Regione- Webuild, 1823 siciliani hanno risposto alla chiamata delle selezioni – «Chance per giovani e disoccupati»

 

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Palermo,

Sono stati 1.823 i siciliani che hanno risposto alla chiamata di Webuild nei recruiting day organizzati a Palermo e Catania in collaborazione con la Regione Siciliana. Dopo le due giornate nel capoluogo, che hanno registrato un’affluenza record alle selezioni, con 863 candidati di cui 88 studenti, il successo dell’iniziativa è stato replicato anche nella città etnea: al palazzo ex-Ese si sono presentati in 960, di cui 40 studenti.
Entrambe le tappe sono state suddivise in due giornate: la prima aperta a persone con e senza esperienza, inoccupate, in stato di disoccupazione o intenzionate a intraprendere un nuovo percorso nel settore edilizio. L’altra, che ha visto il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico regionale, rivolta ai giovani diplomati degli istituti tecnici e professionali.
«Quest’iniziativa è un atto concreto – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – verso chi cerca un’occupazione, chi vuole migliorare la propria situazione professionale e chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro. Per questo il governo regionale l’ha promossa e supportata. L’auspicio è che il maggior numero possibile di giovani e disoccupati siciliani prosegua nei percorsi formativi avviati da Webuild e possibilmente trovi uno sbocco in uno dei tanti cantieri con i quali il gruppo sta contribuendo all’ammodernamento delle infrastrutture della Sicilia e del nostro Paese».
I recruiting day sono il risultato di un protocollo d’intesa firmato lo scorso novembre tra il presidente Schifani e l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini. Gli eventi rientrano nell’ambito del programma “Cantiere Lavoro Italia” che ha l’obiettivo di selezionare personale per l’avvio di corsi di formazione pre-assunzione per le figure di operatori da impiegare nei cantieri del Gruppo. In Sicilia la società è impegnata nei lavori per il raddoppio ferroviario della linea ad alta capacità Palermo-Catania-Messina e per uno dei lotti dell’autostrada Ragusa-Catania.

Siccità, Regione Sicilia autorizza prelievo acqua da dighe Castello e Prizzi

 

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Palermo,

Agricoltori e allevatori dell’Agrigentino, nel mese di agosto, potranno utilizzare a fini irrigui 800 mila metri cubi di acqua provenienti dagli invasi Castello e Prizzi, oltre a quella della traversa Favara di Burgio. Lo prevede un’ordinanza appena firmata dal commissario delegato per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia, Dario Cartabellotta.

La decisione è stata presa a seguito della riunione di ieri sera a Palazzo d’Orleans della Cabina di regia, alla quale ha partecipato anche l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, e dalla quale è emersa “l’indispensabilità della seconda irrigazione di soccorso per evitare il disseccamento e la morte delle piante, con le ripercussioni economiche e sociali, di produzioni di altissima qualità quali l’arancia di Ribera Dop e la pesca di Bivona Igp, per complessivi 7 mila ettari”.

«È una scelta – evidenzia il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – per sostenere i nostri agricoltori e allevatori in un momento di estrema necessità e per proteggere e preservare le colture di eccellenza della nostra terra, ma anche il benessere economico e sociale delle comunità locali. Il governo regionale è al fianco del settore agricolo e zootecnico in un momento di particolare crisi e proprio per questo motivo ha già stanziato decine di milioni di euro per limitare i danni dovuti alla siccità».

L’utilizzo dell’acqua per irrigazione di soccorso, anche delle aree fuori dal comprensorio consortile 3 di Agrigento, potrà proseguire eventualmente nel mese di settembre, previa verifica della necessità e della disponibilità delle risorse. Per quanto riguarda la traversa Favara, la risorsa idrica potrà essere utilizzata fino al suo esaurimento, in vista dei lavori di dragaggio che saranno effettuati a settembre. Per gli invasi Castello e Prizzi, dovendo garantire la disponibilità anche per l’uso idropotabile e assicurare la salvaguardia dell’ittiofauna, il Consorzio di bonifica, i gestori degli invasi (dipartimento regionale Acque e rifiuti ed Enel) e i gestori del servizio idrico (Aica e Amap) dovranno attivare un monitoraggio per prevenire le condizioni di crisi e avviare, se necessario, il trasferimento dei pesci.

Governo Regione Sicilia: il Presidente Schifani nomina due nuovi assessori

Palermo,

Salvatore Barbagallo e Giuseppa Savarino sono i due nuovi assessori del governo regionale. La nomina proviene dal  presidente della Regione, Renato Schifani.
Barbagallo, professore ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali all’università di Catania, prende il posto di Luca Sammartino – come si sa, nei guai giudiziari-  e avrà la delega di assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea.

Savarino,avvocato e deputato regionale, già presidente della Commissione parlamentare “Ambiente” dell’Ars, subentra a Elena Pagana e si occuperà di Territorio e ambiente.
Domani alle ore 15 è previsto il giuramento al cospetto dell’Assemblea regionale siciliana.

Accordo tra Regione siciliana – governatore Schifani – e sistema privato della sanità convenzionata per uno stanziamento di oltre 515, 8 milioni di euro

 

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Nella foto da sinistra: Carmelo Tropea, Giovanna Volo, Renato Schifani, Barbara Cittadini, Salvatore Iacolino e Domenico Arena. 

 

 

Quindici milioni di euro per il supporto che il sistema sanitario privato convenzionato darà all’abbattimento delle liste d’attesa, specialmente per i trapianti di midollo osseo e cornea e gli interventi di chirurgia oncologica in Sicilia, nonché per altre prestazioni di ricovero.

