Evasione fiscale e reimpiego di profitti illeciti in criptovalute Catania – Eseguito sequestro preventivo di 2,3 milioni di euro.

 

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Catania,

All’esito di complesse attività d’indagine dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione, nell’ambito del comune di Paternò (CT), a un’ordinanza con cui il Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale ha disposto il sequestro preventivo diretto e per equivalente delle somme e dei beni, fino a concorrenza dell’importo di euro 2.362.900,52, nella disponibilità di un soggetto, a vario titolo indagato per i reati di omessa dichiarazione e autoriciclaggio.

L’attività d’indagine, condotta dalla Compagnia della Guardia di finanza di Paternò, trae origine da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una ditta individuale attiva nel settore della vendita di contratti energetici e telefonici che ha consentito di ricostruire ricavi non dichiarati per oltre 12 milioni di euro e una conseguente evasione d’imposta per oltre 5,5 milioni di euro.

La complessa ricostruzione del reddito dell’indagato è stata attuata anche mediante la richiesta di acquisizione documentale da parte delle amministrazioni finanziarie lituane e tedesche.

Dall’esame dei riscontri effettuati dai collaterali esteri, emergeva come l’indagato avesse predisposto un complicato sistema di autoriciclaggio anche attraverso piattaforme di cambio valuta virtuale (exchange di criptovalute) con una banca con sede in Lituania, per un controvalore di circa un milione di euro, banca peraltro successivamente chiusa dalle autorità lituane per gravi violazioni dei requisiti antiriciclaggio e di contrasto del finanziamento al terrorismo.

Il disegno fraudolento messo in atto dal titolare della ditta individuale paternese, si è realizzato attraverso il reimpiego delle somme derivanti dall’evasione per l’acquisto di criptovalute.

Ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato valevole ora e fino alla condanna definitiva, il titolare della ditta individuale è stato segnalato alla locale Procura della Repubblica per i reati di omessa dichiarazione e autoriciclaggio e, pertanto, il GIP presso il locale Tribunale, su proposta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine, ha dunque ritenuto sussistente in capo all’indagato un grave quadro indiziario in ordine ai reati commessi.

Alla luce delle evidenze emerse, è stato disposto il sequestro preventivo anche per equivalente, di somme, beni, disponibilità finanziarie e altre utilità nella disponibilità dell’indagato e sino alla concorrenza della somma di euro 2.362.900,52, valore corrispondente all’evasione al netto degli importi derivanti da accertamento induttivo valevoli esclusivamente in ambito amministrativo-tributario.

L’attività di polizia giudiziaria, eseguita dai finanzieri della Compagnia di Paternò unitamente a personale del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, ha permesso di sottoporre a sequestro penale denaro contante, somme giacenti sui conti correnti bancari, quote societarie, un autoveicolo, un motociclo, due ciclomotori e criptovalute giacenti in un portafoglio virtuale.

L’attività svolta dalla Guardia di finanza di Catania- informa il Comando – testimonia il quotidiano impegno nel contrasto di ogni forma di illecito economico-finanziario e la massima attenzione che viene rivolta quotidianamente al monitoraggio delle forme di evasione più complesse e innovative, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza.

Catania: traffico di stupefacenti, 14 arresti

Immagini droga-Eroina – Antidroga

Archivi -SUD LIBERTA’
 Catania,

 Un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania è stata notificata nelle prime ore del mattino, su delega della Procura distrettuale della Repubblica dai Carabinieri della Compagnia di Gravina 8Catania) nei confronti di 14 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nonché spaccio di sostanze stupefacenti.

L’attività di indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dalla Stazione Carabinieri di San Giovanni La Punta, da febbraio a dicembre 2020, ha consentito di evidenziare la sussistenza di un grave quadro indiziario, commisurato all’attuale fase delle indagini in cui il contraddittorio tra le parti non risulta instaurato in modo completo, relativamente all’esistenza di una organizzazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina, operante in Catania e Provincia, che avrebbe avuto al vertice il nucleo familiare riconducibile a M.A., all’epoca detenuto agli arresti domiciliari, il quale attraverso i suoi due figli (tutti e tre non colpiti da ordinanza in quanto già cautelati in altro procedimento penale per condotte della medesima tipologia),  avrebbero gestito il traffico illecito servendosi di molteplici sodali o gruppi criminali, ognuno avente una specifica area geografica di competenza.

L’indagine, sviluppata mediante attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che attraverso videoriprese e pedinamenti, sembra aver disvelato l’operatività di uno stabile sodalizio criminale, strutturato secondo una precisa suddivisione territoriale e con una cassa comune (l’introito complessivo si sarebbe aggirato intorno ai 3.000 euro giornalieri).

Il sodalizio, mediante l’utilizzo di apparecchi telefonici che sarebbero stati forniti dai M. aventi Sim intestate a soggetti extracomunitari e attraverso l’impiego di appellativi alias nonché di terminologia convenzionale, con lo scopo di impedire eventuali identificazioni da parte delle forze di polizia, organizzava l’attività di traffico e l’approvvigionamento della sostanza, ponendo in essere anche sponsorizzazioni dell’eroina attraverso celati sms, come ad esempio proposte di 3 dosi di eroina al costo di 2, da qui il nome dell’indagine 3X2.

Il gruppo si sarebbe occupato sia della cessione al dettaglio attraverso sodali all’uopo incaricati sia di rifornire stabilmente altri gruppi criminali operanti nel capoluogo e in altri paesi della provincia Etnea, quali, ad esempio il gruppo “camminanti” di Adrano.

L’indagine, inoltre, ha disvelato il riutilizzo dei proventi dell’eroina al netto delle percentuali spettanti agli associati, per l’acquisto di sempre più ingenti quantitativi della medesima sostanza fino ad arrivare anche a panetti dal peso complessivo di 3kg mensili.

Nel corso dell’indagine sono state arrestate in flagranza di reato 8 persone e deferite altre 3, nonché sono stati recuperati oltre 600 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la custodia in carcere per nove indagati e l’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri cinque, nel medesimo contesto sono stati deferiti in stato di libertà ulteriori dodici persone.