Messina, firmato il Piano Città degli immobili pubblici per la rigenerazione urbana Nel Piano inserita finalmente l’area della ” ex baraccopoli”

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Messina,

È stato firmato oggi -afferma un Comunicato stampa –  dal commissario straordinario di governo per il risanamento delle baraccopoli della città di Messina e presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, e dal sindaco di Messina, Federico Basile, il Piano Città degli immobili pubblici, un accordo che consente di mettere a fattor comune i beni dello Stato in un sistema di pianificazione integrata per contribuire a risolvere la criticità urbana del disagio abitativo e per rispondere al meglio alle esigenze del territorio nella destinazione degli immobili pubblici, in piena coerenza con gli obiettivi del governo della Regione e del Comune sulla città.
Un risultato per il quale è stata determinante la collaborazione delle istituzioni firmatarie e della struttura commissariale operativa. L’evento si è svolto alla presenza, in collegamento, del sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, Lucia Albano, e del sottosegretario al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano. Con questa intesa tra le Istituzioni si instaura una stretta collaborazione per la rifunzionalizzazione di grandi compendi pubblici di architettura industriale e militare, per la valorizzazione delle bellezze naturali identitarie del paesaggio dello Stretto, per migliorare l’attrattività turistico culturale del sistema delle fortificazioni, attraverso soluzioni innovative anche coinvolgendo investitori privati. Nel Piano Città di Messina sono stati finora inseriti l’area comunale della ex baraccopoli e 20 immobili dello Stato parzialmente utilizzati o in disuso. Altri edifici e siti da recuperare potranno essere progressivamente aggiunti per una sempre più ampia rigenerazione urbana.
Il Piano Città degli immobili pubblici è il nuovo strumento di pianificazione integrata degli interventi sul patrimonio immobiliare adottato dall’Agenzia del Demanio e grazie al quale, insieme agli enti del territorio, si individuano le migliori soluzioni per rispondere ai fabbisogni specifici della città, delle amministrazioni e degli utenti. In particolare, il Piano di Messina prevede: azioni di rigenerazione urbana a supporto della riqualificazione delle baraccopoli; la realizzazione di un mix funzionale di residenze, uffici e servizi in grado di generare valore e sviluppo anche in termini di benessere e sostenibilità sociale; la valorizzazione dei caratteri identitari dei luoghi e del patrimonio immobiliare pubblico con alto valore storico e culturale per favorirne la fruizione pubblica e rafforzare l’offerta dei servizi culturali; la valorizzazione del porto, con nuovi servizi attrattivi per la collettività e il turismo; il miglioramento della logistica della pubblica amministrazione attraverso il riuso del patrimonio immobiliare pubblico con abbattimento di fitti passivi per lo Stato; la promozione di azioni integrate volte alla sostenibilità ambientale, come l’incremento del verde urbano, l’efficientamento energetico, la promozione della mobilità sostenibile; l’aumento di servizi connessi all’offerta universitaria, l’innovazione tecnologica e le residenze per gli studenti.
«La sottoscrizione dell’accordo odierno nella città di Messina costituisce il primo risultato di una proficua collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte e, in linea con gli indirizzi dell’esecutivo, si inserisce pienamente nel quadro strategico delle azioni promosse dalla Cabina di regia per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, istituita presso il Ministero dell’economia e delle finanze» ha dichiarato il sottosegretario di Stato al Ministero dell’economia e delle finanze, Lucia Albano.
