Rientrano -decisione della RAI- la giornalista Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini dalla regione “russa” del Kursk

 

La Rai “ha ritenuto, esclusivamente per garantire sicurezza e tutela personale, di far rientrare, temporaneamente in Italia, la giornalista Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini”. Lo ha annunciato l’amministratore delegato, Roberto Sergio, dopo le minacce di ritorsioni e di azioni penali avanzate dalla Russia a carico dei giornalisti.

Stefania Battistini e Simone Traini

Di ieri la notizia che il Ministero degli Interni sovietico intenderebbe avviare un procedimento penale contro i due giornalisti del Tg11  che hanno realizzato un reportage dalla regione di Kursk, dove da giorni è in corso un’incursione delle forze ucraine.

Secondo Telegram Baza, canale vicino ai servizi russi, secondo cui si tratterebbe di un procedimento penale ai sensi dell’articolo 322 del codice penale russo “Attraversamento illegale del confine di Stato”. Stefania Battistini e Simone Traini hanno trasmesso un servizio dalla città russa di Sudzha, al confine con l’Ucraina, che è sotto il controllo delle forze di Kiev. Durante il servizio sono stati mostrati i veicoli colpiti vicino al confine e i giornalisti hanno parlato con i residenti locali rimasti in città.

Si apprende che già vi sono sviluppi della situazione, l’ambasciatrice italiana in Russia Cecilia Piccioni è stata convocata presso il Ministero degli interni russo, ” causa dell’ingresso illegale di giornalisti della Rai nella regione di Kursk per coprire l’attacco dei militanti ucraini”.

 

Il ministro Nello Musumeci e il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani danno dimostrazione di come non è così che si fa politica . La polemica è fragorosa

 

 

Nello Musumeci, ex presidente della Regione e Renato Schifani, l’uomo che ha preso il suo posto a Palazzo d’Orlèans hanno reso la dimostrazione della diversità di vedute per uno spettacolo televisivo. La polemica è esplosa fragorosa oggi e il pretesto è la fiction Rai “Sempre al tuo fianco” dedicata alla Protezione civile ma durante le cui riprese un incendio, appiccato per esigenze di scena, devastò larga parte dell’isola.  Curiosità: la Rai ha deciso di mandarla lo stesso in onda: Schifani ha espresso ufficialmente il suo dissenso, Musumeci, altrettanto ufficialmente, ha espresso il suo “vivo apprezzamento”.

Crisi idrica, Schifani sente Musumeci: «Collaborazione tra ...

Ipocrisia istituzionale

In mattinata era stato il presidente della Regione Sicilia  a prendere duramente posizione: «Per Stromboli, oltre al danno, pure la beffa. Non solo la società di produzione non ha ancora provveduto al risarcimento dopo il procurato incendio sul set di due anni fa, ma adesso la Rai ha pensato bene di programmare la messa in onda della fiction per il prossimo settembre, nonostante il parere negativo unanime degli abitanti dell’isola che hanno già visto l’anteprima. Una produzione – ha aggiunto Renato Schifani – che non ha assolutamente la valenza di promozione turistica e che appare controproducente e inopportuna, anche per come è concepita la trama, in un periodo di allerta rossa e di stato di mobilitazione dichiarato dal governo nazionale, in cui abitanti e albergatori sono già duramente provati dall’emergenza continua. Piuttosto che dare ristoro – prosegue Schifani – si aggiunge ulteriore nocumento. E ciò è intollerabile. Scriverò all’amministratore delegato della Rai e alla Commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi per chiedere ufficialmente di sospendere la programmata messa in onda, sollecitando anche il rispetto degli ’impegni assunti per adeguate misure compensative a favore dell’isola».

