Notizie ancora da confermare sull'”Atterraggio difficile” in Iran per l’elicottero a bordo del quale si trovava il presidente Ebrahim Raisi. Si apprende che Raisi era in volo nella provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale quando si è verificato l’incidente nei pressi di Jolfa, al confine con l’Azerbaigian, dove il presidente aveva inaugurato questa mattina una diga insieme al leader azero Ilham Aliyev.
Il luogo dell’incidente si trova nei pressi del villaggio di Uzi, nella foresta di Arasbaran, nella provincia dell’est Azerbaigian. Quaranta team di risposta rapida sono impegnati nelle operazioni di ricerca e soccorso, ha reso noto il capo della Mezzaluna rossa iraniana, Hossein Kolivand, secondo cui le condizioni meteo sono proibitive, ma “stiamo facendo ogni sforzo per condurre le azioni necessarie”.
L’agenzia Irna cita le testimonianze dei villaggi della zona che hanno detto che sono state sentite voci nell’area. Le ricerche sono rese difficili dal fatto che si tratta di una zona impervia e dalla fitta nebbia. Sul posto sono state inviate otto ambulanze.
Il portavoce del governo iraniano, Ali Bahadori Jahrom afferma che”In condizioni meteo avverse e in una zona dell’incidente impervia, i soccorritori stanno ancora conducendo le operazioni di ricerca e soccorso”, aggiungendo che “il vice presidente esecutivo Mohammad Mokhber e altri membri del governo sono partiti per Tabriz”, riferendosi al capoluogo dell’Azerbaigian orientale dove si è verificato l’incidente.
Con Raisi viaggiavano anche il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, l’imam della moschea di Tabriz e altri alti funzionari del governo. L’elicottero faceva parte di un convoglio di tre elicotteri e gli altri due sono arrivati a destinazione.
Un Canadair dei Vigili del fuoco, in servizio antincendio, volando a quota bassa, è precipitato sull’Etna. Il velivolo era impegnato nello spegnimento di un incendio boschivo in corso sul monte Calcinera, nel comune di Linguaglossa, in provincia di Catania.
La ricostruzione visiva del fatto pone in luce che un’ala del Canadair, partito da Lamezia Terme,e dopo due viaggi di servizio già effettuati sulla montagna, abbia urtato contro un costone della montagna e l’aereo sia precipitato ed esploso una volta toccato terra. Sul luogo le forze dell’Ordine e o gruppi di ricerca e soccorso.
I due piloti che si trovavano a bordo del velivolo , sono stati dichiarati dispersi. Proseguono le ricerche..
L’Esercito è da stamane sul posto per le ricerche del piccolo Gioele, il bambino di 4 anni scomparso lo scorso 3 agosto con la madre, Viviana Parisi poi ritrovata morta.
I militari appartengono alla Brigata Aosta . Un nucleo ricognizione e 3 squadre da 10 persone del 24º reggimento Peloritani di Messina si inserirà nel dispositivo di ricerca della Protezione Civile, coordinato dai Vigili del Fuoco. Le ricerche proseguiranno “a tempo indeterminato”, secondo le disposizioni della Procura Si apprende dal comandante della forestale del luogo, Scaffidi che esegue le ricerche con il suo gruppo, che i cani RottwelLer non sono due-come ipotizzato in un primo momento bensì uno solo, non presenta segni di aggressività ed è rinchiuso in un recinto di robuste griglie metalliche.
Sarà l’autopsia a fornire maggiori elementi di valutazioni sia per gli orari in cui la Parisi è deceduta sia per comprendere ciò che in atto non trova alcuna spiegazione razionale Una cosa è certa: dopo l’incidente la mamma di Gioele era agitata, confusa, avvolta da qualcosa di inspiegabile.
Il Procuratore di Patti Angelo Cavallo. “Abbiamo un terreno sterminato dove cercare – ha spiegato il magistrato – un terreno che è difficile da percorrere e dove è difficile fare delle ricerche. Più personale abbiamo, più cani abbiamo più è facile si arrivi ad un risultato.”
di R.LANZA
Caronia,
Dov’è finito il piccolo Gioele? Rapito da qualcuno in strada subito dopo l’incidente? Che la Parisi sia salita sul traliccio per sviare i cani aggressivi dal proprio bambino in autovettura? Perchè fuggire nelle campagne e non chiedere aiuto od assistenza agli automobilisti in transito? Perchè non ha usato il Cellulare per avvertire la famiglia dopo l’incidente? Che alcuni nomadi/zingari di campagna abbiano prelevato il bambino di quattro anni,nell’ambito dell’orrendo mercato “dei pezzi umani di ricambio” dall’autovettura dopo l’incidente? Che la Parisi si sia messa all’inseguimento di queste persone? Poi c’è anche il rebus del calzino di Viviana Parisi. La sparizione del calzino. La donna, nel momento del ritrovamento del corpo, indossava solo un calzino. L’altro è sparito e non è mai stato trovato. Che fine ha fatto? Qualcuno lo ha preso? Un animale selvatico l’ha strappato alla Parisi? Indossava una scarpa sportiva,” non molto sporca”, mentre l’altra è stata trovata a poca distanza. Ma del calzino non si sa più nulla.Ed i testimoni presenti o chi ha visto la scena dall’autovettura con quale coraggio stanno ancora in silenzio e non riferiscono qualcosa alla Procura ed investigatori?