«È necessario ripensare agli immobili pubblici come risorse strategiche con funzione di servizio alla comunità, secondo un approccio che sia proiettato ai bisogni dei cittadini e ciò è possibile solo attraverso un’azione di sistema e di coordinamento di tutti gli attori istituzionali, anche per favorire il coinvolgimento del settore privato. In tale contesto, desidero complimentarmi con il sottosegretario di Stato, Matilde Siracusano, per la costante attenzione e l’impegno a sostegno della città di Messina e ringrazio l’Agenzia del Demanio, partner fondamentale della Cabina, per il concreto contributo verso i territori».
«Per il Piano Città degli immobili pubblici di Messina, l’Agenzia del Demanio ha lavorato in stretta sinergia con il sindaco Federico Basile e con la struttura commissariale guidata dal presidente Renato Schifani per dare il contributo richiesto all’emergenza abitativa di Messina, dando la possibilità di realizzare interventi di housing sociale sul patrimonio dello Stato da rigenerare e una più appropriata logistica ai servizi dello Stato sul territorio con riduzione delle locazioni passive», ha dichiarato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.
«L’obiettivo condiviso è quello di creare ecoquartieri rigenerati lungo le principali direttrici urbane, in piena coerenza con la pianificazione urbana, e al contempo una riqualificazione innovativa per l’ampiezza e il mix delle funzioni offerte al territorio. La rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico è una formidabile leva di sviluppo del territorio per generare valore economico, sociale, culturale e ambientale, attrattività e benessere».
«Con la firma di oggi – afferma il presidente della Regione Siciliana e commissario di governo per il risanamento delle baraccopoli di Messina, Renato Schifani – la città dello Stretto compie un passo decisivo verso la rigenerazione urbana e il risanamento del proprio territorio. Questo importante accordo, frutto della sinergia tra Regione Siciliana, Comune di Messina e Agenzia del Demanio, rappresenta una risposta concreta al problema del disagio abitativo, trasformando beni pubblici inutilizzati in opportunità di sviluppo e crescita per la comunità. È un intervento che guarda al futuro, ma con radici ben salde nelle specificità del territorio, rafforzando l’identità culturale e paesaggistica di Messina. Ringrazio tutte le istituzioni e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto ambizioso, che renderà Messina una città più moderna, inclusiva e sostenibile, nonché un modello di rigenerazione per altre realtà siciliane».
«Il Piano Città degli Immobili Pubblici – ha evidenziato il sindaco della città di Messina, Federico Basile – rappresenta un’occasione unica per ridare nuova vita a spazi abbandonati e trasformarli in risorse vitali per il nostro territorio. È un progetto che ci permette di riprenderci luoghi che per troppo tempo sono rimasti in stato di degrado, restituendoli alla comunità con una nuova concezione di città, basata su vivibilità, efficienza e sostenibilità. Si tratta di una sfida nella sfida: riprendere questi spazi e trasformarli in sistemi innovativi di vivibilità, in hub di servizi essenziali, in opportunità di sviluppo economico e in strumenti di rigenerazione urbana. Messina ha oggi l’occasione di dimostrare che, attraverso una pianificazione strategica e condivisa, è possibile creare un modello di città che guarda al futuro, valorizzando il territorio e offrendo nuove prospettive di investimento e crescita. In questo percorso, la sinergia tra il Comune, la struttura commissariale e l’Agenzia del Demanio è essenziale. Mentre il Comune riveste un ruolo centrale nella gestione e pianificazione degli interventi, la struttura commissariale rappresenta un interlocutore cruciale per accedere a poteri straordinari e risorse economiche. Solo con un approccio integrato, in cui ognuno opera secondo le proprie competenze, potremo massimizzare i benefici di questo piano ambizioso. Questa è più di una rigenerazione urbana: è una visione di rinascita per Messina. Stiamo lavorando per restituire alla città spazi in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini, attrarre investimenti e generare nuove opportunità di sviluppo».

