Le Regioni, domani in videoconferenza, studieranno le nuove misure per arginare la pandemia

Fase 2, DPI, App, personale di protezione civile - Due videoconferenze tre  le Regioni e il Ministro Boccia e Speranza | AostaNews24

Domani le Regioni valuteranno le proposte da rimettere al premier intento a sintetizzare le nuove misure del prossimo Dpcm per arginare sempre più il fenomeno della pandemia..   La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome viene  convocata dal vice presidente Giovanni Toti in seduta straordinaria per domani alle 17 solo in videoconferenza.

.L’impianto del provvedimento si va delineando sulla base di una linea comune come per le misure adottate nelle ultime settimane nel contrasto all’emergenza Covid in Italia. Qualche giorno prima di Natale dovrebbe entrare in vigore il divieto di spostamento tra le Regioni. Una misura che non dovrebbe riguardare chi ha la residenza in un’altra regione o chi dovrebbe fare rientro nel proprio domicilio.

Nella zona arancione, secondo le regole già in vigore, non è consentito lasciare il proprio Comune. Più libertà di movimenti per chi vuole raggiungere la propria seconda casa all’interno della zona gialla prima del blocco. Per chi andrà all’estero, in particolare per sciare nei Paesi che mantengono gli impianti aperti, si profila la quarantena al rientro. I ristoranti dovrebbero restare chiusi il 25 e il 26 dicembre, mentre i negozi resterebbero aperti fino alle 21 per evitare assembramenti.

Nuova Ordinanza per la Regione Sicilia classificata “zona gialla”

 

Coronavirus, la nuova ordinanza del Presidente della Regione Musumeci - Malgrado Tutto Web

 

 

Nuova ordinanza del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, già firmata, per limitare il contagio del Coronavirus nell’Isola. Il provvedimento, in vigore da domani (domenica 29 novembre) a giovedì 3 dicembre, modifica alcune delle attuali restrizioni, secondo la nuova  classificazione decisa adesso quale  «area gialla» per la Sicilia.

Resta a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, il limite del 50 per cento di riempimento rispetto alla capienza, oltre alla chiusura dei centri commerciali nelle giornate domenicali. Eccezione solo per farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole.Confermati la didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori, la chiusura di teatri, cinema, musei, parchi, palestre e piscine e il divieto di circolazione dalle 22 alle 5.

Domani cambiano un pò le cose visto che potranno riaprire (dalle 5 alle 18), invece, i bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e pizzerie. Consentita, fino alle 22 la vendita di cibo solo per asporto, mentre nessun limite per il domicilio. Sarà possibile muoversi all’interno del proprio Comune, e fuori, dalle 5 alle 22. Negli altri orari spostamenti possibili solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o di salute.

 

 

 

 

 

CANCRO DELLA CORRUZIONE: “OPERAZIONE BUCHE D’ORO” DELLA G.DI FINANZA

IN MANETTE DIPENDENTI ANAS ADDETTI ALLA MANUTENZIONE DELLE BUCHE STRADALI

CATANIA

Sistema regionale siciliano “malato a tutti i livelli” .Mazzette’ sugli appalti per la manutenzione stradale per decine di migliaia di euro. In manette tre dipendenti dell’Anas di Catania        Due hanno la qualifica di  capo manutenzione, finiti in carcere, un’altro è  un ingegnere, ora ai domiciliari.

 

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Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Finanza Pubblica) e coordinate dalla Procura, hanno messo in luce la circostanza secondo la quale  gli appalti per riparare le buche (da qui il nome dell’operazione ‘buche d’oro’) venivano affidati in cambio di denaro a “imprenditori compiacenti” che eseguivano “le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici” facendo scendere così i costi anche fino al 20% del valore ufficiale dell’appalto, che poi veniva diviso con i funzionari dell’Anas corrotti ..

