Ancora scossa Napoli per la morte del ragazzo di 15 anni morto questa notte al Pronto soccorso napoletano in un tentativo di rapina a un giovane carabiniere libero dal servizio. Il militare è indagato per omicidio. Ora gli investigatori vogliono vedere lei filmati delle telecamere piazzate in via Generale Orsini nel quartiere di Santa Lucia dove il ragazzo voleva l’orologio del militare. Secondo la ricostruzione dei testimoni il rapinatore in sella a uno scooter, con il volto travisato con scaldacollo e casco insieme a un complice, rivolse una pistola finta al carabiniere 23enne in servizio in provincia di Bologna e al volante della propria auto insieme a una ragazza.
Sembra che il
militare si sia qualificato rappresentante delle forze dell’ordine, abbia accelerato e poi – la dinamica sarà ricostruita adesso alla Procura dove è indagato per omicidio –
ha esploso tre colpi di pistola contro il 15enne che ,dopo essere passato dal Pronto soccorso è morto poco dopo in ospedale.
Il ragazzo era incensurato così come il suo complice 17enne che è stato fermato. La sorpresa è che il 17enne non risulta neppure legato agli ambienti della malavita. Il motorino, da lui abbandonato, è stato ritrovato e ora è sotto sequestro. La Procura per i Minorenni di Napoli, ha quindi emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del 17enne ritenuto responsabile della tentata rapina ai danni del carabiniere. Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli.
a l’evento ha pure un’appendice: la reazione di amici e parecchi che ,numerosi, a decine, hanno espresso la loro rabbia, dopo aver appreso la notizia del decesso del ragazzo,che era già in coma, disintegrando ogni cosa fosse a portata di mano– Infatti “il pronto soccorso del presidio ospedaliero dei Pellegrini offre l’immagine di una struttura di prima linea devastata dai familiari e amici del ragazzo – denuncia il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva – Un fatto gravissimo per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti”. Verdoliva durante il sopralluogo all’ospedale della Pignasecca ha constatato gli ingenti danni ad arredi e attrezzature e l’assenza di condizioni igienico-sanitarie conseguenziale ai fatti accaduti. “Sono stato costretto – dice – a chiudere il Pronto Soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori”. Per i sanitari, bersaglio di insulti irripetibili e volgarità, la distruzione del pronto soccorso è un chiaro messaggio di “protesta” ai rappresentanti delle forze dell’ordine