Al Quirinale la cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo diplomatico

 

Si è svolta, al Palazzo del Quirinale, la tradizionale cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno tra il Corpo Diplomatico e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Dopo l’indirizzo di saluto augurale del Cardinale Emil Paul Tscherrig, Decano del Corpo Diplomatico – Nunzio Apostolico, il Presidente Mattarella ha rivolto un discorso ai Capi delle Missioni Diplomatiche accreditati presso la Repubblica Italiana.
Alla cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, hanno partecipato il Ministro Antonio Tajani, il Vice Ministro e i Sottosegretari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il Presidente Sergio Mattarella con Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giorgio Silli, e Maria Tripodi, Sottosegretari di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico

Il Presidente Sergio Mattarella con Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli,

Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giorgio Silli, e Maria Tripodi, Sottosegretari di Stato al Ministero

degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico

Il Presidente Sergio Mattarella saluta S.Em. Rev.ma Card. Emil Paul Tscherrig, Decano del Corpo Diplomatico - Nunzio Apostolico, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico

Il Presidente Mattarella incontra il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, S.A. Eminentissima Fra’ John Timothy Dunlap

 

 

l Presidente Sergio Mattarella con il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, S.A. Eminentissima Fra’ John Timothy Dunlap, in visita ufficiale

Il Presidente Sergio Mattarella con il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, S.A. Eminentissima Fra’ John Timothy Dunlap, in visita ufficiale

 

Il Presidente Sergio Mattarella con il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, S.A. Eminentissima Fra’ John Timothy Dunlap, in visita ufficiale

Il Presidente Sergio Mattarella con il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, S.A. Eminentissima Fra’ John Timothy Dunlap, in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale, in visita ufficiale, il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, Fra’ John T. Dunlap, intrattenendolo successivamente a colazione.

Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli

 

 

 

Cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca” al Quirinale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati,Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica,Orazio Schillaci, Ministro della salute – Rappresentante di governo,Daria de Pretis, Vice Presidente della Corte costituzionale,
Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati,Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica,Orazio Schillaci, Ministro della salute – Rappresentante di governo,Daria de Pretis, Vice Presidente della Corte costituzionale, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

Il Prof.Andrea Sironi, Presidente della Fondazione AIRC,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Il Prof.Andrea Sironi, Presidente della Fondazione AIRC,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

Il Prof. Federico Caligaris-Cappio, Direttore scientifico della Fondazione AIRC,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

 

Prof. Luca Boldrini, ricercatore al Policlinico Gemelli di Roma, titolare del progetto Next Gen Clinician Scientist AIRC,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Prof. Luca Boldrini, ricercatore al Policlinico Gemelli di Roma, titolare del progetto Next Gen Clinician Scientist AIRC,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca

 

Orazio Schillaci, Ministro della Salute,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Orazio Schillaci, Ministro della Salute,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” a Federfarma,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” al Prof. Antonio Pescapè, Professore ordinario di sistemi di elaborazione dell’informazione e delegato del Rettore all’Innovazione e alla terza missione dell’Università Federico II di Napoli,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” al Prof. Antonio Pescapè, Professore ordinario di sistemi di elaborazione dell’informazione e delegato del Rettore all’Innovazione e alla terza missione dell’Università Federico II di Napoli,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio scientifico biennale AIRC “Beppe della Porta” al Prof. Andrea Necchi, Ospedale San Raffaele di Milano,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio scientifico biennale AIRC “Beppe della Porta” al Prof. Andrea Necchi, Ospedale San Raffaele di Milano,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”

 

 

Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Sono intervenuti Andrea Sironi, Presidente della Fondazione AIRC, Federico Caligaris Cappio, Direttore scientifico della Fondazione, Luca Boldrini, oncologo e ricercatore al Policlinico Gemelli di Roma, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Orazio Schillaci, Ministro della Salute, in rappresentanza del Governo.

