Napoli, blitz contro clan Di Lauro: 27 arresti, provvedimenti di custodia cautelare del Gip, coinvolto anche il noto cantante Tony Colombo

 

Blitz anticamorra a Napoli contro il clan Di Lauro, con 27 arresti. In manette oggi 17 ottobre anche il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli. . Secondo l’accusa,  l’artista  aveva investito denaro del clan Di Lauro.

Un'immagine del blitz

Sono 27 gli indagati , colpiti dal provvedimento giudiziario. Stanotte infatti , i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Napoli, hanno notificato un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip di Napoli su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia :  persone accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri.

Sequestrati beni per 8 milioni di euro. . Accanto a traffico di droga, estorsioni e minacce ai familiari di un collaboratore di giustizia, i Di Lauro avevano operato una vera e propria ‘svolta imprenditoriale’, investendo nelle aste giudiziarie immobiliari, minacciando possibili competitor, in alleanza con i Licciardi e Vinella-Grassi. Sotto sigilli sono fine una palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati. Coinvolti Tony Colombo e sua moglie (nella foto sopra): avrebbero investito mezzo milione di euro per una fabbrica illegale di sigarette, poi sequestrata, creando il marchio di abbigliamento Corleone e una bevanda energetica denominata 9 mm, evocativi e quasi ammiccanti al mondo della criminalità organizzata.

 All’anagrafe Immacolata Rispoli, la donna è la vedova del boss scissionista Gaetano Marino, ucciso il 23 agosto del 2012. Successivamente, la sua notorietà è rimasta legata al cantante neomelodico, con il quale si è sposata nel 2019. Oggi si trovano tutti  nei guai giudiziari.

Disco rosso dei Carabinieri e del Giudice al volume di affari -circa 5000 euro giornalieri-nelle tre piazze di spaccio-quartiere Sperone- di Palermo

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Archivi -Sud Libertà

Palermo

I militari del Comando Provinciale Carabinieri hanno dato stamane esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 18 indagati (15 in carcere, 3 obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria).

Le indagini, condotte da giugno a settembre del 2021 dai carabinieri delle Stazioni di Acqua dei Corsari e di Brancaccio, hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati in ordine ai reati di spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Le investigazioni, sviluppatesi attraverso una mirata attività tecnica con monitoraggio ed osservazione delle varie fasi dello spaccio, grazie anche all’ausilio di telecamere nascoste nei luoghi destinati alla vendita e cessione, nonché a puntuali riscontri eseguiti su strada, hanno consentito di:

  • dimostrare l’operatività di tre piazze di spaccio, tutte attive nel quartiere Sperone di Palermo (anche nelle immediate adiacenze di Istituti Scolastici), nelle quali gli indagati, protetti da vedette, avrebbero smerciato al dettaglio hashish, cocaina, crack e marijuana, avvalendosi di pusher, talvolta anche minorenni;
  • ricostruire il modus operandi degli spacciatori i quali, con compiti ben definiti, si sarebbero occupati dell’approvvigionamento dello stupefacente, dell’occultamento della sostanza, delle cessioni al dettaglio e della raccolta dei proventi dello spaccio;
  • acclarare che le piazze di spaccio erano operative durante l’intero arco orario della giornata, con più spacciatori – anche minorenni – che si avvicendavano organizzandosi su turni;
  • raccogliere indizi di colpevolezza a carico di complessivi 36 indagati (di cui 18 destinatari di misura cautelare e 4 minorenni) tutti già noti alle forze dell’ordine;
  • stimare un volume di affari di circa 5000 euro giornalieri;
  • monitorare oltre 9 mila cessioni di sostanza stupefacente, segnalando oltre 150 persone -provenienti dal territorio dell’intera provincia – alla competente Prefettura quali assuntori di stupefacenti;
  • arrestare 3 persone in flagranza di reato e denunciarne altre 6;
  • sequestrare oltre 1,5 kg. di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, hashish e marijuana).

Palermo, indebita percezione di erogazioni pubbliche- Sequestri della Finanza per 20 milioni di euro

 

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Palermo,

Esecutivo da parte della Finanza di sequestro preventivo emesso dal Gip del locale Tribunale su richiesta della Procura Europea  (EPPO- European Pubblic Prosecentetr ‘ s office )-Ufficio di Palermo, nei confronti di una società a capitale interamente pubblico e di tre persone fisiche , per un importo complessivo di circa 20 milioni di euro. quale profitto delle condotte delittuose ipotizzate.