I funzionari dell’Anas  avrebbero dovuto invece vigilare sulla regolarità e correttezza dei lavori. Altre sorprese. Nel corso delle perquisizioni i finanzieri hanno sequestrato contanti per circa 25mila euro, “denaro direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici” avverte la Guardia di Finanza

Un caso di corruzione è stato possibile registrarlo in diretta dal Nucleo della Guardia di Finanza. Proprio negli uffici dell’Anas di Catania,  è stato così ripreso  un imprenditore nisseno che consegnava una busta contenente 10mila euro, che poi i 3 arrestati si sono subito divisi fra loro. In una conversazione intercettata poco prima degli arresti, l’imprenditore, dialogando con uno degli arrestati, si lamentava per la difficoltà nel poter reperire denaro contante a causa dei controlli anti-riciclaggio sui prelievi ingiustificati e chiedeva dove depositare la “mazzetta”.
A quel punto, l’imprenditore si alza e mette una busta con dentro 10mila euro in contanti in un armadietto dell’ufficio.

Quando sono intervenuti, i finanzieri hanno trovato i soldi già divisi fra due dei dipendenti arrestati. Il terzo responsabile Anas invece nel frattempo si era già allontanato e, dopo aver saputo dell’operazione delle Fiamme Gialle, ha lanciato 3mila euro dal finestrino dell’auto. Nella sua abitazione i finanzieri hanno trovato oltre 18mila euro frutto di altre tangenti intascate prima.. Il tarlo della corruzione era già presente in altre occasioni

                   L’ANAS ADOTTERA’ PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEI CORROTTI

Catania, mazzette per controlli più softUno confessa, arrestati tre funzionari Anas

Dal canto suo l‘ Anas , appena appresa la notizia, ha subito avviato le procedure amministrative per l’accertamento delle responsabilità dei soggetti coinvolti e l’adozione dei necessari provvedimenti.

I fatti accaduti – ha dichiarato l’AD di Anas Massimo Simonini – sono gravissimi e inaccettabili. Anas è un’azienda sana, fortemente impegnata nel contrasto dell’illegalità ed in particolare della corruzione.

Anas, oltre a condannare in maniera netta l’episodio garantendo che i responsabili saranno perseguiti con assoluto rigore, rafforzerà ulteriormente le misure interne di controllo per evitare il ripetersi di questi episodi di corruzione.

Questi comportamenti, oltre a lasciare sconcertati, fanno soltanto male all’immagine di una società dove migliaia di persone lavorano ogni giorno con professionalità, sacrificio, spirito di servizio e onestà per fornire al Paese il servizio essenziale della mobilità sulla rete stradale e autostradale. Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, con le quali collaboreremo attivamente per fornire ogni utile contributo all’accertamento delle responsabilità”.

Mafia ad Adrano, sequestrati beni ai boss. Il supercapo, Alfio Santangelo, dava ordini dietro le sbarre

 

Alcune ville, 5 beni mobili registrati, un’impresa individuale e due società per un valore complessivo di 1,3 mln di euro. 

Mafia ad Adrano, sequestrati beniriconducibili ai Santangelo-Taccuni

CATANIA –

Beni per 1,3 milioni di euro ritenuti riconducibili a sei appartenenti alla cosca Santangelo-Taccuni di Adrano, affiliata alla “famiglia” Santapaola-Ercolano di Cosa nostra, sono stati posti sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria.. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania su richiesta congiunta del procuratore Carmelo Zuccaro e del questore Mario Della Cioppa. Spaccio di droga ed estorsioni i settori in cui erano già da tempo specialisti gli appartenenti al Clan.

 Alfio Santangelo, di 66 anni, detenuto, indicato come il capo dell’omonimo clan mafioso, è il principale destinatario dei provvedimenti giudiziari. Dava ordini anche dietro le sbarre secondo gli inquirenti    Interessato anche il genero Antonino Quaceci, di 49 anni, detenuto e i figli di quest’ultimo, Alfio Quaceci, di 25 anni, e Salvatore Quaceci, di 27, detenuto. Il sequestro riguarda anche beni riconducibili a Gianni Santangelo, di 36 anni, e Ignazio Vinciguerra, di 54 anni, detenuto. Nei loro confronti è stata richiesta anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Nel gennaio del 2018, cinque dei sei soggetti interessati al sequestro erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione Adranos della squadra mobile di Catania e del commissariato della polizia di Adrano.