Ambiente Sicilia, Cts raggiunge 1100 pareri con 700 valutazioni positive. Vanno avanti le autorizzazioni…

 

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Palermo,

Oltre 1100 pareri adottati dalla Commissione tecnica specialistica per le valutazioni ambientali, con un incremento di oltre il 20 per cento sullo scorso anno, 700 valutazioni ambientali positive rilasciate per un totale di oltre 65 miliardi di investimenti da realizzare in Sicilia.

È stato approvato stamattina il Report produttività 2024 della Cts per le autorizzazioni ambientali, il documento che analizza a consuntivo l’attività svolta dalla Commissione presieduta da Gaetano Armao. Le pratiche analizzate riguardano, tra l’altro, richieste di investimenti in settori chiave come la depurazione, le infrastrutture, l’energia, i rifiuti, le attività produttive, la pianificazione territoriale e urbanistica. 

«Grazie alla riforma della Cts, voluta dal mio governo – commenta il presidente della Regione, Renato Schifani – oggi registriamo un deciso passo in avanti nelle procedure di analisi e di autorizzazione delle richieste, seguendo un modello di sviluppo economico e sociale responsabile e sostenibile. Come ho già detto in più occasioni, ottenere una risposta, positiva o negativa, in tempi certi, era il presupposto indispensabile affinché un’azienda potesse decidere di investire capitali nella nostra terra. Finalmente siamo riusciti a sciogliere il nodo burocratico che rallentava la macchina amministrativa e rischiava di far perdere alla Sicilia numerose opportunità di sviluppo. Adesso, grazie al lavoro scrupoloso e attento della Commissione, e del suo presidente Gaetano Armao, siamo arrivati ad autorizzare in un anno investimenti per un valore complessivo di 65 miliardi di euro, coniugando crescita economica e sostenibilità ambientale. Un successo straordinario, che avrà inevitabilmente ricadute economiche positive su tutto il territorio regionale. Possiamo guardare con più ottimismo al futuro, mettendo sempre al centro l’interesse dei cittadini siciliani».

Per quanto riguarda, in particolare, il settore dell’energia rinnovabile la Commissione ha esaminato progetti per oltre 21 Gigawatt suddivisi nel settore agrifotovoltaico, fotovoltaico, eolico, elettrico, biomassa, termodinamico. Di questi, 290 procedure hanno avuto parere ambientale positivo per un totale di circa 10,8 GW. Sono state valutate, inoltre, numerose procedure di Valutazione ambientale strategica (Vas) di carattere nazionale, regionale e comunale tra le quali, in particolare, quella relativa all’aggiornamento del Piano rifiuti della Regione.

Camere di commercio siciliane, stabilizzazione di 80 lavoratori

 

 

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Palermo,

Fine del precariato per 80 lavoratori delle Camere di Commercio della Sicilia. Oggi, nella sede dell’assessorato regionale delle Attività produttive, la firma dei contratti di lavoro a tempo indeterminato davanti al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all’assessore Edy Tamajo. Presenti anche i rappresentanti delle Camere di commercio  e i sindacati di categoria.

«Dopo oltre venti anni, grazie a una norma voluta dal mio governo – dice Schifani – si chiude la pagina del precariato per questi dipendenti. Diamo certezza occupazionale a una categoria di lavoratori che nel tempo, non soltanto ha acquisito elevate competenze professionali, ma ha garantito la piena operatività di enti che svolgono un ruolo strategico per le imprese siciliane. Continueremo nel nostro impegno per mettere fine a tutte le situazioni di precariato che interessano la pubblica amministrazione regionale al fine di assicurare a questi lavoratori un futuro più sereno».

La stabilizzazione di questi lavoratori è stata resa possibile grazie alla norma contenuta della manovra quater del governo Schifani, approvata lo scorso novembre all’Ars, che stanzia più di 1,3 milioni di euro per gli esercizi finanziari dal 2024 al 2027, oltre alle risorse necessarie fino al 2039 per i dipendenti via via interessati dalla misura.

«Con questa firma – aggiunge Tamajo – poniamo fine a un lungo periodo di incertezza per i lavoratori delle Camere di commercio siciliane. Si tratta di un risultato che tutela i lavoratori e rafforza l’intero sistema camerale regionale, un settore cruciale per lo sviluppo economico della Sicilia. Questo è un impegno che avevamo preso e che oggi portiamo a compimento, dimostrando come, con serietà e concretezza, si possano dare risposte reali ai bisogni dei lavoratori e del territorio. La stabilizzazione è solo un punto di partenza: continueremo a lavorare per modernizzare e rendere più efficiente il sistema produttivo regionale».

I contratti a tempo indeterminato interessano 41 lavoratori della provincia di Caltanissetta, 9 della provincia di Trapani, 23 di Agrigento e 7 del territorio di Palermo ed Enna. I primi contratti di lavoro precario stipulati risalgono al 2002, gli ultimi al 2007. 