La contestazione verte sul reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, con l’aggravante della qualifica di ” incaricato di pubblico servizio” rivestita dagli indagati nonchè la circostanza che la condotta penalmente rilevante avrebbe causato un danno superiore a 100 mila euro agli interessi finanziari dell’Unione Europea.     E’ stata ipotizzata ai danni della società partecipata anche la correlata responsabilità amministrativa derivante da reato.

Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini – comunica la Finanza- hanno consentito di ipotizzare che, al fine di impedire a BEI ( Banca Europea per gli investimenti) di procedere alla valutazioni  di competenza in merito al rispetto delle condizioni per l’ottenimento e/o revoca del finanziamento erogato, il giudizio consapevole della società partecipata avrebbe consapevolmente omesso di comunicare alla BEI la commissione tra il 2017 ed il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, sfociate in una ordinanza di commissariamento giudiziale emessa nel 2021 dal Gip del Tribunale di Palermo e alla successiva richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili

 

Operazione Finanza, “Natale sicuro”- Sequestrate a Napoli dieci tonnellate di fuochi d’artificio

 

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Napoli,

Intensificati i controlli delle Fiamme Gialle napoletane a contrasto del commercio illegale di fuochi d’artificio in prossimità delle feste di fine anno.

Circa 10 tonnellate di “fuochi” abusivamente detenuti, per oltre 1.600.000 pezzi, sono state sequestrate nel corso di più interventi eseguiti tra Napoli, Pozzuoli e Palma Campania, insieme a un deposito, un terreno agricolo e due autovetture. Sette le persone denunciate all’Autorità giudiziaria, a vario titolo, per “fabbricazione, introduzione nello Stato, detenzione, vendita o trasporto di materie esplodenti” o in violazione delle norme antincendio e di pubblica sicurezza.

Nel corso di una prima operazione, i finanzieri della Compagnia di Pozzuoli hanno sequestrato, in località Pianura, oltre 6 tonnellate di fuochi pirotecnici detenuti illegalmente e artifici artigianali non omologati, a seguito di mirati controlli sui mezzi di trasporto e nei locali di una ditta priva di autorizzazioni per la detenzione del materiale esplodente. Una persona è stata denunciata, oltre all’individuazione di 3 lavoratori in nero.

Un altro intervento è stato eseguito presso due distinti esercizi commerciali della zona industriale cittadina di Gianturco, dove i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego di Napoli hanno sequestrato oltre 1.500.000 di fuochi artificiali di categoria F1 e F2, per circa 1.300 kg di materiale esplodente abusivamente detenuto. I locali controllati, inoltre, non erano muniti di certificazione antincendio rilasciata dai Vigili del Fuoco e il materiale pirotecnico presente era custodito unitamente ad altra merce altamente infiammabile. Tre i denunciati.

Nel quartiere Pendino di Napoli, militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli hanno infine sequestrato 1.202 pezzi di fuochi illegali che un venditore abusivo ha abbandonato in strada dandosi alla fuga non appena ha avvistato la pattuglia in uniforme che perlustrava il territorio in servizio “117”.

 

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Le Fiamme Gialle di Nola, a Palma Campania, hanno invece scoperto un’intera area di stoccaggio abusivo di materiale pirotecnico. Il controllo eseguito all’interno dei locali adibiti a deposito e di alcuni mezzi di trasporto ha portato al sequestro di circa 1.200 kg di materiale esplodente, per oltre 7.000 pezzi detenuti in modo del tutto abusivo, nonché alla denuncia di due responsabili.

 

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A Frattamaggiore i finanzieri del Gruppo hanno individuato un box dove erano stipati 850 kg di cartoni con materiale artigianale esplodente, altamente pericoloso e privo di qualsiasi etichettatura. Gli artifici pirotecnici, analizzati con l’ausilio degli artificieri del Comando Provinciale dei Carabinieri, sono stati sequestrati e il responsabile, colto mentre depositava una parte del materiale, è denunciato all’Autorità Giudiziaria.

Operazione dei Carabinieri,Colpite le cosche Bellocco di Rosarno e Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro e gli Spada di Ostia ..

