Naufragio del Bayesian a Palermo: parlano il Procuratore capo Ambrogio Cartosio e il PM Raffaele Cammarano, chiarire le responsabilità

 

Naufragio, il procuratore Cartosio: "Aperto un fascicolo ...

 

 

 

Conferenza stampa

Naufragio del Bayesian a Porticello, Palermo, la Procura di Termini Imerese “ha iscritto un fascicolo, allo stato nei confronti di ignoti, ipotizzando il reato di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo ma siamo solo in una fase iniziale. Non escludiamo che ci siano sviluppi che potrebbero essere di qualunque tipo”. Parole del  Procuratore capo Ambrogio Cartosio, nel corso della conferenza stampa sul naufragio. Cartosio ha parlato di una “tragedia gravissima”.

Ci sentiamo vicini alle famiglie delle vittime e ancora più doloroso sarebbe se questo lutto terribile è stata causato da comportamenti non perfettamente in ordine con responsabilità che ciascuno deve avere nella gestione della navigazione“.

Cinque delle sette vittime del naufragio “si sono rifugiati nelle cabine a sinistra del veliero, alla ricerca di bolle d’aria. I primi 5 corpi sono stati trovati nella prima cabina sul lato sinistro e l’ultimo corpo nella terza cabine sempre sul lato sinistro”, ha spiegato il procuratore.

L’autopsia sui corpi delle vittime sarà eseguita “presto”. E se fino a questo momento si indaga contro ignoti, la situazione potrebbe cambiare presto, spiega Cartosio. “Quando e se iscriveremo delle persone nel registro degli indagati non dipende esclusivamente dal recupero del veliero. Ci sono delle valutazioni che vanno fatte – dice -, ci si deve rendere conto che un procuratore che acquisisce degli elementi che provengono da accertamenti di vario tipo ha la necessità di conoscerli bene e rifletterci sopra”.

“L’equipaggio del veliero Bayesian non è obbligato a restare in Sicilia, non c’è alcun obbligo di legge. Ma i membri dell’equipaggio devono dare la massima disponibilità per essere risentiti”, ha detto ancora. Il capitano del veliero James Catfield sarà risentito dai magistrati, ha continuato Cartosio: “Dovremmo ancora fargli delle domande e ci aspettiamo che prima di lasciare l’Italia attenda l’esito degli accertamenti”.

“Sulla base di una recente riforma normativa il Procuratore è tenuto a iscrivere nel registro degli indagati un reato solo se ci sono degli elementi che lo rendano verosimile nella sua sussistenza. Qui non si tratta semplicemente di individuare i ruoli che i soggetti avevano nelle circostanze in questione, ma di individuare quali potrebbero essere i profili di colpa eventuali, negligenza o imprudenza etc, ma dobbiamo individuare quali profili di responsabilità sono stati violati. Qui le possibilità sono molteplici, ad esempio al solo comandante o a tutto l’equipaggio, o ai costruttori della nave, o ascrivibili a coloro che erano tenuti alla sorveglianza. Stiamo valutando”, le parole del procuratore.

“L’inchiesta è certamente delle autorità italiane. Non conosco le norme inglesi, ma potrebbe esserci un intervento anche delle autorità di quel Paese. Sono in corso interlocuzioni”, ha poi spiegato.

“Il naufragio è stata tragedia gravissima nell’ambito della quale abbiamo avuto la fortuna di avere la collaborazione di alcuni reparti dei vigili del fuoco che hanno avuto un coraggio eccezionale compiendo operazioni per niente facili. Alla struttura va il nostro ringraziamento e il massimo riconoscimento per il valore dimostrato. Così come alla Guardia Costiera e alle altre forze dell’ordine”, il ringraziamento di Cartosio ai soccorritori.

