Si è svolta, al Palazzo del Quirinale, la tradizionale cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno tra il Corpo Diplomatico e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Dopo l’indirizzo di saluto augurale del Cardinale Emil Paul Tscherrig, Decano del Corpo Diplomatico – Nunzio Apostolico, il Presidente Mattarella ha rivolto un discorso ai Capi delle Missioni Diplomatiche accreditati presso la Repubblica Italiana.
Alla cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, hanno partecipato il Ministro Antonio Tajani, il Vice Ministro e i Sottosegretari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il Presidente Sergio Mattarella con Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli,
Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giorgio Silli, e Maria Tripodi, Sottosegretari di Stato al Ministero
degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico
Si è svolta nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di consegna dei Premi “Presidente della Repubblica” per gli anni 2020 e 2021 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e delle Borse di Studio in memoria dei Maestri Goffredo Petrassi e Giuseppe Sinopoli.
Sono intervenuti il Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maestro Michele Dell’Ongaro, il Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca, Maestro Marco Tirelli, e il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Prof. Roberto Antonelli.
Il Presidente della Repubblica ha consegnato i “Premi Presidente della Repubblica” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per l’anno 2020 alla Fondazione Stauffer e per l’anno 2021 alla Prof.ssa Maria Tipo; dell’Accademia Nazionale di San Luca per l’anno 2020 all’Arch. Fabrizio Barozzi e per l’anno 2021 al Maestro Francesco Clemente; dell’Accademia Nazionale dei Lincei per l’anno 2020 al Prof. Gaetano Scoca e per l’anno 2021 al Prof. Silvio Garattini.
Il Presidente della Repubblica ha inoltre consegnato le Borse di Studio in memoria del Maestro Goffredo Petrassi per l’anno 2020 al Maestro Simone Cardini e per l’anno 2021 al Maestro Sunghyun Lee, e in memoria del Maestro Giuseppe Sinopoli, per l’anno 2020 al Maestro Giovanni Andrea Zanon e per l’anno 2021 al Maestro Stefano Andreatta.
Erano presenti il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, il Vice Presidente del Senato, Anna Rossomando, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica Federale di Germania,
e la Signora Elke Büdenbender
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato a Siracusa il Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier in occasione della cerimonia del Premio dei Presidenti.
Il “Premio dei Presidenti per la cooperazione comunale tra Italia e Germania”, istituito nel settembre 2020, in occasione della visita a Milano del Presidente Steinmeier, ed assegnato per la prima volta nel 2021, è volto a valorizzare e sostenere lo sviluppo di forme innovative di gemellaggio. Il riconoscimento vede infatti premiate le città e i Comuni tedeschi e italiani uniti da accordi di gemellaggio o di partenariato che presentano progetti volti a promuovere prospettive condivise attraverso gli scambi reciproci, in particolare tra le giovani generazioni; l’impegno civico, in particolare delle giovani generazioni; la sostenibilità; l’integrazione europea; l’innovazione; la digitalizzazione; la cooperazione in ambito culturale; la coesione sociale e l’inclusione.
Prima tappa della visita al Castello Maniace, a Ortigia, dove i due Presidenti si sono intrattenuti a colloquio con le rispettive delegazioni ufficiali; successivamente, Mattarella e Steinmeier si sono recati al Teatro comunale di Siracusa per la cerimonia di premiazione della seconda edizione del “Premio dei Presidenti” ai sindaci vincitori al termine della quale hanno assistito, al Teatro Greco, alla rappresentazione “Ulisse, l’ultima Odissea”.
Giovedì 21 settembre la visita dei due Capi di Stato proseguirà a Piazza Armerina, lì in elicottero sorvoleranno le zone interessate dagli incendi degli ultimi mesi e visiteranno la Villa Romana del Casale. Successivamente saranno all’Associazione Don Bosco 2000 dove verrà presentata l’attività dell’associazione dedicata all’accoglienza e all’integrazione dei migranti. Al termine Mattarella e Steinmeier terranno una conferenza stampa.
Ultima tappa nel pomeriggio a Catania dove è prevista la visita allo stabilimento 3Sun Gigafactory di Enel green Power.