Salute, Regione Sicilia ,Schifani: «Sì da Roma a rimodulazione piano sanitario, sbloccati 800 milioni»

 

ospedale garibaldi

 

 

 

«La Conferenza Stato-Regioni ha dato parere favorevole alla rimodulazione del piano sanitario per le strutture ospedaliere da finanziare con le risorse ex articolo 20 in Sicilia. Si sbloccano sostanzialmente 800 milioni di euro per l’edilizia sanitaria che serviranno per costruire tre nuovi ospedali e ristrutturarne un quarto nella città di Palermo».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha partecipato in videoconferenza alla riunione.

«Oggi – ha aggiunto il governatore – compie un fondamentale passo in avanti l’azione del mio governo, che oggi ha trovato la condivisione dello Stato, per riqualificare e innovare la sanità siciliana, partendo dalle opere infrastrutturali, premessa essenziale per un’assistenza efficiente e adeguata agli standard moderni che vogliamo garantire ai nostri concittadini Per questo, a luglio scorso, abbiamo già stipulato una convenzione con Invitalia che ci supporterà nella realizzazione degli interventi, garantendo tempi veloci. Abbiamo chiara la strategia complessiva per dotare la Sicilia, utilizzando anche i fondi del Pnrr e quelli del Fsc, di un sistema sanitario che garantisca cure adeguate ai cittadini, fermando, e magari invertendo, i flussi della migrazione ospedaliera, diventando un punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo, come avviene già nel settore dei trapianti, che è un’eccellenza della nostra sanità».

Le opere inserite nell’accordo tra Stato e Regione hanno un valore complessivo di 747,7 milioni di euro. In particolare, 120 milioni di euro saranno destinati alla costruzione del nuovo Polo di eccellenza pediatrico, che farà capo all’azienda ospedaliera Arnas Civico-Di Cristina; 348 milioni serviranno per la realizzazione del nuovo Policlinico, per offrire all’utenza elevati livelli prestazionali in ambienti idonei e accoglienti ma anche sicuri per gli operatori impiegati; 240 milioni saranno destinati alla costruzione del nuovo Polo oncoematologico degli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, che avrà l’obiettivo di costruire percorsi assistenziali di prevenzione, diagnosi, cura e follow-up, fornendo ad ogni paziente le cure sperimentali più avanzate; infine, 39,7 milioni serviranno per i lavori di adeguamento e messa a norma del Polo chirurgico e delle emergenze dell’ospedale Cervello (padiglione A).

Il prossimo passo sarà la firma di un accordo di programma-quadro tra Ministero della Salute e Regione per avviare la fase che porterà alla predisposizione dei bandi di gara e alla esecuzione dei lavori.

La convenzione firmata a luglio scadrà nel dicembre 2026 e prevede che Invitalia supporti la Regione nella realizzazione dei quattro interventi, svolgendo attività di Centrale di committenza e di supporto tecnico-operativo nella predisposizione e nella gestione delle procedure di gara e attività per accelerare la realizzazione di questi investimenti. Il rispetto dei tempi di attuazione sarà sottoposto al costante monitoraggio della Regione per il tramite del dipartimento di Pianificazione strategica, guidato da Salvatore Iacolino.

“L’azione politica del governo Schifani -ammette il governatore siciliano- guarda al mondo imprenditoriale…..” Restano tuttavia in Sicilia migliaia di giovani senza lavoro per i “concorsi truccati” nei pubblici uffici

 

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«In appena due anni di governo la Sicilia è cresciuta oltre ogni attesa. Lo certifica la Banca d’Italia che indica un aumento del Pil superiore alle altre regioni. Questo significa che abbiamo lavorato bene ma anche che c’è un sistema produttivo e imprenditoriale solido e strutturato: questo è un elemento di base che ha consentito alla politica liberale, attuata dall’avvio di questa legislatura, di enfatizzare questa crescita».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo oggi a Palermo a Villa Igiea all’assise dei Giovani imprenditori di Confindustria dal titolo “Finire per cominciare”.

