Nuovo Dpcm in arrivo: confronto ancora domani tra le Regioni e poi le scelte più forti difficili da accettare

Coronavirus, Napoli deserta vista dal drone: neanche un'anima tra il  lungomare di e piazza del Plebiscito - Corriere TV

 

PALERMO

«Siamo allo sprint finale per ulteriori restrizioni. C’è infatti una condivisione di fondo tra tutti i livelli amministrativi dello Stato nella riunione a distanza delle Regioni con il Governo: la drammatica situazione che il virus dilaga con disinvoltura nel pianeta e toglie la vita a migliaia di persone. La nostra posizione è uniforme a quella di tutte le Regioni italiane. Due le priorità che poniamo: la riduzione della mobilità e l’adozione di piani terapeutici/farmacologici per l’assistenza al domicilio, limitando così la pressione sugli ospedali». Lo dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che ha partecipato all’incontro insieme con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. 

Proseguirà domani il confronto tra le Regioni, gli Enti locali e il governo sul testo del nuovo Dpcm «che, speriamo, stavolta sia davvero condiviso. Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori», ha detto  il governatore che ha partecipato all’incontro di stamane con i ministri, le Regioni, i Comuni e le Province, insieme all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

Nel corso dell’incontro si è chiesta pure una differenziazione delle limitazioni a fasce di età, considerate più a rischio, come gli over 70. Una ipotesi che per alcuni potrebbe essere preferibile al lockdown generalizzato.

Condivisa l’idea di puntare in ogni caso a misure che siano il più possibile indirizzate a tutto il Paese, evitando interventi troppo differenziati, come chiesto dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana. Sul tavolo anche attività commerciali e scuola. Per i centri commerciali possibili nuove strette, per gli istituti si pensa a didattica a distanza in tutte le aree del Paese per le superiori, in forse per medie.

 

Dopo lo spettacolo indecente dell’assenteismo ieri al Parlamento, oggi, alle 11, il governo prorogherà lo stato di emergenza

Foto Presidenza del Consiglio (Italia)

SANZIONI PER CHI VIOLA L’OBBLIGO DI INDOSSARE LA MASCHERINA E NUOVE REGOLE PER L’ESENZIONE

Oggi alle 11 intanto si riunirà  il Cdm per prorogare lo stato d’emergenza, rinviato dopo che ieri il Parlamento italiano ha offerto il solito spettacolo indecente dell’assenteismo e del nulla di fatto quindi sulla risoluzione della maggioranza e sulle comunicazioni del ministro Roberto Speranza.

E’ prevista la sanzione da 400 a 1000 euro per chi viola l’obbligo di mascherina e tamponi obbligatori per chi rientra da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca. Sono queste alcune delle misure che dovrebbe prevedere il nuovo Dpcm   Ma ci sono alcune eccezioni sull’obbligo di indossare le mascherine: si è esentati se si fa attività motoria (fermo restando il distanziamento di almeno due metri), se si va in moto o in bicicletta, se si è in auto da soli o con i congiunti. Sanzioni da 400 a 1000 per i trasgressori. Inizialmente la sanzione per chi viene sorpreso senza mascherina arrivava fino a 3.000 euro, come prevedeva il decreto a marzo, ma a fine maggio quando era passata la prima emergenza è stata abbassata 1.000 euro.

I  proprietari dei locali pubblici che non osservano l’obbligo di mascherine rischiano la sanzione  da 400 a 1.000 euro ed inoltre si potrebbe subire anche la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

Sanzioni 400 a 1.000 euro per chi non rispetta l’obbligo della quarantena. Mentre chi ha contratto il Covid-19 ma non rispetta le restrizioni può incorrere in una sanzione penale con l’arresto da 3 a 18 mesi, oltre che in un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Può infatti essere denunciato per epidemia colposa.

Per quanto riguarda la possibile novità sui tamponi obbligatori per Gb. Olanda, Belgio e Repubblica Ceca andrebbe ad aggiungersi a quelli già previsti per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta, Spagna, oltre che da Parigi e altre sette regioni della Francia.

CANCRENA SOPRINTENDENZE DELLA SICILIA: IL GOVERNATORE CI PROVA MA TANTI PROBLEMI NEPPURE SFIORATI

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di   Raffaele Lanza

Beni culturali, soprintendenze, misteri, carriere facili, personale di vario tipo immesso nei ruoli su spinte politiche, favoritismi di ogni tipo,assenteismo legalizzato,dirigenti corrotti, servili, mobbing esteso ,un mondo dove la miscela del bene e del male diventa un cocktal perfetto    Il governatore siciliano Musumeci,nuovo ancora a questo tessuto culturale,sa solo che il dipartimento ai beni culturali è un settore delicato come quello alla Formazione e da un momento all’altro potrebbe esplodere.  Ha quindi voluto incontrare i dieci soprintendenti dell’Isola al Palazzo della Regione di Catania. Si è trattato di un confronto ideato  per capire la cancrena che esiste da parecchi anni nel settore Beni culturali.

