Beni culturali, al Museo Pepoli di Trapani due nuove tele di Renato Guttuso-donate da M. Scalabrino- che saranno presentate al pubblico venerdì 3 maggio ore 17

 

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Il patrimonio del Museo regionale Pepoli di Trapani si arricchisce di nuove opere contemporanee. Due tele autografe di Renato Guttuso, recentemente acquisite, saranno presentate al pubblico venerdì, 3 maggio, alle 17, nella sala conferenze del Museo, alla presenza dell’assessore regionale ai Beni culturali e dell’identità siciliana e del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali. Le due opere sono state generosamente donate da Michelangela Scalabrino, docente in pensione dell’Università Cattolica di Milano che ha voluto rendere omaggio al museo della città di origine della sua famiglia. La professoressa, da bambina, trascorreva a Trapani le vacanze estive assieme al padre, un medico che aveva ricevuto questi quadri in dono proprio dal pittore bagherese. L’evento, dal titolo “Guttuso. La passione del colore. Acquisizioni al Museo”, è stato realizzato con il contributo dell’associazione Amici del Museo Pepoli.

Il primo dipinto, “Contadino in sella a un asino” realizzato nel 1954, costituisce uno studio per un olio di grandi dimensioni dal titolo “L’occupazione delle terre incolte”, espressione di quel “realismo sociale” che ispira un’ampia fetta della produzione del maestro bagherese. Il tema è particolarmente caro al pittore che lo affronta più volte con esiti e linguaggi espressivi differenti: dalla Marsigliese contadina del 1947, di impronta postcubista, alla celebre versione del 1949-50, caratterizzata da una solenne sacralità del racconto e da forti dissonanze cromatiche.

Nella seconda tela, “Contadina” realizzata nel 1956, Guttuso ritrae una donna con un ampio fagotto sul capo che procede con sacrale solennità entro un paesaggio brullo e roccioso. In entrambe le opere viene rappresentata l’epopea degli umili, intenti con estrema dignità e compostezza alla fatica del duro lavoro quotidiano. L’accensione cromatica e l’intensa luminosità del paesaggio, che fa da sfondo alle figure, incarnano pienamente la solarità di quella terra siciliana tanto cara al maestro.

Le due tele, inserite nel catalogo e divenute parte della collezione permanente del museo, saranno collocate negli spazi della pinacoteca, nella piccola sala che ospita il celebre “Ritratto di Nunzio Nasi” di Giacomo Balla, ora destinata ad accogliere opere del tardo Ottocento e del primo Novecento. L’assetto espositivo dell’ambiente viene rimodulato con la restituzione alla fruizione della splendida “Testa di vecchio” in bronzo del palermitano Domenico Trentacoste, da lunghi anni in giacenza nei depositi, espressione di quel socialismo umanitario che nel tardo Ottocento improntò l’opera di numerosi intellettuali e artisti. Nel medesimo spazio viene collocato il bassorilievo in marmo con “Figura muliebre”, che il trapanese Domenico Li Muli scolpì nella seconda metà degli anni ’30.

Mafia in Sicilia ed Associazione mafiosa pure a Como e a Rimini: 11 arresti per corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio

 

è un male uova nel mondo aziendale - corruzione foto e immagini stock

Archivi – SUD LIBERTA’

 

 
 – Trapani

Nella mattinata odierna – nelle provincie di Trapani, Palermo, Como e Rimini- militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani, congiuntamente ai militari del Nucleo Investigativo di Palermo e supportati in fase esecutiva da personale dell’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione a ordinanza in materia di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti 11 persone (di cui 6 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 5 della misura degli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo (unitamente ad altre 12 persone destinatarie di informazioni di garanzia), in concorso fra loro, dei reati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio.

L’indagine – condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – consentiva di acquisire gravi indizi circa la convergenza di illeciti interessi di appartenenti alla famiglia mafiosa di Salemi (mandamento di Mazzara del Vallo), esponenti di spicco di cosa nostra palermitana e imprenditori, consistiti nella:

  • attribuzione fittizia a due imprenditori palermitani della titolarità esclusiva di quote di una società di capitali appositamente costituita per eludere l’applicazione della normativa di prevenzione patrimoniale ed agevolare l’impiego di denaro provento del delitto di associazione mafiosa nell’acquisizione di numerosi supermercati di una nota società della grande distribuzione italiana nelle provincie della Sicilia occidentale. L’acquisizione non si concretizzava per diverse scelte aziendali da parte della società;
  • turbativa d’asta della gara, indetta dalla società di pubblico servizio che gestisce la rete e l’erogazione dell’energia elettrica sull’isola di Favignana per la realizzazione di quattro linee di distribuzione in media tensione e due cabine di trasformazione di media/bassa tensione, in modo da far risultare vincitrice una società di due imprenditori mazaresi. Nel medesimo contesto venivano acquisiti gravi indizi in ordine al pagamento di somme di denaro da parte di due imprenditori compobellesi per essere incaricati del trasporto del carburante necessario per il funzionamento della centrale termoelettrica di Favignana.

