Follia a Furci siculo: studente uccide la giovane convivente

 

Tragedia questa mattina a Furci Siculo (Me) dove una donna è stata strangolata dal convivente.  Il femminicidio si è consumato in una villetta di via delle Mimose del comune messinese. Il convivente,un giovane  originario di Vibo Valentia, dopo aver ucciso la fidanzata con la quale conviveva, ha chiamato i Carabinieri e ha tentato il suicidio.

La vittima Lorena Quaranta , originaria di Agrigento. La donna era una studentessa della Facoltà di Medicina dell’Università di Messina. Il presunto omicida è Antonio De Pace, un giovane calabrese di Vibo Valentia,  uno studente di Medicina.  Le forze dell’ordine intendono approfondire le indagini per individuare le motivazioni che hanno spinto lo studente in Medicina a compiere il gesto folle che gli ha rovinato la vita

Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118 che hanno solo potuto costatare il decesso della giovane I primi rilievi sulla scena dell’omicidio sono stati eseguiti dai carabinieri della stazione di Santa Teresa Riva  e della compagnia di Taormina. Il giovane è stato trasportato al Policlinico di Messina…in stato di evidente   confusione mentale 

Messina, uomo entra in tabaccheria,ferisce la titolare,poi si toglie la vita

 

MESSINA

Inquietante sparatoria alla tabaccheria Sabato di viale San Martino, a Provinciale, di fronte alla Chiesa di Santa Maria di Gesù.   

Un uomo, di circa 65 anni, è entrato nel locale tabacchi e, per motivi ancora da chiarire e scoprire, ha sparato contro una donna per poi rivolgere l’arma contro se stesso e suicidarsi a sua volta. L’uomo ha perso la vita mentre la donna,ferita, è stata trasportata d’urgenza al Policlinico “G.Martino”.  Al nosocomio universitario si troverebbe anche la moglie, con cui l’uomo avrebbe  litigato prima di uscire di casa e compiere l’efferato delitto   .Si apprende che la  donna ferita all’interno del tabacchino sarebbe la titolare del locale di 78 anni,  giunta al Pronto Soccorso messinese  in codice rosso.

Sul posto i vigili del fuoco, le ambulanze del 118 e la Squadra Mobile della polizia, che sta indagando sull’episodio per ricostruire le dinamiche della vicenda.

FINE VITA: DISCO VERDE (FINALMENTE) DELLA CONSULTA AL “SUICIDIO ASSISTITO”

 

La Consulta ha deciso: chi è nella condizioni di Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo. È una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte.

                                        –     L’ULTIMO  ABBRACCIO  –

Non è punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. Così la Consulta in merito alla vicenda di , tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che rischiava fino a 12 anni per aver accompagnato Fabiano Antoniani, dj Fabo, tetraplegico in seguito a un incidente, a morire in una clinica svizzera.

La Corte costituzionale ha deciso sulle  questioni sollevate dalla Corte d’assise di Milano sull’articolo 580 del Codice penale riguardanti la punibilità dell’aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita.

In attesa di un indispensabile intervento del legislatore, la Corte “ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”.

L’Ufficio Stampa della Consulta informa  che “l’individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell’ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018. Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate”.

Due ragazze spingono al suicidio un docente del liceo Vico di Napoli per “l’accusa (ancora da accertare) di abusi sessuali”

Quarto, i carabinieri sul luogo della tragedia (Newfotosud, Renato Esposito)

Il professore del liceo ginnasio ‘Giambattista Vico’ di Napoli che da mercoledì scorso si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con due studentesse all’epoca dei fatti minori di 16 anni, si è tolta la vita.

Il docente di Matematica Vincenzo Auricchio di 53 anni si è ucciso con un colpo di pistola al petto nella sua casa nel centro di Quarto Flegreo, popoloso centro alle porte del capoluogo campano.       Sul delicato caso si era aperto un procedimento penale e le indagini coordinate dal pool fasce deboli sulle chat tra l’uomo e le due ragazze.

L’inchiesta scattata a seguito della denuncia presentata dai genitori di una delle due ragazze coinvolte.   La vicenda aveva causato anche  un’ispezione dell’Ufficio scolastico regionale della Campania. Non si sa ad oggi se la denuncia fosse infondata o se le ragazze avessero per prima provocato il docente incoraggiandolo – come spesso avviene in tali episodi-  con un a relazione.   Sul posto è andato il pm di turno Gennaro Damiano. Non si sa ancora come il professore suicida sia venuto in possesso dell’arma.

