Sanità, conclusioni della Commissione Affari sociali della Camera: mancano 4500 medici e, soprattutto diecimila infermieri,carenza posti letto, scoppiano i pronto soccorso

 

Sala operatoria veterinaria

 

 

 

L’indagine della Commissione Affari sociali della Camera sull’emergenza-urgenza in Italia e la situazione dei pronto soccorso rivela “una situazione critica, che oggi in Italia rappresenta la ‘punta dell’iceberg’ e la conseguenza di problemi complessi, spesso inveterati, connessi gli uni con gli altri”, tra le cause “la mancanza di 4.500 medici e 10mila infermieri, i tempi di attesa per il ricovero (boarding), la carenza di posti letto disponibili nei reparti di degenza causata e la difficoltà a garantire un turnover adeguato del persone”. Gli accessi al pronto soccorso, secondo l’indagine, “hanno raggiunto numeri elevatissimi, che secondo alcune stime dovrebbero superare i 20 milioni l’anno, con un incremento in determinati periodi, legato alla stagionalità di fattori epidemiologici e alla mobilità della popolazione (periodo influenzale e periodi di vacanza e turismo)”.

Inoltre, è stato riscontrato “l’elevato numero di accessi impropri: numerosi sono gli assistiti che si auto-presentano al pronto soccorso; il numero di ‘codici verdi’ e di ‘codici bianchi’ supera abbondantemente il 50% degli accessi totali“.

Le conclusioni della Commissione, dopo avere ascoltato nelle audizioni tutti i rappresentanti del settore dalle società scientifiche ai sindacati di categoria, sono state raccolte in un documento conclusivo approvato ieri, e indicano diversi punti su cui intervenire: il potenziamento della medicina del territorio; maggiore disponibilità di posti letto; riduzione delle liste di attesa; riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza; potenziamento del personale; tutela del personale sanitario; promozione della diffusione di corrette informazioni presso la popolazione.

Le soluzioni al grave problema della Sanità

Ecco le soluzioni individuate:

1) Potenziamento della medicina del territorio. A conclusione dell’indagine, “sembra non esserci dubbio sul fatto che, se si vuole provare a risolvere la situazione problematica in cui versa attualmente la medicina di emergenza-urgenza, sia fondamentale realizzare una vera e propria riforma del sistema nel suo complesso, potenziando la medicina territoriale. Solo agendo in questa direzione si potrebbero intercettare le richieste di salute non connotate da effettiva urgenza, che attualmente si concentrano impropriamente sul pronto soccorso, con gravi conseguenze sul piano del sovraffollamento”.

2) Maggiore disponibilità di posti letto. “Dalla riorganizzazione della medicina del territorio, dallo sviluppo delle strutture intermedie per le cure a bassa intensità, dalla maggiore integrazione ospedale-territorio, dovrebbe derivare una maggiore disponibilità di posti letto ospedalieri e il turnover di questi ultimi. Occorre, infatti, decongestionare il pronto soccorso sia in entrata che in uscita, attraverso l’allocazione appropriata delle basse priorità, da un lato, e assicurando le cure a elevata intensità ai pazienti che ne necessitano, dall’altro. L’approccio corretto al problema, dunque, passa sia attraverso l’erogazione di risorse che mediante la rimodulazione dei modelli organizzativi”.

3) Riduzione delle liste di attesa. “Il problema delle liste d’attesa rappresenta una delle cause principali del sovraffollamento dei pronto soccorso. Occorre, dunque, individuare una soluzione volta ad affrontare il problema in modo organico. In tal senso, oltre alle disposizioni recate dalla Legge di bilancio per il 2024, che prevedono l’incremento delle tariffe orarie per tutte le prestazioni aggiuntive espletate dal personale medico e del comparto sanità, dal 2024 al 2026 nonché la previsione per cui le regioni possono utilizzare una quota non superiore allo 0,4% del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2024 per il recupero delle liste di attesa, presso il Ministero della Salute è stato istituito il Tavolo tecnico per l’elaborazione e l’operatività del Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa 2024-26, con l’obiettivo principale di innovare radicalmente gli strumenti di monitoraggio dei tempi di attesa al fine di renderli sempre più tempestivi e precisi, e prontamente disponibili per la programmazione”.

4) Riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza. Occorre agire anche sul piano dei modelli organizzativi, in modo da rendere più efficiente il sistema dell’emergenza. “Da più parti è stata sollevata, inoltre, l’esigenza di procedere alla revisione del decreto ministeriale n. 70 del 2015, in modo da realizzare compiutamente l’integrazione della rete dell’emergenza-urgenza nella rete ospedaliera. Tra le misure non procrastinabili, è stata individuata l’implementazione di percorsi alternativi per la presa in carico e la cura di situazioni classificabili come ‘urgenze minori’, quali i percorsi a gestione infermieristica ‘see and treat’ e i percorsi di presa in carico precoce ‘fast track’, attivabili per codici a bassa e media complessità assistenziale. Di primaria importanza appare anche l’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale del Numero unico per le emergenze 112, nel quale viene convogliato, tra gli altri, il numero 118”.

5) Potenziamento del personale. “Non c’è soluzione indicata che non passi dal superamento dei tetti di spesa per consentire il reclutamento di nuovo personale sanitario. Per quanto concerne specificamente la medicina di emergenza-urgenza, il problema sembra essere legato anche alla scarsa attrattività del settore, per le ragioni che sono state più volte evidenziate. Uno degli strumenti ritenuti idonei ad attrarre il personale sanitario verso questo settore è la previsione di incentivi, non solo economici”.

6) Tutela del personale sanitario. “È stata sollevata da più parti, da un lato, l’esigenza di tutelare il personale sanitario che opera nell’ambito della medicina dell’emergenza-urgenza contro le aggressioni fisiche e verbali, che colpiscono in modo particolare questa categoria di professionisti della sanità”.

7) Promozione della diffusione di corrette informazioni presso la popolazione. “Un aspetto del problema è considerato la mancanza di una cultura sanitaria, per cui accade che i cittadini non riescano a valutare i propri bisogni, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al sistema dell’emergenza, non riuscendo a distinguere un bisogno di assistenza sanitaria urgente da un sintomo che può essere affrontato in sede di medicina generale”.

NATALE DI SANGUE IN LIBIA: KAMIKAZE SI FA ESPLODERE ALLA SEDE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI

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Libia, attacco kamikaze alla sede del Ministero degli Esteri Stando alle prime informazioni fornite dai media, in pochi minuti si sarebbero verificate una forte esplosione e poi diversi colpi di arma da fuoco. Testimoni oculari hanno affermato di aver visto una densa colonna di fumo alzarsi dalla sede del Ministero degli Esteri, dove è avvenuto l’attentato. Oltre alle tre vittime ci sarebbero anche cinque persone rimaste ferite nel corso dell’attacco. Di queste non si conoscono ancora le condizioni.

Le dinamiche dell’attacco: il kamikaze sarebbe riuscito a farsi esplodere all’interno dell’edificio La dinamica dell’attentato è ancora poco chiara né è stato reso noto con esattezza il numero di persone che hanno condotto l’attacco contro la sede del ministero. Stando ad alcune indiscrezioni emerse, sembra che si sia trattato di un vero e proprio attacco condotto da numerosi terroristi armati. Il kamikaze sarebbe riuscito comunque a farsi esplodere all’interno dell’edificio, forse al secondo piano.

Secondo altra ricostruzione, prima sarebbe esplosa un’autobomba di fronte all’edificio. Poi, all’interno del ministero è iniziata una sparatoria con “tre o quattro aggressori“. Una seconda esplosione, provocata questa volta da un kamikaze, si è verificata invece al secondo piano del palazzo. C’è chi parla di un colpo dell’Isis, ma non ci sono rivendicazioni al momento in c ui scriviamo

Nonostante l’impegno internazionale,in particolare dell’Italia che in questi giorni si è recato in Libia per rafforzare le relazioni con l’Italia, la situazione in Libia resta particolarmente critica e complessa con gli attentati che continuano a minare la stabilità del paese che da tempo vive una situazione politica sociale molto difficile