È obbligo rilevare -comunica il Comando Carabinieri- che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di reato, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di non colpevolezza.

Trapani -Disvelato il contesto mafioso del superboss Matteo Messina Denaro, arresti per associazione mafiosa e favoreggiamento della latitanza

 

 Trapani,
Ieri- informa il Comando Carabinieri -il Ros, con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Trapani, Milano e Monza Brianza, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Palermo, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, a carico degli indagati Gentile Massimo, Leone Cosimo e Gulotta Leonardo Salvatore.
L’attività, condotta nell’alveo delle investigazioni finalizzate a disvelare il contesto mafioso che ha permesso a Messina Denaro Matteo di sottrarsi alla cattura e ad esercitare il ruolo di capo mafia per circa 30 anni, hanno consentito di raccogliere elementi investigativi che conducono ad ipotizzare che:
a. Gentile Massimo faccia parte dell’associazione mafiosa cosa nostra e che abbia ceduto al fu capo della provincia mafiosa trapanese la propria identità al fine di fargli acquistare un’autovettura e un motociclo, sottoscrivere le relative polizze assicurative, compiere operazioni bancarie ed eludere i controlli delle forze dell’ordine, assicurandogli in tal modo la possibilità di muoversi in stato di latitanza sul territorio e di continuare a dirigere detto sodalizio;
b. Leone Cosimo, al pari di Gentile, faccia parte della medesima associazione mafiosa e che in particolare:
– abbia assicurato al sodalizio le proprie competenze tecnico mediche, relazioni personali e possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie, nella qualità di tecnico sanitario di radiologia medica presso l’ospedale di Mazara del Vallo, ove tra l’altro Messina Denaro Matteo è stato ricoverato, da latitante, dopo l’insorgenza della malattia oncologica;
– abbia consegnato a Messina Denaro Matteo, durante la degenza post-operatoria e dopo averlo ricevuto da Bonafede Andrea cl. 69, un telefono cellulare con una scheda telefonica riservata;
– sia stato, anche per il tramite di Bonafede Andrea cl. 69, un punto di riferimento per il latitante in ordine al percorso terapeutico, iniziato presso l’ospedale di Mazara del Vallo e proseguito poi con la visita oncologica presso l’ospedale di trapani;
c. Gulotta Leonardo salvatore abbia concorso, senza prendervi parte, nell’associazione mafiosa cosa nostra, assicurando a Messina Denaro Matteo dal 2007 al 2017 la disponibilità di un’utenza telefonica necessaria per la gestione dei mezzi di trasporto in uso al fu latitante. L’operazione costituisce la prosecuzione dell’indagine che il 16 gennaio 2023 ha permesso al Ros di catturare a Palermo l’allora latitante Messina Denaro Matteo e di trarre in arresto:
– nella flagranza di reato, il suo accompagnatore Luppino Giovanni Salvatore per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;
– il 23 gennaio 2023 Andrea Bonafede cl. 63 per partecipazione ad associazione mafiosa;
– il 7 febbraio 2023 il medico Tumbarello Alfonso e Bonafede Andrea cl. 69, ritenuti responsabili il primo di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico commesso da P.U. aggravato e il secondo di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;
– il 3 marzo 2023 Messina Denaro Rosalia, sorella di Messina Denaro Matteo, per partecipazione ad associazione mafiosa;
– il 16 marzo 2023 i coniugi Bonafede Emanuele e Lanceri Lorena Ninfa per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;
– il 13 aprile 2023 Bonafede Laura per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;
– il 05 dicembre 2023 Gentile Martina, figlia di Bonafede laura, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose;
– il 13 febbraio 2024 dei fratelli Luppino Antonino e Vincenzo, figli di Giovanni Salvatore, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose. sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di trapani e in Lombardia.

Sorpresi dai Carabinieri mentre due pregiudicati rubano carburante dalle auto in sosta

Umbertide, le telecamere riprendono il furto di gasolio in ...

