La testa di un bambino, in avanzato stato di decomposizione, , sarebbe stata trovata a monte del luogo, dove è stato individuato il tronco e una parte di femore compatibile con un bimbo di 4 anni. Insieme con la testa, sarebbero stati trovati anche alcuni indumenti.
Sul posto anche i nonni Paterni del piccolo Gioele, Letterio Mondello e la moglie. Nell’area è arrivato il carro funebre con a bordo la bara per ricomporre i resti. Appena è arrivata la bara con i resti del piccolo Gioele, anche se manca la certezza assoluta, Daniele Mondello si è gettato sulla cassa e ha iniziato piangendo a battere sul legno. Momenti strazianti sul luogo del ritrovamento del bambino. “Gioele” ha gridato più volte e poi si è accasciato sulla bara. Attorno a lui anche i parenti dell’uomo tra cui la sorella.
Secondo gli inquirenti il bambino sarà stato trascinato, non si sa se vivo o morto, sino al luogo in cui è stato trovato con un falcetto da un carabiniere in congedo, il 55enne Giuseppe Di Bello, originario di Capo d’Orlando che “E’ stato un dono di Dio” ha risposto Di Bello a chi gli chiedeva come abbia fatto a scoprire il corpo che da giorni si stava cercando. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato“, ha aggiunto, spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato dagli animali selvatici”.
“Le zone vanno esaminate a vari livelli, ci sono livelli in cui si cerca una persona viva”, altri “in cui si cerca qualcosa di più con un’altra intensità” ha detto il vicecomandante del comando provinciale dei vigili del fuoco di Messina, l’ingegnere Ambrogio Ponterio. “Poi ci sono livelli in cui si cercano parti introvabili e si va con un’altra intensità di ricerca che comunque è stata fatta”. E’ “arrivata questa persona, che è un conoscitore dei luoghi, con strumenti atti a farsi spazio tra la vegetazione, un falcetto che gli consentiva di passare dove passano gli animali”.