Il Consiglio dei Ministri ha approvato il taglio delle tasse di 8 miliardi nella Manovra 2022. Sotto i riflettori Quota 100 che non sarà più prorogata ma si parla di Quota 102-104 Approvato all’unanimità il Documento programmatico di bilancio che oggi è stato già inviato a Bruxelles. . Confermato nel 2022 lo stanziamento per il reddito di cittadinanza previsto per il 2021 e proroga al 2023 del superbonus -che esclude stavolta il restauro delle facciate edifici tra la sorpresa dei tecnici italiani – e degli altri bonus per l’edilizia,
“Visto che nel Documento programmatico di bilancio ci sono solo macro-voci”, “ogni decisione sul superamento” della riforma delle pensioni del primo governo Conte “può essere rinviata”. “Vengono previsti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario”, avverte il Cdm.
La Lega ha espresso una “riserva politica” sulla riforma di quota 100, che sarebbe passata – stando alla formulazione messa a punto dal ministro dell’Economia Daniele Franco con il sostegno del premier Mario Draghi- per quota 102 nel 2022 fino a ‘quota 104’ nel 2023. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero”, le parole del ministro Giancarlo Giorgetti al termine del Cdm.
“Sul reddito di cittadinanza il governo stanzia un miliardo in più ma cambieranno le modalità di assegnazione e, soprattutto aumenteranno i controlli
Quota 102 nel 2022, come funziona
Quota 102 per le pensioni nel 2022, per poi passare a quota 104 l’anno successivo, nel 2023. Sarebbe questa la proposta avanzata nella cabina di regia sul Dpb e poi anche in Cdm dal ministro dell’Economia Daniele Franco per riformare quota 100, bandiera della Lega approvata dal primo governo Conte per superare la legge Fornero. In sintesi, con quota 102 si può ambire alla pensione a 64 anni, con 38 di contributi all’attivo. Con quota 104 l’asticella dei requisiti salirebbe di due anni.
REDDITO CITTADINANZA – Per il 2022 erano previsti 7,6 miliardi, come tendenziale, mentre ora sono stati previsti -hanno riferito fonti di governo a Cdm in corso- 8,8 miliardi, quindi circa un miliardo in più. La somma, iscritta nel bilancio è dunque 8,8 miliardi, prevista per il 2023.
Sul fronte dell’occupazione , coinvolgendo anche le aziende private e semplificando l’accesso agli sgravi per quelle che assumono chi percepisce il rdc.
“Abbiamo deciso di rifinanziare ulteriormente il Reddito di cittadinanza, che è stato e continua ad essere una misura importantissima per molte famiglie, e abbiamo anche previsto dei correttivi per punire quei cittadini disonesti che pensano di poter fare i “furbetti” ” scrive in un post su Facebook il ministro Federico D’Incà. “Abbiamo previsto un investimento da 8 miliardi di euro per abbassare le tasse alle imprese e far avere così delle buste paga più ‘pesanti” ai lavoratori'”.
CUNEO FISCALE – Nel comunicato di Palazzo Chigi non si menziona esplicitamente il taglio del costo del lavoro con un intervento sul cuneo fiscale ma si indica più genericamente l’obiettivo di ridurre il carico fiscale su “famiglie e imprese”. Si vedrà nell’articolato della manovra se si interverrà sull’Irpef o sui contributi che paga il datore di lavoro o, se l’intervento interesserà altre imposte come l’Irap.