“In questi giorni – ha detto il Procuratore dando il via alla conferenza stampa – mi sono trincerato nel silenzio, non ho risposto alle domande rivolte dai giornalisti, ma l’ho fatto semplicemente perché è giusto che si sappia che in Italia non è consentito fare diversamente, perché il decreto 106 del 2006 vieta al Procuratore della Repubblica di fare dichiarazioni se non in occasioni particolari. Questa legge crea ostacoli notevoli all’attività della libera informazione, ma credo che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare le leggi anche quando non piacciono, ecco perché non ho potuto dire nulla. Spero ci sia comprensione”, le parole di Cartosio.

“Occorre un altro esame dello scafo!”

Uno o più portelloni a poppa della barca affondata erano aperti? “Si tratta di elementi che non possiamo rivelare per il semplice motivo che si tratta di informazioni che necessitano di essere confermate dal successivo esame del relitto. Fornirle adesso potrebbe essere pregiudizievole ai fini della indagine”, ha detto il pm Raffaele Cammarano, che indaga sul naufragio di Porticello.

“Gli eventi si sono sviluppati in pochi minuti, l’affondamento è stato repentino e improvviso. Dunque, sicuramente l’attività di indagine che si fonderà prima sul recupero e poi sull’accertamenti sul relitto ci permetterà di fornire delle risposte a quesiti al momento non conosciuti”, risponde il pm alle domande su come mai l’equipaggio si è salvato quasi per intero mentre sei degli ospiti sono morti e perché il comandante non ha prima salvato i passeggeri?     Risposta  : “Le indagini si stanno concentrando anche su questo aspetto“.

La Procura di Termini Imerese non ha eseguito il test antidroga né il test per l’assunzione di alcol né sull’equipaggio né sugli ospiti, ha detto ancora il pm, aggiungendo: “In quel momento erano feriti e sotto choc, quando si doveva capire cosa fosse successo ci si è concentrati sulla cura di quei soggetti. In merito alle condotte stanno venendo esaminati, non solo i passeggeri ma anche i membri dell’equipaggio”.

Le vittime sono rimaste indietro, nel veliero “perché dormivano. Stiamo cercando di appurarlo incrociando le testimonianze e verificando cosa emerge, è un punto focale delle indagini”, ha continuato il pm. “La notte del naufragio c’era in plancia di comando un uomo dell’equipaggio“, ha poi aggiunto Cammarano parlando con i giornalisti: “L’attività di indagine è tesa proprio a capire cosa sia successo”. Il veliero Bayesian, ha aggiunto ancora, è affondato di poppa in pochi minuti.

“Il veliero Bayesian è stato investito da un downburst“. Le raffiche di vento, ha detto il pm, “possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari”. Non sono ancora stati conferiti gli incarichi ai medici legali per l’esame autoptico delle 7 vittime “ma sono in fase di programmazione”, ha aggiunto.

La proprietà del Bayesian  vuole recuperare il relitto  Ma è necessario in piano di recupero

“E’ intenzione della proprietà del Bayesian di recuperare il relitto. In collegamento con la procura hanno manifestato la volontà di recuperare l’imbarcazione, c’è la disponibilità, con i tempi tecnici necessari, a recuperare l’imbarcazione”, ha poi detto l’ammiraglio della Guardia costiera Raffaele Macauda in conferenza stampa.

Per riuscire a portare il veliero in superficie “è necessario un piano di recupero circa le modalità da utilizzare per portare a galla il veliero. Un piano da presentare all’autorità marittima. Preliminarmente devono essere svuotati i serbatoi“, continua. La capitaneria ha annunciato di aver fatto una diffida alla società armatrice per “continuare i controlli su eventuali sversamenti di idrocarburi in mare”.

“Il veliero Bayesian e il Sir Robert potevano stare in rada in quella zona, non c’era alcun divieto. Del resto per quella sera non c’era un’allerta di burrasca“, ha detto ancora. “Se hanno ritenuto di fare una sosta per poi proseguire sono valutazioni che ha fatto il comandante”, sottolinea.