PALERMO
Prosegue senza soste l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità, consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.
Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di confisca del patrimonio dei fratelli G.S. e M.S. divenuto irrevocabile con sentenza della Corte di Cassazione, per un valore stimato di oltre 3,5 milioni di euro, eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo.
L’attività di servizio odierna si ricollega all’operazione convenzionalmente denominata “The Uncle”, svolta nel 2011 dal Nucleo di polizia economico finanziaria nei confronti dei due fratelli S. (M. ha già patteggiato la pena a tre anni e tre mesi di reclusione, mentre G. è attualmente in giudizio) facendo emergere una vasta attività illecita di erogazione di prestiti a commercianti ed imprenditori in difficoltà economica, con l’applicazione di tassi di interesse usurari, che arrivavano fino al 60% su base annuale.
Parallelamente alle investigazioni penali, gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di polizia economico finanziaria venivano delegati dall’Autorità Giudiziaria palermitana all’esecuzione di indagini economico-patrimoniali, sulla scorta delle quali il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, in accoglimento della proposta avanzata dalla Procura della Repubblica, disponeva nel 2012 il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, in quanto assolutamente incompatibili con la capacità reddituale ufficialmente dichiarata dagli indagati.
Nel 2017, a conclusione del procedimento di prevenzione, il Tribunale di Palermo emetteva il provvedimento di confisca nei confronti di S. M. e G., ora divenuto definitivo all’esito del rigetto dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, con riguardo ai seguenti beni: 2 imprese (un bar tabaccheria a Misilmeri (PA) e un negozio di abbigliamento a Palermo);
- 14 immobili, tra abitazioni, locali commerciali e appezzamenti di terreno, ubicati tra Palermo, Bagheria, Trabia e Termini Imerese; 11 veicoli; 20 rapporti finanziari.