Partita chiusa? Nemmeno per sogno. Il ministro Nello Musumeci che ha tra le competenze proprio quella della Protezione civile ha invece diffuso un commento di tenore opposto: «Esprimo vivo apprezzamento alla direzione Rai – ha scritto l’ex presidente – per avere deciso di inserire nel suo palinsesto autunnale la fiction dedicata alla funzione della Protezione civile in Italia. Si tratta di una serie televisiva di alto valore educativo e formativo, che promuove un approccio nuovo e responsabile alla cultura del rischio, di cui proprio oggi si avverte tanto bisogno. Al tempo stesso sorprendono alcune disarmanti posizioni di dissenso – anche istituzionali – assunte nelle ultime ore, animate da pregiudizi o da interessi di categoria che mal si conciliano con una doverosa politica di prevenzione del rischio. Cosa c’entra il contenzioso tra un privato e una comunità locale, contenzioso già affidato alla magistratura civile (che dovrà giustamente valutare l’entità del danno procurato da un incidente), con la autonoma decisione programmatoria dell’azienda pubblica di Stato? Vorrei non si facesse facile confusione tra interessi pubblici e pur legittimi interessi privati»

Il caso Saviano e la libertà delle idee

Archivi -Sud Libertà

Sul caso Saviano e sull’esclusione del suo programma dalla Rai interviene il presidente Rai Marinella Soldi :”Una premessa: l’Amministratore Delegato della Rai, secondo le norme, ha autonomia decisionale sulla gestione aziendale e sui programmi. Come Presidente svolgo il mio ruolo a garanzia degli utenti e dell’azienda, ricercando un approccio costruttivo; le valutazioni politiche non mi appartengono. Proprio in virtù del mio ruolo ritengo oggi di dover intervenire sul cosiddetto caso Saviano, che molti hanno paragonato al caso Facci. Vicende diverse, per quel che ciascuno ha detto e per le tipologie di programma”.

“La trasmissione ‘Insider – faccia a faccia con il crimine’ condotta da Roberto Saviano è un prodotto nello spirito del servizio pubblico, parla di mafia e di legalità, ha avuto un primo ciclo di successo, con un gradimento del pubblico superiore alla media degli approfondimenti Rai (dati Qualitel TV 2022). Fermo restando il rispetto dovuto alle Istituzioni – prosegue – auspicherei un supplemento di riflessione interna per ricercare, in tempi idonei, una soluzione gestionale nell’interesse degli utenti e dell’azienda, tenendo conto, tra l’altro, che si tratta di un programma già registrato“.

Disco rosso “alla libertà d’espressione” di Fedez: querela in arrivo , la manda la RAI

 

Fedez: 10 cose che non sai di lui e Chiara Ferragni - Foto Style

 

 

Si profilano guai giudiziari in vista per Fedez.Apprendiamo oggi che ‘la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, in relazione all’illecita diffusione dei contenuti dell’audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del 1° maggio'”.

La dichiarazione reca la firma del capogruppo della Vigilanza Rai ,Massimiliano Capitanio, deputato Lega  in merito alla risposta alla interrogazione in Vigilanza Rai sulle polemiche legate al concerto del Primo maggio.

“Si tratta di un atto dovuto e doveroso -spiega- perché su temi fondanti la nostra democrazia, come la libertà di espressione e il rispetto della persona, non è possibile scherzare né tantomeno organizzare show per un pugno di like. Noi speriamo solamente che emerga la verità: non abbiamo sete di vendetta, e ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente”.

 

“LA RAI NON GARANTISCE LO SVILUPPO DEL SENSO CRITICO,CIVILE ED ETICO…” SANZIONATA DALL’AGCOM

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Rai sotto torchio.L’Autorità per le comunicazioni multa la Rai per non aver rispettato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo con una sanzione da 1,5 milioni.   La decisione dell’Agcom è stata adottata  “a seguito di un monitoraggio costante e continuo dal quale sono emersi numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste”.
L’Autorità ha accertato “il mancato rispetto da parte di Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, così – spiega – da garantire l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività, nel rispetto della dignità della persona, del diritto e dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto ad essere informati”.

La  sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro,è stata irrogata ai sensi dell’art. 48 comma 7 del Tusmar (il Testo unico sulla radiotv). con  il voto contrario- precisa l’Autorità – del Commissario Morcellini e l’astensione del Commissario Posteraro” .

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Il Presidente della Rai, Marcello Foa (contestato anche per omesso intervento sugli elevati compensi
del festival Sanremo di diversi giorni addietro)

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato, con due diverse delibere, di cui una si riferisce alla vendita di spazi pubblicitari, “alcune violazioni degli obblighi di contratto di servizio da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”.

In tema di rispetto dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo l’Autorità ha diffidato la concessionaria pubblica “affinché elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l’importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria”.

