ECCO “COME L’EX SINDACO ENZO BIANCO ” HA TRASFORMATO CATANIA IN UNA PALUDE “PER “MALA GESTIO” -ACCUSE DELLA CORTE DEI CONTI

Corte dei Conti, 50 milioni di danno erariale nel 2017 - Umbria Domani

CHE   VERGOGNA BIANCO:  RICHIESTA LA MISURA INTERDITTIVA PER ANNI  DIECI PER L’EX SINDACO

La Procura regionale della Corte dei conti chiesto alla sezione giurisdizionale Siciliana la misura interdittiva legale per anni 10 e la sanzione di 1,2 milioni di euro per l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, la sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti “per avere contribuito al verificarsi del dissesto finanziario” dell’Ente. L’udienza è stata fissata per il prossimo 23 luglio a Palermo.

Dall’attività istruttoria, sottolinea in una nota la Procura regionale della Corte dei Conti, è “emerso, non solo l’omissione delle iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania, ma anche una perdurante ‘mala gestio’ nonché la palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’Ente”…

Sono stati ‘convenuti’ dalla Procura, oltre al sindaco Bianco, anche gli assessori Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Fiorentino Trojano, Giuseppe Girlando, Orazio Licandro, Angela Mazzola, Salvo Di Salvo, Marco Consoli Magnano San Lio, Angelo Villari, Valentina Scialfa Chinnici, Agatino Lombardo, e Salvatore Andò. Chiamati a rispondere anche il Collegio dei revisori in carica nel quinquennio antecedente la dichiarazione di dissesto (Natale Strano, Calogero Cittadino, Fabio Sciuto, Francesco Battaglia, Massimiliano Carmelo Lo Certo).
    “L’articolata e complessa attività istruttoria – sottolinea la Procura regionale della Corte dei conti – si è connotata per una efficace interazione con la Procura di Catania che ha approfondito gli aspetti di rilevanza penale connessi al dissesto del Comune di Catania, ed è stata definita grazie anche al contributo di alta professionalità degli ufficiali e dei militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Catania“.

Nega ogni evidenza l’ex sindaco di  Catania Enzo Bianco. Non ci sta a sacrificarsi sulla decisione della Procura dei conti e si difende: “Ricordo che il Comune di Catania aveva dichiarato il predissesto nel 2012 sotto l’amministrazione Stancanelli per indebitamenti della precedente amministrazione”.  “Ricordo che per cinque anni – aggiunge Bianco – abbiamo, con grandi sacrifici della comunità, evitato il dissesto, che sarebbe stato pagato dai creditori del Comune. Ricordo che , a parità di criteri contabili, il deficit del Comune non è cresciuto. Anzi. E sono false le affermazioni di segno diverso. Forniremo alla Corte prestissimo ogni utile elemento. La stessa Corte ci ha dato atto della efficacia delle azioni che abbiamo avviato in campo -per esempio- di spese del personale, di costi degli organi politici, di fitti passivi

Aveva intascato 33 milioni di euro: il Tribunale assolve Mercadante -“il fatto non sussiste” . La Corte dei conti invece va avanti in Cassazione

.Risultati immagini per immagine di un sito culturale siciliano

Con sentenza  del Tribunale di Civitavecchia –Gaetano Mercadante è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver intascato a profitto personale 33 milioni di euro provenienti dagli incassi dei biglietti dei siti culturali della Regione siciliana e dei Comuni interessati di Calatafimi, Castelvetrano, Marsala, Siracusa e Taormina.perchè ” risulta errata la qualificazione in termini prettamente pubblicistici dell’obbligo di versamento degli incassi del servizio di biglietteria”. In altri termini, la società incaricata non avrebbe sottratto soldi pubblici dalle casse degli enti concessionari, visto che la problematica ha i contorni  di natura privatistica e contrattuale

Il procedimento penale durato cinque anni – nel corso del quale Gaetano Mercadante è stato assistito dagli avvocati Ettore Randazzo e Sergio Monaco prima, Grazia Volo e Valerio Spigarelli poi – è culminato con una sentenza che conferma un orientamento già affermato nel 2009 dalle Sezioni Unite Civili della Cassazione,

Diversa la tesi  sostenuta dalla Procura della Corte dei conti per la Regione Siciliana, che ha attivato il rpocedimento penale e un altro di carattere contabile, sovrapponendosi ai contenziosi in sede amministrativa e civile . Sui procedimenti della Corte dei conti pendono tuttora due ricorsi in Cassazione e si resta in attesa della ricostruzione completa della vicenda.