NAPOLI,un progetto Pilota per la Prevenzione dei Reati Commessi in Rete e l’Emersione delle Vittime del Web. Firmato il protocollo d’intesa

 

 

Presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo è stato sottoscritto il protocollo di intesa del Progetto Pilota “Prevenzione dei reati commessi in rete ed emersione delle vittime della rete”. Promosso dal Ministero della Giustizia -Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, il progetto, che si sperimenta a Napoli per essere esteso anche ad altri territori, si pone l’obiettivo di arginare i pericoli legati all’abuso del web e dei social media, creando una rete integrata di protezione per i giovani, potenziali autori e vittime di crimini digitali come il cyberbullismo, il revenge porn, il furto d’identità e le truffe digitali, ma anche fenomeni gravi come la pedopornografia e il grooming.

Sia nelle grandi città, che nei piccoli centri, l’isolamento sociale determinato anche dall’utilizzo improprio del web e la ricerca eccessiva di visibilità può condurre i giovani ad agiti violenti. A tale rischio sono ancora più esposti i ragazzi nelle metropoli dove la criminalità fa leva sulle vulnerabilità giovanili per ottenere un proprio tornaconto, ricorrendo anche all’utilizzo della rete per proporre disvalori sociali.

 

Napoli,

Il protocollo d’intesa coinvolge un ampio partenariato istituzionale e del Terzo Settore, che metterà a disposizione risorse, competenze e progettualità per sensibilizzare e responsabilizzare le nuove generazioni sui rischi legati all’uso della rete. Il progetto non si limita a individuare le vittime dei crimini digitali, ma mira anche a fornire agli adolescenti gli strumenti per riconoscere i pericoli online, sviluppando un’educazione alla sicurezza digitale che sappia prevenire l’insorgenza di comportamenti a rischio. Il progetto punta a coinvolgere scuole e associazioni per arginare la devianza minorile e costruire percorsi di inclusione e prevenzione, contribuendo a dare ai giovani modelli positivi e opportunità di crescita. Un’iniziativa, quindi, che non solo risponde a una necessità urgente, ma pone le basi per un cambiamento culturale, mettendo al centro la formazione e la protezione delle nuove generazioni.

Sono intervenuti alla firma del protocollo il Direttore Generale del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Alessandro Buccino Grimaldi, la Vicesindaca di Napoli, Laura Lieto, il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli, Paola Brunese, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Claudia De Luca, il Dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Napoli, Gianluca Boiano, il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale “Cesare Pavese – Nazareth”, Caterina Cernicchiaro, la Segretaria Generale della Fondazione Rut E.T.S., Giovanna Martelli e il Direttore della Fondazione Don Calabria per il Sociale E.T.S. Alessandro Padovani.

Un progetto triennale per la sicurezza digitale – Il progetto, che si sviluppa in un arco temporale triennale (2024-2026), prevede, fin dal primo anno, la formazione di giovani facilitatori che, attraverso attività di sensibilizzazione nelle scuole, agiranno come veri e propri ambassador della sicurezza online, diffondendo tra i loro coetanei una cultura di responsabilità e consapevolezza digitale. Contestualmente, i genitori e gli adulti di riferimento verranno coinvolti in corsi di formazione per prevenire le condotte a rischio e supportare i giovani nel riconoscere i segnali di pericolo.

Alessandro Buccino Grimaldi, Direttore Generale del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, ha sottolineato: «Si tratta di un’iniziativa di prevenzione della devianza, sperimentale di un modello di intervento che il Dipartimento intende diffondere sul territorio nazionale. È importante partire da Napoli, in un momento di particolare recrudescenza di azioni violente di cui i minori sono spesso vittime e autori.Con questo progetto, intendiamo attivare un modello di intervento strutturato per radicare una cultura della sicurezza e della responsabilità digitale che, attraverso la collaborazione tra istituzioni e attori del terzo settore, garantisca strumenti concreti per l’emersione delle vittime e per la prevenzione di reati online commessi dai minori. È nostro dovere non solo perseguire i reati, ma anticiparli, ponendo al centro dei nostri interventi la prevenzione. Nessuno potrà rincorrere le innovazioni tecnologiche, ma con le azioni integrate possiamo contribuire a formare una coscienza critica nei giovani, unica a poter arrivare prima della tecnologia».