Nella vigilanza della missione di servizio pubblico -specifica ancora l’Agcom -non sono le singole fattispecie – su cui la società ha spesso messo in atto azioni ripristinatorie o correttive – a rilevare ma l’effetto che tali condotte hanno generato e potrebbero generare sui valori della collettività e i diritti dei cittadini, nonché sul valore di utilità pubblica e sociale del canone del servizio della concessionaria”

Accertato inoltre “all’unanimità, il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza,  nella vendita degli spazi pubblicitari”

Pertanto l’Agcom  ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico”.

La vergogna dei guadagni di Fabio Fazio: chiusura anticipata delle sue trasmissioni

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di R.Lanza

La direzione Rai ha finalmente preso una decisione: stop alle trasmissioni “fallimentari” del superpagato conduttore Fabio Fazio.   L’uomo che aveva creato problemi di concorrenza e di immagine a Giletti costringendo quest’ultimo a dirottare verso altri lidi, adesso è finito lui sulla graticola. Chi la fa l’aspetti dive un antico proverbio ed ecco che è venuto il turno di Fabio Fazio. 

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Si apprende un comunicato formulato dallo stesso conduttore: ” “Prima di iniziare solo un avviso al nostro pubblico, per tutti coloro che ci seguono al lunedì con Che Fuori Tempo Che Fa, vorrei ricordavi che domani sarà la nostra ultima puntata di Che Fuori Tempo Che Fa del lunedì. Ci è stato comunicato che le ultime tre previste non andranno in onda e quindi per tutti gli appassionati di Maurizio Crozza, del Mago Forest, di Raul Cremona, di tutti noi e di Max Pezzali vi aspetto domani sera e grazie per essere stati con noi quest’anno: più del 13% e un milione e mezzo di telespettatori di media. Grazie molte”.

Infine vorremmo dire un appunto alla commissione vigilanza Rai: “E’ una vergogna agire con tanto ritardo e offrire compensi d’oro a un conduttore che svolge lavoro ordinario come tanti altri giornalisti che lavorano in silenzio sottopagati e spesso pure non pagati dal giornale dove sono in servizio. Fine della storia. Si sono aperti gli occhi, era ora…

Indagine della Corte dei conti sui compensi d’oro di Fabio Fazio

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di R.Lanza

Tutti d’accordo nel ridurre il compenso d’oro di Fabio Fazio ma il conduttore va avanti egualmente , privo di quella dignità che dovrebbe spingerlo a riconsegnare o rivedere il compenso follemente pattuito dai dirigenti Rai.   Quello dei compensi elevati è una piaga italiana, sia nel mondo dello spettacolo che del pianeta calcistico dove girano cifre irriferibili.   E’ un’offesa agli italiani che lavorano in silenzio senza chiedere la vetrina per guadagnare la somma sufficiente per sfamare una famiglia.  E spesso si sa lo stipendio non basta, si arriva a malapena a metà mese. 

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Intanto tra l’indifferenza politica e l’opportunismo dei leader dei partiti che vedono in Fazio una buona rampa di lancio per volare nella galassia della pubblicità, si muovono le istituzioni più serie: la Corte dei conti.

L’Organo contabile ha richiesto i fascicoli sulla  conduzione e produzione di ‘Che tempo che fa’. Si studia se vi sia possibile danno erariale dovuto al compenso, “c’è una istruttoria in corso a cura della Procura Regionale per il Lazio della Corte dei Conti – . Ed ora l’inchiesta è nelle mani del vice procuratore generale Massimiliano Minerva il quale ha già chiesto la documentazione in materia alla Rai“.

Impallinare Foa in Rai
foto d’Archivio -Sud Libertà- Il Presidente della Rai Foa ha rivelato chiaramente la sua “falsità”, nel ruolo pubblico che riveste, sulla vicenda Fazio

L’esito dell’istruttoria, , “sarà noto solo quando ci sarà l’eventuale atto di citazione nei confronti di chi ha procurato l’eventuale danno erariale. In ogni caso l’azione di responsabilità si prescrive in 5 anni, il cui decorso può essere interrotto una sola volta”. In sostanza ci sono altri tre anni per condurre in porto la vicenda visto che “l’istruttoria è stata aperta nel 2017”. Nella politica italiana oltre Salvini che ha rifutato di farsi intervistare da Fazio anche Michele Anzaldi del Pd ha manifestato con appunti scritti assoluta contrarietà al compenso vergognoso del conduttore Rai.     