 Il direttore dell’ufficio scolastico regionale della Campania, Luisa Franzese, sul suicidio del docente, così si è espresso:”.«Che brutta cosa, non mi va di rilasciare alcuna dichiarazione».   Il docente , probabilmente depresso , per le gravi conseguenze del dubbio episodio, in un momento di sconforto, ha pensato di farla finita.

 

Immagine correlata
Quando un’accusa ingiusta-come spesso avviene in questi casi- possa rovinare e spegnere la vita di una persona affermata

 

Sergio Claudio Perroni suicida 

 

Lo scrittore, 63 anni,  avrebbe deciso di togliersi la vita-pare- per problemi di salute.

Nella foto Sergio Claudio Perroni

TAORMINA (Messina)

Si è suicidato  lo scrittore, traduttore, editor e agente letterario Sergio Claudio Perroni. Aveva 63 anni e secondo le prime ricostruzioni si sarebbe tolto la vita, questa mattina, con un colpo di pistola in via Roma a Taormina dove viveva da qualche anno con la moglie.  Notizia fornita – secondo il blog “Giornalisti” dal  comandante dei vigili urbani di Taormina.   Sembra anche che si sia tolta la vita per una malattia di cui soffriva da diverso tempo.
Nato a Milano, Perroni era vissuto a Roma. Il suo libro “La bambina che somigliava alle cose scomparse” (La nave di Teseo) era stato presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino.
Traduttore di autori come Steinbeck, David Foster Wallace e Vonnegut, Sergio Claudio Perroni è autore di numerosi libri pubblicati con Bompiani e La nave di Teseo tra cui “Non muore nessuno”, “Nel ventre” e “Entro a volte nel tuo sonno”. 

Eutanasia Caso Giordano: la Procura ipotizza il reato di istigazione al suicidio

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  ALESSANDRA GIORDANO SOFFRIVA SOLO DI DEPRESSIONE:  CHI L’HA SPINTA AL SUICIDIO?

La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio   Il caso di  Alessandra Giordano ,l’insegnante di Paternò con  problemi psicologici, che il 27 marzo è morta a Forch per aver ha fatto ricorso all’eutanasia in una Clinica in un paese della Svizzera, la Dignitas di Zurigo, (la stessa Clinica-che legalizza l’eutanasia- di  Dj Fabo),focalizzato dalla magistratura etnea, adesso si tramuta in una indagine giudiziaria. La donna non era malata terminale, ma da tempo soffriva di depressione  diagnosticata dall’Asp. La famiglia della donna aveva manifestato dubbi sulla sua decisione e, con l’assistenza di tre legali, ha presentato una denuncia ai carabinieri.   Dubbi che sarebbero stati accolti dai magistrati etnei.

La Giordano , che non soffriva di cancro o tumori devastanti,”potrebbe essere stata ‘assecondata’ in maniera  superficiale: inoltre i parenti temono che abbia addirittura fatto testamento a favore della clinica che aveva assistito Dj Fabo, . . 

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Foto d’Archivio Sud Libertà-( Il caso di Dj Fabo)

La Procura di Catania informa pure  di aver  ipotizzato il reato di istigazione al suicidio e disposto, a scopo cautelativo, il sequestro di un conto corrente e di un bene   immobile della donna,…

Il provvedimento, però, è stato rigettato dal Gip che ha sottolineato come la donna abbia seguito regolarmentela procedura  per la preparazione per la morte assistita..  Il giudice delle indagini preliminari ha osservato che la 47enne, “quando si è rivolta all’associazione in Svizzera, non fosse in uno stato di infermità o deficienza fisica tale da indurla ad avere compiuto la sua scelta senza averne la necessaria consapevolezza. La Procura è di parere diverso e ora vuol vederci chiaro.

 

 

 

Il coraggio della denuncia non basta se lo Stato non supporta l’imprenditore. Suicidio di Rocco Greco

 

Mafia, suicidio di  Rocco Greco, imprenditore antiracket: denunciò i boss  e lo Stato invece di essere riconoscente gli girò le spalle

Si è tolto la vita Rocco Greco, imprenditore 57enne di Gela (Caltanissetta), che aveva denunciato i boss mafiosi. L’uomo, a sua volta venne accusato di avere rapporti con i boss. Ma il Tribunale lo aveva assolto. Una sentenza che però non è bastata per impedire alla Prefettura di prevedere l’interdittiva per la sua azienda.

