La politica italiana è una palude dove tutti gli opportunisti affondano nella melma. Nella palude è affondato ora Matteo Renzi che minaccia, paralizza, sconfessa il governo dove ha suoi ministri. . Lui, il premier più giovane della storia italiana che voleva abbattere i totem consacrati del comunismo radicale, avversario ,a parole, dei fatti e misfatti della Prima Repubblica, il rottamatore , è lui l’uomo che con un piccolo plotone di esecuzione -il 3 per cento – vuol risalire a Palazzo Chigi per riprendersi il ruolo di protagonista assoluto. E’ lui che recita il ruolo del dittatore -Sì, una specie di AntiCristo in terra politica. “Se vogliono i nostri voti – ha sottolineato ieri – si prendano anche le nostre idee”.
Non basta. Con Forza Italia Renzi scrive anche l’Italicum. Roberto Speranza è contrario e la Corte Costituzionale gli da ragione cancellando la riforma.
Roberto Speranza parla di “identità a rischio”,poi il referendum , quello che vede Renzi sconfitto convinto poi di avere ancora il 40 per cento con sé, Ancora oggi risuonano i cori unanimi e vibrati del popolo comunista: “Fuori fuori”.
Non prova più vergogna neppure con la sconfitta al referendum costituzionale Avrebbe dovuto lasciare la carica di segretario, come aveva promesso, prima della campagna referendaria, e poi lasciare la poltrona di premier. Ma questa cose le fanno solo i veri signori della politica. Non certo un uomo che mescola le carte per far uscire l’asso vincente sotto il tavolino dove gioca con alleati ed avversari. Oggi Renzi lancia proclami, ha i suoi sostenitori presso la Rai, riesce a prenotare una intervista con Bruno Vespa nella rubrica politica di “Porta a porta”. E’ questo adesso il suo palcoscenico perchè è diventato il re delle minoranze. Anche le reti Mediaset sostengono il suo progetto. Quale? Di far togliere Conte dalla poltrona di premier … Poi il centro destra , con Salvini e Berlusconi, forti della comunicazione pubblica e delle reti del Cavaliere, proporranno la loro candidatura quella più accreditata numericamente rispetto ad Italia viva dove stanno per nascere dissidenti.
L’ultimo proclama di Renzi: “Conte verifichi se il suo governo va avanti, noi pronti a sfiduciare Bonafede, via reddito di cittadinanza ed elezione diretta del premier”. Dal canto suo Conte vuol confrontarsi con Renzi a livello istituzionale fuori dai salotti tv e anche delle trattative al chiuso di Palazzo Chigi: «Farò delle comunicazioni al Parlamento, preannuncerò le misure che riteniamo servano al Paese», spiega il premier che assicura di non essere in cerca di nuove maggioranze. Con ogni probabilità non chiederà, spiegano fonti di maggioranza, un voto di fiducia al governo. Ma un voto su una risoluzione che recepisca il programma 2020-2023.
Altro spunto. Perchè Renzi vuol togliere il Reddito di cittadinanza, così anche Berlusconi e Salvini…? Il reddito di cittadinanza è il progetto politico più moderno e giusto per sostenere i giovani in cerca di occupazione. Non si deve boicottare nelle regioni, e nei comuni. Renzi e bande affini sanno bene che il reddito è un caposaldo di consensi del partito della maggioranza . Abolendo questo i c onsensi calerebbero a vista d’occhio e si tornerebbe ai fatti e misfatti della Prima Repubblica con i personaggi che girano oggi attorno a Conte e pentastellati. Un comune italiano ne ha favorito l’attuazione, è il Comune di Cattolica, amministrato dal sindaco Mariano Gennari , è il primo in provincia di Rimini e tra i primi in tutta Italia ad aver individuato i PUC (i Progetti utili alla Collettività) per rendere “attivo” chi percepisce il Reddito di Cittadinanza.
Durante la recente seduta, -apprendiamo -la Giunta Comunale di Cattolica ha approvato un atto di indirizzo per individuare i primi 12 progetti nei quali sarà possibile prestare la propria opera per la comunità. Si tratta della nuova fase attraverso la quale chi riceve il sussidio è chiamato a prestare la propria opera per la comunità in accordo con Palazzo Mancini.
“Un contributo fattivo, in ausilio degli uffici comunali, mettendo in atto azioni positive per Cattolica che incideranno sulla qualità del vivere quotidiano. La realizzazione di questi progetti – ha commentato il Sindaco Mariano Gennari – può produrre, già da subito, benefici e vantaggi per la collettività. D’altra parte mi pare la migliore maniera per dare la possibilità di sentirsi integrati ed utili, protagonisti, all’interno dei processi della nostra comunità. ….”