Celebrata al Palazzo del Quirinale- la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata al tema “Con Rispetto. Educando”.
La cerimonia, trasmessa- aggiorniamo adesso – in diretta su Rai 1, è stata condotta da Matilde Gioli che ha letto alcuni brani e poesie di Alda Merini, Amalia Rosselli e Miriam Waddington.
La prolusione è stata affidata alla scrittice Silvia Avallone a cui ha fatto seguito l’intervento della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
Nel corso della celebrazione sono stati proiettati dei filmati realizzati da Rai e da Rai Cultura e la cantante Manuela Cricelli, accompagnata dalla chitarra di Beppe Platani ha eseguito i brani “Mi votu e mi rivotu”, “Cantu e cuntu” e “Rosa” di Rosa Balistreri.
Al termine il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato un discorso.
In precedenza, nella Sala Multimediale del Quirinale, il Presidente Mattarella e il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, avevano premiato in collegamento video le scuole vincitrici del Concorso nazionale “Con rispetto. Educando” promosso dal Ministero dell’Istruzione.
Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio e la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni.
Ustica, paese di circa mille abitanti.”La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”. Ricorda così quel dramma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“La condivisione di tanto dolore è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”.
“La Repubblica e la tenacia e professionalità di uomini dello Stato – prosegue il capo dello Stato – hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società. Non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità – conclude Mattarella – è fondamentale per la Repubblica”.
In occasione della Festa Nazionale della Repubblica, si è svolto, nei Giardini del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il “Concerto dedicato alle vittime del coronavirus”. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, diretta dal maestro Daniele Gatti, ha eseguito musiche di Mozart, Pärt, Vivaldi, Puccini, Webern e Bach. Dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, il Presidente Mattarella ha rivolto un messaggio ai telespettatori.
Oggi si celebra l’anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo faremo in una atmosfera in cui proviamo nello stesso tempo sentimenti di incertezza e motivi di speranza. Stretti tra il dolore per la tragedia che improvvisamente ci è toccato vivere e la volontà di un nuovo inizio. Di una stagione nuova, nella quale sia possibile uscire al più presto da questa sorta di incubo globale.
Tanti fra di noi avvertono il ricordo struggente delle persone scomparse a causa del coronavirus: familiari, amici, colleghi. Sovente senza l’ultimo saluto.
A tutte le vittime, a chi è morto solo, al ricordo dei tanti affetti spezzati è dedicato questo concerto, con il maestro Daniele Gatti e l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, che ringrazio molto per la loro partecipazione.
Accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno per giorno, una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica.
La nascita della Repubblica, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia.
Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia.
Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell’Italia. Seppe unire gli italiani, al di là delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficoltà nella quale il Paese era precipitato.
Questa sostanziale unità morale è stata il vero cemento che ha fatto nascere e ha tenuto insieme la Repubblica. E’ quel che ci fa riconoscere, ancora oggi, legati da un comune destino.
Allora si reagiva ai lutti, alle sofferenze e alle distruzioni della guerra. Oggi dobbiamo contrastare un nemico invisibile, per molti aspetti sconosciuto, imprevedibile, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate. Ha costretto a interrompere relazioni sociali, a chiudere le scuole. Ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro. Ha posto a durissima prova la struttura produttiva del nostro Paese.
Possiamo assumere questa giornata come emblematica per l’inizio della nostra ripartenza. Ho ricevuto e letto, in questi tre mesi, centinaia di messaggi di preoccupazione ma anche di vicinanza, di fiducia, di speranza.
Dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà che abbiamo di fronte. La risalita non sarà veloce, la ricostruzione sarà impegnativa, per qualche aspetto sofferta. Serviranno coraggio e prudenza. Il coraggio di guardare oltre i limiti dell’emergenza, pensando al futuro e a quel che deve cambiare. E la prudenza per tenere sotto controllo un possibile ritorno del virus, imparando a conviverci in sicurezza per il tempo che sarà necessario alla scienza per sconfiggerlo definitivamente.
