Un immagine simbolo dell’Emergenza: lo scatto ritrae una infermiera professionale -eroica- sul volante dell’autoambulanza stremata
DI R.LANZA
“Noi infermieri siamo sempre vicini ai cittadini con le nostre competenze per continuare questa ‘lotta’ fino in fondo ma per poterlo farlo è necessario un supporto concreto. Non siamo eroi ma professionisti che con competenza e serietà continuano a mettere a disposizione degli altri il nostro servizio”. Lo afferma con un Comunicato il Coordinamento regionale degli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia al presidente della Regione Attilio Fontana.
Ma anche nelle altre regioni gli operatori professionali sono allo stremo e a rischio Covid. Le regole contrattuali sembrano pure saltate. Si sposta un medico od infermiere professionale laddove l’esigenza è maggiore. E’ un campo di guerra dappertutto. La regola sancita dalla Suprema Corte del divieto di spostamento di un dipendente dal luogo dove timbra il cartellino o badge va a farsi benedire tra l’indifferenza e l’incapacità sindacale delle organizzazioni di categoria. C’è confusione giuridica ed amministrativa. Gli interlocutori responsabili sembra abbiano pure perduto la testa. In atto c’è da pensare solo al Covid. Al modo di lavorare non si pensa più. Sono troppi i morti, elevatissimi i contagi, esaurite le bombole di ossigeno, strapiene le terapie intensive dove i pazienti in buona parte compiono il trapasso tra una infezione polmonare e l’altra. Ma soprattutto ci si accorge solo adesso la necessità di adeguamento degli stipendi da “commesso di negozio” degli operatori professionali collaboratori -livello D. Vale a dire 1100 euro in totale Una vera indecenza di fronte ai rischi della vita di queste persone.
Ma accanto gli angeli vi sono i “furbetti” – una minoranza- della malattia opportunistica. Qui occorre rigore, rigore e rigore. Ci rivolgiamo ai medici dell’Inps di operare una vigilanza stretta per il rientro nei reparti ed ambulatori dei medici ed infermieri professionali che usano ancora questi “trucchetti” di mancanza assoluta di rispetto dei colleghi che lavorano. In Sicilia soprattutto, e consentite a Catania nell’ASP competente. che dovrebbe-attuare una ispezione interna per la verifica delle due categorie. Che Dio aiuti la Sicilia e il resto del Paese in piena difficoltà. I guai sono arrivati oltre quelli economici.