È uno dei punti dell’accordo tra la Regione e le associazioni dell’ospedalità privata per l’erogazione dei finanziamenti regionali per le prestazioni di ricovero in strutture accreditate e contrattualizzate, per il 2024. L’intesa firmata oggi prevede lo stanziamento complessivo di oltre 515,8 milioni di euro.

 

A sottoscrivere il documento, stamattina a Palazzo d’Orléans, il presidente Renato Schifani, l’assessore alla Salute, Giovanna Volo, assistiti dal dirigente generale del dipartimento della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, e i presidenti regionali di Acop, Carmelo Tropea, di Aiop, Barbara Cittadini, e di Aris, Domenico Arena.

«Con questo accordo – ha detto il presidente Schifani – investiamo risorse importanti per abbattere le liste d’attesa nelle aree critiche, a cominciare dalle aree di emergenza e gli interventi di chirurgia oncologica e dai trapianti di midollo e di cornea. Un campo, questo, nel quale la Sicilia sta compiendo progressi importanti, che intendiamo rendere strutturali. Abbiamo avviato un programma sull’edilizia ospedaliera per rendere la sanità siciliana fortemente competitiva, con l’obiettivo di tutelare il bene primario della salute dei cittadini.  A tal fine, il sistema privato convenzionato di qualità è una risorsa con professionalità e strutture di eccellenza che concorre con il sistema pubblico a rendere le prestazioni accessibili agli assistiti della comunità isolana».

«Sono soddisfatta perché con questa intesa – ha aggiunto l’assessore Volo – la sanità privata convenzionata viene incontro al settore pubblico nel soddisfacimento del bisogno dei siciliani legato, soprattutto, all’emergenza-urgenza. La Sicilia era l’unica Regione che non aveva ancora formalizzato questa collaborazione. Con l’impegno di questo governo per l’ampliamento della rete territoriale di assistenza e gli investimenti sull’edilizia ospedaliera, daremo la possibilità a tutti i siciliani di trovare risposta ai loro bisogni di salute e di porre fine ai viaggi della speranza»

 

L’accordo prevede inoltre risorse per 18 milioni di euro per prestazioni di alta complessità volte a contrastare la mobilità sanitaria verso altre regioni. L’intesa punta anche a migliorare l’assistenza dei pazienti che ricorrono ai pronto soccorso del sistema pubblico, con la possibilità di trasferirli, con il loro consenso, in una struttura privata. A tal fine, le Aziende sanitarie, accertata l’obiettiva necessità di ricorrere a soggetti privati contrattualizzati, potranno bandire una manifestazione di interesse pubblico alla quale potranno aderire gli operatori privati convenzionati e contrattualizzati per ridurre il carico di lavoro e il sovraffollamento dei pronto soccorso degli ospedali pubblici, garantendo al contempo tempestività e appropriatezza dei necessari trattamenti sanitari.

Bonus fieno, la Regione Sicilia approva elenchi beneficiari e quantità assegnate

 

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Palermo,

Approvati gli elenchi degli allevatori che hanno diritto al “bonus fieno” erogato dalla Regione Siciliana, un provvedimento voluto dal presidente Renato Schifani con uno stanziamento di 20 milioni di euro per fronteggiare i danni causati dalla siccità. In tutto sono interessate dai voucher 5 mila aziende con un totale di 200 mila unità di bestiame, alle quali verranno assegnati 70 milioni di chili di fieno. Lo comunica il commissario delegato per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia, Dario Cartabellotta.

«La Regione – dice il presidente Schifani – continua a essere vicina al settore della zootecnia in un momento particolarmente critico per l’emergenza idrica. Avevamo preso un impegno con le organizzazioni di categoria per procedere con celerità alla fornitura di foraggio, attraverso un sistema snello che assicurasse tempestività e la scelta del voucher ci ha consentito di mantenere le promesse. Ai 10 milioni stanziati inizialmente ne sono stati aggiunti altri 10 e, nei prossimi giorni, l’assessorato dell’Agricoltura pubblicherà il bando che stanzia 15 milioni di euro per finanziare interventi infrastrutturali per fronteggiare la siccità».

I decreti con le graduatorie sono in corso di pubblicazione sul portale della Regione Siciliana nella sezione “Decreti” dell’assessorato dell’Agricoltura. Gli elenchi sono stati trasmessi dai Centri di assistenza agricola (Caa) con l’indicazione della quantità di foraggio assegnata a ciascun allevatore. L’ordine di emissione seguirà il criterio di intensità del danno (dal maggiore al minore) in relazione alle precipitazioni rilevate dal Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias). In particolare sono state individuate tre classi di danno: per i territori con piogge inferiori a 200 mm (+5%) il danno è del 100% e il “buono” ammonta a 500 chili di fieno per unità di bestiame; nelle aree con piogge tra 200 e 300 mm (+5%) il danno calcolato è del 50% e il bonus è di 250 chili; infine, nelle zone con piogge superiori ai 300 mm il danno calcolato è del 30% e il fieno assegnato è di 150 chili.