«L’azione politica del mio governo – ha aggiunto – continuerà a guardare al mondo imprenditoriale come fulcro centrale dello sviluppo economico e occupazionale. Stiamo puntando sulla semplificazione dell’attività amministrativa e in tal senso abbiamo riformato la Cts per le valutazioni ambientali, con regole nuove e procedure più snelle per assicurare risposte adeguate e tempestive, consentendo alle imprese di orientare le proprie scelte di investimento avendo tempi certi. Mi piace sottolineare come esempio di efficienza a favore delle aziende l’attività dell’Irfis, un fiore all’occhiello della Regione, che sta attualmente gestendo la procedura per ottenere un abbattimento del 50 per cento degli interessi sui mutui. Non basta, infatti, avere le risorse ma occorre anche saperle spendere bene e velocemente».

Il presidente nel suo discorso ha ricordato l’accordo con Webuild per la formazione e successiva assunzione di giovani siciliani e l’impegno del governo «per riformare il settore della formazione, con l’obiettivo di renderla più adeguata alle richieste del mondo del lavoro».

«La mia storia politica liberale – ha proseguito Schifani – mi ha insegnato quanto sia importante il confronto e trovare punti di sintesi con categorie sociali, imprenditori, mondo delle professioni e, in Parlamento, anche con le opposizioni, mettendo da parte riserve e pregiudizi, guardando all’interesse comune. Io credo nella dialettica politica e nell’ascolto anche di chi la pensa diversamente da me: mai creare muri e trincee, altrimenti non si cresce. Ho accolto, per esempio, l’utile suggerimento di Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, per riattivare le terme di Sciacca e Acireale, un progetto che mi ha convinto e sul quale da mesi ormai lavoriamo senza sosta, avendo individuato sia le risorse finanziarie, 90 milioni di euro provenienti dall’accordo di coesione, sia le soluzioni alle criticità che finora ne hanno impedito il rilancio. Sono convinto che, entro la fine della legislatura, riusciremo a riaprirle e a creare un grande polo del turismo termale, con enormi ricadute per i due territori».

Schifani ha concluso il suo intervento citando la recente approvazione del piano rifiuti che «ci consente adesso di passare alla fase concreta della realizzazione dei termovalorizzatori, un processo ormai irreversibile che archivierà definitivamente la stagione delle discariche».

Restano tuttavia in Sicilia – aggiungiamo noi di SUD LIBERTA’ – migliaia di giovani alla ricerca di un posto di lavoro. Posto che non trovano per la lottizzazione vergognosa dei posti messi a concorso nella pubblica amministrazione siciliana

La Regione Sicilia approvato Rendiconto 2023, il governatore Schifani: «Ripianato disavanzo per 3,1 miliardi, un risultato storico»

RESTA UN DISAVANZO DI CIRCA 900 MILIONI DI EURO: ADESSO LA PAROLA ALLA CORTE DEI CONTI

 

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Palermo,

Disco verde del governo regionale al Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023. Il documento contabile, presentato oggi in conferenza stampa a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione, Renato Schifani, dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e dal ragioniere generale Ignazio Tozzo, certifica una riduzione delle passività per oltre 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 435 milioni previsti, superando così di gran lunga quanto inserito nel bilancio di previsione.
Il documento finanziario fotografa anche una crescita degli investimenti del 44%, con più di 2,6 miliardi di euro erogati. Numeri più che positivi dovuti, in particolare, alle maggiori entrate, pari a 1,7 miliardi, registrate in Sicilia grazie alla crescita economica, all’aumento del cofinanziamento statale sulla spesa sanitaria (200 milioni in più nel 2022 e 300 milioni nel 2023), e ai risparmi di circa 1,2 miliardi dovuti al contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti controllati, ai risparmi sulle locazioni passive, sul funzionamento degli uffici, sulle spese per l’energia elettrica per circa 200 milioni, e alla rinegoziazione di 2,1 miliardi di mutui del Mef con Cassa depositi e prestiti.
«Si tratta di un record senza precedenti – commenta il presidente della Regione, Renato Schifani – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto».
«Con un disavanzo finale di 897 milioni di euro – aggiunge l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino – siamo ormai vicini alla realizzazione di un ulteriore obiettivo estremamente ambizioso: passare dal deficit al surplus. Si apre un nuovo capitolo nella storia della Regione che consentirà la realizzazione di forti investimenti per lo sviluppo della nostra terra.
Ringrazio gli uffici del mio assessorato per avere lavorato alacremente e in particolare i due dirigenti generali, Ignazio Tozzo e Silvio Cuffaro, che hanno permesso la realizzazione dei risultati che oggi vengono sanciti nel documento finanziario. Continueremo su questo percorso per rendere stabile e migliorare ulteriormente il risultato, coniugando rigore e sviluppo, e siamo fiduciosi che il risultato raggiunto potrà contribuire alla più celere definizione del contenzioso con la Corte dei conti, che costituisce una priorità del governo». Il Rendiconto generale sancisce anche un forte incremento della liquidità, con il fondo cassa che raddoppia in due anni da 4 miliardi a un totale di quasi 8 miliardi di euro. Alla riduzione del disavanzo hanno contribuito sia le maggiori entrate, derivanti dall’aumento del Pil oltre le stime, sia le politiche di bilancio di contenimento della spesa e di amministrazione delle passività. Il disavanzo da ripianare è stato pertanto ridotto da 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. Dopo l’approvazione in giunta avvenuta oggi, il Rendiconto generale sarà trasmesso adesso alla Corte dei conti per ottenere la parificazione.