Tali azioni avranno una diversa durata temporale, prenderanno avvio durante il corso del 2020 e potranno essere implementati in futuro. A breve i progetti saranno inseriti nel catalogo della piattaforma GEPI, l’applicazione per la gestione dei Patti per l’Inclusione sociale. Se anche altri enti comunali e regionali seguissero questo esempio la disoccupazione non sarebbe più la cancrena dell’ultimo quarto di secolo e tantissimi giovani non sarebbero spinti dallo stimolo di studiare e ricercare un posto all’estero.
Il pubblico finora è stato troppo tenero con la politica e con alcuni suoi leader, mentre invece esclusivamente da essa dipendono le scelte su dove e come effettuare i tagli e su quali riforme portare avanti e quali bloccare. Oggi in Italia i rapporti di forza si sono ormai rovesciati e nessuna vera riforma è possibile se la politica non è in grado di far capire i benefici e il benessere al popolo. Abbiamo ascoltatoprogrammi politici che non sappiano siano realizzabili e quali coperture finanziarie abbiano davvero.
I governi che finora hanno cercato di cambiare il Paese e la pubblica amministrazione, indipendentemente dal loro colore politico, lo hanno fatto con la triade “più leggi, più Stato, più regole e repressione”. Molti i dubbi degli osservatori politici Ricordiamo l’opposizione della burocrazia con le proposte riformatrici di Matteo Renzi con l’esito del referendum che ha portato alla caduta del suo governo. Già da sindaco di Firenze, Renzi aveva capito la minaccia che una burocrazia forte può rappresentare per la politica e, arrivato a Palazzo Chigi, individuò i primi nemici da combattere proprio nei magistrati del Tar e del Consiglio di Stato alla guida di gabinetti ministeriali e uffici legislativi. Sappiamo com’è finita: a ridosso della consultazione referendaria, la giustizia amministrativa gli ha presentato il conto smontandogli prima la riforma Madia sulla pubblica amministrazione e poi quella, attesa da anni, che imponeva alle banche popolari di trasformarsi in società per azioni.
Matteo Renzi, “Il Lancillotto” delle banche
Già perchè Matteo Renzi-è noto a tutti – è sempre stato il paladino -Lancilotto delle banche italiane Oggi l’ex fonda il nuovo partito “Italia viva” perchè nel Pd non aveva trovato i posti e le prerogative che cercava.
Salvini insegna: solo che il leader del Carroccio è davvero libero nei suoi movimenti, nelle sue azioni, non deve neppure organizzare riunioni interne per mandare avanti le sue idee,libero anche di fare errori non consigliato dai vertici. Matteo Renzi nel Pd doveva fare le capriole per avere i consensi della maggioranza di quelli che contano. Ma le critiche erano
sempre presenti.
Ipotesi di dare la carica di Capogruppo alla Camera a Maria Elena Boschi
Il risultato è che oggi nessuno più pensa all’ideologia, alla storia , alle tradizioni di una comunità partitica. Si cercano solo poltrone, meglio se governative, incarichi importanti, distribuzione di poltrone anche per enti di sottosottogoverno e periferici purchè mantengano vivo e vibrante il protagonismo e l’esistenza politica. La scelta di Renzi fa riflettere, è la scelta del potere, una scorciatoia altro che la sottomissione al segretario Zingaretti.
Perché Matteo Renzi aveva perso la battaglia politica? Innanzitutto perché ne ha sottovalutato il potere: non si può varare una nuova norma contro il Consiglio di Stato ed evidentemente contro la Corte costituzionale. E se si cerca di farlo, si finisce sotto graticola.. Renzi si porta un bel drappello, afferma di fare l’antiSalvini,in realtà la stoffa è identica. Corsa al potere assoluto..Sono ndividui e istituzioni che fanno i loro interessi e, quando si sceglie di fondare un partito autonomo si sceglie il più delle volte la difesa a ogni costo dei privilegi della casta. Finoggi se ne contano 41.
Sono questi i rischi del potere. Non parliamo più di coerenza, di programmi per il popolo, oggi è di moda la scissione, levati tu dalla poltrona che mi siedo io. Ciò spiega perchè vediamo parlamentari di destra correre e cambiare subito casacca nel neonato movimento di sinistra. Gli incarichi fanno gola e sono sempre più appetibili. Detto questo, bisogna quindi fare attenzione perchè in tempi in cui ci si illude di poter risolvere i mali dell’Italia mettendosi in proprio, non ci si rende conto di quali rischi si corrano. Esiste infatti un potere frammentario, quello dei singoli,che brucia le idee della giustizia e del benessere ed è alla ricerca dei privilegi . Non trascuriamo poi che la nascita di nuovi partiti o movimenti determinerà l’erogazione per legge di finanziamenti pubblici in un momento in cui i tribunali, in particolare il Collegio di giudici milanese, ha inchiodato parlamentari ancora con la “mani sporche” dei contributi ai partiti. L’erogazione pubblica delle risorse avrà come intestatari i capi dei nuovi partiti. E i controlli si rivelano assai difficili per non dire improbabili. Nuovi partiti, ma questa-Signori – è la nostra Italia. “Viva” l’Italia . Ma …povera Italia.
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