Gli allevatori, direttamente o tramite i Caa, individueranno a propria scelta il fornitore di fieno tra quelli approvati e inseriti nello specifico albo, dando comunicazione all’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Caltanissetta

Per le zone ricadenti nelle province di Enna, Caltanissetta, Catania (Calatino) e Siracusa il fieno sarà consegnato nella struttura Esa – Centro meccanizzazione agricola di contrada Santa Barbara ad Agira (Enna). Sarà presente un funzionario incaricato dalla Regione che firmerà il documento di trasporto con la quantità di fieno in consegna e che preleverà un campione da inviare all’Istituto zooprofilattico per il controllo di qualità. In tutte le altre aree della Sicilia la fornitura potrà avvenire in un luogo concordato tra l’amministrazione regionale e le organizzazioni di categoria, sempre alla presenza di un funzionario incaricato.

 

Sanità in Sicilia , intesa Regione-Università Kore di Enna. Il governatore Schifani: «Ampliamo l’offerta formativa per i futuri medici»

 

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Realizzare un sistema integrato di alta formazione professionale, di sviluppo della ricerca biomedica e clinica e delle connesse attività assistenziali. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa tra la Regione Siciliana e l’università Kore di Enna, firmato stamattina dal presidente Renato Schifani, dall’assessore alla Salute, Giovanna Volo e dal presidente dell’ateneo ennese, Cataldo Salerno.

Presenti anche i dirigenti generali del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, e del Dasoe, Salvatore Requirez, e il prorettore della facoltà di Medicina Paolo Scollo. Si tratta di un percorso che era già stato avviato con le altre tre università siciliane e che oggi si completa con la Kore.

«Con la firma di oggi – afferma il presidente Schifani appena rientrato a Palazzo d’Orléans dopo la sua breve convalescenza in seguito a un intervento chirurgico – completiamo il quadro di una collaborazione strutturata con tutti gli atenei siciliani per portare avanti la nostra idea di un sistema sanitario efficiente, moderno, rivolto alla ricerca e all’innovazione. Grazie all’integrazione con le istituzioni didattico-scientifiche, potremo ampliare l’offerta formativa per i futuri medici e per il personale sanitario, attraverso percorsi di studio di altissima qualità. Siamo impegnati a offrire sempre più possibilità alle nuove generazioni, affinché possano vivere e realizzarsi nella loro terra».

«Dopo i protocolli con le università pubbliche siciliane di Palermo, Catania e Messina – aggiunge l’assessore Volo – sanciamo un accordo anche con la Kore di Enna che è un’università accreditata e in grado di contribuire al miglioramento del sistema sanitario. Siamo convinti che la sinergia tra istituzioni e mondo accademico determinerà un salto di qualità del nostro sistema sanitario, attraverso la formazione di tanti giovani che hanno potenzialità ancora inespresse e che potranno usufruire così di un percorso di qualità per accedere alle professioni sanitarie». «Voglio innanzitutto ringraziare il presidente Schifani – afferma il presidente della Kore, Cataldo Salerno – per la grande sensibilità che ci ha dimostrato con la sua presenza e con la sua ferma volontà di sostenere questa intesa.

 Una giornata molto importante per noi perché la nostra università e la nostra scuola di Medicina entrano ufficialmente nel sistema integrato accademico-sanitario-assistenziale, un riconoscimento al nostro ruolo e una risposta a un’area della Sicilia che ha sicuramente bisogno di attenzione. Ringrazio anche il professore Scollo, che si è speso per arrivare al risultato di oggi».

L’accordo, che ha una durata triennale, individua nel presidio ospedaliero Umberto I la struttura principale per l’esercizio integrato delle attività di didattica, di ricerca e di assistenza, ma per soddisfare la crescita potenziale della domanda è prevista anche l’inclusione nella rete formativa di altre strutture pubbliche o private accreditate.

Protocollo Ismett-Civico: esaurita lista d’attesa dell’Ospedale Di Cristina di Palermo per interventi su bambini con problemi addominali

 

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Palermo,

Ismett si avvia a completare tutti gli interventi chirurgici sui piccoli pazienti riferiti da Arnas Civico. Gli interventi rientrano nell’accordo di collaborazione siglato tra la Regione Siciliana, l’assessorato regionale della Salute, Arnas Civico e l’Istituto Mediterraneo finalizzato al recupero delle liste d’attesa dell’Ospedale Di Cristina.
Il protocollo, firmato lo scorso 29 marzo alla presenza del presidente della Regione Siciliana, prevedeva la presa in carico da parte di Ismett dei pazienti pediatrici in lista d’attesa presso l’Ospedale Di Cristina di Palermo per interventi chirurgici addominali.
Gli ultimi due interventi, per esigenze dei familiari dei pazienti, verranno eseguiti nei prossimi giorni dalla equipe chirurgica guidata dal dottor Davide Cintorino, responsabile della unità di Chirurgia pediatrica dell’Irccs Ismett, esaurendo così la lista d’attesa.
L’accordo prevedeva la conclusione del programma entro il 30 giugno, ma la collaborazione messa in atto fra le strutture ospedaliere e l’assessorato ha permesso di completare tutti gli interventi prima del termine previsto.

Attività produttive, la Regione nomina i commissari all’Irsap e all’Asi “Sicilia occidentale”

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Via libera dalla giunta Schifani a due nomine chiave nell’ambito delle attività produttive. Si tratta di Marcello Gualdani che diventa commissario straordinario dell’Irsap, Istituto regionale per lo sviluppo delle Attività produttive e di Michele Cimino, neo commissario liquidatore consorzi Asi della Sicilia occidentale Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Gela. Entrambe le nomine sono state proposte dall’assessore regionale per le Attività produttive, Edy Tamajo.