Calabria Mystery - LA 'NDRANGHETA (Breve profilo storico ...

Archivi – Sud Libertà

 

Maxi operazione dei carabinieri in diverse città italiane per l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 78 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e concorso esterno, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsione, usura, danneggiamento aggravati dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio e associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e frodi in danno dello Stato. 

Colpite le cosche Bellocco di Rosarno e Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro e gli Spada di Ostia, con due esponenti raggiunti da misura cautelare.

In particolare i carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno notificato già  65 misure cautelari, 47 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora mentre il Ros di Brescia sta eseguendo misure nei confronti di 13 persone (12 in carcere e una agli arresti domiciliari). A Brescia, il Ros ha eseguito inoltre, in collaborazione con la Gdf, un sequestro preventivo di imprese, beni immobili e quote societarie per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.

 

Biancavilla, ispezione al mercato, formaggi privi di tracciabilità: verbali e sequestri

 

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Foto C.F.Siciliano

 

Dieci agenti del Corpo Forestale della Regione Siciliana coordinati dal Noras (Nucleo operativo regionale agroalimentare Sicilia), affiancati da cinque medici del dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Asp etnea, hanno condotto ieri un’operazione di controllo dei prodotti alimentari a Biancavilla .   Sono stati notificati sette verbali, eseguitio due  sequestri di merce e 7.500 euro di sanzioni. In particolare, è stata dedicata attenzione ai prodotti caseari. L’Asp di Catania, infatti, ha ricevuto una segnalazione sanitaria dai colleghi dell’Emilia Romagna e sono stati attivati i protocolli previsti per la sicurezza alimentare.

Il caso è nato dalla segnalazione di un cittadino, rientrato nella regione settentrionale, che ha accusato problemi di salute, presumibilmente dopo aver consumato prodotti caseari acquistati proprio al mercato di Biancavilla.

Durante l’ispezione  si sono registrate parecchie irregolarità che hanno portato al sequestro di più di 250 kg di formaggi freschi e stagionati, privi di documenti che ne attestassero la provenienza come previsto dalla normativa europea sulla tracciabilità della merce.

«I controlli sulla tracciabilità delle merci –ha affermato l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana– sono a tutela del consumatore finale, ma soprattutto dei produttori e degli stessi commercianti. Essi rappresentano, infatti, una garanzia a salvaguardia della qualità dei prodotti quindi del lavoro di migliaia di siciliani che con loro impegno mantengono vive tradizioni secolari e contribuiscono alla tutela e allo sviluppo dei nostri territori».

  

 

 

 

LA SICILIA SANITA’ AVVOLTA DALLE TANGENTI E DALLA CORRUZIONE – ARRESTI (13) DUE DEI QUALI IMPORTANTI DIRIGENTI APICALI

 

 

Palermo

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 soggetti, di cui 1 in carcere, 4 colpiti dagli arresti domiciliari e 5 destinatari di obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

Nei confronti di 3 dei destinatari dell’ordinanza cautelare, inoltre, sono state disposte misure interdittive della durata di un anno.

Gli indagati, sulla base degli elementi probatori allo stato raccolti, sono indiziati a vario titolo dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro di oltre 700.000 euro quale prezzo del reato di corruzione, nonché, a carico di 3 società, il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Tutela Spesa Pubblica di Palermo, hanno tratto origine dagli approfondimenti investigativi svolti sull’enorme mole di risultanze acquisite nel corso dell’operazione “Sorella Sanità”, che, nel maggio del 2020, ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 13 soggetti, 7 dei quali (compresi due importanti pubblici ufficiali con incarichi apicali nell’ambito della sanità siciliana) già condannati in primo grado con rito abbreviato a pesanti pene detentive.

Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini hanno consentito di individuare ulteriori presunti responsabili nelle vicende criminali già ricostruite e di ipotizzare nuove ipotesi di corruzione e di turbativa relative a importanti procedure di gara in ambito sanitario, non ricomprese nella precedente indagine, il cui valore complessivo sfiora i 700 milioni di euro.
In particolare, sono emerse, allo stato delle investigazioni, risultanze afferenti:

– alla possibile dazione di una tangente di 700 mila euro che la società aggiudicataria di una gara pubblica per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema informativo dell’ASP 6 di Palermo, del valore di 12,4 milioni di euro avrebbe corrisposto al presidente della commissione di gara e al suo faccendiere;

– alla possibile dazione di tangenti ad un pubblico ufficiale e al suo faccendiere nell’ambito di due gare, per la fornitura di apparecchiature elettromedicali, gestite rispettivamente dalla Regione Siciliana e dall’ASP di Palermo, dell’ammontare complessivo di oltre 220 milioni di euro. In tale contesto, con il coinvolgimento di un consulente legale, sarebbero stati predisposti dalla società aggiudicataria contratti meramente formali di manutenzione di apparecchiature, con l’unica finalità di giustificare, grazie all’utilizzo di fatture false, il passaggio di somme di denaro che, tramite un’impresa compiacente, sarebbero poi giunte ai presunti soggetti corrotti;

– all’ipotesi di un tentativo di turbativa di una procedura di gara ad evidenza pubblica ad opera, tra gli altri, di un appartenente alle forze dell’ordine;

– all’ipotesi di turbativa di una gara pubblica del valore di 227,6 milioni di euro indetta per l’affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario, nel cui contesto sarebbero emerse responsabilità di un pubblico ufficiale dell’ASP di Enna, in qualità di consulente della Regione Siciliana;

– al possibile coinvolgimento del presidente della commissione di gara per l’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare relativo alle aziende del bacino occidentale della regione Sicilia, del valore di 66,4 milioni di euro, che avrebbe rivelato informazioni riservate ai dirigenti della società aggiudicatrice dell’appalto, in cambio della promessa di una tangente pari all’1% dell’importo di gara, nonché di soggiorni in hotel di lusso;

– all’ipotesi di corruzione di un funzionario dell’ASP di Enna, ad opera di due dirigenti di un’importante società del settore sanitario, al fine di ottenere indebitamente la prosecuzione di un contratto relativo all’assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell’isola siciliana, del valore complessivo di 140,7 milioni di euro

L’odierna attività di servizio testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel contrasto ad ogni forma di illegalità e di corruzione che altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli onesti e fa aumentare i costi dei servizi pubblici a danno della loro efficienza.

Il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

 

Controlli: Sequestrati oltre 60 veicoli privi di copertura assicurativa …

 

Carabinieri: chi sono e che cosa fanno - CM Junior
Controlli dei Carabinieri- Archivi Sud Libertà
Messina – Lipari 
Nei giorni scorsi, nell’ambito del piano dei servizi straordinari estivi, i Carabinieri della Compagnia di Milazzo (ME) hanno svolto un servizio di controllo del territorio nell’isola di Lipari, finalizzato contrasto al fenomeno della circolazione di veicoli sprovvisti di copertura assicurativa e guida di ciclomotori senza l’uso del casco protettivo. I Carabinieri della locale Stazione, unitamente alla Squadra Motociclisti della Sezione Radiomobile della Compagnia di Milazzo, hanno:
 controllato 396 persone e 244 mezzi, sottoponendo a sequestro amministrativo 62 mezzi, di cui 50 autoveicoli, 2 autocarri, 6 motocicli e 4 ciclomotori privi di copertura assicurativa, tra cui diversi in sosta lungo le arterie cittadine da diverso tempo;
 eseguito 19 fermi amministrativi per mancato uso del casco protettivo per gli utenti di veicoli a due ruote.
Inoltre i militari dell’Arma hanno elevato diverse sanzioni al Codice della Strada per guida sotto l’influenza di sostanze alcoliche, mancate esibizioni di documenti di circolazione e guida, nonché di revisioni, velocità non commisurate, divieti di sosta, mancato rispetto della segnaletica verticale, guide senza patente poiché mai conseguita, con patente sospesa e con patente scaduta ed uso del telefono cellulare alla guida.

La Finanza scopre a Napoli, Avellino, Roma, “società”per il traffico di carburanti di contrabbando

Scoperto ad ardea traffico di carburanti di contrabbando - Sequestri per oltre 4 milioni di euro

Roma,

Un’organizzazione dedita al contrabbando di gasolio, con base ad Ardea e ramificazioni in tutta Italia, è stata scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno sequestrato beni mobili e immobili per oltre 4 milioni di euro. Il provvedimento – emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura Repubblica – costituisce l’epilogo di indagini svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, coordinate dal II Gruppo di Roma e scaturite da un controllo di routine ad un deposito commerciale di carburanti.