Il Capo dello Stato ha consegnato il Premio AIRC “Credere nella Ricerca” a Federfarma, per l’impegno profuso in  attività di sensibilizzazione e in iniziative per il sostegno alla  ricerca sul cancro;  al prof. Antonio Pescapé dell’Università Federico II di Napoli, per aver contribuito a diffondere la conoscenza della missione di Fondazione AIRC tra le nuove generazioni; a Mara Venier  per il suo impegno continuativo  a fianco di AIRC nel sostenere, attraverso le trasmissioni televisive,  la ricerca sul cancro.

Il Premio scientifico biennale AIRC “Beppe della Porta” è stato consegnato al Prof Andrea Necchi dell’Ospedale San Raffaele di Milano per gli studi pioneristici sull’utilizzo dell’immunoterapia neoadiuvante nel carcinoma della vescica.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente della Repubblica.

Erano presenti Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica, Daria de Pretis, Vice Presidente della Corte Costituzionale, rappresentanti del mondo politico, della ricerca, dell’università e della comunicazione.

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione dell’anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente Sergio Mattarella rende omaggio ai caduti di Piazza della Loggia

Foto d’archivio del Quirinale

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della strage di Piazza della Loggia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 

«Otto persone uccise. Oltre cento ferite. La città di Brescia sconvolta. La Repubblica ferita. Tanto sangue innocente fu versato la mattina del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia dagli strateghi del terrore e dai loro spietati esecutori per destabilizzare la democrazia, attaccare lo Stato.

I piani eversivi del terrorismo neofascista vennero contrastati e sventati. In fedeltà ai principi costituzionali.

Protagonisti furono il popolo italiano, le forze politiche e sindacali, le espressioni culturali e sociali, che seppero reagire a mezzo della partecipazione democratica. Le sentenze sono riuscite a ricostruire circostanze e responsabilità dell’attentato di Brescia, evidenziandone la matrice e i suoi legami con l’eversione di destra.

Nel giorno dell’anniversario i sentimenti di vicinanza e solidarietà si rivolgono in primo luogo ai familiari e ai discendenti di coloro che persero la vita, ai loro amici e compagni di lavoro. Alla comunità bresciana.

Il Paese ha un debito di riconoscenza verso la Città di Brescia, colpita per manifestare la sua opposizione irriducibile all’eversione. La comunità nazionale è consapevole di quanto stretta sia la connessione tra democrazia e giustizia e per questo sente di esprimere gratitudine verso chi ha riversato nell’impegno civile – come l’Associazione dei familiari delle vittime – l’immenso dolore personale patito.

La memoria è la radice del futuro. Per questo il ricordo di oggi è un messaggio rivolto in special modo alle generazioni più giovani, a cui è trasmesso il testimone della convivenza, della solidarietà, del bene comune da riconoscere e preservare con cura, al di là di ogni legittima differenza di opinioni e interessi».

 

 

 

 Roma, 28/05/2023 (II mandato)

ll Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente dell’Ucraina, Zelensky

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Era presente all’incontro il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.

 

Il Presidente Sergio Mattarella accoglie al Quirinale il Presidente dell'Ucraina Volodymyr ZelenzkyIl Presidente Sergio Mattarella con il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenzky

 

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente dell'Ucraina Volodymyr ZelenzkyIl Presidente Sergio Mattarella con il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenzky

Foto  Quirinale – Ufficio Stampa

Messaggio a Papa Francesco nel X anniversario del Pontificato

 

Il Presidente Sergio Mattarella con S.S. Papa Francesco, in occasione delle esequi di Benedetto XVI

Foto d’archivio

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Sua Santità Papa Francesco, il seguente messaggio:

«La lieta ricorrenza del decennale del Pontificato mi offre la graditissima opportunità di formulare, a nome della Repubblica Italiana e mio personale, sentiti voti augurali uniti a sentimenti di riconoscenza per la fondamentale opera della Santità Vostra al servizio della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo.

La Sua azione pastorale ha ribadito la centralità della persona – con i suoi inalienabili diritti e i suoi altrettanto ineludibili doveri e responsabilità –  per la salvaguardia del pianeta, casa comune dell’umanità tutta. Le encicliche “Laudato si’” e “Fratelli tutti” rappresentano pietre miliari di un cammino che nel “Documento sulla fratellanza umana” trova nuove, concrete e promettenti prospettive di comprensione reciproca e feconda collaborazione.

