Il governo spagnolo vuol porre fine ai propositi di Libertà ed autonomia della Catalogna

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Il governo di Madrid  obbligherà per legge la Generalitat de Catalunya a fare un passo indietro sui propositi indipendentisti.

Secondo l’articolo 155 della Costituzione, mai applicato fino ad ora nella storia della Spagna, “ove la Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie por obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi“.

 Attraverso questo specifico articolo della Costituzione, Rajoy e il suo governo da oggi potranno quindi adottare provvedimenti che, impopolari agli occhi del mondo e, comunque agli osservatori più attenti, spazieranno dalla diminuzione dei poteri ai membri del Parlamento catalano alla sostituzione del presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, con un rappresentante nominato dall’esecutivo iberico, fino alla convocazione di nuove elezioni e, addirittura e nel peggiore fra gli scenari possibili, allo scioglimento del Parlamento.

L’articolo 155 non specifica infatti quali ‘poteri speciali’ possono essere esercitati dal governo spagnolo, che sembra così essere autorizzato a mettere in campo qualunque strumento per porre rimedio alla questione e obbligare la Catalogna “all’adempimento forzato” degli “obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi”. Sarà il governo quindi a dover sottoporre all’approvazione del Senato le misure studiate per risolvere la crisi e che vorrà adottare in caso di voto a favore.

(Agenzia)

” Congelata” l’indipendenza della Catalogna

 

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Il parlamento catalano è stato congelato dalla Corte Costituzionale spagnola. La Corte ha accolto un ricorso del partito socialista catalano (Psc), secondo il quale se lunedì il ‘Parlament’ proclamerà l’indipendenza vi sarà una violazione della Costituzione con un “annientamento” dei diritti dei deputati. La Spagna vuol raffreddare gli animi ribelli e dilata i diritti dei parlamentari catalani.

MANIFESTAZIONE – L’Assemblea nazionale Catalana (Anc), una delle principali associazioni della società civile per l’indipendenza catalana, ha quindi convocato una manifestazione proprio per lunedì a sostegno della secessione. L’Anc esorta a “manifestazioni massicce” e a “scendere in strada per difendere i nostri diritti e le nostre libertà”.

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NUOVA CONVOCAZIONE – Ma i partiti indipendentisti catalani vanno avanti e non si fermano davanti alla sospensione della Corte. La formazione indipendentista di sinistra ‘Catalunya Si ques es Pot’ (Qspc) ha chiesto infatti una convocazione d’urgenza domani dell’ufficio di presidenza del ‘Parlament’ per esaminare una nuova riunione dell’Assemblea.
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RAJOY – Intanto il premier spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto al presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, di rinunciare “nel più breve tempo possibile” al progetto di proclamare unilateralmente l’indipendenza della Catalogna perché questa è “la soluzione migliore” che consente di “evitare mali peggiori”.        Anche il re  di Spagna, autore di un discorso” troppo fazioso” perde molto della sua credibilità e popolarità. In tanti chiedono la democrazia e di porre fine alla monarchia spagnola.
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(Agenzia)

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