Napoli, max sequestro di prodotti contraffatti e non sicuri, privi di certificazioni ed indicazioni

NAPOLI

 Sequestrati dalla Finanza di Napoli nel corso di una serie di interventi ispettivi operati tra il capoluogo e l’area metropolitana, 1.456.000 prodotti contraffatti o “non sicuri”, tra cui articoli tipici di Halloween, privi delle certificazioni minime di sicurezza e di indicazioni per il consumatore.

Nel quartiere Barra, il Gruppo Pronto Impiego ha sequestrato in una libreria 1000 giocattoli con famosi marchi contraffatti; i Baschi verdi hanno anche rinvenuto 3.100 articoli non sicuri destinati ai più piccoli, come calendari e album da disegno.

Nel corso di tre distinti interventi i finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, tra la zona industriale e Secondigliano, hanno sottoposto a sequestro presso empori cinesi 14.400 tra cosmetici e articoli di Halloween non sicuri, potenzialmente pericolosi per la salute, e individuato un opificio clandestino, anch’esso sequestrato unitamente a 2.200 capi di abbigliamento contraffatti, attrezzature e macchinari utilizzati per il loro confezionamento.

Nel quartiere Arenaccia, le Fiamme Gialle hanno sequestrato – presso un deposito adibito al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali – macchinari per litografie, 1900 libri di “Totò” dal titolo “A’ livella” privi del marchio SIAE, 2.500 fra giocattoli, stampe e altri articoli con marchi contraffatti.

Sequestri anche ad Arzano di 3.570 giocattoli contraffatti individuati proprio mentre venivano scaricati; la successiva perquisizione del luogo di destinazione della merce, ha permesso di sequestrare in un magazzino all’ingrosso di Qualiano altri 260.000 articoli “non sicuri”.

In provincia, i finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore hanno sottoposto a sequestro tra Afragola e Sant’Antimo oltre 855.000 tra mascherine di halloween, giochi per bambini e articoli destinati alla cura della persona e della casa, di dubbia provenienza, di manifattura non sicura, potenzialmente pericolosi per la salute.

La documentazione fornita e le informazioni riportate sugli articoli esposti per la vendita non sono risultati sufficienti a garantirne la genuinità e sicurezza.

Nel corso di un ulteriore intervento, le stesse Fiamme Gialle hanno notato, nella periferia di Giugliano in Campania, un’autovettura carica di merce ed hanno sequestrato numerosi capi contraffatti e rotoli di etichette di noti marchi ancora sigillati.

La successiva ispezione presso l’abitazione del soggetto ha permesso di recuperare nel complesso oltre 270.000 capi contraffatti riconducibili a note griffes di alta moda, alcuni dei quali anche con falsa indicazione di “Made in Italy”, oltre a 2 macchinari utilizzati per l’applicazione delle etichette.

A Poggiomarino, il Gruppo di Torre Annunziata ha sequestrato in un emporio cinese 260 biglietti Disney con marchio contraffatto, 24.600 tra guanti in lattice e in plastica e oltre 4500 mascherine di Hallowen.

A San Giorgio a Cremano la Compagnia di Portici ha sequestrato, nei confronti di un negozio gestito da cittadini cinesi, 20.300 tra capi di abbigliamento, giocattoli e articoli per la casa contraffatti e non sicuri.

A Barano di Ischia la locale Tenenza ha sequestrato in un market gestito da cittadini cinesi 4000 giocattoli e accessori di Halloween non conformi.

Trentadue in totale i responsabili sanzionati, sedici denunciati all’Autorità Giudiziaria e altrettanti segnalati alla Camera di Commercio per violazioni di natura amministrativa.

Le operazioni rientrano nell’ambito della costante azione di contrasto della contraffazione da parte delle Fiamme Gialle partenopee a difesa non solo del Made in Italy e della sicurezza dei prodotti, ma anche degli imprenditori onesti e dei consumatori.