 

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Tante – si apprende -sono state le criticità emerse nel corso del vertice catanese. Dalle discrasie tra Piani paesaggistici, il Sistema informativo forestale e gli strumenti urbanistici dei Comuni, che spesso bloccano l’iniziativa privata e le attività imprenditoriali, senza assicurare un’effettiva tutela dell’interesse pubblico, all’arretratezza dei sistemi informatici delle Soprintendenze che impediscono l’evasione in tempi brevi delle pratiche on-line; dalla mancanza di sedi decorose, in cui ricevere il pubblico e lavorare con dignità, all’assenza di una contabilità decentrata che snellisca le procedure e accorci i tempi di pagamento, fino alla carenza di personale in unità operative vitali per il corretto funzionamento degli uffici e l’erogazione di servizi dovuti all’utenza. Un quadro –  ha sottolineato il dirigente generale Alessandro – di problemi cronici, trascinatisi nel tempo, a cui si sta cercando di dare risposte graduali ma risolutive.   

                  SOPRINTENDENZE: DIRIGENTI CHE TIMBRANO UNA SOLA VOLTA AL GIORNO

Questa disamina -osserviamo noi di SUD LIBERTA’ -è quella offerta dell’amministrazione, risulta in atto assente l’esame delle denunce degli anni scorsi alla Procura dei più attenti nonchè di quei sindacati autonomi locali in particolare sul comportamento -non accettabile- di alcuni dirigenti come quello di timbrare una sola volta al giorno.

“Non ho alcun interesse e neppure curiosità per le vostre scelte elettorali – ha sottolineato Musumeci – sono stato e sarò sempre molto rigoroso nel separare l’attività dell’amministrazione pubblica dalle appartenenze partitiche. Ho, invece, il dovere di dare corso a un programma di governo a cui sono vincolato in ragione del consenso ricevuto dai siciliani. A loro, ciascuno nel proprio ruolo, dobbiamo tutti rendere conto, io per primo. Ma, nell’esercizio delle nostre rispettive funzioni, che presuppongono rispetto reciproco, dobbiamo fare squadra: la Regione è una, la rappresento io, ma la rappresentate anche voi: i vostri uffici sono le postazioni più vicine alla gente e ai loro problemi, si tratti di imprese, professionisti o singoli. Abbiamo il dovere di dire “sì” o “no”. Rispondere “forse” o “vediamo” significa riproporre quel male oscuro, per non dire altro, che ha fino a oggi danneggiato l’immagine complessiva della Regione – vista sempre più distante, lì a Palermo – e in particolare delle Soprintendenze, percepite o persino temute dall’uomo della strada come ostili”.

Musumeci ha assicurato l’avvio di un iter per la risoluzione dei problemi che, secondo il governatore, “sono l’eredità pesante che il mio governo ha ricevuto”. “Al cittadino incolpevole – che vuole osservare le regole, per attività edilizie minime, come l’apertura di una finestrella o la collocazione di un condizionatore, dobbiamo essere di aiuto, non d’ostacolo, indicando le soluzioni. Riusciremo a ricreare un’immagine e anche un rapporto diverso con i cittadini alla nostra Regione”.

Questi i problemi più di facciata dei Beni culturali. Restano i problemi di fondo, quel tipo di mobbing diffuso ed occulto- che può dare l’impressione di sviluppo di  “Mafia culturale “-che consente carriere facili col sostegno del “padrino” ed  esiste da oltre un ventennio nelle soprintendenze della Sicilia, in particolare a Catania ed è o ben nascosta ed insabbiata dalla casta dirigenziale che sceglie da sè i componenti verticitici da destinare al timone di queste strutture tanto contestate.

 

BENI CULTURALI,NAPOLI: INTERVENTI ALLA BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI -PAROLA DI MINISTRO

 

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Complesso monumentale degli Incurabili,convocazione dei rappresentanti delle istituzioni interessata il 24 aprile a Roma dopo il crollo avvenuto nella chiesa di Santa Maria del Popolo 

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 Il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, intercettato a riguardo spiega: «Ai Girolamini si prevedono interventi che effettivamente potrebbero risultare invasivi e resta la preoccupazione che la Biblioteca sia off-limits per altri anni, proprio ora che sta per partire il piano di assunzioni e risorse sono in arrivo».
Chiesa dei Girolamini

«Finora si è trascurata la manutenzione e ci rendiamo conto del valore storico-artistico e culturale del nostro patrimonio solo quando abbiamo qualche problema. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità a partire da chi doveva operare una corretta manutenzione».

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 Ora tutti insieme dobbiamo capire cosa va fatto e cosa si può fare per evitare che si ripetano situazioni del genere. Auspico che, per Napoli, possa esserci una collaborazione tra istituzioni, abbiamo già avuto momenti di confronto: come per le grate al Plebiscito, sviluppare un dialogo costruttivo è nell’interesse di tutti. Ma ripeto ognuno deve fare la propria parte ed evitare imbarazzanti e indegni scaricabarile».

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Nella riunione straordinaria a Roma, il 24 aprile, si apprende , sarà convocato pure  il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, per creare un  progetto di investimento nel centro storico.Cifra stanziata:  90 milioni non ancora spesi.

