Mutui a tasso fisso e variabile ,i tassi scendono: il problema vero -ed occulto- è controllare le grandi banche italiane se ridurranno davvero i tassi e, soprattutto, in che misura

 

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di   E.Lanza

Controllare le banche italiane se osserveranno la prevista riduzione dei tassi.     Chi lo fa in Italia?     Oppure: controllare se sarà rispettata la percentuale prevista di riduzione dei tassi.    Quasi alla fine del mutuo  occorrerà fare queste valutazioni di controllo insieme con un esperto richiedendo alla propria banca l’intero estratto conto del Mutuo. 

Dopo il 5% superato nel 2023, i tassi sui mutui scendono al 3,69%. Passando dalla teoria alla pratica: per un mutuo a 25 anni da 200mila euro, le famiglie italiane risparmieranno 54mila euro, spendendo il 14,9 per cento in meno.

Parlando invece dei mutui erogati nel 2023, si è osservato che le rate dei mutui a tasso fisso erano raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il rincaro mensile è stato del 60-70% o anche superiore. Per quanto riguarda i vecchi mutui, mentre sul tasso fisso non c’è stato alcun rincaro, quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78&. I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,93%, dopo picchi superiori al 14 per cento.

In Italia, 3,5 milioni di famiglie hanno un mutuo per un valore complessivo di 423 miliardi

In Italia sono 6,8 milioni le famiglie indebitate. Tra queste 3,5 milioni hanno un contratto un mutuo per l’acquisto di un immobile. Nel 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5%.     Il disagio delle famiglie è stato notevole. Tanti non hanno potuto pagare i mutui.  Da alcuni mesi la curva si è invertita e “le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, dovrebbero pensare già alla  prevista riduzione dei tassi”.

ANTICIPAZIONE  RIDUZIONE TASSI?       CHI CI CREDE?

Anticipazione?    Nessuno lo crede, le banche italiane ridurranno all’ultimo minuto.

Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso. 

Mutui a tasso fisso e variabile: le nuove percentuali

A partire da luglio 2022, osserva  la Fabi, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate. Negli ultimi mesi, le banche hanno cominciato a ridurre complessivamente i tassi praticati alle famiglie, con un tasso medio fisso che è calato al 3,69% a marzo scorso.

La riduzione c’è stata, ma è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile sopra il 4%. Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro.

Cosa accadrà nel futuro? Nei prossimi 18-24 mesi, “la Bce verosimilmente-osservano gli analisti – ridurrà drasticamente il costo del denaro, sperando che l’inflazione resti ai livelli bassi di oggi, per arrivare attorno al 2%: quello è il livello sostanzialmente ottimale a cui dobbiamo abituarci”  Gli agenti e consulenti immobiliari avranno anche loro una boccata d’ossigeno