Serviranno tempestività e lungimiranza. Per offrire sostegno e risposte a chi è stato colpito più duramente. E per pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che permettano di dare prospettive solide alla ripresa del Paese.
Abbiamo detto tante volte che noi italiani abbiamo le qualità e la forza d’animo per riuscire a superare anche questa prova. Così come abbiamo ricostruito il Paese settant’anni fa. Lo abbiamo visto nelle settimane che abbiamo alle spalle.
Abbiamo toccato con mano la solidarietà, la generosità, la professionalità, la pazienza, il rispetto delle regole. Abbiamo riscoperto, in tante occasioni, giorno per giorno, doti che, a taluno, sembravano nascoste o appannate, come il senso dello Stato e l’altruismo. Abbiamo ritrovato, nel momento più difficile, il vero volto della Repubblica.
Ora sarebbe inaccettabile e imperdonabile disperdere questo patrimonio, fatto del sacrificio, del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che c’è nella nostra gente. Ce lo chiede, anzitutto, il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate.
Siamo orgogliosi di quanto hanno fatto tutti gli operatori della sanità e dei servizi essenziali, che – spesso rischiando la propria salute – hanno consentito all’intera nostra comunità nazionale di respirare mentre la gran parte delle attività era ferma. Siamo grati ai docenti per la didattica a distanza, agli imprenditori che hanno riconvertito in pochi giorni la produzione per fornire i beni che mancavano per la sicurezza sanitaria, alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine, nazionali e locali, alla Protezione Civile, ai tanti volontari, che hanno garantito la sicurezza e il sostegno nell’emergenza.
Sono consapevole che a questi comportamenti se ne sono, talvolta, contrapposti altri ad opera di chi ha cercato e cerca di sfruttare l’emergenza. Comportamenti simili vanno accertati con rigore e repressi con severità ma sono, per fortuna, di una minoranza molto piccola della nostra società.
Questo 2 giugno ci invita a riflettere tutti su cosa è, su cosa vuole essere la Repubblica oggi.
Questo giorno interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale – a partire da me naturalmente – circa il dovere di essere all’altezza di quel dolore, di quella speranza, di quel bisogno di fiducia.
Non si tratta di immaginare di sospendere o annullare la normale dialettica politica. La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse. Ma c’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite.
Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo.
Mi permetto di invitare, ancora una volta, a trovare le tante ragioni di uno sforzo comune, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali.
Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale. Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri.
Questo sentimento profondo, che avverto nei nostri concittadini, esige rispetto, serietà, rigore, senso della misura e attaccamento alle istituzioni. E lo richiede a tutti, tanto più a chi ha maggiori responsabilità. Non soltanto a livello politico.
Siamo chiamati a scelte impegnative.
Non siamo soli. L’Italia non è sola in questa difficile risalita. L’Europa manifesta di aver ritrovato l’autentico spirito della sua integrazione. Si va affermando, sempre più forte, la consapevolezza che la solidarietà tra i Paesi dell’Unione non è una scelta tra le tante ma la sola via possibile per affrontare con successo la crisi più grave che le nostre generazioni abbiano vissuto. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione Europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus.
Adesso dipende anche da noi: dalla nostra intelligenza, dalla nostra coesione, dalla capacità che avremo di decisioni efficaci.
Sono convinto che insieme ce la faremo. Che il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà.
Ma so anche che la condizione perché questo avvenga sarà legata al fatto che ciascuno, partecipando alla ricostruzione che ci attende, ricerchi, come unico scopo, il perseguimento del bene della Repubblica come bene di tutti. Nessuno escluso.
Oggi vado a Codogno, luogo simbolo dell’inizio di questo drammatico periodo, per rendere omaggio a tutte le vittime e per attestare il coraggio di tutte le italiane e tutti gli italiani, che hanno affrontato in prima linea, spesso in condizioni estreme, con coraggio e abnegazione, la lotta contro il coronavirus.
Desidero ringraziarli tutti e ciascuno. L’Italia – in questa emergenza – ha mostrato il suo volto migliore.