«Oggi diamo il via ad un’azione sinergica innovativa per mettere a punto strategie, metodi e misure a contrasto dei fenomeni degenerativi delle piattaforme digitali. La rete – è la riflessione del sindaco Gaetano Manfredi – nasce per informare, connettere e divulgare, tuttavia spesso il web e i social media possono facilmente trasformarsi in trappole pericolose, specialmente per adolescenti e bambini. Individuare i fenomeni legati alle dinamiche tossiche dell’uso della rete è dunque un tema attuale e urgente, alla luce dei tanti episodi di cronaca che vedono molti adolescenti e bambini vittime delle molteplici insidie del web. L’uso improprio di queste piattaforme va individuato e contrastato, sia per evitare, che per risolvere le conseguenze del malessere psicologico e dell’isolamento sociale delle vittime dei crimini digitali. Questo è possibile solo attraverso un’azione congiunta che metta insieme le istituzioni e la società civile per garantire un ambiente digitale più sicuro e protetto».

Per la vicesindaca Laura Lieto «È fondamentale agire su più fronti per affrontare una questione sociale che ci attraversa e che purtroppo produce, in alcuni casi, anche dei risultati tragici. Il protocollo opera su un piano molto importante che è quello della violenza in rete, ma è anche legato al modo di comunicare delle giovani generazioni. Questo Protocollo ha alle spalle un lavoro a cui l’Amministrazione si è dedicata per un certo tempo e non potevamo prevedere che questa firma cadesse in un momento così duro per la città per quanto riguarda la violenza giovanile. Crediamo con questa iniziativa di poter incidere perché la costruzione di modelli culturali devianti e di fenomeni di emulazione passa attraverso i social media».

Coltivava marjuana a casa: scoperto ed arrestato dai Carabinieri

Risultato immagini per immagine di coltivazione droga

Archivi Sud Libertà

Stop alla coltivazione casalinga di droga.Ieri, nel corso dei servizi di prevenzione e controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno arrestato in flagranza di reato il 30enne messinese A.S., già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile dei reati di coltivazione e detenzione di stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica.
Nell’ambito delle attività di controllo e prevenzione sul territorio, finalizzate al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i Carabinieri della Stazione di Messina Bordonaro, hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di A.S., riscontrando che l’uomo aveva adibito una stanza alla coltivazione di piante di cannabis.

L’uomo aveva allestito un impianto di illuminazione con lampade in grado di riprodurre gli effetti di calore e luminosità della luce solare e collocato i vasi per coltivare le piante di canapa che si trovavano ancora in una fase inziale del loro sviluppo.  
I Carabinieri hanno sequestrato complessivamente 7 piante di canapa indiana e 58 grammi di marijuana già essiccata, pronta per essere ceduta, nonché l’attrezzattura completa per la coltivazione, tra cui le lampade solari. Lo stupefacente è stato trasmesso al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina per le analisi di laboratorio. 
Inoltre, nel corso della perquisizione i Carabinieri hanno constatato che l’uomo aveva rotto i sigilli posti sul contatore di energia elettrica dell’abitazione, il cui contratto era stato dismesso da diverso tempo, per usufruire illegalmente della fornitura. 
A.S. è stato pertanto arrestato in flagranza di reato per coltivazione e detenzione di stupefacente e furto aggravato di energia e questa mattina è comparso davanti al Giudice del Tribunale di Messina che ha convalidato l’arresto effettuato dai Carabinieri ed ha applicato all’uomo la misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 

Con una Circolare ministeriale arriva un’altro impegno-concordato- per medici di base e Pediatri

Covid, tamponi da medici famiglia e pediatri: c'è l'accordo

Immagine Archivi Sud Libertà

Per i medici di base e Pediatri un’altro impegno non indifferente richiesto dalle Autorità sanitarie nazionali. Una nota-circolare elaborata dal  Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Inail e Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri –  fornisce  i chiarimenti principali  per lo svolgimento in sicurezza dei test rapidi antigenici presso gli studi medici o le strutture individuate come idonee in collaborazione con le autorità locali sanitarie e civili.

Ricorderemo che l’esecuzione in modo rapido e in piena sicurezza dei test antigenici di accertamento del Covid , potenziato dal fondamentale contributo dei medici di medicina generale e con quelli dei pediatri era stato già concordato con le categorie interessate”. Il presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità, Davide Caparini, ricorda infatti la recente sottoscrizioneto con le rappresentanze sindacali di categoria l’accordo collettivo nazionale stralcio per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione di Sars-Cov-2.