La Comunità Internazionale guarda con vivo interesse al Suo operato e alle Sue parole, che tracciano la strada maestra per assicurare all’umanità un orizzonte di pace e di autentico sviluppo. Il Suo magistero, teso all’eliminazione delle disuguaglianze e al sostegno alle frange più vulnerabili delle nostre società, ha segnato profondamente questo decennio e sono certo che continuerà a rappresentare un punto di riferimento per i governi, per le organizzazioni internazionali e per moltitudini di credenti e non credenti.

La Sua costante sollecitudine nei confronti dell’Italia e di quanti vivono nel nostro Paese è altamente apprezzata dalla nostra comunità nazionale, che guarda con speranza al Primate d’Italia e ai Suoi numerosi viaggi in grandi città e in realtà più piccole ma non per questo meno importanti. Di questo impegno Le sono personalmente molto grato.

Con tali sentimenti mi unisco a tutti gli italiani che in questo fausto giorno desiderano unirsi alla Santità Vostra per augurarLe ancora molti anni di fecondo magistero».

 

 

 Roma, 19/03/2023 (II mandato)

Il Presidente Mattarella rilascia una dichiarazione sulla morte di Franco Frattini

Il Presidente Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno

Archivi -Sud Libertà

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

La morte del Presidente Franco Frattini mi addolora profondamente.

La sua scomparsa priva la Repubblica di un protagonista di alto profilo che in questi anni ha recato un importante contributo alla vita delle nostre istituzioni. In Parlamento, alla guida di importanti ministeri, come Componente della Commissione della Unione Europea, nella autorevole presidenza del Consiglio di Stato e nell’impegno politico, culturale, amministrativo, la sua presenza è sempre stata da tutti apprezzata in grande misura.

Esprimo ai familiari il più partecipe cordoglio della Repubblica e mio personale, ricordandone le tante occasioni di incontro e di collaborazione.”

 

 Roma, 25/12/2022 (II mandato)

Festa della Repubblica- Intervento del Presidente della Repubblica On Sergio Mattarella

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione del concerto eseguito dall’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, diretta dal Maestro Myung-Whun Chung

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica

la Festa della Repubblica

 Palazzo del Quirinale, 01/06/2022 (II mandato)

Ringrazio il Maestro Chung e l’Orchestra del Teatro La Fenice che tra poco ci offriranno una splendida espressione d’arte.

Domani, 2 giugno, celebreremo la Festa della nostra Repubblica, nata, per volontà del popolo italiano, settantasei anni or sono.

Rivolgo un saluto a quanti seguiranno questo momento di incontro attraverso la radio, la tv, la rete del web.

È per me un piacere – unitamente ai rappresentanti delle istituzioni qui convenuti – esprimere, in questa occasione, alla comunità degli ambasciatori accreditati a Roma i sentimenti di amicizia che da sempre caratterizzano i rapporti internazionali della Repubblica Italiana. Li ringrazio per l’attenzione e per la cooperazione che manifestano e invito a trasmettere questi sentimenti ai rispettivi governi.

Ho adoperato – non a caso e con un senso di auspicio – il termine ‘comunità’ per definire l’insieme dei diplomatici presenti in Italia.

Con la Costituzione l’Italia ha imboccato con determinazione la strada del multilateralismo, scegliendo di non avere Paesi nemici e lavorando intensamente per il consolidamento di una collettività internazionale consapevole dell’interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani.

Ci ha spinto e ci spinge il solenne impegno al ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

Oggi, l’amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata: l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica.

Trovarsi, nel continente europeo, nuovamente immersi in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzioni, richiama immediatamente alla responsabilità; e la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell’Ucraina.

Non è un conflitto con effetti soltanto nel territorio che ne è teatro. Le conseguenze della guerra riguardano tutti. A cerchi concentrici le sofferenze si vanno allargando, colpendo altri popoli e nazioni.