«Le due nomine – commenta l’assessore – sono il risultato del lavoro del governo Schifani per assicurare una soluzione efficace nella direzione dell’azione di semplificazione amministrativa già intrapresa. I due ruoli saranno ricoperti da uomini di mia fiducia, politici di lungo corso che hanno ricoperto numerosi incarichi amministrativi. Sono convinto che i due nuovi commissari, che saranno supportati da un team di legali ed esperti che collaboreranno a titolo gratuito, faranno, in continuità con la precedente gestione, un ottimo lavoro contro il malaffare e la corruzione, a favore della trasparenza e della buona amministrazione». 

Marcello Gualdani, ex commissario straordinario dello Iacp di Palermo e vicepresidente nazionale della Federcasa, prende il posto di Giovanni Perino, che per anni ha rivestito il ruolo di commissario ad acta. Michele Cimino, avvocato, è stato assessore più volte assessore regionale e attualmente è presidente dell’Amat, l’azienda municipalizzata per i trasporti di Palermo.

L’assessore regionale Mimmo Turano sollecita il Ministro Giorgetti “a non perdere altro tempo sul Petrolchimico”

 

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Area petrolchimico – Archivi Sud Libertà
Palermo,
Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione siciliana comunica di aver richiesto al Ministro Giorgetti un interesse primario sul Petrolchimico.       Pubblichiamo la nota dell’assessore:

«Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere».     Turano  annuncia pure  l’invio di una nuova nota al titolare del dicastero dello Sviluppo economico sulla situazione del Polo petrolchimico.

Nella nota indirizzata al Mise l’assessore Turano, oltre a chiedere al ministro Giorgetti di affrontare personalmente il dossier, sottolinea che «la guerra in Ucraina e l’inasprimento delle sanzioni alla Russia rischiano di determinare serie ripercussioni su alcune grandi imprese che operano nel territorio siracusano compromettendo il futuro dell’intero petrolchimico siracusano».

«Non si tratta più di evitare una crisi ormai conclamata ma di scongiurare un vero e proprio disastro sociale ed economico per la Sicilia. Mi aspetto, dunque, dal ministro Giorgetti una risposta chiara sui tempi per il riconoscimento dell’area di crisi e sulle altre iniziative che il governo nazionale intende mettere in campo tutelare il petrolchimico», conclude il rappresentante del governo Musumeci.

«Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere». 

QUELL’ORDINANZA SUI DIPENDENTI DELL’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO E’ UNA “GIUSTIZIA GRECA” MA LA REGIONE FA UN PASSO INDIETRO E LI RIASSUME NEL CONCORSO

 

Dea Dicke. Antica dea greca della giustizia
La giustizia nella fattispecie sembra quella della Dea greca Dicke,

 

 

di Raffaele Lanza

Non susssiste il “periculum in mora”.   La questione dell’Istituto incremento ippico viene valutata così dai Giudici del lavoro di Catania .E’ il primo round, naturalmente dicono i lavoratori interessati.

Il dott. Giovanni Di Benedetto, rigetta il  primo ricorso di una parte di dipendenti dell’Istituto Incremento ippico per insussistenza dell’urgenza e dell’attitudine a provocare la perdita integrale del diritto o lesione irreparabile di interessi -ex art 700-Il Tribunale decide la compensazione delle spese di giudizio ma precisa di ritenere  impregiudicato il merito- cioè non si è intervenuto nel merito della richiesta ricorrente  dell’Avv P.Lucifora- difensore di parte sindacale.   Probabilmente il Giudice non era a conoscenza che tutti i ricorrenti sono stati “costretti” dall’Istituto ippico etneo, con lettera specifica di accettazione, di svolgere mansioni inferiori .  Il che non ci sembra poco rilevante.     E’ una giustizia “greca”. Pubblichiamo in ogni caso  la sentenza/Ordinanza:-

 

Il giudice del lavoro del Tribunale di Catania, dott. Giuseppe Giovanni Di Benedetto, sciogliendo la riserva assunta nel giudizio, ha emesso la seguente ORDINANZA nella causa iscritta al n. R.G.L. 5501/2021, avente a oggetto: ricorso ex art. 700 c.p.c.; PROMOSSA DA EMILIO GUZZETTA, MARCELLO MASSIMO ARENA, ANGELO LOMBARDO, ALFIO CRISAFI, PAOLO ROTOLO, SEBASTIANO ANTONIO ZAPPALÀ, VINCENZO CARUSO, GIANFRANCO RAIMONDO, GIACINTO ROVERE, ROSARIO RICCIARDI e ANTONINO VERSACI, con l’Avv. Pierpaolo Lucifora; – Ricorrenti – CONTRO ISTITUTO INCREMENTO IPPICO PER LA SICILIA, in persona del legale rappresentante pro tempore, con l’Avv. Cesare Santuccio; – Resistente – E NEI CONFRONTI DI ASSESSORATO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA, DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA, in persona dell’Assessore pro tempore, e ASSESSORATO REGIONALE DELLE AUTONOMIE LOCALI E DELLA FUNZIONE PUBBLICA, in persona dell’Assessore pro tempore, con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catania; – Resistenti – ****

