Archivi-Sud Libertà
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Caivano, hanno permesso di raccogliere diversi elementi indiziari nei confronti degli arrestati, in ordine alla commissione dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorsioni e truffe ai danni di anziani.
In particolare, gli odierni indagati avrebbero commesso molteplici truffe durante il 2024 in danno di anziani in tutta Italia e nell’area a Nord di Napoli.
Le investigazioni – svolte grazie anche all’ausilio di attività intercettive e telematiche, nonché attraverso la visualizzazione e l’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza – hanno consentito:
– di risalire ad una struttura organizzata e verticistica, ramificata anche al Nord Italia, con ampia disponibilità di mezzi, denaro contante e con il centro di comando nel Nord di Napoli;
– di delineare una struttura criminale ben gerarchizzata individuando compiti e responsabilità dei promotori, dei “centralinisti”, dei procacciatori e dei “trasfertisti”;
– di certificare l’esistenza di un definito sistema remunerativo tra gli associati, basato sulla suddivisione in percentuale dei proventi illeciti e sul reinvestimento di parte degli introiti in “mezzi” e “risorse” necessari per garantire la prosecuzione delle condotte delittuose per un giro d’affari intorno al milione di euro mensili.
In particolare, l’attività di indagine ha consentito di accertare l’esistenza di un’associazione a delinquere, i cui sodali si associavano tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di estorsioni e truffe aggravate ai danni di persone anziane su tutto il territorio nazionale, costituendo un vincolo permanente.
Sono state disvelate attività criminose, in parte svoltesi in Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (VR), San Severino Marche, Novara, Avellino, Napoli, Salerno, oltreché in Sparanise, Giugliano in Campania, Lusciano, Casoria, Caivano e Marano di Napoli.
Nello specifico, alcuni di essi – in qualità di capi e promotori – svolgevano prioritariamente la funzione di “centralinista”, chiamando le anziane vittime e minacciando loro un male ingiusto al fine di estorcere danaro e oggetti preziosi.
A tal fine, procacciavano gli “appoggi”, ovverosia gli appartamenti dai quali contattare le anziane vittime, avendo cura di modificare detti luoghi cori frequenza tendenzialmente settimanale, onde eludere le investigazioni.
Altri componenti dell’associazione con la funzione di coordinatori, in alcuni casi anche come “centralinisti” e all’occorrenza anche come ”trasfertisti”, si occupavano di reperire minorenni da impiegare come ”trasfertisti”. Nell’ipotesi in cui i minori non fossero stati disponibili, si offrivano personalmente di svolgere il ruolo di ”trasfertista”, procacciavano i telefoni e le sim card da utilizzare per contattare le anziane vittime, all’occorrenza svolgevano anche la funzione di centralinista contattando personalmente le vittime, noleggiando le macchine per consentire al ”trasfertista” di turno di recarsi nel luogo deputato.
Ancora, altri sodali – con la funzione prioritaria di ”trasfertisti” – si recavano nel luogo individuato dall’associazione e ritiravano i soldi e gli oggetti preziosi alle anziane vittime, reperendo successivamente i canali per la ricettazione dell’oro, ricercando nuovi ”trasfertisti” e predisponendo le attività materiali delle successive truffe/estorsioni, incassando di volta in volta una percentuale sul ricavato.
Conclusivamente, il gruppo attenzionato si è avvalso della collaborazione di una pluralità di soggetti che hanno posto il proprio operato, in via continuativa, a disposizione degli obiettivi del sodalizio, con una perfetta ed articolata organizzazione di mezzi e risorse e con la previsione di una suddivisione dei compiti tra gli associati, distinti in esecutori materiali delle estorsioni/truffe (c.d. “trasfertisti”), centralinisti, addetti all’acquisto delle schede, addetti alla ricettazione dell’oro/monili.
Tali ruoli, all’occorrenza, venivano ricoperti da qualunque soggetto appartenente al gruppo. Veniva fornita ai sodali anche assistenza legale in caso di necessità, circostanza che rimarca ancora di più la reciproca consapevolezza di far parte di un gruppo criminale organizzato.
Le condotte antigiuridiche poste in essere dagli appartenenti al gruppo criminale per la commissione delle attività illecite innanzi descritte sono state particolarmente meticolose, non venendo tralasciato alcun dettaglio e, utilizzando artifizi e raggiri, gli stessi truffavano persone anziane, previamente contattate telefonicamente.
In alcuni casi, si fingevano essere figli delle vittime o appartenenti alle Forze dell’Ordine, o affermavano che sussisteva il rischio di una denuncia penale, o anche che ricorreva il pericolo di arresto per un proprio congiunto.
In un caso nel quale era stata consegnata la somma di € 3.700, avendo la richiesta ad oggetto un importo aggiuntivo di € 5.000, al diniego della vittima di versare l’ulteriore somma, il presunto autore del fatto risulta avere usato violenza nei confronti della donna, consistita nel “buttare per l’aria” l’anziana donna.
Nel fare ciò, veniva incalzato dal “centralinista”, che seguiva telefonicamente l’andamento dell’azione e che urlava: “Sbattila per l’aria e vattene!”.
Durante le fasi delle indagini dirette da questa Procura della Repubblica, grazie al prezioso contributo fornito dai Carabinieri, è stato possibile impedire l’esecuzione di numerose truffe, bloccando sul nascere trenta tentativi e permettendo l’arresto in flagranza di reato di diversi malviventi, nonché il recupero della relativa refurtiva, per un totale di circa 200 mila euro tra contanti, monili in oro e preziosi.