Archivi -Sud Libertà –
 Trapani –
I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato in flagranza, per il reato di furto aggravato, due giovani pregiudicati trapanese di 25 e 20 anni. I militari dell’Arma, durante lo svolgimento di un servizio perlustrativo notturno, venivano allertati da un passante che aveva notato i due giovani aggirarsi con fare sospetto a bordo di un autoveicolo.
Fermati nei pressi del porto i due venivano sottoposti a perquisizione personale e veicolare e trovati in possesso di arnesi da scasso e due recipienti di carburante risultato asportato poco prima da un furgone in sosta nel centro storico. A seguito dell’udienza di convalida, venivano sottoposti al divieto di dimora nei comuni di Trapani e Erice e l’obbligo di permane nelle rispettive abitazioni durante l’arco notturno.

 

In stato di fermo il deputato regionale Dario Safina per aver turbato la procedura di gara sull’illuminazione ed aver informato prima un imprenditore

 

Dario Safina

 

Trapani,

Turbativa d’asta, corruzione e rivelazione di notizie d’ufficio. Nei guai il deputato regionale del Pd, Dario Safina (nella foto)in stato di fermo. Applicate misure cautelari nei confronti di dirigenti della Trapani servizi spa e dell’energy manager per la Sicilia di una società che opera nel settore dell’illuminazione.

Terremoto nel mondo della politica trapanese. Ai domiciliari da stamane il deputato regionale del Partito Democratico, già assessore ai Lavori pubblici del Comune di Trapani. Il provvedimento emesso dal Gip del tribunale del capoluogo è stato notificato dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani.

Misure cautelari anche nei confronti di Carlo Guarnotta e Giuseppe Ullo, rispettivamente direttore generale e direttore amministrativo di Trapani servizi spa (che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti a Trapani), entrambi destinatari del divieto di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice. Divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale o uffici direttivi per un anno per Christian Valerio, l’energy manager per la Sicilia una società operante nel settore dell’illuminazione pubblica.

Al centro dell’indagine, condotta dai carabinieri sotto la direzione della Procura di Trapani,  l’attività di dirigenti e collaboratori della Trapani Servizi  che -comunicano gli investigatori – «accordatisi preventivamente fra loro, avrebbero turbato le due procedure concorsuali ad evidenza pubblica del 2020 e 2021 per la selezione e designazione del direttore generale della citata società (inserendovi requisiti strettamente correlati ai titoli e alle esperienze professionali dell’amministratore unico uscente, condizionandone l’esito in suo favore) e avrebbero adottato atti contrari ai doveri d’ufficio nelle nomine di collaboratore esterno e direttore tecnico della medesima società».

Per quanto riguarda il ruolo di Safina, da assessore ai lavori pubblici del Comune di Trapani, «accordatosi preventivamente con un imprenditore 45enne di Messina (manager ed energy manager per la Sicilia di una importante società operante nel settore della pubblica illuminazione), avrebbe turbato la procedura ad evidenza pubblica di project financing per la manutenzione dell’illuminazione pubblica, informandolo preventivamente sulle tempistiche di pubblicazione, sui contenuti e l’importo di base del bando, consentendo quindi alla citata società di ottenere l’aggiudicazione della procedura con la presentazione di una offerta congrua rispetto a quelle degli altri concorrenti. Avrebbe promesso l’affidamento alla citata società, al di fuori di ogni procedura concorsuale ad evidenza pubblica, dei lavori di rifacimento dell’illuminazione degli impianti sportivi denominati Campo Aula e Campo Coni».

 

 

Marsala, sequestro di oltre 23 milioni di euro per scommesse sportive clandestine

 

Marsala,

Il G.I.P. presso il Tribunale di Marsala, su richiesta della locale Procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di una somma di denaro di oltre 23 milioni di euro nei confronti di diversi soggetti gravemente indiziati di appartenere a due distinte associazioni per delinquere dedite alla raccolta clandestina di scommesse sportive sul territorio di Marsala, della Provincia di Trapani, con raccolta di denaro anche all’estero.

I fatti fanno riferimento ad una indagine condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, sotto la direzione della Procura, che ha permesso di evidenziare gravi indizi di colpevolezza nei confronti di nove soggetti che sono stati attinti da diverse misure cautelari sia per la partecipazione alle associazioni di che trattasi sia per i singoli reati scopo.

L’ordinanza del G.I.P. dà atto della creazione di un sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine che ha determinato un volume d’affari pari a circa 23 milioni di euro, con giocate da parte di oltre 1000 scommettitori alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia.

Le indagini preliminari sono in corso ed hanno preso spunto dalla segnalazione di un privato cittadino.

Sono stati così sottoposti a particolare attenzione alcuni conti gioco regolarmente accesi da parte di una coppia di coniugi trapanesi, conti che risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle giocate eseguite rispetto alla capacità economica manifestata dagli stessi.

