Proseguono oggi i negoziati tra le due parti ma il conflitto non si arresta neppure per un attimo..Putin chiede la neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento della Crimea.Ovviamente anche un governo fantoccio al posto di quello di Zelenski. Il capo negoziatore di Kiev, Mykhailo Podolyak, ha parlato di “un processo negoziale molto difficile e crudele” e di “contraddizioni fondamentali”, ma anche di uno “spazio per il compromesso“. Si avverte la delusione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul mancato intervento aereo della Nato, come da lui richiesto per un miglior equilibrio militare. “È chiaro che l’Ucraina non può essere un membro della Nato. Lo capiamo questo. Per anni abbiamo sentito parlare di presunte porte aperte, ma abbiamo sentito dire che non possiamo entrarci. E questo è vero, e dobbiamo ammetterlo – ha detto Zelensky – Sono lieto che la nostra gente stia cominciando a capirlo e a fare affidamento su sé stessa e sui nostri partner che ci aiutano”.
Intanto oltre ai bambini ucraini è strage di giornalisti. Già sarebbero cinque i giornalisti uccisi dai russi. In particolare a Kiev e dintorni, gli operatori dell’informazione siano ormai bersagli scelti dalle forze occupanti per far crescere il terrore e dare spazio alla propaganda russa.Sui social-Facebook in particolare -vi sarebbero profili di natura russa e proPutin- con il compito far emergere le vecchie “colpe” dell’Ucraina . Utenti con nomi italiani che gettano discredito gratuito sugli ucraini e le eroiche donne ucraine. Una chiara disinformazione in malafede di fronte all’evidenza della guerra voluta da Putin,”criminale della nostra epoca”.
«Riteniamo che ormai i giornalisti vengano deliberatamente presi di mira allo scopo di creare terrore e di impedire che emerga la verità. Non si tratta di errori», afferma il segretario della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj), Ricardo Gutierrez.
Gli ultimi a perdere la vita sono stati il cameraman irlandese della Fox News Pierre Zakrzewski, veterano dei conflitti, dall’Iraq all’Afghanistan, e la sua giornalista ucraina Alexandra, 24 anni, colpiti mentre erano in auto vicino al villaggio di Gorenki, nei pressi della capitale, sulla strada per Irpin. Si apprende che insieme a loro -notizia Ansa – e Giornalisti -c’era anche il corrispondente dell’emittente Benjamin Hall, rimasto ferito in modo grave e sottoposto a diverse operazioni che hanno portato all’amputazione di parte di una gamba.
Notizie già note ai cronisti ma tutti restano in prima linea , con coraggio, ad avere informazioni dirette. Nell’area attorno alla capitale hanno perduto la vita anche il cameraman Yevhen Sakun, vittima dell’attacco missilistico alla torre della tv a inizio mese, e, più recente, il giornalista e videoreporter americano Brent Renaud, già collaboratore del New York Times, colpito durante i combattimenti a Irpin, probabilmente da soldati russi. Ha perso la vita durante i combattimenti vicino a Mykolayiv, invece, l‘altro reporter ucraino Viktor Dudar.
Si apprende pure che sono almeno 35 i giornalisti feriti, secondo la responsabile per i diritti umani del parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, mentre su Oleh Baturin a Kherson, città in mano alle forze russe, sospettate del suo sequestro, non si sa più nulla. A tenere il conto degli attacchi è anche Reporter Sans Frontieres, che ha aperto a Leopoli il Centro per la libertà di stampa e ha avviato la distribuzione di elmetti e giubbotti antiproiettile.
L’associazione, di fronte alla difficoltà in diversi casi di reperire gli equipaggiamenti necessari, ha chiesto ai colleghi di fare la massima attenzione e alle testate di garantire la loro sicurezza. In Italia la Camera ha approvato all’unanimità un emendamento al dl Ucraina che consente ai cronisti ed ai foto cine operatori che documentano la guerra di acquistare giubbotti ed elmetti, in deroga ai divieti in vigore.
La Federazione internazionale e quella europea dei giornalisti sono in costante contatto con la National Union of Journalists e l’Independent Media Workers Union, che rappresentano 10 mila giornalisti in Ucraina e da due settimane hanno deciso di spostare la loro sede da Kiev a Leopoli e da lì forniscono assistenza ai colleghi. «La situazione per i giornalisti in Ucraina si fa ogni giorno più drammatica, siamo molto preoccupati – sottolinea Gutierrez –. Sono crimini di guerra quelli perpetrati nei confronti dei reporter e di tutti i civili. Per questo chiediamo l’istituzione di un Tribunale speciale per i crimini commessi in Ucraina».
«Siamo costantemente in contatto con la National Union of Journalists e l’Independent Media Workers Union, che rappresentano 10 mila giornalisti in Ucraina – sottolinea Gutierrez –. Due settimane fa hanno deciso di spostare la loro sede da Kiev a Leopoli e da lì forniscono assistenza ai colleghi. Registriamo attacchi a giornalisti praticamente dall’inizio della guerra».
«Non è la prima volta che vediamo giornalisti presi deliberatamente di mira durante il loro lavoro -–spiega ancora il segretario della Efj –. Già nel 2014, nella guerra in Donbass, era successo. Vengono colpiti per seminare terrore, intimidire la popolazione e creare disinformazione».
«I giornalisti uccisi o feriti in Ucraina sono spesso colleghi di grande esperienza, come ad esempio Brent Renaud (il giornalista e videoreporter americano ucciso a Kiev, ndr). Non sono free lance alle prime armi – prosegue Gutierrez –. Sanno come muoversi e come difendersi e, nonostante ciò, vengono colpiti. Questo dimostra che non si tratta di errori, ma che vengono presi di mira deliberatamente».
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