IL BLITZ Mafia e droga, la Procura di Palermo mette in ginocchio le cosche di Agrigento

 

Arrestati capo ultras della Juventus, il nuovo reggente e altri 32

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AGGIORNAMENTO A  SEGUITO DELLA SENTENZA DI ASSOLUZIONE DI SALVATORE GANGI- VEDASI NOTA DELL’AVV.GIUSEPPINA GANGI  E NOTA DEL DIRETTORE DI SUD LIBERTA’ RAFFAELE LANZA PUBBLICATA IN DATA 8 MAGGIO 2021    –  L’EX IMPUTATO  GANGI RISULTA PERTANTO ESTRANEO ALLE ACCUSE CONTESTATE-     TALE NOTA SI PUBBLICA PERCHE’ NEL “BILANCIAMENTO DEGLI INTERESSI DELLE PARTI, E’ PREVALENTE -AI FINI DELLA CONSERVAZIONE NELL’ARCHIVIO DI SUD LIBERTA’-  IL DIRITTO DI CRONACA”
Nel riquadro Andrea Puntorno, noto capo ultras della Juve

Disco rosso alla Mafia di  Palermo e in Calabria. Il personale della Dia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Dda di Palermo, nei confronti di 32 persone tra Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma.

I reati contestati dai magistrati in questa Operazione denominata Kerkent sono di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

Ecco le persone destinatarie del provvedimento del Giudice: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento;  Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di  Palermo inteso “Franco”; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo,  inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni,   inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento;  Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento  inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e  Francesco Vetrano, 34 anni di  Agrigento, inteso “nivuru.

Si apprende infine – in attesa che siano forniti altri dettagli dagli inquirenti –  che sono due le persone arrestate ad Agrigento dai carabinieri, presunti fiancheggiatori del boss Massimino. Si tratta di Gabriele Miccichè, di 28 anni di Agrigento, ritenuto braccio operativo del capomafia, e di Salvatore Ganci, di 45 anni, commerciante di autovetture. Per loro le accuse sono quelle di sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.

Licenziati cinque dipendenti regionali “assenteisti”: non hanno addotto “giustificazioni” valide per il blitz antiassenteismo della Guardia di Finanza

Risultati immagini per immagine di assenteisti

Cinque licenziamenti già deliberati e 16 sospensioni dal servizio senza stipendio per un periodo di tempo che va da uno a  sei mesi che potrebbero essere deliberate da qui a qualche settimana. Sono i provvedimenti dell’Ufficio e commissione disciplinare dell’assessorato regionale alla Funzione Pubblica.

Si tratta di dipendenti regionali impiegati all’Assessorato alla Salute accusati di assenteismo perchè colti con le mani nel sacco, cioè risultati assenti nel corso del blitz del 27 novembre scorso della Guardia di Finanza  nei locali di Piazza Ottavio Ziino.  Non hanno saputo o potuto dare “giustificazioni valide” ai funzionari dell’Ufficio disciplinare di Palermo ..La Procura segue il percorso penale autonomamente.    E’ dunque scattato il provvedimento formale con la Raccomandata del licenziamento in tronco. Procedura che ha avuto il beneplacito del Presidente della Regione Musumeci e che si è svolta, secondo le nuove norme, nel tempo di appena un mese.  Non risultano pervenute o comunicate proteste dei sindacati regionali ai quali erano iscritti i dipendenti assenteisti nel corso del “blitz” con le telecamere.   Soltanto nel caso in cui la Procura dovesse per magia assolvere o mitigare la posizione dei dipendenti incriminati, la Regione sarà obbligata a rivedere la propria rigida posizione..