Nel prosieguo delle articolate indagini, anche di natura tecnica, veniva rilevato che detti coniugi erano inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra i privati scommettitori e i siti sui quali i soggetti avevano acceso regolarmente i propri conti gioco, permettendo cosi a detti scommettitori di rimanere anonimi; l’altro metodo, invece, consisteva nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti di scommesse esteri a ciò dedicati, privi delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia.

Una volta eseguita la giocata in contanti veniva rilasciata apposita ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l’eventuale liquidazione della vincita.

Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli ulteriori soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell’illecita attività.

Dei 12 soggetti coinvolti nelle indagini in corso, fermo restando il principio di non colpevolezza, 9 sono stati destinatari di un provvedimento restrittivo in quanto – allo stato – raggiunti da gravi indizi di colpevolezza e, in particolare:

– n. 4 colpiti da una misura cautelare personale degli arresti domiciliari;

– n. 2 colpiti da una misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza;

– n. 3 colpiti da una misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare la professione e attività imprenditoriali.

Il comparto del gioco pubblico, in considerazione delle significative prospettive di guadagno offerte, si conferma uno dei settori di maggiore interesse per la criminalità economica. Da ciò- comunica il vertice della Finanza- discende il costante impegno da parte della Guardia di Finanza a presidio della legalità nella repressione del gioco d’azzardo e di contrasto alle ludopatie, a salvaguardia del Fisco e degli attori della filiera che operano regolarmente, tenuto conto oltretutto che secondo l’ultimo report annuale della D.I.A. il settore delle scommesse clandestine è spesso appannaggio delle più pericolose associazioni di tipo mafioso.

Numerose inchieste degli ultimi anni hanno infatti mostrato con chiarezza che la criminalità organizzata ha ampliato le sue prospettive intercettando i settori potenzialmente più redditizi.

 

 

Non si ferma all’ALT dei Carabinieri ed esplode due colpi di “arma da fuoco” (a salve) contro una pattuglia

Litiga con la compagna e spara un colpo di pistola contro il muro: nei guai 62enne – Il Meridiano News

Trapani,

I Carabinieri della Stazione di Salaparuta hanno arrestato un giovane 19enne per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e porto di armi od oggetti atti ad offendere. I militari dell’Arma, durante un posto di blocco alla circolazione stradale intimavano l’ALT ad un Ducato che procedeva nella loro direzione.
Il ragazzo alla guida del mezzo non solo non si fermava ma, senza alcuna apparente motivazione, esplodeva al loro indirizzo due colpi di “arma da fuoco”. Ne scaturiva un immediato inseguimento per le vie del centro abitato fino a che il 19enne non veniva fermato dai militari che, in quel momento, accertavano che l’arma utilizzata fosse di libera vendita (ma priva del tappo rosso).
Il giovane veniva tratto in arresto e collocato agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo del giorno successivo. Tuttavia la mattina seguente, allorquando doveva essere condotto al cospetto dell’Autorità Giudiziaria non si faceva trovare in casa e veniva rintracciato dopo qualche ora per le vie del centro, a piedi, in violazione rispetto a quanto imposto dal Giudice. Veniva quindi nuovamente in arresto per il reato di evasione e, a seguito di udienza di convalida, sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Palermo – Occultati al fisco beni per oltre 18 milioni di euro

NAUTICA   DA DIPORTO

 

Sempre più diportisti italiani dismettono la bandiera Nazionale dalle loro imbarcazioni per immatricolarle presso i registri navali di altri Paesi con fiscalità agevolata.

È questo il dato che emerge da un servizio condotto dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Trapani nell’ambito dei controlli di Polizia del Mare esperiti nella fascia costiera compresa tra Marsala e Castellammare del Golfo, isole Egadi incluse.

In particolare, con una mirata operazione a tutela dell’economia legale ed al contrasto delle attività illecite, le Fiamme Gialle hanno sottoposto al vaglio la posizione di decine di contribuenti proprietari di imbarcazioni da diporto che, alla ricerca di una burocrazia più snella e nel vano tentativo di occultare il proprio bene al fisco, le avevano cancellate dai registri italiani, immatricolandole all’estero ed omettendo la prescritta compilazione del quadro “RW” nella propria dichiarazione dei redditi.

Questo dilagante fenomeno costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché l’evasione distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Per tale ragione il Decreto legge n. 167/1990 ha imposto al contribuente nazionale residente in Italia di dichiarare, nell’apposito quadro “RW” della dichiarazione dei redditi, la proprietà o la disponibilità dei beni detenuti all’estero, fra i quali rientrano anche i natanti e le imbarcazioni da diporto, suscettibili di produrre reddito in Italia.

