Archivi Suid Libertò
Elezioni comunali: -Quattro capoluoghi al centrodestra, due al centrosinistra. Sette comuni al ballottaggio
Per Schlein, segretario del Pd, l’analisi completa potrà essere fatta dopo il ballottaggio del 28 maggio.
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Elezioni comunali: -Quattro capoluoghi al centrodestra, due al centrosinistra. Sette comuni al ballottaggio
Per Schlein, segretario del Pd, l’analisi completa potrà essere fatta dopo il ballottaggio del 28 maggio.
CATANIA –
Operazioni di spoglio delle elezioni amministrative. Una volta conclusa la conta delle schede per i referendum sulla giustizia, infatti, alle 14 di oggi è iniziato à lo scrutinio dei voti nei 20 comuni etnei in cui gli elettori sono stati chiamati a rinnovare le amministrazioni comunali. L’affluenza -diversamente dalla percentuale sui Referendum sulla Giustizia- si è attestata al di sotto del 60 per cento saranno quattro i sindaci eletti con un sistema a elezione diretta, nelle città di Aci Catena, Palagonia, Paternò e Scordia.
Sono cinque i candidato a sindaca Il sindaco Nello Oliveri, che fa riferimento al presidente della regione Nello Musumeci, è sostenuto da quattro liste civiche e da Attiva Sicilia, gruppo nato dalla fuoriuscita di diversi esponenti del Movimento Cinque Stelle a Palazzo dei Normanni. Il consigliere comunale uscente Giovanni Grasso è supportato da tre liste, tra le quali la formazione leghista Prima l’Italia. Agostino Imondi, corre con il suo Movimento siciliano d’azione. Mentre Giuseppe Aleo del centrodestra consigliere comunale sostenuto da tre liste mentre il centro-sinistra si è raggruppato in sette liste che vanno dal Partito Democratico alla Democrazia cristiana e propongono la candidatura di Margherita Ferro
Un caso di sindaco uscente che prova il bis quello di Palagonia, come succede anche a Scordia e Paternò. Salvo Astuti è appoggiato da quattro liste e cerca di mantenersi in sella. A sfidarlo saranno Agnese Campisi, con tre liste che rappresentano lo schieramento di sinistra; l’ex deputato regionale dell’Mpa Francesco Calanducci con tre liste, e lo sfidante Salvo Filetti, anche lui con tre liste a sostegno.
La sfida paternese è quella più grande, in termini numerici, della provincia etnea. l’uscente Nino Naso, appoggiato dalla lista Prima l’Italia e da due liste civiche che candidano due assessori della giunta uscente; in più, a sostenere Naso con delle liste sono l’attuale vicesindaco Ezio Mannino e il deputato regionale di Forza Italia Alfio Papale.
Lo sfidante di centrodestra del sindaco uscente è Alfio Virgolini, che ha raccolto il supporto compatto dei big regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Diventerà Bellissima e Udc. A sostenere Virgolini sei liste, il più alto numero di formazioni a sostegno di un candidato sindaco nei comuni in cui si vota con il sistema dell’elezione diretta.
Fa riferimento all’area di centrosinistra invece la terza sfidante alla carica di primo cittadino: Maria Grazia Pannitteri ha infatti incassato il supporto di Partito Democratico, Movimento Cinque stelle, autonomisti e anche del leader del Movimento dei forconi Franco Crupi, che in un primo momento aveva annunciato la propria candidatura solitaria ma ha poi fatto dietrofront per sostenere Pannitteri
La giornata elettorale a Paternò è stata animata dal malfunzionamento degli uffici pubblici comunali centinaia di cittadini hanno scoperto di non essere più iscritti nelle liste elettorali e sono stati costretti a richiedere una nuova scheda elettorale. La fila di persone in attesa di un nuovo certificato è continuata fino a notte. Problemi anche nelle sezioni dei plessi Marconi, in cui a causa di un blackout gli elettori sono stati ammessi a votare con la luce degli smartphone.
Anche a Scordia il sindaco uscente prova a farsi riconfermare: Franco Barchitta è appoggiato da quattro liste, tra le quali quella di Forza Italia. A sfidare Barchitta è un altro ex sindaco, Salvatore Miluzzo, eletto nel 1993 e nel 2002 che oggi cerca di raccogliere intorno a sé le forze progressiste con il sostegno di due liste. Tra queste anche Democratici per Scordia, che segna la spaccatura del Partito Democratico cittadino: il simbolo del Pd, infatti, supporta la candidatura di Ignazio Gravina, che gode del sostegno anche di Movimento Cinque Stelle e di una lista civica. A vestire i panni dell’outsider è Giovanna Catalano, consigliere comunale uscente ed ex assessore di barchitta sostenuta da due liste.
