ESEMPIO TOMARCHIO: VALORIZZARE IL PATRIMONIO AGRUMICOLO SICILIANO

 

CENTO ANNI DI TOMARCHIO BIBITE
BENEMERENZA CIVICA DA PARTE DEL COMUNE DI ACIREALE

 

«Tomarchio quest’anno compie un secolo di vita: una ricorrenza a sugello di un’attività che ha portato alto il nome del nostro territorio in campo nazionale e internazionale». Con queste parole il sindaco di Acireale Stefano Alì ha consegnato all’azienda che dal 1920 produce bibite all’ombra del Vulcano, la benemerenza civica: un riconoscimento da parte del Comune a chi ha saputo dare un importante contributo e un sostegno alla città.

«Un riconoscimento che premia l’impegno della nostra realtà imprenditoriale – ha commentato Savio Boarini, Amministratore unico della Sibat Tomarchio srl, azienda del gruppo Acies – e che giungendo proprio nell’anno di celebrazione del nostro centenario ci ricorda quanto solido e imprescindibile sia il legame tra le nostre bibite e il territorio di Acireale. È qui che dal 1920 produciamo i nostri prodotti sostenendo oggi 36 famiglie, attraverso i lavoratori diretti e un indotto stimato di altre 300 famiglie tra addetti ai lavori e fornitori, in particolare della filiera agrumicola locale, dalla quale provengono le principali materie prime utilizzate. Nell’etichetta delle nostre bibite – oggi esportate in ben 26 paesi nel mondo – continuiamo a mantenere con grande orgoglio la scritta “Acireale”, proprio per rimarcare le nostre origini e quel senso di appartenenza che contraddistingue la nostra identità. Pur guardando al futuro e seguendo le dinamiche di un mercato in evoluzione restiamo saldamente ancorati alle nostre tradizioni, per difenderle e raccontarle oltre i confini regionali».

 

All’evento – che si è svolto questo pomeriggio nel Palazzo di Città – anche il presidente della Sezione Alimentari di Confindustria Catania Cristina Busi Ferruzzi, che ha voluto rimarcare il valore dell’azienda acese, che da sempre opera con l’intento di «fare rete per creare sviluppo, potenziare l’economia e valorizzare il patrimonio agrumicolo siciliano. Uno sforzo che in questo momento di grandi difficoltà assume ancora più valore – ha sottolineato – se infatti da una parte questa pandemia devastante ha duramente colpito il mercato, causando flessione di fatturati e ripercussioni sull’intera filiera; dall’altra c’è il peso dei carichi fiscali – come Sugar e Plastic Tax – che rischiano di annullare tutti gli sforzi tesi a mantenere i livelli di occupazione e produttività. Aziende come Sibat Tomarchio, realtà territoriali da salvaguardare e difendere, operano in un contesto che continua a penalizzare valori ed eccellenze. L’auspicio è quello di poter operare in un clima di ritrovata normalità, con più benefici e soprattutto più tutele, a garanzia della crescita dell’azienda e di tutto il territorio».

 

L’azienda di Acireale, che quest’anno spegne le sue prime 100 candeline, è da sempre una costante presenza e un punto riferimento nella vita quotidiana delle famiglie siciliane. A conferma dei riconoscimenti dei propri consumatori ha continuato ad accrescere il valore del marchio tramite investimenti in innovazione di prodotto e di processi, dotandosi nei decenni delle più importanti certificazioni internazionali in materia di sicurezza (alimentare, ambientale e sul lavoro), alle quali oggi si affiancano le certificazioni BIO, USDA Organic, Vegan OK e FSC. Ed è proprio con l’obiettivo di rafforzare la propria leadership in Sicilia e di aprirsi al mercato italiano che nel 2016 è approdata sui mercati la linea di bibite biologiche TomarchioBIO. Un vero e proprio progetto di filiera nato dalla collaborazione con il Distretto Produttivo Agrumi e i principali consorzi di tutela (Arancia Rossa Igp, Limone di Siracusa Igp, Arancia di Ribera D.O.P), che sin dall’inizio ha ottenuto grande consenso da parte dei professionisti del settore, delle principali catene della ristorazione italiana e dei consumatori regionali, nazionali e internazionali, ricevendo prestigiosi riconoscimenti, come il BIO Awards al Sana di Bologna e il Food Awards in occasione del Summer Fancy Food di New York.

