Thierry Di Vietri con il singolo “Come se” lancia un grido di sfida al perverso sistema della vita

 

DI LUCILLA CORIONI

Un singolo decisamente coraggioso, evocativo di quella tendenza musicale fine anni Settanta, che ci riporta alla canzone che “non ha paura” di rischiare.
Si tratta di “Come se” di Thierry Di Vietri, artista a tutto tondo, che attraverso la musica, le canzoni e la recitazione, lancia un grido interiore e pacifico di sfida alla grande bugia del sistema.
Come se… è anche un modo di dire, un modo di fare, “fai come se fosse”, “immagina come se fosse”, poiché siamo abituati alle simulazioni, alle proiezioni future, finiamo dentro ai sondaggi, alle malattie, quindi – con queste proiezioni e in qualche modo – “dobbiamo” finirci dentro, coi nostri obbligati e omologanti “devo dire, devo fare”.
Fortunatamente ci restano i dettagli, le azioni private, i ricordi di un maglione arancione, la voglia di mordere, un lucidalabbra con un sapore che ci rimane in testa.
Ci resta il sentimento di una storia d’amore, in una canzone di vita, che spesso è fatta dai particolari e da ciò che abbiamo colto, raccolto in maniera del tutto personale.

Note artistiche

Thierry Di Vietri incontra il suono grazie al pianoforte e alla musica classica, per poi spaziare dalla canzone d’autore alla musica pop, fino al grunge. Da qui l’idea di una canzone spogliata, intima, con melodie d’atmosfera e quotidianità, che si coglie nei testi e nella ricerca delle parole.
Ama la comunicazione e la relazione. Non ama gli allevamenti intensivi.

“Mezzogiorno di fuoco”, Conte alla sfida dell’Aula alle ore 12 ha frecce da scoccare nel duello contro Renzi “il flagello-distruttore”

 

Clint Eastwood, 90 anni di successi: dal western ai polizieschi alla regia  impegnata - La Stampa

”  Mezzogiorno di fuoco”, oggi alle 12 in Camera    Ricordate il  film ambientato nella cittadina di Hadleyville, nel territorio del Nuovo Messico che  narra la vicenda di uno sceriffo  moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che sta per giungere in città,a mezzogiorno, ma viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini e getta alla fine sulla polvere con disdegno la stella di sceriffo?.    Oggi alle 12 il premier Giuseppe Conte sfida il teorema -assurdo e immotivato è il coro della maggioranza -di Matteo Renzi con il quale il recupero politico  appare insanabile. Nonostante oggi anche Nicola Zingaretti sia sceso in campo in difesa del premier Conte ed abbia fatto appello alle “forze democratiche, liberali e europeiste” ad un unità “per salvare il paese”, i numeri soprattutto al Senato sembrano garantire, anche grazie all’astensione di Iv, una maggioranza relativa, che dovrebbe essere sufficiente a mantenere in sella il governo ma non a d avere la serenità per affrontare i problemiCrisi di governo, Renzi-Conte e quel feeling (impossibile): «Incapace»,  «pensa a sé»- Corriere.it

Va ricordata l’ indecenza in un momento in cui il Paese attraversa il periodo più drammatico della sua storia, dopo la seconda guerra mondiale, dimostrata da   un leader irresponsabile capace di aver creato le condizioni per provare ad affondare la compagine governativa. Un momento in cui le imprese chiudono per mancanza di soldi e ristori continui, la disoccupazione sale vertiginosamente,i giovani del Sud sono sempre più disperati,  il denaro non scorre più come un tempo neanche nella forma di contributi afondo perduto per aprire una sorta di bottega commercaile, il Sud accresce il divario con il resto del Paese e risulta ancora più penalizzato perchè nonostante l’impegno di Conte che prevede nella sua agenda il rilancio del Sud, con questo modus operandi di alcuni politici deteriori difficilmente si potranno recuperare ritardi e superare incertezze in buona parte addebitabili alla situazione di emergenza.