  Il Presidente della Rai ha rivelato invece la sua pochezza- e falsità- un uomo obbediente solo al suo partito politico (M5S) con l’omissione di un possibile intervento risolutivo su una faccenda chiaramente vergognosa oltre che inammissibile con il denaro pubblico dei contribuenti italiani

 

I compensi d’oro di Fabio Fazio,una autentica vergogna italiana- Critico il Presidente della Rai, Foa, ma non fa nulla a riguardo

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di   R.Lanza

Sotto i riflettori nuovamente i compensi d’oro di Fabio Fazio, conduttore della Rai 1.    Compensi faraonici che stridono con le tariffe previste nelle tabelle giornalistiche.  Suonano offesa grave anche a chi .in possesso di lauree e titoli – non può provare la propria professionalità perchè ancora senza lavoro.       Vibrata protesta dunque della Lega con Matteo Salvini che unico segretario di partito  si è rifiutato, di farsi intervistare da Fazio…’. “Per me la coerenza viene prima e per me i valori e la coerenza valgono più di 3 milioni di spettatori”. Lo ha detto il vicepremier della Lega, Matteo Salvini, in un comizio a Foligno. Poi, rivolgendosi direttamente a Fazio: “Riduciti lo stipendio, chiacchierone di sinistra pagato con i soldi degli italiani”.

 

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FOA – Il presidente della Rai, Marcello Foa, lamenta anche lui i compensi d’oro di Fazio e critica  “Il compenso di cui beneficia Fabio Fazio è molto elevato, al di sopra di qualunque altra valutazione di merito che può essere fatta rispetto agli ascolti che fa. Nella Rai del cambiamento che vuole essere anche rispettosa del canone pubblico è chiaro che per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare si pone un problema di opportunità”.

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Nella foto d’Archivio, il Presidente della Rai Marcello Foa

Spetta all’amministratore delegato trovare risposte opportune a una questione che è sul tavolo da tanto tempo. Non interferisco con il suo lavoro. Questa è la Rai del cambiamento e ‘Che tempo che fa’ è una trasmissione che va in onda da 16 anni, dal 2003. Forse è un format che non ha più quella carica innovativa che aveva all’inizio. Questo dovrebbe farci riflettere” E’ stata portata su Rai1 e gli indici di ascolto non sono aumentati. Questo induce a una riflessione dal punto di vista aziendale. Non gestisco i palinsesti, non voglio entrare nel campo di Salini, è compito dell’ad; ma sono riflessioni di fondo che condivido anche con lui che porteranno alle valutazioni che Salini riterrà più opportune“.

Ci chiediamo: ma dove arrivano allora i poteri del Presidente della Rai che, pur critico sui compensi esagerati di Fazio, non riesce ad intervenire con immediatezza?     Aspetta forse il beneplacito di Luigi Di Maio ?

 

 

 

Day After Sanremo: dilettantismo nel presentare, gaffe, “trucchi”, autocelebrazioni (risapute) di Baglioni, banalità, volgarità, “pubblicità politica”

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di   Raffaele Lanza

 

Claudio Baglioni, Claudio Bisio: due artisti ma non due conduttori professionisti.  Perchè la loro esibizione può essere valutata per il primo solo musicalmente, teatro-varietà per il secondo.  Virginia Raffaele ha momenti di luce professionale ma non illumina da sola il difficile palco di Sanremo.          I dirigenti della Rai dovevano essere più previdenti: troppe banalità, gaffe, aperture programma con la bandiera inglese non pertinente, autocelebrazioni di canzoni di Baglioni e amici suoi come fosse un concerto personale di Baglioni, pubblicità politica , volgarità nell’espressione verbale di Baglioni e Bisio che lanciano “pennacchie” per restituirle probabilmente al pubblico in sala contestatore.  C’è troppo personalismo, arterie di dilettantismo in Claudio Bisio che chiede minuto dopo minuto l’applauso al pubblico, a tratti, pronto a fischiare a Baglioni.    No, non è una cosa seria.     Mancano le idee, solo qualche eccezione fornita da personale bravura teatrale- nella seconda serata  da Virginia Raffaele.  Poi il vuoto.La banalità prende il sopravvento. Ascoltiamo ritualmente canzoni del passato da parte di cantati affermati come Antonello Venditti, e altri come fosse un varietà del  programma di Amedeus “Ora o mai più”.           Tutto questo pagato con denaro pubblico a fior di milioni di euro.   Che indecenza!