Un passo indietro, di appena quattro mesi,

Con ricorso ex art. 700 c.p.c. depositato in data 21.settembre.2021, i ricorrenti  hanno adito il Tribunale per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: Il giudice aveva un bel compito“…1. Previa riunione al 2 procedimento cautelare R.G. n. 3130/2021, disporre la disapplicazione della determina del direttore dell’Istituto Incremento Ippico n. 80 del 14.5.2021, della delibera commissariale n. 1 (del 9.marzo.2021), e di ogni altro atto presupposto, conseguente di natura attuativa o meramente esecutiva, compresi i provvedimenti direttoriali di collocamento in disponibilità, accertare e dichiarare l’illegittimità/invalidità della procedura per la dichiarazione di eccedenza di personale ex art. 33, d.lgs. n. 165/2001, avviata dall’Istituto Incremento Ippico di Catania per i motivi di ricorso sopra formulati; 2. Per l’effetto dichiarare illegittimo/invalido il conseguente collocamento in disponibilità dei ricorrenti Sebastiano Zappalà e Gianfranco Raimondo e la ricollocazione in categoria inferiore degli altri odierni ricorrenti; 2. Accertare e dichiarare, conseguentemente, il diritto dei lavoratori ricorrenti al ripristino dell’ordinario rapporto di lavoro intrattenuto con l’Istituto Incremento Ippico di Catania nella categoria C, anche in soprannumero rispetto all’attuale Dotazione Organica, con ogni consequenziale statuizione di carattere giuridico ed economico dalla data di modifica del livello e/o collocamento in disponibilità fino alla data del ripristino del rapporto di lavoro; Con vittoria di spese e compensi”.

Con memoria difensiva depositata in data 18.Novembre.2021, si è costituito in giudizio l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, formulando le seguenti conclusioni: “…preliminarmente, dichiarare inammissibile il ricorso per le motivazioni dedotte nonché, in subordine e nel merito, rigettare il ricorso perché infondato in fatto e in diritto. Spese e compensi del giudizio”. Con memoria difensiva depositata in data 19.10.2021, si sono costituiti in giudizio gli Assessorati regionali convenuti, formulando le seguenti conclusioni: “…In via preliminare ritenere e dichiarare la carenza di legittimazione passiva degli Assessorati regionali resistenti e per l’effetto, estrometterli dal giudizio; – In subordine, rigettare le domande di parte ricorrente in quanto infondate in fatto e in diritto. – Con vittoria di spese e compensi”. All’udienza del 14.1.2022 le parti presenti hanno discusso come in atti e, all’esito della camera di consiglio, è stata riservata la presente ordinanza. 2. Questioni preliminari e presupposti ex art. 700 c.p.c.

Preliminarmente occorre evidenziare che, all’udienza del 14.1.2022, il procuratore di parte ricorrente ha rilevato che “…soltanto i ricorrenti Zappalà e Raimondo sono attualmente in disponibilità con l’80% dello stipendio base mentre gli altri ricorrenti sono stati ricollocati nella pianta organica anche se in posizione inferiore”, limitando “pertanto… la richiesta cautelare svolta in ricorso soltanto ai dipendenti Zappalà e Raimondo, rinunciandosi per gli altri…” (cfr. verbale di udienza). 3 Stante la superiore rinuncia, va pertanto dichiarato il non luogo a provvedere sull’istanza cautelare con riguardo ai ricorrenti Emilio Guzzetta, Marcello Massimo Arena, Angelo Lombardo, Alfio Crisafi, Paolo Rotolo, Vincenzo Caruso, Giacinto Rovere, Rosario Ricciardi e Antonino Versaci. Con riguardo ai ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo, per i quali il presente ricorso ex art. 700 c.p.c. non è stato rinunciato, si osserva quanto segue.

Ai fini della concessione di un provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. è necessaria la contemporanea presenza dei presupposti del fumus boni iuris (ovverosia della concreta probabilità che la pretesa avanzata dal ricorrente, prima facie fondata, possa essere accolta con la sentenza di merito) e del periculum in mora (cioè del fondato timore che il diritto cautelando subisca durante il tempo occorrente per farlo valere in via ordinaria un pregiudizio imminente limitando “pertanto… la richiesta cautelare svolta in ricorso soltanto ai dipendenti Zappalà e Raimondo, rinunciandosi per gli altri ed irreparabile), sicché la carenza anche di uno solo di tali requisiti indefettibili è sufficiente a escludere l’accoglimento dell’azione cautelare. 3. Periculum in mora. Ciò premesso, stante il carattere assorbente, nella fattispecie in esame difetta il requisito del periculum in mora, necessario ai fini del riconoscimento del chiesto provvedimento cautelare.

Preliminarmente, come già ritenuto in precedenti pronunce di questo stesso Ufficio, appare opportuno evidenziare la necessità di un rigoroso accertamento del requisito del periculum in mora, al fine di evitare il pericolo di un’inammissibile “normalizzazione” del rito cautelare, a detrimento delle situazioni giuridiche effettivamente necessitanti di una tutela rapida rispetto a quella ordinaria. Come accennato, il periculum in mora ricorre allorquando vi sia un fondato motivo di temere che, durante il tempo occorrente per far valere il diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente ed irreparabile. A tal riguardo, occorre evidenziare la necessità di una specifica, concreta e dettagliata allegazione del periculum in mora, da intendersi o come irreversibilità degli effetti del pregiudizio (quindi come attitudine a provocare la perdita integrale del diritto o di poteri o facoltà che dello stesso costituiscono espressione), oppure come lesione irreparabile di beni o interessi del suo titolare e funzionalmente collegati all’attuazione del diritto stesso, o anche come impossibilità o grave difficoltà della piena restitutio in integrum della situazione soggettiva lesa.

