L’Istat con un comunicato stampa disegna lo scenario economico attuale .Diminuzione del Pil nel quarto trimestre 2018, dopo quello del terzo trimestre. Si stima che il prodotto interno lordo (espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato) sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Il quarto trimestre dello scorso anno ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017.
– Nel terzo trimestre 2018, il Pil aveva registrato un calo dello 0,1% mentre nel secondo era cresciuto dello 0,1%. Infine, nel primo trimestre dello scorso anno, il prodotto interno lordo il aveva registrato una crescita dello 0,3%.
Vincenzo Boccia,leader di Confidustria sollecita il governo ad uscire dalla recessione comunicata dall’Istat. “A gennaio avremo un rallentamento superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre del 2018 dato il rallentamento della Germania. Bisogna aprire immediatamente i cantieri, partendo dalla Tav” dice, bocciando per questo l’ipotesi di un referendum sulla Torino Lione. “Si dilaterebbero solo i tempi senza aiutare la crescita”.
COTTARELLI – “Conte ha detto ‘è colpa del precedente governo’ ma il rallentamento che c’è adesso, questa recessione qui, non può essere colpa del precedente Governo” informa Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Sacro Cuore di Milano. “Quello che è vero è che i gialloverdi – aggiunge l’economista ex commissario alla spending review – hanno ereditato dal passato cose un enorme debito pubblico, e da lì ci siamo portati dietro questa cosa che nessun Governo è riuscito a risolvere in maniera decisiva. Dopo il tentativo fatto negli anni ’90, con qualche risultato, di mettere a posto la finanza pubblica, poi con gli ultimi 15 o 20 anni non ci siamo mai riusciti”. Adesso Cottarelli teme una crisi duratura che potrebbe provocare l’idea di aggiungere una tassa patrimoniale sulla ricchezza.