Possibile che viviamo in questa società dell’indifferenza e dell’egoismo dove nessuno vuole esporsi per non perdere probabilmente dieci minuti di tempo con gli inquirenti? Il paradosso esiste ed è forte. Muoiono in Italia in tempi di coronavirus medici ed infermieri professionali per aver prestato coraggiosamente assistenza agli ammalati senza speranza di Covid. Perchè non dobbiamo distinguerci nel fornire informazioni preziose tanto attese dalla famiglia affranta dal dolore e dal dramma improvviso?
Che i cani -ipotesi orroica ma da non escludere- abbiano fatto a pezzi il piccolo Gioele e seppelliti i resti nel terreno di Caronia? Come è possibile poi che cani notoriamente aggressivi come i Rottweiler siano liberamente in giro in campagna? Le ferite della Parisi sembra- hanno affermano gli inquirenti -siano compatibili con i morsi di cani selvatici o di grossa taglia.
Visto che il mistero è così fitto forse sarebbe opportuno- suggeriamo agli investigatori- la ricostruzione della scena-piazzando per alcuni giorni numerose microtelecamere mobili- collocando prima nella zona del traliccio grandi quantità di carne per attirare i cani randagi o cani molossi usciti da qualche casa-masseria al fine di studiare il loro comportamento dopo la consumazione del pasto .Cioè l’eventuale seppellimento dei resti di carne ed ossa lasciate . Non è escluso che l’azione possa coincidere con la scena originaria dell’aggressione al piccolo Gioele. Anche se gli investigatori hanno controllato attentamente ogni angolo sia con persone altamente specializzate per raggiungere i luoghi più impervi sia con Unità cinofile.
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Gli investigatori controllano e ricontrollano le immagini delle telecamere di diverse attività commerciali ed edifici privati. E che potrebbero aiutare a ricostruire ulteriormente il tragitto fatto dalla donna. La donna si è reimmessa in autostrada in direzione Messina-Palermo alle 10.52 di lunedì, 3 agosto. Dove era diretta? Poi l’incidente in galleria Pizzo Turda a Caronia. Dopo avere guidato “zigzagando”, come dicono gli inquirenti, è finita contro un furgone. Il bambino si è ferito? O è morto, come ipotizzano ancora gli investigatori, anche se non è l’ipotesi principale.
I familiari non ci credono. «Non è credibile la tesi del bambino morto ad esito dell’incidente iniziale – dice il cugino del padre di Gioele e legale della famiglia Claudio Mondello – l’incidente occorso è di lieve entità; se fossero emerse tracce ematiche, dall’analisi della vettura sottoposta a sequestro, stante il clamore suscitato dalla vicenda lo avremmo già saputo; Viviana era morbosamente legata al proprio figlio – Secondo una ricostruzione siffatta avrebbe preferito guadagnare la fuga piuttosto che (quantomeno) tentare di soccorrerlo».
«La tempistica dei fatti pare sia stata fulminea: Viviana, pertanto, avrebbe, in via immediata, deciso che fosse più utile tutelare se stessa piuttosto che Gioele e, quindi, guadagnato la fuga – scrive ancora – Alcuni dei presenti sulla scena dei fatti non si limitano ad un rapido transito ma cercano di prestare soccorso: possiamo ritenere probabile che non si fossero accorti degli esiti di un incidente in danno del bambino? Mi esprimo a titolo strettamente individuale ma questa ricostruzione (quantomeno allo stato delle emergenze) non mi convince affatto».
Si scava dappertutto vicino al traliccio ed stato anche svuotato un abbeveratoio di animali usando una pompa speciale, altro tentativo andato a vuoto. Intanto sono trascorse due settimane dalla scomparsa del bambino.
Scomparso in mare un gommone bianco con a bordo quattro persone.
Da domenica sera, la Capitaneria di Porto di Salerno è impegnata nella ricerca del gommone tra Positano e Agropoli (Salerno). Si sa solo che a bordo vi erano due adulti e due bambini. L’allarme è scattato nel tardo pomeriggio a seguito di un allarme giunto alla Guardia Costiera di Salerno. Anche un aereo sta sorvolando tutta l’area di Salerno per la ricerca delle persone che si trovavano sul gommone. L’ipotesi più probabile finora è che il mare abbia inghiottito il gommone e l’intero equipaggio