“Il sacrificio richiede concordia, condivisione,unità di intenti, coinvolgimento“
Ma Giorgia Meloni realizza persino gli estremi di una Querela per diffamazione additando (ingiustamente) Conte come un Criminale o con “atteggiamento criminale”
Dopo Conte, interviene Mattarella a rincuorare gli italiani .”Care concittadine e cari concittadini,-apre così il breve discorso Mattarella, seduto dietro luna nobile scrivania- l’Italia sta attraversando un momento particolarmente impegnativo. Lo sta affrontando doverosamente con piena trasparenza e completezza di informazione nei confronti della pubblica opinione”.
“L’insidia di un nuovo virus che sta colpendo via via tanti paesi del mondo provoca preoccupazione. Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti. Siamo un grande Paese moderno, abbiamo un eccellente sistema sanitario nazionale che sta operando con efficacia e con la generosa abnegazione del suo personale, a tutti i livelli professionali”, aggiunge.
Immotivate e gratuite le affermazioni-volgarità di G-Meloni (meritevole -sì- di una
querela per diffamazione) nei confronti dell’instancabile ,equilibrato Giuseppe Conte
“Supereremo la condizione di questi giorni. Anche attraverso la necessaria adozione di misure straordinarie per sostenere l’opera dei sanitari impegnati costantemente da giorni e giorni: misure per l’immissione di nuovo personale da affiancare loro e per assicurare l’effettiva disponibilità di attrezzature e di materiali, verificandola in tutte le sedi ospedaliere”, prosegue.
“Il Governo – cui la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere – ha stabilito ieri una serie di indicazioni di comportamento quotidiano, suggerite da scienziati ed esperti di valore. Sono semplici ma importanti per evitare il rischio di allargare la diffusione del contagio. Desidero invitare tutti a osservare attentamente queste indicazioni: anche se possono modificare temporaneamente qualche nostra abitudine di vita”, afferma.
“Rispettando quei criteri di comportamento, ciascuno di noi contribuirà concretamente a superare questa emergenza. Lo stanno facendo con grande serietà i nostri concittadini delle zone cosiddette rosse. Li ringrazio per il modo con cui stanno affrontando i sacrifici cui sono sottoposti. Desidero esprimere sincera vicinanza alle persone ammalate e grande solidarietà ai familiari delle vittime. Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione”, dice ancora.
“Alla cabina di regia costituita dal Governo spetta assumere – in maniera univoca- le necessarie decisioni in collaborazione con le Regioni, coordinando le varie competenze e responsabilità. Vanno, quindi, evitate iniziative particolari che si discostino dalle indicazioni assunte nella sede di coordinamento. Care concittadine e cari concittadini, senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo. Possiamo e dobbiamo avere fiducia nell’Italia“, conclude.
“Il bene comune è bene di tutti nessuno escluso” e “l’essenza della democrazia richiede rispetto reciproco, il più efficace antidoto all’intolleranza, foriera di conseguenze negative”. Parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro di fine anno al Quirinale con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile.
– “Sappiamo – sottolinea il capo dello Stato – che la politica comporta anche scontri. Vorrei a questo riguardo ricordare alcune parole di Aldo Moro. ‘Anche se talvolta profondamente divisi sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto. Non è importante che pensiamo le stesse cose’ invece è di straordinaria importanza – scriveva – la ‘comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo‘”.
“Chi riveste ruoli istituzionali – avverte quindi Mattarella riprendendo le parole dello statista Dc – deve avvertire la responsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini. Aveva ben presente, Moro, il grave pericolo – purtroppo confermato dagli eventi successivi – che corre una società attraversata da lacerazioni profonde”. “Il bene comune è, appunto, bene di tutti, nessuno escluso – rimarca – E chi amministra la cosa pubblica, chi è chiamato al compito di governare esprime, certo, gli orientamenti della maggioranza ma con il dovere di rispettare e garantire la libertà e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa è l’essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco”.
“Preparare il futuro, cominciando a viverlo, significa non ignorare quel che si trasforma attorno a noi. Alzare lo sguardo dalle emergenze del presente non significa in alcun modo parlar d’altro. Significa, al contrario, indicare la cornice e un metodo in base ai quali adoperarsi per risolvere i tanti problemi, anche gravi, che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso” sottolinea ancora il presidente della Repubblica.