Dal canto suo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta provando, con dichiarazioni, atti concreti e dialoghi informali, a creare quel clima di unità nazionale che mese dopo mese- si sta perdendo nel Paese e che è necessario per affrontare virtuosamente l’emergenza pandemica. Nella consapevolezza che la caduta del governo, in queste circostanze, rappresenterebbe per lui un macigno difficile da rimuovere  Ecco, quindi che diventa più agevole pensare ad un terzo incarico per Conte- stimatissimo da Mattarella – in caso di naufragio al Senato

“Gli scenari sono aperti a favore di Conte”,immagine della correttezza e dell’interesse pubblico istituzionale ammette con franchezza il ministro Peppe Provenzano. Il premier si presenterà alle 12 alla Camera e martedì mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo.   Intanto  alla Camera Italia viva” perde pezzi – dopo Vito De Filippo oggi anche Michela Rostan annuncia che voterà la fiducia – vedremo al Senato cosa avverrà.   Sono tutti parlamentari  quelli di Renzi che hanno ricevuto il voto e sono stati eletti con il Pd.

I dati sicuri sulla riconferma a Palazzo Madama, si apprende anche dopo un vertice di maggioranza con il ministro D’Incà e i capigruppo,  sono attestati su  151 senatori.

Ricordiamo qui   gli annunci pubblici di diversi leader sull’operato di Renzi visto adesso come un flagello-distruttore dalla sinistra, l’autore di una crisi immotivata difficilmente arginabile

“Il mio obiettivo non è mai stato cacciare Conte ma non sarò compartecipe di disegni mediocri, voteremo le misure che servono al paese ma non siamo in maggioranza”, afferma Renzi imbarazzato e sorpreso perchè non si aspettava il coro di critiche vibrate sulla sua persona e sul gruppo da lui fondato.Lui teme di tornare a elezioni, fattispecie che ne annullerebbe il potere parlamentare. Per il Pd e M5s l a crisi italiana ha una sola firma ed è quella dell’ex premier.     Tralasciamo anche la solidarietà e il sostegno oceanico ricevuto dal premier Conte sul Web, simbolo dell’Italia migliore e pulita. Un evento mai avvenuto finora. “Una cosa e’ rilanciare – attacca Nicola Zingaretti – un’ altra cosa è distruggere. Se non si rispettano le opinioni degli altri, avendo la presunzione di tenere in considerazione solo le proprie, allora viene meno la fiducia e la possibilità di lavorare insieme”.

Il Pd in direzione dà il via libera al passaggio parlamentare di Conte, “è un dovere e non un diritto chiedere la fiducia”, precisa il leader dem. E si aggiorna a dopo il passaggio al Senato per capire i passi successivi, tutti ancora da decidere alla luce dei numeri. “Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili e non aventi diritto         a governare”, è l’impegno di Luigi Di Maio mentre M5s ripete ancora una volta per voce di Vito Crimi, Alfonso Bonafede e dei capigruppo M5S, che “Renzi ha fatto una scelta molto grave che ha separato definitivamente le nostre strade”.

 

 

“Urdema sagliuta”: viaggio spirituale ed emozionale di Monica Marra

Ufficio Stampa e Comunicazione di L.Corioni

 

Tra suoni ancestrali e sonorità moderne, L’urdema sagliuta è il racconto del viaggio  spirituale ed emozionale compiuto da un’artista che vive per realizzare il proprio sogno, durante il quale rischia di perdersi.

Le difficoltà si moltiplicano e la grande sfida è quella di mantenere saldo lo scopo, il focus e l’intento per il quale si lotta.

Raggiunta la maturità professionale, Monica Marra si getta con energia e determinazione verso quella salita che, come una onda potente, può afferrarla e trascinarla via con sé oppure guidarla verso la giusta strada della vita.

Come un mantra, la lingua napoletana evoca sonorità richiamanti la terra gitana, araba, indiana e moderna attraverso contaminazioni digitali e tecniche canore sperimentali, dove voce e suono si trasformano in strumenti di guarigione e di rinascita.

Frutto di un’evoluzione interiore, l’urdema sagliuta unisce percorso spirituale a quello artistico nello spettacolo “La sirena mi canta dentro”, da lei scritto, nel quale  Monica incarna la sirena Partenope.

Il brano, firmato da Michele Buonocore, arrangiato da Ennio Mirra e prodotto da Future Artist, appartiene all’’etichetta discografica indipendente #evergreen ed è inserito nella raccolta Musica senza Tempo Vol.1.