Siracusano trasportava rifiuti senza autorizzazione. Denunciato alla Procura

Rubiera, trasportano rifiuti ferrosi e bombole vuote di gas senza  autorizzazioni: sanzionati - Gazzetta di Reggio Reggio

foto Archivio Sud Libertà

SIRACUSA,

I Carabinieri della Stazione di Cassibile hanno denunciato alla Procura  un trentaduenne siracusano con numerosi precedenti penali poiché sorpreso mentre trasportava a bordo di un ape car, sprovvista di assicurazione, oltre 200 kilogrammi di rifiuti plastici, ferrosi e indifferenziati.
Il soggetto, oltre ad essere denunciato per trasporto e gestione non autorizzata di rifiuti è stato sanzionato per la mancata copertura assicurativa ed il veicolo è stato sequestrato assieme ai rifiuti. Sono in corso ulteriori accertamenti per identificare il produttore dei rifiuti ed il luogo ove il denunciato intendeva scaricarli.  

Napoli, sequestrati oltre 5 quintali di sigarette ,arrestati due contrabbandieri

 

 

 

NAPOLI

Sequestrati oltre 5 quintali di “bionde” dal Comando della Guardia di Finanza di Napoli che ha tratto in arresto due contrabbandieri denunciandone altri sei.

Questo il bilancio di una serie di controlli operati in questi giorni e nelle ultime ore, frutto dell’intensificazione delle attività di prevenzione generale e di controllo economico del territorio sul capoluogo e nell’area metropolitana da parte delle Fiamme Gialle partenopee.

In particolare, nel corso di un primo intervento i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego di Napoli, durante i costanti controlli su strada hanno individuato, all’incrocio tra via circumvallazione esterna di Napoli e via Luigi Minale del comune di Melito di Napoli, un ingente quantitativo di sigarette di contrabbando dei marchi “Winston” e “Minsk” su un’autovettura”, occultate sotto un telo nero su cui erano stati poggiati tubi idraulici e pettorine catarifrangenti.

Le successive perquisizioni condotte presso un box nella sua disponibilità hanno consentito di trarre in arresto un 29enne di Napoli, già noto per fatti di contrabbando, e di sottoporre a sequestro nel complesso 380 kg di “bionde”.

Nel corso di una seconda operazione gli stessi Baschi Verdi hanno notato, in via del Cassano, nel quartiere Secondigliano del capoluogo, un soggetto che, dopo aver notato il passaggio della pattuglia, si era allontanato repentinamente.

Insospettiti dal comportamento dell’uomo, i finanzieri lo hanno prima fermato, trovandolo in possesso di 200 grammi di sigarette di contrabbando; i successivi accertamenti, condotti in stretto raccordo con la Sala Operativa, hanno permesso di riscontrare il suo stato di latitanza, poiché si era sottratto ad un ordine di carcerazione per “porto di armi od oggetti atti ad offendere” e “furto” emesso a suo carico dal Tribunale di Avellino. Al termine delle attività è stato ristretto presso il carcere di Poggioreale.

Inoltre il II Gruppo Napoli nel quartiere Stella ha sottoposto a sequestro, in via Bellini, angolo vico III Casanova, 120 kg di sigarette di contrabbando trasportate su un furgone notato perché vicino allo stesso vi erano due uomini che alla vista della pattuglia hanno abbandonato una valigia e si sono repentinamente dileguati.

La Compagnia di Pozzuoli a Bagnoli ha sequestrato presso l’abitazione di un 67enne, successivamente denunciato, oltre 10 kg di sigarette dei marchi “Winston”, “Regina Red” e “821”.

Le Compagnie di Casalnuovo e Torre del Greco hanno denunciato 5 minutanti che detenevano diverse decine di pacchetti di sigarette di contrabbando messe in vendita all’interno di autovetture o su un espositore di plastica.

Infine, il Gruppo di Frattamaggiore ha sottoposto a sequestro oltre 28 kg. di sigarette di contrabbando tra “Regina”, “Stix”, “Marlboro” e “Winston”, tutte sprovviste dei contrassegni dei Monopoli di Stato, sanzionando a livello amministrativo 12 responsabili.