Nella nota che i medici di base e pediatri dovranno adesso assimilare bene, per l’esecuzione dei test in  sicurezza, si afferma: “Il rapido peggioramento della situazione epidemiologica a livello nazionale e i segnali di criticità dei servizi territoriali di numerose regioni e province autonome – – rendono necessaria l’implementazione della rete territoriale di sorveglianza e diagnostica per Covid-19, al fine di ridurre e contenere la diffusione del virus. A questo scopo occorre che anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta siano attivamente coinvolti nel percorso diagnostico“.

Test antigenici e strumento analizzatore

Da un lato misure generali di prevenzione e controllo dell’infezione (igiene delle mani, pulizia e disinfezione degli strumenti e degli ambienti, gestione dei rifiuti e organizzazione delle modalità di accesso) dall’altro la spiegazione delle procedure per l’esecuzione dei test rapidi antigenici che, analogamente a quelli molecolari, valutano direttamente la presenza del virus nel campione clinico. A differenza dei test molecolari, i test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma attraverso le sue proteine (antigeni), con il risultato che può essere direttamente visibile a occhio nudo o letto mediante uno strumento analizzatore compatto e trasportabile.

Per l’esecuzione del test occorre attenersi alle istruzioni del produttore, sia per le modalità di prelievo che per le modalità di processamento del campione, con particolare attenzione al rispetto della tempistica tra il momento del prelievo e la lettura del risultato e al confronto con la banda di controllo. Processando il tampone nel più breve tempo possibile, generalmente entro un’ora dal prelievo, sarà possibile ottenere il risultato in 15-30 minuti. Proprio per tali caratteristiche questo tipo di test può essere eseguito in uno studio medico o in aree dedicate, senza la necessità di essere effettuato in un laboratorio.

Un locale dedicato all’esecuzione dei test

Per effettuare i test è necessario che lo studio medico disponga, al suo interno o nelle sue pertinenze, di un locale dedicato a tale attività, con modalità organizzative flessibili che tengano conto della necessità di avere percorsi separati, strutturalmente o funzionalmente, per l’accesso dei pazienti da testare, e quindi potenzialmente infetti. Bisogna quindi disporre in modo ottimale i percorsi di entrata e di uscita, di sala d’aspetto e di sala visite dedicate, oppure, in alternativa, differenziare gli orari di ricevimento degli assistiti in base al quadro anamnestico e sintomatologico, rilevato anche sulla base del triage telefonico.

I test rapidi, inoltre, possono essere programmati verso il termine dell’attività lavorativa ordinaria dello studio medico, in modo da evitare qualsiasi possibilità di incrocio tra un paziente e l’altro, prevedendo tempi adeguati per la sanificazione delle aree frequentate dai pazienti e utilizzate per l’esecuzione dei test.

I Dpi per la protezione del medico e respiratore facciale

I dispositivi di protezione individuale che devono essere utilizzati dal medico e dal personale di studio comprendono un camice monouso idrorepellente, calzari, guanti, schermo facciale (se non disponibile, occhiali protettivi) e respiratore facciale (FFP2/FFP3). Oltre a utilizzare i dpi adeguati, è inoltre necessario effettuare sempre l’igiene delle mani. I guanti vanno sostituiti dopo ogni paziente e tutti i dpi non riutilizzabili devono essere smaltiti in un contenitore per rifiuti appropriato, effettuando l’igiene delle mani prima di indossarli e dopo averli rimossi. Il respiratore facciale deve coprire bene il naso, la bocca e il mento e va sostituito immediatamente se danneggiato, contaminato o umido.

CATANIA :FOCUS-DOMANI 28 – SU PIANIFICAZIONE, BUDGETING E REPORTING

 

Commercialisti Catania, “La cultura dei dati”

TSUNAMI COVID19, MODELLI DI RILANCIO PER LE IMPRESE

Domani, giovedì 28 maggio, ore 18.00, convegno organizzato dall’Ordine etneo
Tra gli ospiti: Luca Foresti, CEO del Centro Medico Santagostino e ideatore di “Immuni” e Andrea Panato, autore di Restartup

Ospiti

CATANIA

Con il mondo in evoluzione è necessario stare al passo con i tempi per fornire tempestivamente alle aziende report, dati e analisi dettagliate. Il commercialista, quindi, deve essere in grado di sfruttare al meglio gli strumenti a sua disposizione. Ed è su questi aspetti che si incentrerà il webinar di domani, giovedì 28 maggio 2020, con inizio alle ore 18.00, “La cultura dei dati: focus sui moderni strumenti di pianificazione, budgeting e reporting”.

