L’Onu non conta più: chi è più forte e ha mezzi militari comanda nel mondo

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Tre gli obiettivi colpiti nella notte: un centro di ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche a ovest di Homs, un altro deposito e un centro di comando sempre nei pressi di Homs. Oggi fonti di Damasco avevano parlato di tre feriti tra i civili siriani nel contro Homs ma il responsabile del dipartimento operativo dello Stato maggiore russo, Sergei Rudskoi, ha smentito la notizia: “Sulla base delle prima informazioni – ha detto – non ci sarebbero vittime tra i civili e i soldati siriani”.

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Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno lanciato contro gli obiettivi siriani  oltre 100 missili . “Il sistema di difesa aerea siriana è stato attivato – ha riferito il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass – una parte considerevole dei missili cruise e aria-terra è stata abbattuta prima di raggiungere gli obiettivi”. Nessuno dei missili lanciati da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna è entrato nella zona della difesa area russa dispiegata a Tartus e Hmeymim. La Russia, ha precisato il ministro della difesa russo, “non ha dovuto usare le sue difese per rispondere all’attacco” in Siria.

Quel che sconcerta in Europa è che le Nazioni Unite, dove si dovrebbe deliberare un simile attacco, è stato congelato e dimenticato dagli alleati autori degli interventi militari.

Un cacciatorpediniere Usa naviga verso la Siria quale risposta all’orribile attacco nei pressi di Damasco

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Il presidente americano D.Trump ha mantenuto la parola.  Un cacciatorpediniere Usa con missili guidati — sta navigando verso la costa della Siria, per dare  una risposta forte contro il regime di Bashar al Assad per l’attacco con armi chimiche di Douma.

In un incontro nella notte italiana con i leader militari americani, il presidente ha ribadito: “Prenderemo una decisione stasera o comunque a breve. Non possiamo permettere che questo accada nel mondo, soprattutto quando siamo in grado, grazie alla potenza degli Stati Uniti, di fermare tutto questo”. “Siamo la più grande forza combattente nel mondo – ha rivendicato ancora Trump, rivolto ai militari – Questi uomini e queste donne sono persone incredibili, dal talento incredibile. E stiamo prendendo decisioni a proposito di cosa fare con l’attacco orribile avvenuto nei pressi di Damasco. E risponderemo, risponderemo con la forza. Non dico quando, perché non mi piace parlare dei tempi”.

E intanto è arrivata una seconda telefonata in due giorni con Emmanuel Macron. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti e il presidente francese hanno avuto ieri un colloquio telefonico – dopo quello di domenica – “per continuare il loro coordinamento nella risposta all’atroce uso di armi chimiche da parte della Siria”. “Il presidente si sta consultando in maniera stretta con alleati e partner per definire la risposta adeguata. . “In questo momento, gli Stati Uniti non stanno conducendo raid aerei in Siria”, e “la manifestazione della volontà di rimuovere le nostre truppe” dalla Siria “non riduce assolutamente l’  abilità americana ” di agire nei confronti dei responsabili dell’attacco. ”

DIRITTI UMANI CALPESTATI, TREGUA GIA’ VIOLATA IN SIRIA: IL DOLORE DELL’UOMO QUI E’ UGUALE A QUELLO DELL’INFERNO

 

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Violata già subito la tregua deliberata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che aveva dichiarato uno stop ai combattimenti di almeno 30 giorni.   In Siria sono ripresi subito i raid e gli scontri all’indomani del voto unanime al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.. Elicotteri del regime di Damasco hanno sganciato oggi barili bomba sui sobborghi della Goutha orientale controllati dai ribelli,secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani che parla di una donna uccisa e diversi feriti nella località di Hammuriyeh. Nell’ultima settimana almeno 500 civili sono stati uccisi nei raid siriani, creando un’ondata di sdegno internazionale che ha portato alla risoluzione dell’Onu.

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Fonti vicine al governo di Bashar al Assad riferiscono che le forze di Damasco e le milizie alleate hanno avviato un’operazione per invadere la Ghouta orientale, a est della capitale. Vi sono notizie di scontri armati , mentre un comandante ribelle ha riferito che è stato respinto un tentativo dell’esercito siriano di penetrare nella regione. Almeno 25 soldati di Damasco sarebbero stati uccisi. Si segnalano anche scontri armati fra le forze turche e i combattenti curdi nella regione settentrionale siriana di Afrin.   La morte ormai cammina in ogni strada della Siria..

 

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Inferno siriano: obitori pieni, tombe senza più posti, massacro di bambini…..

 

 

Sono finora 296 morti – compresi 71 minori –  il bilancio delle vittime nei bombardamenti contro la Ghouta orientale, sobborgo di Damasco in mano ai ribelli.

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“Sono stati sganciati barili bomba su diverse zone”, anche su Arbeen, Douma, e Hammouriyeh. “Gli obitori sono pieni e nelle tombe non c’è più posto per altri corpi”, secondo gli attivisti.