Regione Sicilia, ai carabinieri due ex ospedali. Il governatore Schifani: «Sinergia con altre istituzioni»

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Palermo,

Due ex presidi ospedalieri potranno diventare sedi dell’Arma. Il governo Schifani, su proposta dell’assessore regionale alla Salute, ha dato il via libera al trasferimento del diritto reale di godimento per 99 anni al Comando Legione carabinieri Sicilia di parte dell’ex Ospedale Civile di Ragusa e di due plessi dell’ex Ferrarotto di Catania.

Per tutti gli immobili individuati è stato necessario il cambio di destinazione d’uso deliberato dall’Asp di Ragusa in un caso e dall’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania nell’altro, rendendo esplicita la cessazione delle attività sanitarie. Nel capoluogo ragusano si tratta del piano terra e della prima elevazione dell’edificio in piazza Caduti di Nassiriya.

A Catania il provvedimento riguarda gli edifici A e B dell’ex complesso sanitario ormai dismesso da anni, in via Salvatore Citelli.

«Diamo attuazione – spiega il presidente Renato Schifani – a una collaborazione con altre istituzioni per mettere a disposizione beni immobili della Regione per finalità di pubblico interesse. Attraverso l’assessorato alla Salute, in sinergia con l’Azienda sanitaria di Ragusa e il Policlinico di Catania, abbiamo effettuato tutti i passaggi amministrativi necessari affinché le richieste dell’Arma possano essere effettivamente soddisfatte e gli immobili, non più utilizzati per erogare servizi sanitari, possano così essere adeguati alle necessità dei militari nella loro azione destinata a garantire la sicurezza dei cittadini».

Terme di Sciacca e Acireale, ricerca della Regione Sicilia di partner privati. Il governatore Schifani: «Puntiamo sul know-how degli imprenditori»

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Possono essere adesso avviate dall’assessorato delle Attività produttive le procedure di selezione di partner privati per la riqualificazione e il rilancio dei due complessi termali di Sciacca e Acireale, rispettivamente nell’Agrigentino e nel Catanese.

Il via libera è arrivato dalla giunta regionale con l’adozione del “Programma triennale delle esigenze pubbliche che possono essere soddisfatte attraverso forme di partenariato pubblico-privato”, strumento previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici e affidato, per la redazione e l’istruttoria, al dipartimento regionale Tecnico dell’assessorato delle Infrastrutture.

«Il rilancio del termalismo in Sicilia – dice il presidente della Regione Renato Schifani – è dichiaratamente uno degli obiettivi del mio governo. Stabilire una collaborazione con gli operatori economici privati è una straordinaria occasione che la legge ci mette a disposizione e che intendiamo sfruttare per fare leva sul know-how degli imprenditori e ottenere, così, una migliore performance in termini di rispetto dei tempi e dei costi di investimento». L’intervento “Rilancio terme di Sciacca e Acireale” è finanziato con fondi pubblici attraverso 90 milioni di euro dell’Accordo per la coesione territoriale Fsc 2021-2027. Ammontano, invece, a quasi 94 milioni le risorse per cui ci si rivolgerà, attraverso avvisi pubblici, a capitali privati.