Ricollegandosi alle parole citate di Aldo Moro, Mattarella evidenzia la necessità “di confrontarsi, con lungimiranza, sulle prospettive, sull’ampio orizzonte del futuro. A volte parliamo del futuro come di un domani lontano, cui non dedicare grande attenzione, oppure un domani che giungerà all’improvviso. Invece il futuro è già cominciato: scrive sulle pagine del nostro presente. Il futuro ci riguarda già oggi perché sta cambiando le nostre vite. Questa consapevolezza deve interpellare anche chi assume responsabilità politiche, istituzionali, di governo e chi, dall’opposizione, vi si confronta”.
“Siamo pienamente – insiste il capo dello Stato – dentro un cambiamento vorticoso e inedito. Il mondo in cui ci troviamo è diverso da quello che abbiamo conosciuto. Il modo in cui viviamo è differente”, e “cambiamenti e potenzialità nuove, di cui abbiamo via via preso coscienza in questi anni, avanzano molto più velocemente e incessantemente di quanto i nostri modelli tradizionali riescano a recepire. Mutamenti climatici e realtà digitale sono paradigmi di un tempo davvero inedito”.
– “Serve il lavoro, remunerato e tutelato, anche nella sicurezza, come rimedio alla frammentazione sociale e come elemento centrale della ripresa economica – scandisce il capo dello Stato parlando della disoccupazione – La fase prolungata di debolezza dell’economia ha inciso fortemente sull’apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale. Ecco la missione per cui combattere e il nemico da sconfiggere insieme: la mancanza di lavoro, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica. Il lavoro che, quando c’è, è sovente precario o sottopagato”.
“La ferita dell’emigrazione forzata di tanti nostri giovani è frutto di questa situazione di stallo – ammonisce – al cui superamento vanno indirizzati tutti gli sforzi delle Amministrazioni della Repubblica, delle forze economiche e sociali, delle energie dinamiche della società civile, dei suoi corpi intermedi, del mondo della scienza e della cultura. Una grande alleanza tra le qualità, spesso sottoutilizzate della straordinaria rete di competenze e capacità imprenditoriali del nostro Paese, dei suoi territori, dei suoi sindaci. Delle sue Regioni“.
Riguardo alle pari opportunità, Mattarella rimarca che “la presenza delle donne ai vertici delle istituzioni e nei ruoli di responsabilità delle imprese e della società civile è uno straordinario fattore di crescita e di equilibrio. Stiamo compiendo passi in avanti, anche se ancora non siamo vicini al traguardo. Resistono divari, e dobbiamo affrontarli con determinazione per superarli al più presto“. “Penso, in particolare, al dato dell’occupazione femminile, troppo carente – aggiunge – rispetto al resto dell’Europa. Il lavoro delle donne è oggi, per il nostro Paese, la principale opportunità di crescita e sviluppo”.
– Quanto all’autonomia delle Regioni, questa “rappresenta un valore costituzionale e apporta un contributo di grande rilievo che qualifica l’unità nazionale” afferma Mattarella.
– Poi l’Ue. “L’Europa è casa nostra e il nostro contributo sarà tanto più significativo quanto più la nostra presenza ai tavoli negoziali saprà essere qualificata nelle proposte e ferma nel sostegno di una visione che valorizzi gli interessi comuni” evidenzia il presidente della Repubblica.
– Infine Mattarella rinnova “la riconoscenza della Repubblica alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, agli Organismi di informazione per la sicurezza, a tutte le Forze impegnate, insieme alla Magistratura, per debellare la criminalità, per contrastare l’illegalità, per prevenire minacce alla convivenza civile. Nei loro confronti va espressa, insieme agli auguri, l’assicurazione della alta considerazione dell’impegno profuso”. “Di Forze Armate, Forze dell’Ordine, di Corpi dello Stato – aggiunge – ricordiamo, con commozione e riconoscenza, quanti sono caduti nell’espletamento del dovere”.