ONU – “Profonda preoccupazione” è stata espressa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per l’escalation di violenza degli ultimi giorni nella Ghouta orientale. “Il segretario generale è profondamente preoccupato per il peggioramento della situazione nella Ghouta orientale e per il suo impatto devastante sui civili”, ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric.

Guterres ha invitato tutte le parti a rispettare i principi fondamentali del diritto umanitario, compresa la protezione dei civili durante i conflitti armati, ha sottolineato il portavoce. “Quasi 400mila persone nella Ghouta orientale sono soggette ad attacchi aerei e bombardamenti”, ha proseguito Dujarric. Assediati dalle forze governative siriane, i residenti della Ghouta orientale “vivono in condizioni estreme”, soffrendo “in particolare di malnutrizione”.

Guterres ha infine ricordato che la Ghouta orientale è stata indicata come una delle zone di de-escalation da Russia, Iran e Turchia e ha invitato tutte le parti in conflitto a rispettare “i loro impegni in questo senso”, ha concluso il portavoce.

 

Kalin è tornato a negare che ieri le forze filogovernative siriane siano entrate nella località di Afrin e ha ribadito che sono state respinte dalle unità dell’artiglieria turca.  “Chiediamo al regime siriano di porre fine al più presto a questi attacchi“, ha aggiunto Kalin, “questo è un crimine contro l’umanità”.  La Siria sembra staccata dal mondo intero. Non c’è più pace in questa porzione del territorio meta dei terroristi.

Inferno di morti e feriti in Siria – Il mondo sta a guardare ed ancora è in silenzio…….

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L’inferno si trova ad  est della capitale siriana Damasco. Secondo quanto denunciato dagli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 733 civili sono rimasti uccisi o feriti nelle ultime 36 ore di bombardamenti del regime di Bashar al-Assad. E’ il bilancio più grave dal 2015.

Finora “123 persone sono state uccise, tra cui 27 bambini, nel bombardamento isterico sulla regione della Ghouta orientale”,  610 civili sono stati feriti.

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 “Perché il mondo è ancora in silenzio? In Siria nessuno interviene ma qui la realtà è atroce-

La Ghouta orientale è da settimane teatro di intensi raid da parte delle forze governative. Si tratta di una delle ultime aree rimaste sotto il controllo dei ribelli: le forze fedeli al regime la assediano da oltre quattro anni. Nell’area è in corso anche una grave crisi umanitaria poiché gli aiuti arrivano con il contagocce e mancano medicinali e generi di prima necessità.  Il mondo non vuol intervenire, preferisce guardare l’orrore creato in Siria.

 

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Alta tensione nei cieli: un F16 israeliano abbattuto da missili antisiriani

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Combattimenti in volo.La notizia è confermata dall’agenzia di stampa , trasmessa alla nostra Redazione di Sud Libertà e dunque un aereo F16 israeliano è stato abbattuto da missili anti-aereo siriani. Il caccia era impegnato in un’azione contro obiettivi iraniani in Siria, scattata dopo che l’esercito israeliano ha intercettato e abbattuto un drone iraniano decollato dal territorio siriano e diretto verso lo Stato ebraico. Si sa che i due piloti dell’F16 abbattuto sono riusciti a paracadutarsi fuori, uno dei due è gravemente ferito. L’aereo è precipitato nel nord di Israele.

Secondo l’agenzia di stampa siriana Sana, il sistema di difesa anti-aerea avrebbe “colpito più di un velivolo“. Il portavoce dell’Esercito israeliano, il generale Ronen Manelis, ha detto: “Abbiamo identificato un drone iraniano decollato dal territorio siriano. Il drone è stato intercettato dai sistemi dell’Esercito e abbattuto da un elicottero. Il drone è caduto nel nostro territorio ed è in nostro possesso“.

Il generale ha quindi spiegato che, nell’ambito del sistema di difesa del Paese, “sono state attivate le sirene, ma non c’è stato nessun pericolo per gli abitanti di Beit She’an”, dove è avvenuto l’incidente. Si è trattato di “un grave attacco iraniano al territorio israeliano, l’Iran sta trascinando la regione in una situazione in cui non si sa come andrà a finire. Siamo preparati a rispondere ad una varietà di incidenti, chiunque sia responsabile per questo incidente ne pagherà il prezzo”.

L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto nuovi raid contro obiettivi in Siria.

Nel secondo round di “attacchi su larga scala” condotti da aerei israeliani in Siria sono stati colpiti 12 obiettivi iraniani e siriani, nonchè quattro batterie di difesa anti-aerea siriana.

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Tre combattenti delle forze filoregime sono rimasti uccisi nei blitz condotti contro una base aerea in Siria. Nel bombardamento nella provincia centrale di Homs è stato distrutto inoltre un deposito di munizioni ed è stata colpita un’auto. La base attaccata, nota come aeroporto militare T4, è una struttura utilizzata dalle forze di governo e dalle milizie sue alleate. La tensione è diventata altissima e non si escludono altre reazioni.