Dopo la sospensione del farmaco Astra zeneca, l’Agenzia Ema valuta tutti gli possibili effetti collaterali del vaccino sotto ri flettori del mondo. Si indaga sulla possibilità di eventi legati a lotti specifici”.
La direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, ha così diffuso in diversi Paesi, Italia compresa, di aver sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca. “I nostri esperti si riuniscono anche oggi per analizzare dati e informazioni provenienti dai vari Paesi” e forniranno le proprie conclusioni giovedì in relazione ad eventi avversi che potrebbero essere associati alla somministrazione del farmaco. L’esito dell’analisi verrà comunicato probabilmente “nel pomeriggio” del 18 marzo.
Ma a prescindere dai risultati, la credibilità del vaccino AstraZeneca è in fumo. Difficile a questo punto una serena accettazione da parte della popolazione destinata a riceverlo. Parola d’ordine: meglio più tardi
DI RAFFAELE LANZA
Abbiamo letto gli interventi che giorno dopo giorno stanno arricchendo il dibattito sulla votazione digitale che ha visto-unico caso al mondo,crediamo e concordiamo con Davide Casaleggio- prevalere il si al governo Mario Draghi. Vediamo adesso immaginarie tavole rotonde dove ciascuno sfoggia le proprie esercitazioni dialettiche. Il problema vero resta sospeso tra indignazioni e propositi. è aereo, sfuggente, enigmatico, come tutte le cose alle quali si ha paura di dare una identità precisa.
Ne deriva un’inquietante sensazione: che ci sia in tutti una notevole paura nel “difendere” il governo nascente Draghi a viso aperto perchè questo governo che si appresta ad avere la maggioranza assoluta non è difendibile come viene esso concepito. Crediamo anche che la provocazione di Grillo, fondatore del Movimento, e del capo politico Crimi, con il loro ” sì”rivolto al popolo della piattaforma Rousseau, avessero voluto provocare le coscienze del Web per controllare più da vicino l’ex governatore della Banca d’Italia. Ma l’obiettivo ha creato un grande equivoco all’interno del Movimento ed equivale francamente ad una pedata nel sedere: di che cosa stiamo parlando se il sì al governo Arlecchino significa che non esisterebbe alcun problema di convivenza con Draghi?
A che cosa si riferiscono le accuse di Alessandro Di Battista contro Mario Draghi – puntuali e documentate,precisiamo- se Draghi “sta bene” ai 44.177 elettori digitali e non è sotto processo neppure per i favoritismi personali del Cavaliere che hanno condotto il premier incaricato a governare la Banca d’Italia prima e poi quella europea?
In Italia c’è una grande sete di silenzio, quel silenzio nel quale la popolazione perbene,onesta, pulita, coscienziosa, ha digerito tutto dalla politica che partendo dal paradossale e smaccato voltafaccia di un micro leader con due ministre di carta igienica e, senza alcun titolo, è costretta ora a gestire il suo degrado più mortificante.
– LA VOTAZIONE ROSSEAU-
Sì del Movimento 5 Stelle al governo di Mario Draghi. Con 44.177 voti, il sì ha prevalso nella votazione su Rousseau per decidere se il M5S debba sostenere l’esecutivo che il premier incaricato sta formando. Il disco verde è arrivato dal 59,3% dei votanti. Hanno scelto il ‘no’ in 30.360 (40,7%). In totale “hanno espresso la propria preferenza 74.537 iscritti su una base di 119.544 iscritti aventi diritto di voto”
Su Rousseau “in 8 ore sono stati espressi 9.317 voti” l’ora, ha detto Valerio Tacchini, notaio dell’associazione Rousseau dopo il voto. Tacchini ha fatto poi un raffronto con il voto espresso per il Conte 1 spiegando che “su dieci ore di votazione nel 2018 l’affluenza era stata di 4480 votanti all’ora” mentre per il Conte 2 l’affluenza si era attestata a 8.848 voti l’ora in 9 ore. I risultati sono stati depositati dal Movimento presso due studi notarili
Afferma Davide Casaleggio, Presidente dell’associazione Rousseau: “Anche questa volta siamo riusciti a fare sintesi della volontà del m5s con la piattaforma Rousseau, a fare esprimere migliaia di persone sulla volontà di far partire questo governo. E qualcosa che succede solo con il M5s in Italia. In altri partiti lo decidono 4 o 5 persone. Quindi sicuramente è qualcosa di molto rappresentativo e molto collegiale“.