Accanto alle vittime e alle devastazioni provocate sul terreno dello scontro, la rottura determinata nelle relazioni internazionali si riverbera sempre più sulla sicurezza alimentare per molti Paesi; sull’ambito della gestione delle normali relazioni, incluse quelle economiche e commerciali. Reca grave danno al perseguimento degli obiettivi legati all’emergenza climatica.

Un conflitto come quello in corso ha, inevitabilmente, effetti globali; intercetta e fa retrocedere il progresso della condizione dell’umanità. Ci interpella tutti.

La comunità internazionale vede pesantemente messi in discussione risultati faticosamente raggiunti negli ultimi decenni.

Sembra l’avverarsi di scenari che vedono l’umanità protagonista della propria rovina.

Con lucidità e con coraggio occorre porre fine all’insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace.

L’incancrenirsi delle contrapposizioni conduce soltanto ad accrescere i serbatoi dell’odio, a negare le ragioni della libertà, della democrazia, della giustizia internazionale dei popoli, valori incompatibili con chi promuove conflitti.

Esistono per il genere umano, con la più grande evidenza, beni condivisi e gravi pericoli comuni che obbligano a superare ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione.

Occorre ripristinare una rinnovata legalità internazionale.

Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’iniziativa dal titolo “La memoria di tutti. L’Italia, Palermo trent’anni dopo”, promossa dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone

 

Palermo – Il Presidente Sergio Mattarella con Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, in occasione dell’intervento all’iniziativa dal titolo “La memoria di tutti, Palermo 30 anni dopo”, oggi 23 maggio 2022.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

 Palermo, 23/05/2022 (II mandato)

Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura.

Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell’agguato senza precedenti, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Del tutto al contrario di quanto avevano immaginato gli autori del vile attentato, allo smarrimento iniziale seguì l’immediata reazione delle Istituzioni democratiche.

Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia; a quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti dello Stato di diritto.

Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che rifiutò di subire quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione del rinnovamento.

Poc’anzi notavamo con il Presidente della Camera, che neanche questo la mafia aveva previsto. Come non aveva preventivato il movimento culturale che, a partire da quei giorni, ha animato il Paese, trasformando questa dolorosa ricorrenza in un’occasione di crescita continua per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva.

Per questo vorrei ringraziare, in particolare, Maria Falcone, che – con la Fondazione che presiede – si adopera affinché la memoria di Giovanni Falcone e del suo sacrificio non sollecitino soltanto un ricordo ma contribuiscano ad alimentare l’impegno per l’affermazione dello Stato di diritto anzitutto nella società civile.

Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero colpiti perché, con professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l’organizzazione.

La mafia li temeva per questo: perché capaci di dimostrare che non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto.

Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino vuol dire rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni.

Giovanni Falcone diceva che «l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza».

Agiva non in spregio del pericolo – come poc’anzi ha detto Maria Falcone – o alla ricerca di ostentate forme di eroismo bensì nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile.

La fermezza del suo operato nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge, a qualunque costo, anche a quello della vita. Con la consapevolezza che in gioco fosse la dignità dei compiti rivestiti, delle funzioni attribuite e la propria personale dignità.

Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all’arroganza della mafia. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all’indifferenza ma si fece guidare senza timore dalla “visione” che la sua Sicilia e l’intero nostro Paese si sarebbero liberati dalla proterva presenza della mafia.

Questa “visione” gli conferiva la determinazione per perseguire con decisione le forme subdole e spietate attraverso le quali si manifesta l’illegalità mafiosa.

Falcone era un grande magistrato e un uomo con un forte senso delle istituzioni. Non ebbe mai la tentazione di distinguere le due identità perché aveva ben chiaro che la funzione del magistrato rappresenta una delle maggiori espressioni della nostra democrazia e, in qualunque ruolo, ha sempre inteso contribuire, con competenza e serietà, all’affermazione dello Stato di diritto.

La portata della sua eredità è resa evidente anche dalle modalità della celebrazione di oggi, attraverso la quale viene rinnovato l’impegno contro la mafia.

