Enna, un acceso contrasto tra padre e figlio causa l’uccisione del padre a coltellate. Ricercato e subito arrestato.

 

 

Polizia - Fotogramma

Enna,

Una lite tra padre e figlio ha causato l’uccisione del   padre a coltellate per poi scappare e convincersi poi di rientrare ad Enna in Questura.

La Polizia del luogo ha posto M.M.,in stato di fermo,quale  presunto responsabile dell’omicidio del genitore convivente. Il delitto si sarebbe consumato all’interno dell’abitazione di famiglia, dove la vittima sarebbe stata colpita da numerosi fendenti inferti con un’arma da taglio, presumibilmente un coltello da cucina, ritrovato sui luoghi. Il presunto autore, in seguito, si è allontanato facendo perdere le sue tracce.

Sono scattate le ricerche dei  poliziotti della squadra mobile  e dislocate numerose pattuglie su tutto il territorio ennese alla ricerca del sospettato, alcune delle quali si sono estese anche nelle province limitrofe dove, per un certo tempo, era stata localizzata l’utenza in uso dal presunto assassino. Il tempestivo intervento delle forze di Polizia ed il contestuale avvio delle indagini condotte dalla Procura di Enna hanno consentito agli agenti di agganciare telefonicamente il presunto autore del reato, che con estenuanti attività di convincimento è stato invitato a far rientro ad Enna. Nonostante ciò, nel frattempo, lo stesso è stato intercettato nei pressi degli uffici della Questura.

Dai primi accertamenti sarebbero emersi accesi e forti contrasti tra padre e figlio, accresciuti nel tempo, per motivi verosimilmente di carattere economico e, comunque, in fase di ulteriore indagine .  Il Pubblico Ministero di turno, dopo aver proceduto all’immediato interrogatorio dell’arrestato, durante il quale lo stesso ha parzialmente ammesso il tragico gesto, ne ha disposto il trasferimento in carcere, in attesa dell’udienza di convalida da parte del Gip.

Il Questore di Enna ha espresso massima soddisfazione per l’attività d’indagine svolta dal personale della Squadra Mobile di Enna 

 

 

Enna: arresti e perquisizioni per traffico di droga

 

Risultati immagini per immagine di droga

Otto persone in carcere, 7 ai domiciliari, 22 – tra cui 4 minorenni – indagate a piede libero e 29 perquisizioni nell’ambito di un’operazione di polizia (denominata Retiarus) contro lo spaccio di marijuana, hashish e cocaina nell’area di Piazza Armerina (Enna). Coinvolte nel traffico di droga le città di  Catania, Ramacca, Barrafranca, Valguarnera Caropepe e San Cono.

L’attività investigativa,protrattisi per circa 9 mesi, con il supporto del , commissariato di Piazza Armerina,  la collaborazione della Mobile di Catania, di altre articolazioni della questura di Enna, del Reparto prevenzione crimine Sicilia Occidentale di Palermo e delle Unità cinofile antidroga della Questura del capoluogo siciliano) e coordinata dalla Procura di Enna, ha consentito di individuare una rete di persone che, tra fine 2016 e il primo semestre 2017, operava tra Piazza Armerina, i centri limitrofi e la provincia di Catania per acquisto, trasporto, detenzione e commercializzazione di ingenti quantitativi di droga.

 

 

Arresti e misure cautelari ad Enna, a carico di 45 persone per truffa aggravata (contributi di 10 milioni di euro)

 

Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, personali e reali, a carico di 45
persone è stata eseguita da Carabinieri e Guardia di Finanza per una truffa finalizzata a percepire sostanzialmente contributi comunitari

Tutte sono ritenute responsabili a vario titolo di
associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ricettazione,
riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza
illecita, autoriciclaggio e falso commesso da pubblico ufficiale e da
privato.

Si apprende che  9  soggetti malavitosi  sono stati disposti gli arresti
domiciliari, per 18 l’obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria, mentre  altre 18 risultano indagate in stato di libertà. Per
tutti è stato disposto il sequestro preventivo funzionale alla futura
adozione della confisca  per un importo complessivo di
circa 8 milioni a cui vanno aggiunti oltre 2 milioni sequestrati a più
riprese dalle forze dell’ordine

.I  provvedimenti sono stati emessi dal gip di Enna su
richiesta della locale Procura

L’operazione, a cui hanno partecipato oltre 150 tra carabinieri,
finanzieri e carabinieri forestali, scaturisce da un’inchiesta
denominata ‘Maglie larghe’, nata nel 2015 e protrattasi fino alla metà
del 2017. L’associazione mafiosa percepiva dunque illecitamente
contributi comunitari attraverso l’Agea (Agenzia per le erogazioni in
agricoltura).

Gli indagati, dichiarando falsamente la proprietà o l’affitto di
terreni principalmente in Sicilia, ma anche in diverse altre regioni
per un totale di oltre 25.000 particelle catastali esaminate
sull’intero territorio nazionale, avrebbero indebitamente percepito,
dal 2005 a oggi, contributi comunitari per un valore che supera i 10
milioni di euro. Ancora altre indagini sono in corso nell’ambito delle richieste dei contributi dell’unione europea.