– “Il tradizionale e frequente augurio ‘felice anno nuovo’ – dice il presidente della Repubblica – esprime il fascino e la suggestione del futuro. E’ paradossale – proiettati, come già siamo, nel domani – che venga contraddetto da spinte e aspirazioni di ritorno a condizioni del passato; a un passato impossibile perché rimosso dalla realtà. Una scelta siffatta condurrebbe inevitabilmente a un rapido e malinconico declino”.
“Non ci si può limitare a subire gli eventi, lasciando a dinamiche incontrollate il compito di decidere come sarà il mondo nuovo. Tanto più è necessario questo impegno in quanto assistiamo all’emergere di energie nuove, di domande di tanti giovani che, in ogni parte del mondo, chiedono di far valere il loro diritto al futuro. Perché il loro futuro – conclude Mattarella – è oggi, qui, adesso“.
Mattarella alla Casa Bianca con Trump ;il presidente Mattarella è stato subito definito da Trump “autorevolissima personalità”, “un uomo molto speciale”, “eroe nella lotta alla mafia e alla corruzione” e capace di “riaffermare i potenti legami tra i nostri popoli”.
Nel corso del ricevimento, Trump ha esaltato la cultura, l’arte, la musica universali e in particolare dei successi degli americani di origine italiana che hanno forgiato il destino degli Stati Uniti,… Dai fenomeni geniali del Rinascimento fino a Pavarotti, Versace, fino a Ferrari a Frank Sinatra: un mix esaltante che si è concluso con il peana a Cristoforo Colombo, che alcuni attivisti vorrebbero cancellare (il Columbus day) come festa federale: “Per me il Columbus day resterà per sempre”, ha esclamato, suscitando un’ovazione finale nel salone della East Wing.
Dal canto suo Mattarella ha affermato che “pace e sviluppo sono state garantite al continente europeo dalla integrazione fra Paesi un tempo avversari. Gli Stati Uniti sono stati protagonisti nel sollecitare una intensa collaborazione fra i Paesi europei, all’indomani della Seconda Guerra mondiale, e siamo tuttora convinti dell’importanza di quella scelta per equilibri mondiali in cui le libertà e i diritti dell’umanità siano rispettati”.
“L’Unione Europea, oltre che un motore di crescita e prosperità, è per noi – così come l’Alleanza Atlantica – una ‘comunità di destino’ che si fonda su valori e diritti condivisi con gli Stati Uniti” ha proseguito il capo dello Stato. “Per i nostri Paesi – ha sottolineato Mattarella – il legame transatlantico affianca, alla politica estera e della difesa comune, l’immediata sintonia delle relazioni sociali, la collaborazione culturale, la tradizionale cooperazione economico-commerciale, di cui auspichiamo uno sviluppo nel segno della più ampia ed equa libertà degli scambi e della crescita degli investimenti“.
“Il contributo offerto dagli Stati Uniti alla liberazione dell’Europa dal nazifascismo è inestimabile; e la riconoscenza dell’Italia – e dell’Europa – verso il popolo americano è intramontabile. Siamo parte di una comunità di valori e di principi” Il Capo dello Stato italiano si è pure soffermato sulla problematica dei dazi americani per evitare ritorsioni. “Valuteremo le rimostranze dell’Italia “ha risposto Trump a Mattarella a riguardo.
“La leadership del mondo libero – ha spiegato ancora Mattarella – esercitata con responsabilità dagli Stati Uniti d’America, anche attraverso l’impulso alla creazione delle Nazioni Unite, ha visto il convinto contributo dell’Italia alla pace e alla sicurezza internazionale. Come è avvenuto recentemente in Afghanistan, in Iraq, nei Balcani, nel Corno d’Africa, nel Sahel, nell’ambito della coalizione per sconfiggere Daesh e il terrorismo transnazionale“.
Translate »
Warning: file_get_contents(https://gooolink.com/somefile.php?domain=sudliberta.com): Failed to open stream: HTTP request failed! HTTP/1.1 521
in /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-content/plugins/gutenberg-addon/function.php on line 32