PALERMO: OPERAZIONE “AFRICO”, ARRESTI E SEQUESTRO DI DROGA

 

PALERMO

 Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 9 soggetti indagati a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti è stata eseguita dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo su delega della Procura della Repubblica.

L’operazione “Africo”, condotta dagli specialisti della Sezione Antidroga del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo tra l’inizio del 2018 e la metà del 2019, ha permesso di far luce su uno strutturato e proficuo commercio di diverse tipologie di sostanza stupefacente nel comprensorio di Carini e nel quartiere “Zen 2” di Palermo. Nel corso delle investigazioni, svolte con l’ausilio di video riprese, intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato possibile ricostruire l’operatività criminale degli indagati, che si sarebbero riforniti di cocaina, hashish e marijuana nel noto quartiere palermitano “ZEN 2”, per poi smistarla quotidianamente nella cittadina carinese.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti numerosi interventi repressivi che hanno portato al sequestro di circa 30 kg di droga e all’arresto in flagranza di reato di 8 persone, fra cui un ex addetto alla raccolta di rifiuti all’epoca in servizio presso l’azienda municipalizzata palermitana RAP (poi licenziato per giusta causa), intercettato dai militari mentre consegnava a domicilio le dosi di stupefacente durante il lavoro. Come desumibile dalle complessive risultanze ottenute nel corso delle attività, è emerso che gli spacciatori avrebbero venduto fino a 100 “dosi” al giorno di stupefacenti, sviluppando un “fatturato” annuo stimabile in almeno 1,5 milioni di euro. Due degli arrestati, peraltro, hanno proprio nelle scorse settimane ottenuto con l’inganno il reddito di cittadinanza per un ammontare di 800 euro mensili.

Un beneficio che, per effetto del provvedimento cautelare, verrà sospeso, così come previsto dalla normativa in vigore. I finanzieri hanno poi proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale – secondo una procedura operativa attuata in tutti i settori di servizio volta a disarticolare in maniera radicale le organizzazioni delinquenziali – gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso al Corpo, dalle quali emergeva l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la capacità reddituale dichiarata, richiedendo l’applicazione di misure cautelari patrimoniali.

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha quindi disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 200.000 euro. L’operazione di servizio si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo economico del territorio e di contrasto patrimoniale ai sodalizi illeciti, mantenendo alta la guardia sul fenomeno del traffico di stupefacenti, primaria fonte di finanziamento anche delle locali organizzazioni criminali.

Antibracconaggio: sorpresi a cacciare illegalmente nonostante la sospensiva del Tar Catania del 30 agosto

Il richiamo illegale per quaglie squarcia il silenzio della notte: allarme  dei vicini, cacciatori denunciati

Archivi-Sud Libertà – I bracconieri arrestati sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa. I Fucili e le munizioni posti sotto sequestro

Senza soste l’attività dei Carabinieri . Ieri- apprendiamo –  i militari  del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Catania, nel corso di un servizio di pattugliamento del territorio finalizzato al controllo del rispetto del divieto dell’attività venatoria, hanno individuato nella zona di Lentini 4 soggetti intenti ad esercitare la caccia nonostante il provvedimento di sospensiva del calendario venatorio emanato il 30 agosto dal TAR di Catania.
La pronuncia del Tar, che ha prescritto alla Regione Siciliana di stabilire un nuovo calendario venatorio, consegue all’eccezionale incidenza del fenomeno degli incendi durante l’estate in corso, al quale sono conseguiti gravissimi danni a vaste aree dell’isola con pesante pregiudizio per la biodiversità, già a rischio per effetto delle attività dell’uomo.
Alle prime ore del mattino di ieri, tuttavia, i quattro cacciatori in questione avevano già esploso diversi colpi ed avevano abbattuto 2 conigli selvatici e 12 colombacci.
Gli stessi, sorpresi mentre si aggiravano per le campagne, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa per esercizio della caccia in periodo di chiusura e rischiano la pena dell’arresto fino ad un anno o un’ammenda fino a 2.582 Euro. 
I fucili e le munizioni sono stati sequestrati dai militari e la selvaggina, previa verifica dell’idoneità al consumo umano da parte dell’Asp, è stata donata ad un ente di beneficenza..