 

Lavoro digitale, le offerte di aprile: ci sono anche Iliad e ...

 

Dopo i saluti del presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania Giorgio Sangiorgio, spazio agli esperti moderati da Daniele Virgillito, consigliere Odcec (delegato area aziendale consulenza direzionale). Il primo a “salire in cattedra” sarà l’imprenditore Luca Foresti,(nella foto sopra), il cui contributo sarà impreziosito dall’ampio know how del mondo finanziario. L’amministratore delegato del Centro Medico Santagostino, che vanta una rete di 20 centri polispecialistici (oltre mille medici e 73 specialità) sul territorio nazionale e che ha partecipato allo sviluppo dell’App anti-Covid “Immuni” (software di contact tracing scelto dal governo italiano per tracciare i contagi da coronavirus in Italia), parlerà di digitalizzazione dei processi ospedalieri.

A seguire parola ad Andrea Arrigo Panato, dottore commercialista e docente della Scuola di Alta Formazione Luigi Martino dell’Ordine di Milano. Si è già occupato di dati e della loro interpretazione nella stesura del suo libro “Restartup. Le scelte imprenditoriali non più rimandabili”. Numeri e statistiche saranno al centro del suo intervento grazie alla specifica esperienza maturata nella gestione ordinaria e straordinaria d’impresa. Panato, infatti, ricopre anche il ruolo di docente nella scuola di specialità in Procedure Concorsuali e Risanamento d’impresa e Finanza Aziendale.

Ulteriore approfondimento delle tematiche sarà affidato ad Aurelio Alizzio, iscritto all’Ordine etneo e vice presidente della commissione di studio area aziendale consulenza direzionale. Da anni è esperto di reporting digitale economico e finanziario. Con la continua evoluzione della tecnologia, infatti, si occupa della progettazione e il miglioramento dei processi di raccolta e digitalizzazione dei dati aziendali.

Coronavirus, i sindaci d’Italia chiedono chiarimenti a Conte sulle “misure per la Fase 2”

Una missiva dei sindaci d’Italia indirizzata al premier Giuseppe Conte perchè sia posta sotto riflettori nel corso della riunione della “Cabina di regia” -in videoconferenza -insieme ai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza con i rappresentanti delle regioni, province e  i capi delegazione della maggioranza per definire le misure per la fase 2.

 

Il premier Conte in una foto di archivio (ANSA/FILIPPO ATTILI CHIGI PALACE PRESS OFFICE) ©

 

Riportiamo il testo della lettera:

“Come sa, noi Sindaci, fin dall’inizio di questa emergenza, abbiamo garantito collaborazione al Governo con senso di responsabilità e in un sincero spirito di solidarietà tra istituzioni, che riteniamo doveroso. Oggi, confermando la nostra leale collaborazione, rivendichiamo alcune misure che riteniamo indispensabili per avviare la fase due, per una ripartenza vera, che non lasci indietro nessuno. E lo facciamo con la nostra abituale concretezza”, si afferma nella missiva che accompagna un documento contenente una serie di richieste, firmato dai sindaci dei Comuni capoluogo di Città metropolitane.

Titolo di città in Italia - Wikipedia

Al primo punto, l’Anci chiede al governo di conoscere prima del 4 maggio l’elenco delle attività che riaprono per adottare le misure necessarie in materia di mobilità e trasporto, per regolare gli orari di uffici ed esercizi, il corretto utilizzo da parte dei cittadini degli spazi pubblici (parchi, aree attrezzate, giardini, età).

L’Anci chiede poi di fornire “indicazioni chiare e inequivoche sul corretto utilizzo delle mascherine alla popolazione e ai lavoratori, assicurando disponibilità nelle farmacie ad un prezzo fisso calmierato”. Tra le richieste vi è poi quella di “coinvolgere direttamente i Comuni nella definizione delle misure e delle regole necessarie per una riapertura delle scuole in piena sicurezza per i bambini e i ragazzi”. E ancora: “assicurare ai comuni e alle città metropolitane risorse congrue per la spesa corrente, con particolare riferimento all’azzeramento dell’imposta di soggiorno, dell’imposta di occupazione del suo pubblico e alla forte riduzione della Tari”; “rifinanziare i cosiddetti buoni spesa già erogati dai Comuni e assegnare ai Sindaci un plafond di risorse per il sostegno al reddito strettamente legato agli effetti sociali ed economici dell’emergenza. Prevedere strumenti normativi e finanziari per il sostegno agli affitti commerciali domestici”; “prevedere che nell’ambito della liquidità che sarà resa disponibile dall’Ue all’Italia con gli strumenti finanziari straordinari una quota parte sia assegnata ai Comuni e alle Città metropolitane”.

