RIPARTE LA GIUSTIZIA CON LE MODIFICHE ALLA RIFORMA SULLA PRESCRIZIONE

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Proposta di legge delega sul processo penale approvata ieri dal governo Conte   Nel testo è stato alla fine inserito anche il Lodo Conte bis, con le modifiche alla riforma della prescrizione, che prevede lo stop dopo della prescrizione solo dopo la sentenza di primo grado di condanna e una ‘prescrizione lunga’ per gli assolti. Ma se il condannato viene assolto in secondo grado potrà ‘recuperare’ la prescrizione bloccata.

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– Cambio di velocità causa il dissidio creato da Renzi   – che si è imposto all’attenzione dei mass-media. Come annunciato Italia Viva non ha partecipato con i suoi ministri alla riunione del Consiglio dei ministri.”Si minaccia la crisi di governo e poi si accusa gli altri di fare ricatti, si crea instabilità e si vota ormai quotidianamente con le opposizioni. Le iniziative di Iv si commentano da sole. Ma gli italiani li prendiamo in giro? Ma gli italiani sanno ragionare…” ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

– La durata delle indagini preliminari varia a seconda dei reati, e va da sei a 18 mesi. Se entro tre mesi dalla scadenza dei tempi il pm non notifica l’avviso di conclusione delle indagini o non chiede l’archiviazione deve depositare gli atti e avvisare l’indagato e la difesa, che possono prenderne visione e averne copia. Il mancato rispetto di questo obbligo, se dovuto a negligenza inescusabile, costituisce un illecito disciplinare. Saranno i procuratori a stabilire quali notizie di reato hanno la precedenza in base a criteri stabiliti nei progetti organizzativi dell’ufficio. Dopo la prima udienza il giudice, se non si esaurisce il dibattimento, deve comunicare alle parti il calendario delle udienze.

Riduzione dei tempi dei processi fino a una durata di 4-5 anni per i tre gradi di giudizio, ma nessun limite per i reati di mafia e terrorismo e per quelli più gravi di corruzione. Ma il Consiglio superiore della magistratura può modificare la previsione dei tempi secondo le situazioni degli uffici, con cadenza biennale e sentito il ministro della Giustizia. Nel nuovo testo è stata ‘ammorbidita’ la parte relativa alle sanzioni per i magistrati. I tempi previsti sono un anno per il primo grado, due per il secondo, uno per la Cassazione, quindi 4 anni, per i processi davanti al giudice monocratico, due anni per il primo grado, due per il secondo e uno per la Cassazione, in tutto 5 anni, per i processi davanti al giudice collegiale. Il “dirigente dell’ufficio” è tenuto a “vigilare sul rispetto delle previsioni e segnalare all’organo titolare dell’azione disciplinare la mancata adozione delle misure organizzative quando imputabile a negligenza”.

Nuove regole riguardano i riti alternativi e sono fissati paletti per la possibilità di ricorrere in appello. Il deposito degli atti in tutti i processi può essere fatto per via telematica. Sulla digitalizzazione c’è l’impegno di investimenti così come sull’assunzione di magistrati e personale amministrativo.

Chiarezza sulla Quota 100: i dipendenti pubblici che maturano i requisiti entro il 31 marzo 19 potranno andare in pensione a Luglio 2019

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Quota 100 adesso non è più il sogno dei dipendenti :il testo del decreto, che tra l’altro contiene le novità in tema di riforma previdenziale, è stato tracciato in ogni minima parte. Chiarezza sulle tempistiche per il pensionamento che – come più volte anticipato – differiscono tra dipendenti privati e pubblici con quest’ultimi che per il conseguimento dell’assegno devono attendere più tempo.

Nel testo del decreto si legge che coloro che maturano i requisiti per il pensionamento anticipato con Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contribuzione) possono andare in pensione a partire dal 1° aprile 2019. Questa finestra di accesso, però, è riservata ai soli dipendenti del settore privato che hanno maturato i suddetti requisiti entro il 31 dicembre 2018.

Per chi, invece, li raggiunge dal 1° gennaio 2019 in poi vi è una finestra mobile di tre mesi da rispettare: di conseguenza, chi matura i requisiti a marzo dovrà attendere giugno per il conseguimento del diritto alla pensione. Oppure chi li matura ad ottobre andrà in pensione solamente a gennaio 2020.

Vista la specificità del rapporto di impiego nella Pubblica Amministrazione, invece, il decreto prevede delle regole differenti per i dipendenti pubblici. Per questi, infatti, dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza della pensione devono trascorrere almeno sei mesi.

In questo caso la prima finestra di accesso è fissata a luglio 2019 e vi possono ricorrere solamente coloro che maturano i requisiti per Quota 100 entro il 31 marzo 2019. Per chi invece li matura dal 1° aprile 2019 in poi vi è da rispettare un termine di sei mesi.

Con un solo giorno di differenza, quindi, chi matura i requisiti il 31 marzo la decorrenza della pensione si ha ad aprile 2019, mentre chi li matura il 1° aprile dovrà attendere, suo malgrado, fino ad ottobre dello stesso anno. Per i dipendenti pubblici vi è un’altra regola da rispettare: la domanda per il pensionamento va presentata alla propria amministrazione di appartenenza con un preavviso di almeno sei mesi.  Non sussistono penalità di sorta.    Si perdono solo le cose ovvie legate all’assenza e cioè l’incentivazione, il piano di lavoro, il lavoro straordinario ma i controvantaggi sono nettamente superiori.