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Foto d’Archivio Sud Libertà – Biblioteca dei Girolamini- e Chiesa a Napoli

SISMA: “25 mila euro subito ai proprietari di case che hanno avuto danni non strutturali….”

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Le nuove norme sul sisma catanese che consentono un finanziamento immediato di circa dieci milioni ,secondo le affermazioni del  capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, a conclusione ieri, nella prefettura di Catania, di una riunione del Centro coordinamento soccorsi, convocata dal prefetto Claudio Sammartino costituiranno un pò di ossigeno per i proprietari delle case che si devono recuperare

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In atto secondo la Protezione civile sono 784 le persone rimaste senza casa per i danni causati dal sisma. . Degli attuali sfollati sono 658 quelli ospiti di strutture alberghiere, mentre 124 hanno trovato un’altra soluzione e due persone sono in una struttura pubblica che fornisce loro adeguata assistenza.

La Protezione civile informa pure che le richieste di sopralluoghi sono 3.805, e di questi  già 465 sono sono stati eseguiti con esito di inagibilità per 114. Inagibili anche 12 chiese (5 ad Aci Catena, 1 ad Acireale, 4 a Santa Venerina e 2 a Zafferana Etnea) e due scuole.

Moscovici al Ministro Tria: “ecco la lettera, e’ una deviazione senza precedenti del Patto di stabilità”

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E’ una valutazione politica quella dell’Europa. Nel passato si è verificato lo sforamento e tutto è passato inosservato. Una “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita”. E’ questa la valutazione sul bilancio italiano espressa nella missiva della Commissione europea che “cerca di proseguire un dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare a una valutazione finale” e attende risposte e chiarimenti ai rilievi mossi sulla manovra entro le 12 del 22 ottobre prossimo, scadenza fissata oggi da Bruxelles.

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Moscovici e Tria – “Ho ricevuto la lettera della Commissione europea. Oggi si apre un dialogo costruttivo, partendo da valutazioni diverse sulla nostra politica economica”, ha detto dal canto suo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che oggi ha incontrato a Roma Pierre Moscovici,(nella foto)commissario i Affari economici, il quale  si augura “che non ci sia nessuna tensione dei toni. Le opinioni politiche le dobbiamo lasciare alla porta”. “La Commissione europea è e resterà accanto all’Italia” ma il deficit al 2,4% “preoccupa” l’Ue, ha poi sottolineato. ”Il nostro obiettivo – ha detto ancora Tria – è la crescita e la riduzione del debito pil” e la manovra va in questa direzione; ”lo spiegheremo alla commissione. Ascolteremo le osservazioni e andremo avanti in questo dialogo”. L’Italia, ha aggiunto Tria, ”rimane uno dei paesi fondamentali dell’Europa”.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha affermato”. “So dal passato – aveva aggiunto – che la Commissione è sempre stata accusata di essere troppo generosa quando si tratta del bilancio italiano. Io non dico che siamo stati generosi, ma abbiamo introdotto nell’applicazione del Patto di crescita e stabilità alcuni elementi di flessibilità”. E l’Italia, aveva poi sottolineato il presidente della Commissione europea, “è l’unico Paese che ha usato tutta la sua flessibilità sin da quando l’abbiamo introdotta, l’Italia è stata in grado di spendere negli ultimi tre anni 30 miliardi di euro in più”. “Siamo stati molto gentili e positivi quando si è trattato dell’Italia, perché l’Italia è l’Italia”, aveva affermato ancora Juncker ribadendo poco prima che la Commissione europea “non ha alcun pregiudizio negativo” rispetto alla manovra italiana. “I

Conte – Da parte dell’Italia “senz’altro nessun muro contro muro” nel confronto con la Commissione europea. “La lettera probabilmente è stata appena consegnata al ministro Giovanni Tria” visto che “il commissario Pierre Moscovici è a Roma. La lettera non la riceverà solo l’Italia, ma anche altri Paesi. E’ prassi riceverla in situazioni di questo tipo”, ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha aggiunto: “Posso immaginare che esprimerà preoccupazione. E mi aspetterei un riferimento ad una deviazione significativa rispetto all’obiettivo del rapporto deficit/Pil rispetto alla manovra preventivata dalla Commissione.

Spiega Conte : “Abbiamo deciso di puntare sugli investimenti e sulla crescita. L’Italia deve crescere: i fondamentali dell’economia sono saldissimi”. In ogni caso, quella prospettata nella manovra italiana “non è la più grossa deviazione della storia“, ha concluso.  Ci avrebbe preoccupato se avessimo fatto una manovra temeraria. Ma la nostra manovra è ben pensata, ben costruita, ben realizzata“.

Salvini  non ha freni: la manovra del cambiamento a Bruxelles non piace, le altre, quelle di Monti, Gentiloni e degli altri invece gli piaceva”, ha detto Matteo Salvini, aggiungendo: “”Li abbiamo tutti contro: Inps, Bankitalia, Istat, perché era più comodo avere i vecchi governi”.