Dagli accertamenti è emersa l’immissione sul mercato di circa 4,5 milioni di litri di prodotti petroliferi e l’evasione di oltre 4 milioni di euro tra imposte sui redditi, IVA ed accise. Registi della colossale frode due pregiudicati per fatti analoghi – uno romano e l’altro napoletano – che avevano costituito diverse società “cartiere” con sede nelle province di Napoli ed Avellino. Queste ultime emettevano falsi documenti di trasporto comprovanti l’avvenuto versamento delle accise e recanti, quale destinatario, un deposito di Ardea che rivendeva, a sua volta, i prodotti a clienti dell’hinterland napoletano, i quali potevano così praticare prezzi estremamente competitivi sbaragliando la concorrenza, grazie al consistente credito di imposta vantato verso l’Erario. Le imprese “cartiere” – prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze – venivano interposte solo formalmente nella compravendita delle partite di merce, con lo scopo di assumersi l’integrale debito IVA, che non veniva mai versata all’Erario.

La misura cautelare reale – finalizzata alla successiva confisca “per equivalente” per un valore corrispondente all’ammontare delle imposte evase – ha riguardato appartamenti, autovetture e quote societarie riconducibili agli amministratori delle società, nelle province di Roma, Napoli e Avellino. Nove persone dovranno rispondere dei reati di sottrazione al pagamento delle accise, irregolarità nella circolazione di prodotti energetici, falso e omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, dell’IVA e dell’IRAP. Allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e in attesa di giudizio definitivo vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati. L’operazione si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo economico del territorio predisposto dalla Guardia di Finanza della Capitale per il contrasto ai traffici illeciti, a tutela dell’Erario e degli imprenditori onesti

 

Catania, lotta ai Clan mafiosi Santapaola-Ercolano e arresti per 18 soggetti

operazione antidroga
Foto Stampa Polizia

 

Catania,

Operazione antimafia della Squadra MOBILE di Catania e del commissariato di Acireale che-informa un comunicato – hanno arrestato 17 persone, mentre ad un’altra è stato applicato l’obbligo di dimora, per i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, usura, violazione della normativa sul controllo delle armi.

L’indagine, iniziata nel 2019, ha consentito di documentare l’attività criminale degli indagati legati al clan mafioso “Santapaola – Ercolano” che da decenni opera nei territori di Acireale e Aci Catena, cercando di condizionarne le attività e le dinamiche socio-economiche.

I poliziotti della questura, attraverso intercettazioni telefoniche e con il contributo dei collaboratori di giustizia, hanno ricostruito l’organigramma del clan e le loro attività illecite che venivano riorganizzate in maniera più incisiva con il ritorno al comando di esponenti storici, subito dopo l’uscita dal carcere.

La riunificazione degli storici vertici criminali, non soltanto consentiva di rimodulare l’assetto dell’associazione in termini gerarchici e funzionali, ma permetteva l’immediata possibilità di riproporre sul territorio una serie indeterminata di attività criminose.

Nel dicembre 2021 sono stati arrestati due appartenenti alla famiglia mafiosa per aver preteso da un commerciante, durante una fiera, 2mila euro per comprare i panettoni per gli affiliati, a dimostrazione della forza intimidatrice del clan.

Durante l’attività investigativa gli agenti hanno sequestrato anche un’attività di autonoleggio (comprensiva dei mezzi e dei conti correnti) utilizzata dal gruppo come base logistica per le riunioni associative.

In proposito il direttore Centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina, ha commentato: “Gli arresti eseguiti oggi dalla Polizia di Stato hanno consentito di disvelare la piena operatività di una famiglia mafiosa da tempo dominante nei territori di Acireale e Aci Catena e tradizionalmente collegata al c.d. clan Santapaola. Questo sodalizio criminale era dedito al controllo del territorio massivo, soprattutto attraverso l’imposizione di estorsioni e il prestito di somme di denaro dietro corresponsione di pesanti interessi usurari. Nessuna delle ipotesi estorsive accertate dall’indagine- ha dichiarato il Prefetto –  ha formato oggetto di denuncia alle Forze dell’ordine da parte degli estorti, il che dimostra che i tempi di una presa di coscienza civica della pervasività del fenomeno mafioso nei territori oggetto di indagine appaiono purtroppo ancora lontani”.