«Il suicidio di Rocco Greco, l’imprenditore simbolo della lotta al racket nella frontiera di Gela, è un pugno allo stomaco all’Italia onesta che dimostra come il Ministero degli Interni sia senza guida, quel ministro che doveva tutelare Rocco e lo ha abbandonato. Rocco Greco è stato fermato nei suoi tentativi di ribellione contro il racket imposto dalla mafia, impedendogli, di fatto, di lavorare.» Così in una nota Angelo Bonelli e Claudia Mannino, dell’esecutivo nazionale dei Verdi, che proseguono: «Ci domandiamo perchè Salvini continui a postare i suoi pranzi e cene, indossare felpe e fare selfie, e non adempire  alla sua funzione di ministro degli interni occupandosi della sicurezza dei cittadini italiani. Per esempio per fronteggiare la Mafia che, tramite le calunnie come nel caso di Greco, impedisce ai cittadini per bene di lavorare onestamente.»

«Chiediamo che la Cosiam srl, azienda ora curata dal figlio di Rocco, Francesco Greco, venga immediatamente inserita nella white list per i lavori di ricostruzione dopo il terremoto in centro Italia. Cosicché possa riassumere i 50 operai che è stata costretta a licenziare a causa dell’inadeguatezza di Salvini. A questo punto Salvini si dimetta da ministro, non è in grado di curare questa funzione, lo faccia per il bene dell’Italia. Concludono Bonelli e Mannino.
VIDEO

Tragedia in caserma: si suicida carabiniere , è il secondo in pochi giorni ma sono tanti i Carabinieri-suicidi. Perchè?

(Foto Ag.- La Caserma dei Carabinieri di Canicatti))

Tragedia nel cuore della notte a Canicattì, nella locale compagnia dei carabinieri di via Tenente Antonino Di Dino (nella foto) si è tolto la vita  sparandosi con la pistola d’ordinanza il carabiniere Giuseppe Terrana,( nella foto) di 52 anni militare apprezzato e ben voluto da tutti i colleghi ancora increduli per l’accaduto.

Giuseppe Terrana,  era residente a Sommatino ma faceva servizio a Canicattì , un militare che si è sempre distinto per le sue doti umane e professionali.

Lascia la  moglie e  4 figli.  Sono state aperte due inchieste: una interna all’Arma e l’altra dalla Procura di Agrigento.

C’è da chiedersi: cosa succede dentro l’Istituzione dei Carabinieri , una Eccellenza italiana? Nei giorni scorsi un altro suicidio in Sicilia, era successo a Palermo E nel passato altri suicidi ancora…sono motivi economici o familiari?  Perchè?

Suicidi e depressione: ad Aosta un’infermiera uccide i suoi figli e si suicida per “le avversità della vita”

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Tempo di depressione e di suicidi. Con un’iniezione una infermiera ha tolto la vita ai figli, poi si è uccisa. Anni 48 , Marisa Charrère,forse assalita da depressione o disturbi mentali ha ucciso – in base ai primi rilievi della polizia – i piccoli di 7 e 9 anni e poi si è tolta la vita. È accaduto nella notte in un’abitazione nel centro di Aymavilles, paese a pochi chilometri da Aosta: il marito, della Forestale, non era in casa ma appena  ha trovato i corpi. ha avuto un malore  ed è stato ricoverato in ospedale . 
Non v’è dubbio che queste famiglie debbono essere avvicinate dalle Istituzioni e dal calore dei sacerdoti 

Secondo una prima ricostruzione della polizia la donna, infermiera all’ospedale di Aosta, ha praticato ai due bambini una iniezione con farmaci presi in reparto. 

Nissen, 7 anni, e Vivien, 9 sono stati prima sedati e poi uccisi con un’iniezione di potassio, la sostanza che viene utilizzata anche per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti. Sono stati trovati vestiti, non con il pigiama. I due corpi erano vicini, adagiati su un divano letto, all’interno dello studio della casa, posizionato sul retro del soggiorno, al piano inferiore. Il corpo della madre era invece riverso a terra, in soggiorno.

Prima di uccidere i bimbi e togliersi la vita, la donna ha scritto due lettere nelle quali racconta del «peso insopportabile delle avversità della vita».  Un altro esempio di sconforto e di depressione molto grave.

Barcellona Pozzo di Gotto: uccide la moglie (che lo aveva denunciato) e si impicca

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Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina,teatro di una tragedia familiare:  un uomo, di mestiere pasticciere, ha ucciso la moglie e si e’ poi tolto la vita. Identificato come Nicola Siracusa,di 56 anni, non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto l’uomo ad uccidere Maria Carmela Isgrò, impiegata comunale di 48 anni.

L’uomo si è suicidato impiccandosi. I due, separati e con una figlia di 10 anni, abitavano in due appartamento  di via Modica      Vi erano precedenti visto che  la donna aveva denunciato l’ex per violenze.   Proseguono le indagini degli investigatori per scoprire le motivazioni alla base della tragedia familiare

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