La trasversalità dell’attività di indagine condotta dalle Fiamme Gialle, basata sull’approfondimento dei controlli effettuati in mare, sul controllo incrociato con le banche dati e sulle acquisizioni documentali, ha consentito di far emergere capitali occultati al fisco italiano per un valore superiore a 18 milioni di euro, per i quali i responsabili saranno sanzionati con importi compresi tra i 500.000€ e i 2,5 milioni di Euro.

Anche in questo caso, l’azione svolta dai militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo, oltre ad essere espressione dell’ormai consolidato ruolo di Polizia del Mare, palesa l’instancabile impegno del Corpo nel contrasto alle attività illecite a diretta tutela dell’economia legale: contrastare l’evasione fiscale, difatti, vuol dire contribuire alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese e favorire una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini.

 

 

 

Monte Cofano, una imprudente escursionista tedesca bloccata a 100 metri d’altezza, recuperata nella notte

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Trapani

Un  intervento congiunto del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e dell’82° Csar dell’Aeronautica Militare ha consentito di recuperare  un’escursionista tedesca di 29 anni , imprudente e ormai disperata,rimasta ferma e bloccata   su una parete di Monte Cofano, nel Trapanese, a 100 metri d’altezza.

La giovane, ieri, con abiti non adeguati all’impresa escursionistica, raggiunge  la cima del Monte, per scendere si avventura lungo piccoli terrazzi che in breve l’hanno portata in piena parete. È scivolata ed è riuscita ad fermarsi su un piccolo pendio, dove ha iniziato a fare segnali luminosi col cellulare.

I segnali sono stati individuati dall’associazione di volontariato Sos Valderice, impegnata ad effettuare sorveglianza antincendio, che ha lanciato l’allarme al 112. In zona era presente un elicottero dell’Aeronautica Militare in attività addestrativa, che è stato indirizzato verso le luci.

Ma non è finita. Il caso richiedeva molta professionalità degli operatori. 

La centrale del 118  richiedeva quindi  l’intervento del Soccorso Alpino, che ha fatto partire due squadre via terra e, per garantire la rapidità del recupero in una zona impervia e al buio, ha chiesto l’ausilio dell’Aeronautica Militare.

Gli uomini del Soccorso Alpino hanno raggiunto Baglio Cofano, dove è stato individuato il punto di incontro con l’elicottero. In una prima missione il velivolo ha trasportato nei pressi della turista in parete due tecnici di elisoccorso del Sass per valutare la situazione, senza poterli rilasciare a causa delle violente raffiche di vento. Il tentativo è stato ripetuto una seconda volta, senza successo.

A questo punto si è concordato di raggiungere la giovane tedesca, bloccata in parete, a circa 100 metri da terra e 150 dalla cresta sommitale, scalando dal basso la parete in notturna. L’elicottero ha portato una squadra del Soccorso Alpino sul pendio sottostante alla parete che è stata scalata. Intorno alle 4 del mattino la ventinovenne turista è stata raggiunta e messa in salvo.

Trapani, minaccia il figlio con una pistola( a salve) e tenta di investire i Carabinieri con l’auto. Arresto disposto dal Giudice

Archivi -Sud Libertà

Trapani,

Scattano le manette            alla madre che con una pistola minaccia il figlio e poi tenta di investire i carabinieri con l’auto. I militari della stazione di Favignana (Trapani) hanno posto la donna (pregiudicata) di 45 anni  in stato di fermo per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e minaccia aggravata.

 L’intervento dei Carabinieri è scaturito dalla richiesta di un giovane che diceva di essere stato minacciato con un’arma di fuoco dalla madre convivente che, in stato di agitazione, aveva danneggiato già tutto il mobilio presente in casa. I Carabinieri sono intervenuti tempestivamente sul luogo e, alla vista degli operanti, la 45enne si è barricata all’interno della propria autovettura, non ottemperando ai ripetuti inviti dei militari a scendere dal mezzo. Anzi la donna, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe innestato anche la marcia dell’auto minacciando di investirli.

Solo la prontezza dei Carabinieri intervenuti ha consentito di evitare che la situazione degenerasse ulteriormente e, dopo un estenuante colloquio con la donna, i militari sono riuscita a calmarla. La stessa ha deciso così di scendere dal veicolo. Nell’auto aveva con sé una pistola, risultata a salve, presumibilmente l’arma utilizzata per minacciare il figlio. Alla luce degli elementi raccolti, i Carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno dichiarato la donna in stato di arresto. A seguito di udienza di convalida, il Giudice ha disposto a carico dell’indagata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. una volta a settimana.