Il Questore di Ragusa era favorevole al trasferimento dei migranti nel nuovo centro di Pozzallo. Il giudice della sezione immigrazione di Catania non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento
Catania
Governo nazionale in difficoltà ed imbarazzo. I Giudici di Catania hanno messo sotto i riflettori alcuni casi dimostrando che si può ridurre il numero di coloro che richiedono asilo per motivi umanitari o di guerra.Sono quattro i casi di migranti, tutti tunisini, sui quali il Tribunale di Catania si è espresso negando la convalida del trattenimento. Si tratta di uomini tra i 23 e i 38 anni.
Le motivazioni sono effimere secondo i Giudici che hanno ascoltato i migranti richiedenti l’asilo. Uno di essi , arrivato a Lampedusa il 20 settembre e poi trasferito a Pozzallo, ha spiegato di aver chiesto protezione internazionale “perché perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli nello svolgimento della loro attività (particolari linee della mano, ecc.) e di essere privo di documenti perché, nella fuga, non aveva potuto prelevarli dall’abitazione”.
In un altro caso il motivo dell’allontanamento dal Paese di origine, ha spiegato un ventitreenne, era legato a dissidi con i familiari della sua ragazza, i quali, come ha dichiarato davanti al giudice, volevano ucciderlo ritenendolo responsabile della sua morte, annegata in un precedente tentativo di raggiungere le coste italiane.
Un terzo richiedente asilo ha, invece, motivato la sua partenza “perché ho avuto problemi con mia moglie in ospedale, mia moglie più volte è rimasta incinta, per tre volte ha partorito ma per mancanza di adeguate cure ospedaliere i neonati non sono sopravvissuti. Mia moglie è rimasta in Tunisia con uno dei miei figli. Nel mio Paese le cure sono a pagamento e per questo ho deciso di partire”.
E per il quarto richiedente asilo il motivo dell’allontanamento della Tunisia era dovuto a “questioni essenzialmente economiche e per minacce che aveva ricevuto da alcuni suoi creditori”.