Non mancano mai accuse di plagio nei confronti di alcune canzoni in gara, come anche immense discussioni relative ai compensi, ritenuti sempre eccessivi, destinati ai vari conduttori, al direttore artistico e agli ospiti del festival…

Il retroscena: “Dietro le quinte c’è un clima orrendo” – In conferenza stampa e sul palco sorridono tutti, parlando di unità e coralità, ma dietro le quinte del Festival,  l’atmosfera sarebbe del tutto diversa: “C’è un clima orrendo –– nuvole nere tra il cast artistico e i vertici di Rai 1”. I motivi? Alcuni monologhi e altre dichiarazioni dei conduttori…    Possibile che i dirigenti Rai non sappiano prima i contenuti dei “presentatori”.

Vi sono anche ipocrisie manifestata tipicamente italiane: Dice   Lorella Cuccarini: “Standing ovation per Fabrizio Frizzi? Ma se non gli hanno mai proposto di presentarlo”.    Il con duttore Frizzi, scomparso prematuramente, solo ora viene ricordato dalla Rai c he l’ha tenuto in naftalina negli eventi importanti come Sanremo.

Non possiamo omettere di ricordare la gaffe nella prima serata di Virginia Raffaele. Sanremo 2019 si apre con un gaffe difficile da dimenticare. Claudio Bisio e Virginia Raffaele, , stavano commentando la vistosa giacca del primo quando la Raffaele se ne è uscita con un commento sui boss Casamonica di Roma.       Ma che razza di battuta ha fatto?  Quale diavoletto ha spinto la Raffaele a tanto?.

Anche l’attore comico ha fatto una gaffe con Andrea Bocelli, sul palco insieme al figlio Matteo con un’esibizione che ha un pò sorpreso  il pubblico.

– Ora la domanda è d’obbligo: la magistratura – semmai anche quest’anno saranno confezionate denunce – potrà controllare il meccanismo di selezione dei cantanti per Sanremo”. Proprio a ridosso della prima serata del Festival della canzone italiana, continuano le polemiche che vedono protagonista Claudio Baglioni.  Pioggia di accuse  al direttore artistico della kermesse e al modo in cui sono stati reclutati i cantanti in gara.

 “Sanremo? Manifestazione truccatissima” – Il cantautore genovese Francesco Baccini,  ha duramente attaccato la kermesse canora definendola “truccatissima”.

Altro motivo di contestazione . Sembra manifestato un  conflitto di interesse di Claudio Baglioni, per la valutazione su  molti artisti dei 24 big selezionati per Sanremo che sono inseriti nella  sua  agenzia. Il direttore artistico sarebbe infatti legato all’agenzia di Ferdinando Salzano, che rappresenta gli interessi di molti artisti celebri, tra cui Baglioni.

 

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Nella foto(Archivio Sud Libertà) Francesco Baccini

 Non si placa la polemica per l’esclusione della canzone di Pierdavide Carone e i Dear Jack sulla pedofilia – Sulla polemica per la bocciatura del brano “Caramelle”, Pierdavide Carone ha dichiarato in un’intervista al programma di Massimo Giletti su La 7 Non è l’Arena: “Sono molto deluso, in primis da Claudio Baglioni. Con il direttore artistico di Sanremo c’era un rapporto di stima, abbiamo anche duettato insieme. È un cantautore e mi sarei aspettato più empatia visto il tema del brano. È più facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di un gigante della musica. Se avessi portato ‘Caramelle’ con una star della musica, l’avrebbero presa. So che era piaciuta, dunque il problema era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista”.

Anche il Ministro Fontana: “Dispiace per l’esclusione da Sanremo 2019 di Caramelle” – Il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana si è schierato al fianco di Pier Davide Carone e i Dear Jack, esclusi con il loro brano “Caramelle” dal Festival di Sanremo 2019.

Sanremo 2019, polemica sulle pubblicità ‘del governo’ inserite nella programmazione del Festival.

