Napoli,  alla Chiesa di San’Agostino alla Zecca: «Si sta sradicando il tetto» Omessa sicurezza Soprintendenza

 

Chiesa di Sant’Agostino alla Zecca, il vento forte di queste ore ha sradicato buona parte del tetto e messo a nudo le magagne di chi aveva le responsabilità di mettere in sicurezza l’intera opera.. I residenti degli edifici circostanti hanno  allertato i vigili del fuoco  per timore che possano cadere e provocare danni a cose e a persone.
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«Siamo spaventati – dice una residente – dai nostri balconi vediamo queste tegole sollevarsi sempre di più per il forte vento, abbiamo paura di scendere di casa». «I lavori di restauro della Chiesa sono stati ultimati di recente – reclamano alcuni esercenti – è davvero sconcertante verificare un pericolo così grande su nuove realizzazioni, restiamo chiusi dentro i nostri negozi per paura». La Soprintendenza dovrebbe dirci qualcosa a riguardo. Come sia stata messa in sicurezza. Altri nutrono dubbi e perplessità sui lavori a “regola d’arte” incontrollati o troppo deboli.Sant’Agostino alla Zecca ha riaperto al pubblico l’anno scorso, nel periodo di Natale a seguito della conclusione dei lavori strutturali. La Chiesa, nell’aprile 2011, necessitò di un restauro, perchè un blocco di piperno del campanile era crollato sulla strada circostante, mettendo in pericolo l’incolumità delle persone.

Pensionamenti: si profila l’uscita dal lavoro a 67 anni – In Sicilia il pensionamento anticipato per la Regione è già attivo

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Cambia la vita cambia l’indicatore di mortalità dell’Istat.”Per il totale dei residenti la speranza di vita alla nascita si attesta a 82,8 anni (+0,4 sul 2015, +0,2 sul 2014) mentre nei confronti del 2013 si allunga di oltre 7 mesi”. La speranza di vita ha recuperato terreno rispetto ai livelli del 2015, anno in cui si registrò un eccesso di mortalità.  Si profila quindi l’uscita dal lavoro a 67 anni, a partire dal 2019.

Come prevede la contestatissima riforma Fornero. Ricorderemo che in Sicilia una immensa fascia di dipendenti regionali è stata avviata al pensionamento anticipato a 62 anni e sette mesi. Ma di più, altra incongruenza la liquidazione del Tfr rinviata fra circa cinque anni.  Un rebus.

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La speranza di vita alla nascita risulta come di consueto più elevata per le donne, 85 anni, ma il vantaggio nei confronti degli uomini, 80,6 anni, si limita a 4,5 anni di vita in più. La speranza di vita spiega ancora l’Istat, aumenta in ogni classe di età. A 65 anni arriva a 20,7 anni per il totale dei residenti, allungandosi di cinque mesi rispetto a quella registrata nel 2013. Nelle condizioni date per il 2016, cioè, spiega l’Istat, questo significa che un uomo di 65 anni può oltrepassare la soglia degli 84 anni mentre una donna di pari età può arrivare a superare il traguardo delle 87 candeline.

 L’aumento della speranza di vita nel 2016 rispetto al 2015, prosegue l’Istat, si deve principalmente alla positiva congiuntura della mortalità alle età successive ai 60 anni. Il solo abbassamento dei rischi di morte tra gli 80 e gli 89 anni di vita spiega il 37% del guadagno di sopravvivenza maschile e il 44% di quello femminile. Rispetto a 40 anni fa, si legge ancora, la probabilità di morire nel primo anno di vita si è abbattuta di oltre sette volte, mentre quella di morire a 65 anni di età si è più che dimezzata. Un neonato del 1976 aveva una probabilità del 90% di essere ancora in vita all’età di 50 anni, se maschio, e a quella di 59 anni, se femmina. Quaranta anni più tardi, un neonato del 2016 può confidare di sopravvivere con un 90% di possibilità fino all’età di 64 anni, se maschio, e fino a quella di 70, se femmina.

Nel 2016 si registra una leggera riduzione delle diseguaglianze territoriali di sopravvivenza, che tuttavia permangono significative. I valori massimi di speranza di vita si hanno nel Nord-est, dove gli uomini possono contare su 81 anni di vita media e le donne su 85,6. Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno con 79,9 anni per gli uomini e 84,3 per le donne.

Disaggregata per genere, la durata media della vita risulta come di consueto più elevata per le donne, 85 anni, ma il vantaggio nei confronti degli uomini, 80,6 anni, si limita a soli 4,5 anni di vita in più (4,8 nel 2013), consolidando quelprocesso di avvicinamento della sopravvivenza di genere che a partire dal 1979 (6,9 anni la differenza uomo-donna in tale anno) non si è mai interrotto.

(Agenzia)