Soltanto attraverso un’adeguata allegazione delle circostanze concrete, infatti, il giudice può essere in grado di valutare la ricorrenza di un pericolo effettivo, concreto e attuale che, durante il tempo necessario per il giudizio di merito, beni di rilevanza primaria siano lesi in maniera irrecuperabile e non risarcibile per equivalente. 4 Anche con riferimento alle ipotesi della perdita del posto di lavoro o della mancata assunzione, la condivisa giurisprudenza di merito ha avuto modo di evidenziare che “L’esistenza del “periculum in mora”, ai fini della concessione del provvedimento di urgenza ex art. 700 c.p.c. deve essere accertata caso per caso in relazione all’effettiva situazione socio economica del “lavoratore”, talché il ricorrente è tenuto ad allegare e provare circostanze (in ordine alla sua situazione familiare, alla necessità di affrontare spese indilazionabili, alla compromissione del suo equilibrio psico fisico) dalle quali emerga che la perdita del posto di lavoro o la mancata assunzione – e quindi la conseguente perdita (o mancata acquisizione) della retribuzione – possa configurarsi come fonte di pregiudizio irreparabile, così da permettere alla controparte l’esercizio di un’effettiva difesa ed al giudice di operare una verifica finalizzata alla tutela di un pregiudizio concretamente e non teoricamente irrimediabile, non potendo il “periculum in mora” reputarsi esistente “in re ipsa” neppure nel fatto stesso della disoccupazione, poiché, in caso contrario, ogni licenziamento integrerebbe il pregiudizio imminente ed irreparabile, così da rendere il ricorso all’art. 700 c.p.c. il rimedio ordinario per la contestazione della legittimità del recesso datoriale, in contrasto con la disciplina del processo del lavoro che prevede che la forma naturale di impugnativa del licenziamento sia il ricorso ex art. 414 c.p.c.” (cfr. ordinanza emessa il 13.5.2010 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere).

Ciò premesso in termini generali, nella fattispecie in esame difetta il necessario periculum in mora. Ed invero, i ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo (rispetto ai quali, come detto, l’odierno ricorso ex art. 700 c.p.c. non può reputarsi rinunciato), non hanno sufficientemente allegato e documentato la sussistenza di un pericolo attuale e concreto di pregiudizio grave e irreparabile a beni di primaria rilevanza, anche sub specie di compromissione del diritto costituzionale a una esistenza libera e dignitosa ex art. 36 Cost. Ad avviso di questo giudicante, in particolare, non appaiono dirimenti le deduzioni contenute sul punto nell’atto introduttivo, secondo cui “…Il pericolo di un danno grave ed irreparabile è ancora più imminente nei confronti dei ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo. Entrambi sono stati collocati in disponibilità con decorrenza 1 luglio 2021, subendo la decurtazione del 20 per cento dello stipendio. Si consideri che, entrambi, rappresentano gli unici percettori di reddito dei rispettivi nuclei familiari e che da luglio del 2021, subiscono la decurtazione dello stipendio.

Il reddito risulta dalla busta paga che si produce in atti, sul quale gravano delle rate di finanziamento. Una di queste, pari a euro 205,00 risulta dalla busta paga, l’altra è versata mensilmente dal sig. Zappalà anche se non risulta dalla busta paga (doc. 17-busta paga Zappalà -aprile 2021 e agosto 2021, l’ultima in ordine di tempo, uniti al certificato stato di 5 famiglia; doc. 18 e 18.1– contratti di finanziamento). Da rilevare che il sig. Zappalà, come si evince dal certificato di stato di famiglia ha moglie e tre figli a carico, cosa che rende impossibile rimodulare il proprio tenore di vita dopo la decurtazione stipendiale del 20 per cento. Dalla busta paga del mese di agosto 2021, risulta una trattenuta di ben 800, euro circa, circostanza che dà un’idea dell’abbassamento del tenore di vita finora maturato dal ricorrente e dalla sua famiglia, in forza dello stipendio da sempre percepito dall’Istituto Incremento Ippico.

Il giudice prosegue: Ciò determinerà l’impossibilità di far fronte alle rate di mutuo e alla cessione del quinto con esposizione ai rischi di recupero della banca finanziatrice e all’impossibilità di far fronte ai bisogni della propria vita quotidiana. Lo stesso ordine di considerazione vale per il ricorrente Gianfranco Raimondo, il quale ha pure subito una trattenuta di 800, euro dalla busta paga di agosto del 2021 e continuerà a subirla per la durata di 24 mesi fino a quando non sarà definitivamente licenziato in assenza di una pronuncia cautelare o di una ricollocazione altrove per mobilità (doc. 19–busta paga agosto 2021).Quindi, è indubbio che abbattimento del 20 per cento della retribuzione base rende non più possibile mantenere un livello di vita dignitoso per i ricorrenti e per i propri congiunti nelle more dello svolgimento del giudizio. Viceversa, una pronuncia cautelare che blocchi nell’immediato la procedura o che riammetta anche in soprannumero i predetti lavoratori eviterebbe agli stessi di attendere l’esito del giudizio con uno stipendio non sufficiente a mantenere il tenore di vita familiare maturato fino alla data di collocamento in disponibilità (assunti con decorrenza 1992) mentre nulla ne deriverebbe in danno all’Ente resistente, il quale ha nel proprio bilancio le risorse finanziarie oramai consolidate da anni necessarie al pagamento dei suddetti lavoratori.