. Dal Pd: Presenteremo esposto all’Agcom. Torna a far discutere il Festival di Sanremo ma questa volta non per la satira di Pio e Amedeo. Questa volta nel mirino delle critiche le presunte pressioni del governo che avrebbe spinto la RAI a inserire le pubblicità del Reddito di Cittadinanza e di Quota 100 negli spazi più caldi del palinsesto.  Pressioni per modificare il palinsesto Rai inserendo pubblicità su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza

I palinsesti della RAI sarebbero stati modificati appositamente per inserire gli spot pubblicitari dedicati a Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Fonti della rete di stato avrebbero confermato pressioni dai vertici per l’inserimento nella programmazione pubblicitaria degli spot sui provvedimenti bandiera del governo a guida Lega-Movimento Cinque Stelle.  Immediate le reazioni:

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Nella foto (Archivio Sud Libertà) L’On. Michele Anzaldi

Michele Anzaldi (PD): “l danno economico è evidente e gli spot veicolano un messaggio falso Il caso si è spostato ovviamente sul piano politico, con le opposizioni che protestano sia per la presunta modifica al palinsesto. Polemiche anche sul messaggio ingannevole veicolato dalle pubblicità in questione. Il Partito democratico ha fatto sapere di essere intenzionato a procedere con un esposto all’Agcom per fare luce sulla vicenda. Stando alle accuse, si tratterebbe del primo caso in cui pubblicità governative sarebbero state inserite all’interno della programmazione pianificata per il Festival di Sanremo. Dure le parole di Michele Anzaldi (Partito democratico): “Il danno economico è evidente anche ammesso che abbiano sostituito una pubblicità gratuita con questa del governo, si poteva liberare lo slot per altri acquirenti. E per di più veicolano un messaggio falso: nella comunicazione sulle pensioni si dice che si potrà accedere con 62 anni di anzianità e 38 di contributi senza pagare nulla, il che al momento è falso e mancano comunque i decreti attuativi“.

Penultimo appuntamento questa sera … Sarà  la serata dei duetti, in cui tutti e 24 i cantanti in gara canteranno la loro canzone con un collega o amico. Super ospite della serata Luciano Liguabue che, dopo 5 anni, torna sul palco dell’Ariston con un omaggio a Francesco Guccini.

L’indecenza continua in RAI dove nessuno “vuole controllare”: compensi elevati a Grillo, Benigni, Celentano

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di R. Lanza

L’indecenza continua. Dobbiamo sopportarci la pubblicità insulsa del milionario ex calciatore Totti e adesso di peggio perchè la vergogna è tipica istituzionale perenne della Rai Tv. Trentamila euro la Rai- apprendiamo – ha speso  per ricomprare circa 20 minuti di show di Beppe Grillo,comico e “garante” del M5S,  settantamila euro per ‘C’è Celentano’ e circa centosessantamila per ‘C’è Benigni’.   Cifre- scandalo – pagate da Rai2 per realizzare gli show celebrativi di tre personaggi. La differenza nelle cifre ha pure delle “ragioni” anche se il termine suona paradossale nella circostanza:  del comico Grillo la Rai deteneva quasi tutti i diritti tranne quelli dal 2007 in poi; di Celentano solo una parte ma il Clan avrebbe dato del materiale inedito a titolo gratuito; di Benigni Rai2 ha dovuto ricomprare quasi tutto, perché il regista e attore premio Oscar ha comprato i diritti di tutti i suoi show Rai.

Per ‘C’è Benigni’ Rai ha dovuto ricomprare circa 70-80 minuti, di cui una decina di minuti di film, e il costo al minuto del cinema è più caro di quello degli show teatrali o televisivi. Si apprende infine che parte dei 160.000 euro di ‘C’è Benigni’ sono andati a compensazione di un pezzo di proprietà di Benigni montato dentro la puntata “Adrian ” dedicata a Celentano.
A questo punto non riusciamo a capire che vigilanza e controllo faccia il nuovo presidente Rai e il consiglio di amministrazione.    In un momento delicato come questo che attraversa il nostro Paese queste cifre/compensi costituiscono uno scandalo se è vero com’è vero che diverse Regioni d’Italia sono state costrette ad elaborare persino un Piano regionale contro la povertà esistente.        E ci sorprende come Grillo, paladino del M5S, non abbia rinunziato al compenso per i diritti Show.   Sarebbe bastata una telefonata alla Rai – e un comunicato -o al “suo” presidente che tanto piace ai pentastellati per chiarire la sua posizione etico-morale.