“Succede anche in altri Paesi, come in Germania – ha sottolineato – ma al posto della lettera inviata sul cartaceo all’estero noi lo facciamo in digitale. E un unicum mondiale che siamo riusciti a sperimentare. E un esempio di cittadinanza digitale” e di “un esercizio di democrazia”.
Gentile Ministro dell’Interno, caro Matteo,
ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini.
Ti ho scritto ier l’altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, “nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione”.
Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare.
Come ho sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali.
Da subito ho elaborato una piattaforma politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi nella gestione del fenomeno migratorio.
Ho personalmente contribuito a perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al passato, al fine di contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale e la moderna e disumana “tratta dei disperati”, alimentata dalle organizzazioni criminali.
Ho viaggiato in lungo e in largo in Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di origine e nei Paesi di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti.
Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali.
Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. La nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva.
In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini.
Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a Helsinki. E’ questa la direzione giusta.
E poi non oscuriamo quello che abbiamo fatto di buono. Se mai rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di ottenere e ancora non abbiamo ottenuto.
Un ultimo aggiornamento sulla vicenda Open Arms.
Buon ferragosto,
Giuseppe Conte
“Ho l’ossessione dei porti chiusi? Sì, ho l’ossessione della sicurezza dei cittadini italiani e della lotta ai trafficanti e delle Ong complici dei traffici”, gli italiani “mi pagano per difendere i confini e garantire la sicurezza”.
“Con me i porti sono e rimarranno chiusi. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l’Italia e gli Italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd”…….
Invece di sentirsi dire ‘grazie Matteo’ per i risultati e per la ritrovata credibilità internazionale su questi temi…Sono orgoglioso di aver restituito onore, dignità, decoro al mio paese. Sentirsi apostrofare come ossessione quella che ritengo una missione è un cosa curiosa, sono felice della mia ossessione”.
“Se per qualcuno la linea Salvini seguita da tutti per un anno ora è fascista, nazista e totalitaria questo qualcuno dica che ci stiamo preparando ad un governo Renzi-Boldrini. Chi parla di ossessione -taglia corto il leader della Lega- venga a fare due passi a Castelvolturno”.
Alla domanda se vuole continuare ad esserlo con questo governo, Salvini ha risposto: “Per me saremmo arrivati già questa settimana in Parlamento, ma qualcuno ha ritenuto di prendersi una settimana in più. Va bene, il mio telefono è sempre acceso e squilla parecchio in questi giorni. Mi concederò un solo giorno di riposo. Le mie idee le ho ben chiare, faccio non quello che conviene a me e alla Lega, ma quel che serve al mio Paese”.
Quanto alla nave Open Arms, “non credo ai complotti, ma il Tar del Lazio, a fronte di una identica richiesta della Sea Watch, un mese fa si espresse in maniera diametralmente opposta. Stessa fattispecie, stesso tribunale, stessa richiesta, soluzione opposta”. “Faccio un ragionamento non da ministro ma da italiano: com’è possibile che a un mese di distanza prima ti dicono A e poi ti dicono B?
Evidentemente c’è qualcosa che non funziona”, e ricordo che “senza che fosse richiesto da nessuno, in silenzio, abbiamo sbarcato su mia diretta indicazione due bambini in evidente e reale difficoltà. E’ una scelta umana che va al di là delle letterine che sono arrivate”. Da qui una stoccata nei confronti della ministra della Difesa Trenta: “Io disumano? La ministra Trenta ha firmato tutti i miei atti fino all’altro ieri: o si è trasformata in Madre Teresa di Calcutta o non ha capito cosa ha firmato”.
La storia politica della Grecia ha un nuovo nome dopo le elezioni politiche di ieri: Nea Dimokratia.
Secondo i dati del ministero dell’Intero ellenico, basati sui voti reali, il partito guidato da Kyriakos Mitsotakis si aggiudica il 39,8% dei voti, conquistando così 154 dei 300 seggi complessivi in Parlamento. A Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras, va il 31,6%, con 86 seggi. Seguono i socialisti di Kinal 8,3%, 23 seggi; il Kke 5,3%, 14; i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,7%, 10; Diem 25 il 3,4%, 9. Osserviamo che Tsipras, dal canto suo, ottiene un risultato migliore di quello delle elezioni europee e amministrative anche considerando che nel 2015 Syriza prese il 35,5%
Bene anche il Diem25 (che in Grecia si chiama Mera25) dell’ex ministro Yanis Varoufakis, che dopo il flop alle europee entra nel parlamento nazionale.
Al momento, non entra in Parlamento il partito di estrema destra Alba Dorata.