Continuando con orgoglio il percorso che la contraddistingue – una produzione artigianale rispettosa del metodo di lavorazione tramandato gelosamente da tre generazioni; una ricetta tutta siciliana che utilizza agrumi biologici a km0 e acqua proveniente dalle pendici dell’Etna – Tomarchio si prepara ad affrontare il nuovo anno con due novità, due nuove linee di bibite biologiche che racconteranno anch’esse i sapori dell’Isola e i gusti che racchiudono tutta la freschezza dei frutti di una terra unica per la sua bellezza e ricchezza.

«SUGAR E PLASTIC TAX, : VOGLIAMO SOSTEGNI E SISTEMI DI GARANZIA»

Luca Busi, Ad Sibeg, azienda che imbottiglia Coca-Cola in Sicilia: «319 dipendenti in cassa integrazione dal 23 marzo: chiediamo al premier Conte abolizione delle due tasse, le uniche ancora in piedi, per un settore che sta soffocando»

 

Foto Press

CATANIA –

«Lockdown e blocco di bar, ristoranti, pub e attività commerciali; crollo della domanda con stima del -40% di fatturato nel prossimo trimestre; 319 lavoratori in cassa integrazione dal 23 marzo; sfiducia e perdita di liquidità: come tutti in questo momento stiamo pagando un prezzo davvero alto a causa dell’emergenza sanitaria in atto, non possiamo rischiare una vera e propria condanna a morte con l’applicazione di Sugar e Plastic Tax».

Luca Busi – (nella foto) amministratore delegato di Sibeg, azienda che imbottiglia Coca-Cola per la Sicilia – che nei mesi scorsi ha più volte lanciato l’allarme rosso legato alle imposte sui consumi delle bevande analcoliche, avviando un’interlocuzione con il ministero dell’Economia e delle Finanze, lancia un nuovo appello al premier Conte alla luce dell’emergenza Covid-19.

 

 

«Stamattina Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta la nostra filiera, ha chiesto al governo un’assunzione di responsabilità – continua Busi – già in una situazione di “normalità” questa stangata avrebbe influito negativamente su tutti i fronti, mettendo a rischio produzione e livelli occupazionali, oggi sarebbe davvero un controsenso, nonché un ulteriore schiaffo per l’economia, vessare le imprese anziché trovare misure fiscali e sistemi di garanzia per risollevarne il destino».

L’imprenditore ripercorre le tappe che hanno segnato un lungo cammino, fatto di richieste e proteste, accompagnato da studi di settore e documenti economici, avallato dai sindacati e perfino dalla Regione Siciliana.

«Siamo rimasti a lungo in attesa di un tavolo tecnico, che è stato annunciato dal Mef ma non è mai arrivato – conclude Luca Busi – abbiamo denunciato evidenti errori di stima sui gettiti e di calcolo sugli impatti delle tasse dichiarati dal Governo in fase di approvazione della Finanziaria; è stata avviata un’azione legale da parte del Governo Musumeci – su proposta dell’assessore all’Economia Gaetano Armao – per profili di illegittimità costituzionale della legge; siamo scesi in piazza con i lavoratori senza essere ricevuti né ascoltati; ci siamo battuti per evitare la delocalizzazione; abbiamo assistito a promesse non mantenute, aperture poi improvvisamente ritrattate. Adesso tutti i ragionamenti fatti decadono: c’è un’emergenza inderogabile da affrontare. Per il nostro Paese, per le nostre famiglie, per le nostre realtà economiche e produttive. Ci aspettiamo un segnale forte e chiaro da parte del Premier. La soppressione di plastic e sugar tax, in un contesto di grave crisi generalizzata, è un atto dovuto. Adesso attendiamo risposte concrete con la speranza di poter ripartire presto. Riconquistando quella fiducia oggi negata».