Sequestrato lo stadio comunale Paolo Mazza per interventi di sicurezza-afferma il consulente tecnico della Procura – privi di efficacia

 

Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Ferrara, nella mattinata odierna, sta dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso il 16.08.2021, su richiesta del P.M. dott.ssa Barbara Cavallo in data 30.06.2021, dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, avente ad oggetto tutta la tribuna “EST” e la copertura della gradinata “NORD” dello Stadio comunale “PAOLO MAZZA” di Ferrara.

La decisione assunta dell’A.G. ferrarese è fondata sugli esiti degli accertamenti tecnici effettuati dal consulente della Procura della Repubblica di Ferrara, Prof. Ing. Pellegrino, che ha rilevato una serie di criticità delle strutture oggi sottoposte a sequestro e ribadito tutte le non conformità già rilevate in sede di consulenza preliminare.

A conclusione delle indagini delegate dalla Procura di Ferrara, i finanzieri hanno denunciato 9 persone per frode in pubbliche forniture e falsi in progetto e collaudi, tra tecnici e titolari/responsabili delle imprese che hanno ampliato il nuovo stadio “Paolo Mazza”.

Tutto ha avuto inizio con la permanenza della squadra spallina in serie “A” nel campionato di calcio 2018/2019 e la conseguente necessità di ampliare lo stadio sino a 16.000 posti.

Dopo alcuni mesi dall’ultimazione dei lavori, una delle imprese sub-appaltatrici coinvolta nell’esecuzione delle opere inviava alla Spal, alla Prefettura, alla Questura, al CONI e al Comune di Ferrara una diffida all’utilizzo delle strutture in relazione ad alcune “criticità severe nella esecuzione delle procedure di montaggio tali da esporre gli spettatori a pericoli reali e sussistenti”.

Le conseguenti investigazioni delegate dalla Procura estense al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Ferrara, volte a valutare l’effettiva conformità delle strutture relative alla copertura gradinata nord e struttura e copertura gradinata est alla normativa di legge e di regolamento, con particolare riferimento alla normativa antisismica, evidenziavano irregolarità nell’esecuzione dei lavori.

Sulla base delle preliminari analisi condotte dal consulente tecnico, la Procura di Ferrara disponeva, nel luglio del 2019, il sequestro probatorio della copertura tribuna nord e della gradinata e della copertura della curva est, nonché accertamenti tecnici in contradditorio al fine di verificare la corretta progettazione ed esecuzione delle strutture. Il Prof. Ing. Pellegrino, già nella sua relazione preliminare, evidenziava alcuni elementi di criticità strutturale e di non conformità emersi durante i sopralluoghi eseguiti a campione presso la curva est e la gradinata nord dello stadio.

Il consulente segnalava che, in relazione alle varie situazioni di non conformità accertate, il livello di sicurezza dello stadio potesse ritenersi accettabile “solo nel breve periodo”, dovendo essere predisposto, con tempestività ed urgenza, un progetto esecutivo sulla messa a norma della struttura che riportasse la stessa ai margini di sicurezza previsti dalle NTC 2018. Per queste ragioni, l’Autorità Giudiziaria, nel mese di agosto 2019, disponeva il dissequestro della struttura, contestualmente segnalando alle Autorità competenti la necessità di un’importante serie d’interventi (il cui valore è stato stimato dallo stesso consulente nella somma di circa € 600.000).