In totale, il costo della riqualificazione delle terme di Sciacca ammonterà a poco più di 102 milioni, quello delle terme di Acireale a quasi 82 milioni di euro. Secondo il cronoprogramma previsto dal tavolo tecnico istituito in Regione, il prossimo passo sarà la pubblicazione degli avvisi esplorativi per la ricerca degli operatori economici a cui affidare la progettazione, la costruzione e la gestione dei complessi termali. «Il nostro obiettivo – conclude Schifani – è realizzare in Sicilia un’offerta termale di qualità, valorizzando le peculiarità dei territori. Un’iniziativa in grado anche di captare nuovi flussi turistici e contribuire alla destagionalizzazione del turismo in Sicilia».

L’Ars della Regione Sicilia approva la manovra quater, «Varate misure per mezzo miliardo di euro», soldi pubblici a tutti

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Palermo,

«Con il via libera alla manovra finanziaria, il governo regionale destina oltre mezzo miliardo di euro, molti dei quali saranno devoluti al finanziamento di interventi per il contrasto alle emergenze. Si interviene contro la crisi idrica e i danni causati nel settore agricolo, nel sociale attraverso l’istituzione di un assegno contro la povertà e gli stanziamenti per le persone con disabilità. Importante anche la misura per il prestito d’onore agli studenti universitari. Crescono anche le risorse per la misura contro il caro voli».  A dichiararlo è il presidente della Regione Renato Schifani, commentando l’approvazione all’Ars del disegno di legge sulle variazioni di bilancio. 

«Ringrazio il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno – commenta il governatore – per l’attività di sintesi e mediazione con i gruppi parlamentari e i singoli deputati di maggioranza e opposizione per avere consentito una veloce approvazione del testo. Un ringraziamento particolare all’assessore Alessandro Dagnino che, coordinando gli uffici dell’Economia, ha permesso la stesura di una manovra di grande impatto per il tessuto economico e sociale della Regione».

La legge appena approvata a Palazzo Reale vale in totale circa 560 milioni di euro. All’iniziale stanziamento del ddl, così come approvato in giunta, si sono aggiunti infatti ulteriori 210 milioni frutto di maggiori entrate accertate durante la discussione del testo in Ars. 

Per l’emergenza siccità vengono stanziati 65 milioni di euro, incrementando inoltre di 20 milioni di euro i capitoli di spesa relativi agli interventi di protezione civile per le calamità. Oltre 50 milioni sono stanziati per i sussidi al mondo dell’agricoltura piegato dalla crisi (bonus fieno, minori raccolti cerealicoli, peronospora, blue tongue, brucellosi, comparto apistico), 30 milioni sono destinati all’assegno di povertà una tantum e 10 milioni alla bonifica dei siti contaminati. 

Circa 55 milioni vanno agli interventi in materia di mobilità: 19 per il TPL, 10 per i trasferimenti nelle isole minori, 17 per il contrasto al caro voli e 10 in favore degli aeroporti minori.

Per gli enti locali sono stanziati oltre 15 milioni: 11 per i Comuni in dissesto, 3,5 per gli enti a cui sono state trasferite infrastrutture dall’Irsap, 2 per gli enti interessati dall’emergenza per la crisi vulcanica. Oltre 30 milioni saranno destinati alla contrattazione collettiva regionale. Approvata, inoltre, la stabilizzazione dei precari delle Camere di commercio.

Nel settore sociale il prestito d’onore agli universitari vale 10 milioni, i maggiori stanziamenti per l’Asacom valgono 8 milioni, 12,5 milioni i fondi ulteriori per le disabilità gravissime e 1,2 milioni per il sostegno dei lavoratori delle aree di crisi complessa di Termini Imerese e Gela.