Da considerare, altresì, che la pronuncia cautelare sospenderebbe il termine di 24 mesi della messa in disponibilità trascorso il quale il rapporto di lavoro dei dipendenti andrebbe incontro a risoluzione definitiva, ai sensi dell’art.33, comma 8, del d.lgs. n. 165/2001, ritrovandosi quindi privi di occupazione dopo trent’anni circa di servizio e sulla soglia dei sessant’anni di età…” (cfr. ivi pagg. 28-29).

Sul punto occorre innanzitutto evidenziare che, ai sensi del citato art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001, “Dalla data di collocamento in disponibilità restano sospese tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro e il lavoratore ha diritto ad un’indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata massima di ventiquattro mesi. I periodi di godimento dell’indennità sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della misura della stessa. È riconosciuto altresì il diritto all’assegno per il nucleo familiare di cui all’articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153”. 6 In particolare, dalle buste paga di agosto 2021 prodotte in atti emerge che il “netto in busta” spettante al ricorrente Zappalà (al netto anche della trattenuta e della rata di finanziamento ivi considerate) è pari a omissis, mentre il “netto in busta” spettante al ricorrente Raimondo (al netto della trattenuta ivi indicata) è pari a omissis(cfr. doc. nn. 17 e 19 di parte ricorrente).

Nella specie, peraltro, la trattenuta di circa € 800,00 riportata nelle buste paga di agosto 2021 con riguardo a entrambi i ricorrenti non corrisponde al 20% “dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” ivi indicati (id est: retribuzione ordinaria di € 2.386,58, il cui 20% è pari a € 477,31), sicché da ciò non è possibile evincere l’esatto ammontare – possibilmente superiore – della “…indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” ex art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001 spettante ai ricorrenti Zappalà e Raimondo per i mesi successivi ad agosto 2021. Sulla base della sola busta paga di agosto 2021, in altri termini, non è possibile desumere l’esecuzione di una trattenuta di € 800,00 anche con riguardo alle successive mensilità previste dal citato art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2021.

In aggiunta a quanto sopra, a fronte della spettante “indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” (oltreché dell’eventuale “diritto all’assegno per il nucleo familiare di cui all’articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153”) e degli importi risultanti dalle buste paga in atti, i ricorrenti Zappalà e Raimondo non hanno allegato e documentato specifiche e significative circostanze in ordine alla propria condizione familiare e patrimoniale. Ed invero, oltre ad avere labialmente dedotto di essere “gli unici percettori di reddito dei rispettivi nuclei familiari”, il ricorrente Raimondo non ha ulteriormente evidenziato alcunché (neppure con riguardo alla consistenza del proprio nucleo familiare), mentre il ricorrente Zappalà ha solamente allegato che – come detto – sul proprio reddito “…gravano delle rate di finanziamento. Una di queste, pari a euro 205,00 risulta dalla busta paga, l’altra è versata mensilmente dal sig. Zappalà anche se non risulta dalla busta paga (doc. 17-busta paga Zappalà -aprile 2021 e agosto 2021, l’ultima in ordine di tempo, uniti al certificato stato di famiglia; doc. 18 e 18.1– contratti di finanziamento)” e che egli “…ha moglie e tre figli a carico…”. Più specificamente, non è dato sapere se i ricorrenti Zappalà e Raimondo risultino titolari di cespiti immobiliari o mobiliari astrattamente idonei a produrre reddito, né è dato sapere dell’effettiva condizione economica dei loro nuclei familiari e delle risorse attraverso le quali gli stessi hanno soddisfatto e soddisfano le proprie esigenze di sostentamento e quelle delle rispettive famiglie, essendo peraltro i figli dello Zappalà maggiorenni e non risultando allegate e documentate specifiche e costanti spese in relazione agli stessi (cfr. doc. n. 17 di parte ricorrente). 7 Con riferimento allo Zappalà, non appaiono neppure decisive le deduzioni concernenti le rate di finanziamento considerato che, da un lato, anche il predetto ricorrente conserva la citata “indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale… per la durata massima di ventiquattro mesi” (cfr. busta paga di agosto 2021 da cui, nonostante la maggiore trattenuta di € 800,00 e l’ulteriore trattenuta per finanziamento di € 205,00, risulta un “netto in busta” di omissis) e che, dall’altro lato, come allegato dall’Istituto resistente e non contestato da parte ricorrente, “…L’eventuale cessione del quinto, ancora effettuata dall’Istituto che corrisponderà le retribuzioni, sarà conseguentemente diminuita in proporzione all’importo di retribuzione effettivamente erogato che comporta il pagamento dello stipendio escluse le indennità di presenza…” (cfr. pag. 15 della memoria difensiva). A fronte di quanto sopra, pertanto, appaiono generiche e indimostrate le prospettazioni attoree secondo cui il contestato “…abbattimento del 20 per cento della retribuzione base rende non più possibile mantenere un livello di vita dignitoso per i ricorrenti e per i propri congiunti nelle more dello svolgimento del giudizio…”.