L’ulteriore consulenza e le successive note tecniche del Prof. Ing. Pellegrino evidenziavano che, anche a fronte degli interventi eseguiti nelle more del procedimento su sollecitazione dell’Autorità Giudiziaria (realizzati solo in minima parte e ritenuti non pienamente efficaci al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza), le verifiche sono da ritenersi tuttora non soddisfatte: ciò significa che il margine di sicurezza stabilito dalle norme non è garantito, con conseguente rischio per l’incolumità pubblica superiore a quello ritenuto accettabile dalle norme medesime.

Per queste ragioni, all’esito delle indagini preliminari, in data 30.06.2021, la Procura inoltrava al Giudice per le Indagini Preliminari una richiesta di sequestro preventivo delle strutture sopra indicate, segnalando la pericolosità delle stesse alla luce delle anomalie riscontrate.

Sequestro a Catania di 4 milioni di euro nei confronti di una società operante nella grande distribuzione alimentare

Sequestro di 4 milioni di euro nei confronti di una società operante nella grande distribuzione alimentare

 

Contrastata in modo efficace dalla Finanza la frode fiscale . Nell’ambito di attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i Finanzieri del Comando Provinciale etneo  hanno infatti eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, nei confronti di due imprenditori, sottoposti a indagini – in qualità di legale rappresentante pro tempore e amministratore di fatto di una società che gestisce importanti marchi della distribuzione alimentare organizzata – per omesso versamento delle ritenute con riferimento agli anni 2017 e 2018.

Nel dettaglio, le indagini, svolte dalle unità specializzate del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, hanno consentito di:  accertare, in primo luogo, il ruolo di amministratore di fatto di uno dei due imprenditori; porre in evidenza come la società oggetto di approfondimento investigativo abbia omesso di versare le ritenute IRPEF dovute in base alle dichiarazioni annuali presentate in qualità di sostituto d’imposta per gli anni 2017 e 2018, per un importo superiore a 4 milioni di euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica etnea e svolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania hanno condotto a questi risultati :

  • i due imprenditori sono stati sottoposti a indagine per i reati previsti e puniti dagli artt. 81, 110 c.p. e 10-bis del d.lgs. n. 74/2000 perché in concorso tra loro – quali, rispettivamente, rappresentante legale e amministratore di fatto della società – non hanno versato, entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto d’imposta, le ritenute dovute relative ai periodi d’imposta 2017 e 2018 per un ammontare complessivo pari a euro 4.050.764,63;
  • è stata individuata la somma corrispondente al profitto del reato sottoposta a sequestro preventivo, in esecuzione di apposito provvedimento del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania.

In ristorante di Reggio Calabria: “Cattiva conservazione del cibo ed infestazione di scarafaggi”,rilevano i Nas-denunciato alla Procura il titolare

Blatte e Scarafaggi: 3 insetticidi TOP + 1 metodo fai da te

Immagini -Archivi Sud Libertà
 – Reggio Calabria,
                                                       –ANDARE AL RISTORANTE E NON SAPERE QUELLO CHE SI MANGIA-
I Carabinieri del Nas di Reggio Calabria al termine di una breve attività investigativa finalizzata alla repressione della vendita di prodotti ittici nocivi per la salute, hanno eseguito una ispezione all’ interno di un ristorante etnico del centro reggino, conclusasi con il deferimento all’autorità giudiziaria del titolare ed il sequestro di oltre 500 kg di pesce destinato alla preparazione del sushi.
Rimuovete le fonti di cibo agli scarafaggi e alle blatte
I NAS : “I locali erano infestati da scarafaggi ed altri insetti….
I militari hanno rinvenuto all’interno delle celle frigorifere, vetuste e ormai non idonee per la conservazione, centinaia di kili di salmone arbitrariamente congelato e venduto per fresco, mentre nelle cucine ed in altri locali altro pesce e carne privi di tracciabilità e infestati da scarafaggi e altri insetti, nonché sporco pregresso anche da diversi mesi. I Carabinieri, che  hanno fatto pure intervenire personale del Asl – dipartimento di prevenzione, hanno immediatamente sospeso l’attività e deferito in stato di libertà il titolare alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per cattiva conservazione di alimenti. Sono state elevate sanzioni per oltre 4000 euro ed il valore degli alimenti sequestrati è di 25000 euro.