«L’ok alla manovra quater – commenta l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino – fa segnare al governo l’approvazione in tempi record di un importante risultato: con la spesa degli interventi finanziati, gli uffici, nelle prossime settimane, immetteranno nell’economia regionale mezzo miliardo di euro, generando un ulteriore effetto sulla crescita regionale. Rivendico con forza il fatto, davvero straordinario, che quasi il 90 per cento delle risorse discrezionali della manovra è destinato a investimenti che produrranno un significativo sviluppo pluriennale oltre alla risoluzione di alcune criticità».

 

Miniere, via al recupero in Sicilia della “Bosco-San Cataldo”. Il governatore Schifani: «Partenariato virtuoso»

 

Miniera di carbone. Estrazione sotterranea del carbone. - 161218087

Archivi -Sud Libertà

 

 

La Regione avvia la riconversione del sito minerario “Bosco-San Cataldo”, in provincia di Caltanissetta, a quasi 30 anni dalla sua dismissione. La società G.M.R.I. Srl avrà in concessione l’area per un periodo non inferiore a vent’anni e grazie all’approvazione di un progetto di finanza investirà 10 milioni di euro per valorizzare l’ammasso salino prodotto per decenni nel corso dell’attività del sito minerario, riconvertendolo, ad esempio, in prodotto da utilizzare contro il gelo nelle strade. L’iter autorizzativo è stato seguito dall’assessorato dell’Energia. Sul fronte ambientale, il progetto prevede la sistemazione idrogeologica dell’area, la realizzazione di un campo fotovoltaico e la piantumazione di essenze arboree resistenti ai terreni salini. Per le casse della Regione è previsto un incremento del gettito fiscale e il versamento del canone di produzione mineraria.
«Grazie alla virtuosa collaborazione tra pubblico e privato – afferma il presidente della Regione Renato Schifani – risolviamo una criticità che aveva pesanti ripercussioni sul fronte ambientale e trasformiamo ciò che per anni è stato ritenuto un rifiuto da smaltire in una preziosa risorsa economica. Mi piace sottolineare che l’iniziativa è assolutamente a costo zero per l’amministrazione regionale e ci consentirà anzi di avere maggiori entrate e di creare nuova occupazione. Saranno, infatti, una ventina le persone impiegate direttamente nel sito e circa altre trenta quelle nell’indotto. L’intervento del settore privato, quando è competente e professionale, può rivelarsi un forte acceleratore per lo sviluppo della nostra economia, e concorrere con il sistema pubblico a migliorare la qualità dei servizi erogati ai cittadini».
«Si tratta di un bell’esempio di economia circolare – aggiunge l’assessore Di Mauro – che ci permette di assicurare una risposta positiva a un territorio che attendeva quest’intervento da più di trent’anni. Ringrazio gli uffici del dipartimento dell’Energia che con il loro lavoro hanno reso possibile in tempi rapidi il raggiungimento di questo traguardo».
Nel 2021 la società G.M.R.I. Srl aveva presentato al dipartimento dell’Energia il progetto di fattibilità, con la richiesta di ottenere la concessione allo sfruttamento dell’ammasso salino presente nel sito minerario “Bosco-San Cataldo”. Ottenuta la valutazione favorevole del Nucleo tecnico per la finanza di progetto della Regione, a settembre 2022 il dipartimento aveva chiesto di elaborare la versione definitiva del progetto, inserendo alcune modifiche. Contestualmente, era stato sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Enea per il supporto tecnico-scientifico, mentre il dipartimento regionale Acque e rifiuti aveva dato il via alle procedure per la bonifica dell’amianto presente in alcune parti limitrofe all’area. Per l’affidamento della concessione, infine, è stata pubblicata una gara a evidenza pubblica e la G.M.R.I. Srl, in qualità di promotrice, ha goduto del diritto di prelazione, come previsto dalla normativa. A giugno, il progetto è stato inserito nel piano triennale delle opere di interesse regionale e la scorsa settimana è stata avviata la verifica ambientale, propedeutica all’approvazione in concessione dell’area. Concluso l’iter burocratico, potrà partire adesso la riconversione e riqualificazione del sito minerario.