Per quanto riguarda i trasporti, l’Anci chiede un “integrale sostegno finanziario al trasporto pubblico locale, inclusi i minori ricavi da perdita della bigliettazione e incentivi sulla micro mobilità elettrica, semplificazioni per la realizzazione di piste ciclabili”.

I Comuni chiedono anche di “puntare decisamente e senza indugi per la ripresa degli investimenti pubblici sui Comuni e sulle città metropolitane” e di riconoscere ai sindaci “poteri straordinari di natura commissariale per la realizzazione di opere di valore superiore a 1 milione di euro e una decisa semplificazione delle regole in materia di appalti di lavori e servizi. Prevedere, inoltre un finanziamento autonomo della funzione fondamentale delle Città metropolitane in materia di sviluppo economico e produttivo attribuita dalla legge statale”.

Per “le eventuali risorse assegnate alle Regioni, oltre a quelle già attribuite con precedenti provvedimenti”, i sindaci chiedono che queste “siano vincolate ad attività strettamente legate all’emergenza quali acquisto dpi per servizi essenziali e per popolazione, sanificazione uffici pubblici e spazi città, assistenza socio-sanitaria”. L’ultima richiesta è quella di “migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico per i numerosi settori produttivi colpiti duramente dall’emergenza in modo da assicurare a tutti liquidita in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare”.

 

Molte ombre di corruzione sulla Cassa edile- Interviene adesso Marcello La Rosa, difesa d’Ufficio

 

IL PRESIDENTE MARCELLO LA ROSA: «NUOVO CORSO PER LA CASSA EDILE CON STRUMENTI DI CONTROLLO VOLTI A GARANTIRE TRASPARENZA NEI PROCESSI»

«Il risultato investigativo eliminerà ogni ombra restituendo all’ente il ruolo di garante»

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CATANIA – 

«C’è grande amarezza per aver constatato presunte condotte illegali che hanno rovinato la reputazione di un Ente strategico per lo sviluppo del territorio come la Cassa Edile». A parlare è Marcello La Rosa,nella foto, presidente dell’Ente bilaterale di assistenza e mutualità che garantisce il rispetto della contrattazione nel settore delle costruzioni, in questi giorni al centro della cronaca per l’emissione “forzata” di Documenti unici di regolarità contributiva (Durc), che hanno avuto un peso – non indifferente – sugli esiti delle gare d’appalto edili nel capoluogo etneo.

Ad avviare le verifiche interne, proprio il nuovo presidente La Rosa (Ance) con l’ormai ex vicepresidente Giovanni Pistorio (Fillea Cgil) che, tra numerose difficoltà e diffidenze, di fronte a molteplici casi di Durc sospetti, presentarono una serie di querele in Procura. «Purtroppo, non si trattava di casi isolati – continua La Rosa – per ripulire le posizioni delle aziende, la Bni (Banca Nazionale Imprese) era stata più volte manomessa con regolarizzazioni manuali fra luglio 2013 e luglio 2018».

Un vero e proprio sistema fraudolento che è emerso nel 2018, a seguito della segnalazione di un imprenditore alla nuova governance della Cassa, insediatasi a marzo dello stesso anno. «Abbiamo dovuto avvalerci di una società specializzata – continua il presidente della Cassa Edile – per avviare un controllo a ritroso che ha messo in evidenza rimozioni manuali di debiti, nonché liquidazione di rimborsi malattie/infortuni sotto forma di crediti a favore di alcune imprese. Da lì è iniziato un periodo durissimo di scontri interni e tensioni. Un’escalation che ha spaccato letteralmente in due l’Ente, fino ad essere tacciato di tenere un atteggiamento ritorsivo nei confronti della vecchia governance. Si è reso necessario intraprendere un percorso di assoluta legalità teso ad azzerare vecchie logiche e meccanismi».