Poco meno di tre settimane fa, qui a Palermo, presso l’aula-bunker, ha avuto luogo la sessione conclusiva della Conferenza dei Procuratori europei, dedicata alla commemorazione di Falcone. È stato un omaggio di alto significato perché fu il primo ad intuire e a credere nel coordinamento investigativo sia nazionale sia internazionale, quale strumento per far emergere i traffici illeciti che sostenevano economicamente le mafie.

Insieme a Paolo Borsellino avviarono un metodo nuovo d’indagine, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli; questo consentì di raggiungere risultati giudiziari inediti, ancorati ad attività istruttorie che poggiavano su una piena solidità probatoria.

Le visioni d’avanguardia, lucidamente “profetiche”, di Falcone non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle.

Anche l’ordinamento giudiziario è stato modificato per attribuire un maggior rilievo alle obiettive qualità professionali del magistrato rispetto al criterio della mera anzianità, non idoneo a rispondere alle esigenze dell’Ordine giudiziario.

Le esperienze innovative di quegli anni si sono tradotte, all’indomani dei drammatici attentati, in leggi che hanno fatto assumere alla lotta contro la mafia un livello di incisività ed efficacia mai raggiunto fino ad allora.

Con la determinazione di fare giustizia, facendo prevalere il diritto, ripristinandolo. Per consentire alle persone pienezza di libertà e maggiori opportunità di futuro contro la presenza delle mafie che ne ostacola e talvolta ne impedisce l’effettiva libertà.

Da queste drammatiche esperienze si dovrebbe trarre un importante insegnamento per il futuro: evitare di adottare le misure necessarie soltanto quando si presentano condizioni di emergenza.

È compito delle Istituzioni – di tutte le Istituzioni – prevedere e agire per tempo, senza dover attendere il verificarsi di eventi drammatici per essere costretti a intervenire.

È questa consapevolezza che dovrebbe guidare costantemente l’azione delle Istituzioni per rendere onore alla memoria dei servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la tutela dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica.

Con la stessa consapevolezza stiamo affrontando una stagione difficile, dolorosa, segnata prima dalla pandemia e poi dalla guerra nel cuore d’Europa, che sta riproponendo quegli stessi orrori di cui l’Italia conserva ancora il ricordo e che mai avremmo immaginato che si ripresentassero nel nostro Continente.

Ancora una volta sono in gioco valori fondanti della nostra convivenza.

La violenza della prevaricazione pretende, nella nostra Europa, di sostituirsi alla forza del diritto.

Con tragiche sofferenze per le popolazioni coinvolte e per quelle che, da remoto, patiranno le conseguenze del conflitto. Con grave pregiudizio per il sistema delle relazioni internazionali e per le prospettive di sviluppo delle condizioni dell’umanità.

Il ripristino degli ordinamenti internazionali, anche in questo caso, è fare giustizia. Porre cioè la vita e la dignità delle persone al centro dell’azione della comunità internazionale.

Raccogliere il testimone della “visione” di Giovanni Falcone significa affrontare con la stessa lucidità le prove dell’oggi, perché a prevalere sia – ovunque, in ogni dimensione – la causa della giustizia; al servizio della libertà e della democrazia.

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo

 

discorso scrivania

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«La Giornata mondiale della libertà dell’informazione indetta da Onu e Unesco si apre quest’anno con un bilancio purtroppo drammatico. Sono 24 i cronisti uccisi nel 2021 e quasi 500 gli imprigionati.

Un dato destinato a salire con la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, attualmente in corso.

Su di essi intensa deve essere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.

Si tratta di un prezzo altissimo pagato da chi è chiamato a onorare con coerenza la professione: essere testimoni di verità, attraverso le parole, le immagini

Testimoni che hanno talvolta pagato con la loro vita l’esposizione dei fatti, spesso scomodi per i poteri costituiti, dando voce al pluralismo vitale della società, senza il quale saremmo tutti più poveri e meno liberi.

Testimoni di libertà che hanno voluto rendere effettiva quella di espressione, coscienti di come una cittadinanza consapevole, attiva, capace di confrontarsi e approfondire, passa attraverso il loro servizio.

La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese.

Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina.

È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti».

 

 

 Roma, 03/05/2022 (II mandato)