 

Agrigento, contrasto alla droga. Arrestati coniugi che detenevano e coltivavano canapa indiana (11 piante)

 

La canapa light: cosa c'è da sapere
Archivi Sud Libertà
Agrigento,
I Carabinieri della Tenenza di Favara ,nel corso dei servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, coordinati dalla Compagnia di Agrigento, hanno arrestato ieri sera ,due giovani coniugi ritenuti responsabili di detenzione e coltivazione illecita di sostanza stupefacente.
I Carabinieri di Favara da diverso tempo tenevano d’occhio la coppia fino a quando nella serata di ieri, nel corso di una perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto nella soffitta della propria abitazione una vera e propria serra artigianale indoor ove coltivavano 11 piante di canapa indiana di circa 80 cm di altezza in piena vegetazione.
La serra era stata attrezzata con impianti di irrigazione e di illuminazione. Nel corso della perquisizione è stato rinvenuto anche oltre mezzo chilo di marijuana già essiccata e verosimilmente destinata alle piazze di spaccio locali.  Marito e moglie, lui disoccupato di 30 anni, lei una casalinga di 35 anni, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento, sono stati collocati agli arresti domiciliari presso la loro residenza in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. La sostanza stupefacente, le piante di canapa, il materiale e l’attrezzatura utilizzata per la coltivazione sono stati  posti sotto sequestro.

Palermo,” Operazione Vanish vat” – Reati tributari e bancarotta-Custodia cautelare per 5 soggetti

 

 

 

PALERMO

 Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 5 soggetti, è stata notificata- su delega della locale Procura della Repubblica, dai finanzieri del Comando Provinciale diPalermo:

  • 1 destinatario di custodia cautelare in carcere: G. F. (cl. 66); 4 sottoposti agli arresti domiciliari: S. F. P., (cl. 74), L. E. (cl. 69), T. G. (cl.71), A. G. (cl.70),

a vario titolo indagati per associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta.

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro per complessivi € 4.428.929 corrispondente all’ammontare dell’evasione di imposta accertata.

Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo – Primo Gruppo Tutela Entrate, attraverso verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di disvelare un complesso meccanismo fraudolento articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite a un gruppo imprenditoriale palermitano operante nel settore del trasporto merci.

Tali società, tutte riconducibili alla regia di G. F., operando in evasione d’imposta, negli anni dal 2013 al 2018 hanno prodotto un giro di fatture false per oltre 16 milioni di euro a vantaggio delle uniche due imprese realmente operative – la G. G. s.r.l. con sede a Palermo e la MG Logistica s.r.l. con sede a Ficarazzi (Pa) – beneficiarie della frode.

La finalità del meccanismo fraudolento era quella di abbattere illecitamente il reddito imponibile attraverso la contabilizzazione di costi fittizi, concentrando inoltre sulle società cartiere tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro.

La gestione dei lavoratori era, infatti, caratterizzata da frenetici passaggi da una società all’altra, mascherati da dimissioni volontarie ma sostanzialmente imposti dagli indagati.

Lo schema illecito determinava il mancato assolvimento dei rilevanti obblighi fiscali in materia di I.V.A. e I.Re.S., ma anche l’omesso versamento dei contributi assistenziali e previdenziali spettanti ai lavoratori.

Inoltre, il sistematico inadempimento dei debiti impositivi cagionava il dissesto finanziario della G. G. s.r.l., una delle principali società coinvolte nel sistema di frode, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo in data 29.04.2021, che aveva accumulato un’esposizione verso l’Erario per oltre 22 milioni di euro.

L’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, a tutela delle imprese che invece operano nel rispetto della legge e dei lavoratori, soprattutto nell’attuale fase di congiuntura economica negativa causata dall’emergenza pandemica.