Biografia artistica

 

Monica Marra, nata a Napoli nel 1977, è stata definita voce mantra della musica napoletana.

Inzia la carriera solista con la corale “Gli Angeli”,  esibendosi in VATICANO dinanzi al Papa Giovanni Paolo II anno nel 1996.

Dopo aver partecipato e vinto il Concorso Voci Nuove del Comune di Napoli, va in finale a Una voce per Sanremo nella città dei fioririsultato che la porterà alla conquista del Premio Mia Martini.

Nel 2017 si avvicina al mantra madre di Selene Calloni, con Loredana Salomone; la sua “voce mantra”, originale e unica, diventa riconoscibile e amata dalla gente.

Si esibisce  quindi in spettacoli e seminari con tecniche vibrazionali di secondo livello e rituale dei sensi Osho Shamanic e School Waves of Energy insieme a Anatta Agim.

Nel 2018 e 2019 porta la melodia napoletana in concerto anche in altri paesi come Francia e Spagna.

Nasce così la sua collaborazione con Carlo Faiello che confeziona un inedito per lei dal titolo Madre Nera (Finalista Festival di Napoli New generation 2017) , riscuotendo consensi di critica e pubblico.

Conte all’Ue: occorrono strumenti innovativi quali titoli di Stato europei per assicurare un futuro alle famiglie e ai nostri figli

 

Cara Ursula,
ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri,  ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale e, in particolare, al nostro personale sanitario, che, con grande sacrificio e responsabilità, è severamente impegnato nel fronteggiare questa emergenza. Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti, travalicando i confini nazionali e ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l’Europa non per l’Italia, ma per se stessa.

In questi giorni ho ricordato spesso come l’emergenza che stiamo vivendo richieda una risposta straordinaria, poiché la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l’esistenza stessa della casa comune europea. Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come “unione” da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico.

 

Ue, Ursula von der Leyen eletta presidente della Commissione: "La ...

 

L’Italia sa che la ricetta per reggere questa sfida epocale non può essere affidata ai soli manuali di economia. Deve essere la solidarietà l’inchiostro con cui scrivere questa pagina di storia: la storia di Paesi che stanno contraendo debiti per difendersi da un male di cui non hanno colpa, pur di proteggere le proprie comunità, salvaguardando le vite dei suoi membri, soprattutto dei più fragili, e pur di preservare il proprio tessuto economico-sociale.
La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c’è altro tempo da perdere.

Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano “Sure” da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro.

Ma le risorse necessarie per sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in sicurezza occupazione e redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più. E questo non vale certo solo per l’Italia. Per questo occorre andare oltre.
Altri player internazionali, come gli Stati Uniti, stanno mettendo in campo uno sforzo fiscale senza precedenti e non possiamo permetterci, come italiani e come europei, di perdere non soltanto la sfida della ricostruzione delle nostre economie, ma anche quella della competizione globale.

Quando si combatte una guerra, è obbligatorio sostenere tutti gli sforzi necessari per vincere e dotarsi di tutti gli strumenti che servono per avviare la ricostruzione.
A questo proposito, nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico. Come ho già chiarito, questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri.

Si tratta – piuttosto – di sfruttare a pieno la vera “potenza di fuoco” della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, e a tutti i nostri figli.
Al termine dell’ultimo Consiglio europeo dello scorso 26 marzo, ci siamo dati due settimane di tempo per raccogliere questa sfida. Purtroppo, alcune anticipazioni dei lavori tecnici che ho potuto visionare non sembrano affatto all’altezza del compito che la storia ci ha assegnato.

Si continua a insistere nel ricorso a strumenti come il Mes che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi da perseguire, considerato che siamo di fronte a uno shock epocale a carattere simmetrico, che non dipende dai comportamenti di singoli Stati.
È il momento di mostrare più ambizione, più unità e più coraggio. Di fronte a una tempesta come quella del Covid-19 che riguarda tutti, non serve un salvagente per l’Italia: serve una scialuppa di salvataggio solida, europea, che conduca i nostri Paesi uniti al riparo. Non chiediamo a nessuno di remare per noi, perché abbiamo braccia forti.

“Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani”, hai scritto ieri nel tuo intervento. Sono pienamente d’accordo. Il 2020 sarà uno spartiacque nella storia della Ue. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere, anche ai posteri, delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.

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