine, alterazioni di armi e detenzione abusiva di armi e munizionamento.
Il malvivente si è reso responsabile di atti gravi nei confronti di un animale (un cane precisamente) uccidendolo barbaramente, trascinandolo, legato ad una corda al suo furgone, postando il tutto sui social network. Durante il filmato, inquadrando il povero animale ormai morto, l’uomo commenta il tutto rivolgendosi al proprietario del cane (un vicino di casa) rivendicando il gesto ad un morso che l’animale avrebbe dato alla mano della figlia, e come promesso prima gli ha sparato e poi trascinato legandolo al furgone. 
A seguito della denuncia presentata dalla presidente dell’associazione Nazionale protezione animali ONLUS, vista la reazione che la terribile vicenda ha scatenato su varie piattaforme on line i Carabinieri della Compagnia di Mazara, tramite minuziosa attività di indagine, sono riusciti a risalire proprio al 44enne, quale autore dei gravissimi maltrattamenti, acquisendo tutto il materiale, dallo stesso pubblicato, sui social dove oltre al filmato del cane trascinato da un furgone, risultato a lui in uso, si ritraeva spesso in selfie con in mano pistole e munizionamento vario, suscitando l’ira di tantissime persone che hanno lasciato commenti di ogni tipo.
Per tale motivo scattava nella giornata venerdì appena trascorso la perquisizione domiciliare dove l’uomo veniva trovato in possesso di:  1 arma da fuoco artigianale clandestina;  nr. 80 cartucce a pallettoni calibro 12;  nr. 113 cartucce a “salve” calibro 9  nr. 1 pistola a “salve” calibro 9 modificata “senza tappo rosso”; quanto rinvenuto, è stato posto sotto sequestro. Al termine formalità di rito, su disposizione dell’A.G., l’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari dove è rimasto fino all’udienza di convalida durante la quale è stata disposto l’obbligo di dimora nel comune di Mazara del Vallo e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Contestualmente è stata sospesa l’erogazione del reddito di cittadinanza. 

Dietro le sbarre chi assaltava i bancomat di Trapani e Catania

Assalti ai bancomat, presa banda del Pilastro - Cronaca -  ilrestodelcarlino.it

Assalti ai bancomat con gli escavatori. Vasta operazione della Polizia contro alcune bande criminali attive nelle province di Trapani e Catania. Oltre un centinaio di poliziotti delle Squadre mobili trapanese ed etnea, coordinati dal Servizio centrale operativo, insieme agli investigatori del commissariato di Marsala, stanno dando esecuzione a 18 provvedimenti cautelari richiesti dalla Procura di Marsala contro altrettanti indagati.

L’accusa, a vario titolo, è di associazione a delinquere, furto, danneggiamento aggravato e simulazione di reato. In corso anche numerose perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile dei reparti Prevenzione crimine e di un elicottero del reparto Volo di Palermo.