«Abbiamo insediato una nuova direzione e creato strumenti di controllo incrociato – continua la Rosa – volti a rafforzare e garantire l’assoluta trasparenza dei processi di rilascio del Durc, delle rateizzazioni, del pagamento delle malattie per le imprese e le prestazioni per gli operai. In questo periodo critico e delicatissimo per la stessa sopravvivenza della Cassa Edile, non abbiamo mai perso di vista il nostro lavoro: pur con tutte le difficoltà, il personale e la direzione hanno garantito regolarmente i servizi e le prestazioni per le imprese e i lavoratori nel pieno rispetto degli accordi territoriali e del contratto nazionale. In questo percorso ho potuto contare sul sostegno di Nino Potenza (Feneal Uil di Catania), di Giovanni Pistorio (Fillea Cgil Catania), del presidente Ance Catania Giuseppe Piana e della maggioranza del Comitato di Gestione della Cassa Edile. Un plauso alla Procura e al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza per il lavoro incessante che ha portato ad un ottimo risultato investigativo e che ha confermato i nostri sospetti iniziali. Il valore dell’azione giudiziaria, sono certo, inciderà sul futuro, restituendo all’Ente il prestigio e la professionalità che ha sempre avuto».

Anticorruzione: azioni di prevenzione e strumenti di contrasto. Si discute a Catania

 

Oggi 21 Giugno, ore 15.00, Dipartimento Scienze Politiche e Sociali

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Quali strumenti e modelli utili per il rilancio etico ed economico del settore

CATANIA

Non solo una questione etica che lede i principi della convivenza sociale di qualsiasi società civile, ma anche un ostacolo alla crescita, alla competitività del Paese, alla libera concorrenza: il fenomeno della corruzione rappresenta tutto questo, in uno scenario che impone un dibattito fondamentale su azioni di prevenzione e strumenti di contrasto.

L’ultimo report in materia è quello della Convenzione delle Nazioni Unite che ha promosso l’Italia riconoscendo «una serie di passi avanti per promuovere la trasparenza generale a livello governativo e l’uso di dati aperti per esempio sulla trasparenza delle informazioni sugli appalti». Ma tali strumenti e i modelli gestionali esistenti sono efficaci?

Alla possibile risposta è dedicato il convegno nazionale che si terrà oggi , alle 15.00, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania (via Vittorio Emanuele II, 49), organizzato dall’Associazione Italiana Cultura Qualità (Aicq) – Settore Costruzioni insieme agli Ordini professionali etnei di Ingegneri, Architetti, Commercialisti e Avvocati, la Fondazione Ingegneri, con il supporto di Ance Catania, a cui si aggiunge il patrocinio di Accredia.

Sarà occasione, da un lato, per approfondire la conoscenza degli strumenti necessari per rilanciare il comparto edile, sia in termini economici che etico-comportamentali; dall’altro, per promuovere lo sviluppo di una mentalità orientata alla gestione dei rischi nel mercato legati al fenomeno della corruzione.

Il convegno – dal titolo “Modelli organizzativi e certificazione: strumenti utili per la prevenzione della corruzione?” – sarà aperto dagli interventi dal direttore del Dipartimento universitario di Scienze Politiche e Sociali Giuseppe Vecchio, e dai presidenti Giuseppe Platania (Ordine Ingegneri),Mauro Scaccianoce (Fondazione Ingegneri), Claudio Rosso (Aicq nazionale), Pietro Vitiello (Aicq Sicilia), Pietro Fedele (Aicq Settore Costruzioni).

Introdurrà i lavori Antonino Santonocito, che ha fortemente voluto l’evento in qualità di coordinatore nazionale Aicq di Comitati e Settori.

In programma gli interventi del consigliere Anac Ida Angela Nicotra sul Piano Nazionale Anticorruzione; del direttore generale Accredia Filippo Trifiletti sul modello gestionale certificato; e del procuratore aggiunto di Catania Francesco Puleio su investigazioni e aspetti patrimoniali nel contrasto alla corruzione.

Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno: il docente ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico Felice Giuffrè e i presidenti Alessandro Amaro(Ordine Architetti PPC), Giuseppe Piana (Ance Catania), Giuseppe Platania (Ordine Ingegneri), Giorgio Sangiorgio (Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili), Marco Tortorici (Ordine Avvocati). Modererà il giornalista dell’agenzia Ansa Mimmo Trovato.

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