Infine, non appare rilevante il limite di ventiquattro mesi previsto ex art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001 per l’erogazione dell’indennità ivi prevista, essendo stati entrambi i ricorrenti collocati in disponibilità con decorrenza 1.7.2021, con conseguente diritto all’indennità de qua sino al mese di giugno 2023. Al riguardo occorre peraltro evidenziare che, ai sensi del successivo art. 34 co. 4 D.Lgs. 165/2001, “4. Il personale in disponibilità iscritto negli appositi elenchi ha diritto all’indennità di cui all’articolo 33, comma 8, per la durata massima ivi prevista. […] 8. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, il rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto alla data del raggiungimento del periodo massimo di fruizione dell’indennità di cui al comma 8 del medesimo articolo 33, ovvero, prima del raggiungimento di detto periodo massimo, qualora il dipendente in disponibilità rinunci o non accetti per due volte l’assegnazione disposta ai sensi dell’articolo 34-bis nell’ambito della provincia dallo stesso indicata. […]

Nei sei mesi anteriori alla data di scadenza del termine di cui all’articolo 33, comma 8, il personale in disponibilità può presentare, alle amministrazioni di cui ai commi 2 e 3, istanza di ricollocazione, in deroga all’articolo 2103 del codice civile, nell’ambito dei posti vacanti in organico, anche in una qualifica inferiore o in posizione economica inferiore della stessa o di inferiore area o categoria di un solo livello per ciascuna delle suddette fattispecie, al fine di ampliare le occasioni di ricollocazione. In tal caso la ricollocazione non può avvenire prima dei trenta giorni anteriori alla data di scadenza del termine di cui all’articolo 33, comma 8. Il personale ricollocato ai sensi del periodo precedente non ha diritto all’indennità di cui all’articolo 33, comma 8, e mantiene il 8 diritto di essere successivamente ricollocato nella propria originaria qualifica e categoria di inquadramento, anche attraverso le procedure di mobilità volontaria di cui all’articolo 30. […]”. Quella compiuta dai ricorrenti Zappalà e Raimondo, in definitiva, è una prospettazione priva di un concreto substrato di fatto, insufficiente ex se a integrare il chiesto periculum in mora. Né, a fronte delle predette e generiche allegazioni in punto periculum in mora, può ritenersi che gli asseriti pregiudizi dedotti in ricorso non possano trovare adeguato ristoro – ove fondati – in forma economica e risarcitoria nella sede di merito. Alla luce di quanto esposto, nella fattispecie in esame difetta il necessario pericolo di un pregiudizio imminente e irreparabile, siccome richiesto dall’invocato art. 700 c.p.c. 4. Fumus boni iuris. La delibazione negativa del requisito del periculum in mora esime questo decidente dall’esame dell’ulteriore elemento costitutivo dell’invocata misura cautelare, rappresentato dal fumus boni iuris; del pari vanno ritenute assorbite le ulteriori questioni sollevate dalle parti (cfr. Tribunale Roma 21.4.2006; Tribunale Bologna 10.4.2009). 5. Conclusioni. In conclusione, alla stregua di tutte le considerazioni fin qui svolte, ritiene questo giudicante che, assorbita ogni ulteriore questione, il ricorso ex art. 700 c.p.c. sia infondato e vada conseguentemente rigettato. Stante la peculiarità e complessità della fattispecie in esame e la definizione della controversia solamente in punto di periculum in mora, nonché tenuto conto della natura delle parti, le spese di lite possono integralmente compensarsi. P.Q.M.

Il Tribunale di Catania, in funzione di giudice del lavoro, disattesa allo stato ogni ulteriore domanda, eccezione e difesa, impregiudicato il merito, così statuisce: dichiara il non luogo a provvedere sull’istanza cautelare con riguardo ai ricorrenti Emilio Guzzetta, Marcello Massimo Arena, Angelo Lombardo, Alfio Crisafi, Paolo Rotolo, Vincenzo Caruso, Giacinto Rovere, Rosario Ricciardi e Antonino Versaci; rigetta nel resto il ricorso ex art. 700 c.p.c.; compensa le spese di lite tra le parti. Si comunichi. Catania, 22 febbraio 2022 IL GIUDICE DEL LAVORO dott. Giuseppe Giovanni Di Benedetto”

 

I gladiatori più famosi dell'antica Roma

 

LA  REGIONE ,DOPO LA PUBBLICAZIONE DEI NOSTRI SERVIZI, FA UN PASSO INDIETRO:     MA QUANTA VERGOGNA PER I DIRIGENTI GENERALI CHE HANNO FIRMATO QUELLE “C….TE”

Ricordate il servizio pubblicato recentemente su SUD LIBERTA’, che la Regione siciliana aveva cioè  comunicato ai dipendenti interessati dell’Istituto I.Ippico che non era possibile per essi l’inserimento nella lista dei posti riservati al concorso di 1024 posti ?

Riportiamo nuovamente  quella lettera “……….questa Amministrazione regionale  ha effettuato la comunicazione di cui all’articolo 34 bis del decreto legislativo del 30 marzo 2001 n .165, rinnovata con nota prot. 127005 del 30 novembre 2021 “Adempimenti preliminari alle ordinarie procedure di assunzione a tempo indeterminato di 1024 posti di cui 487 di categoria C e 537 di categoria D-  Attivazione procedura ex art 34 e 34 bis del dl 30 marzo 2001 n.165 ”     . In esito alle suddette richieste il competente Servizio del Dipartimento regionale del Lavoro ha dato riscontro negativo alla presenza di eventuale personale posto in disponibilità, “Allegato A ” al DDG n.9018 del 21 giugno 2018 istituito ai sensi del comma 1 dell’art. 34 nis del decreto l.n .165/2001″

Una serie di contatti fra i dirigenti, la consapevolezza di aver creato , e messo persino per iscritto,al Protocollo della Regione, della Presidenza e del dipartimento al lavoro, stupidaggini senza senso,come la lettera riportata, il “complotto” contro i dipendenti dell’Istituto ippico si scioglie come neve al sole. La Regione sta preparando- si apprende- la lista dei lavoratori -gladiatori per ammetterli alla riserva dei posti come prevede la legge vigente.