Forse si apre una vera rivoluzione per i sacerdoti. Il sinodo in Amazzonia ha sorpreso il mondo religioso per le novità sulla famiglia stabile per i preti. E’ stato formulato un documento e ci sembra molto interessante il punto nm. 111 – che ha incassato 128 voti con 41 contrari (è stato il paragrafo che ha raccolto il maggior numero di ‘non placet’) ottenendo la maggioranza qualificata dei 2/3,
Esso dice: “Proponiamo di stabilire criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente, nell’ambito di Lumen Gentium 26, di ordinare sacerdoti uomini adatti e riconosciuti della comunità, che abbiano un proficuo diaconato permanente e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legalmente costituita e stabile da sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei Sacramenti nelle aree più remote della regione amazzonica“.”Molte delle comunità ecclesiali del territorio amazzonico – hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucaristia.
A volte non passano solo mesi, ma anche diversi anni prima che un sacerdote possa tornare in una comunità per celebrare l’Eucaristia, offrire il sacramento della riconciliazione o ungere i malati nella comunità. Apprezziamo il celibato come un dono di Dio nella misura in cui questo dono consente al discepolo missionario, ordinato al presbiterato, di dedicarsi pienamente al servizio del Santo Popolo di Dio. Stimola la carità pastorale e preghiamo che ci siano molte vocazioni che vivono il sacerdozio celibe. Sappiamo che questa disciplina “non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio … sebbene abbia molte ragioni per praticarla”. Nella sua enciclica sul celibato sacerdotale, San Paolo VI sostenne questa legge e presentò motivazioni teologiche, spirituali e pastorali che la sostengono. Nel 1992, l’esortazione post-sinodale di San Giovanni Paolo II sulla formazione sacerdotale ha confermato questa tradizione nella Chiesa latina”.
I Padri sinodali però hanno aperto all’ ordinazione sacerdotale per diaconi permanenti, dando la speranza ai preti sposati. “E’ prevalsa la via prudenziale”, ha osservato il cardinale Christoph Schonborn, tra i Padri sinodali, al termine della votazione del documento finale. Il porporato ha spiegato la strada percorsa dai Padri sinodali: “Se uno non vuole essere prete deve essere prima diacono se vuole essere tra i ‘viri probati’, prima si deve essere ‘viri probati’ diaconi. Insomma, si deve andare per gradi”.
Il documento denuncia vibratamente pure lo scempio prodotto dall’estrattivismo. E, nel profilare nuovi cammini di sviluppo, «amichevoli» verso la casa comune, la Chiesa fa un’opzione chiara per la «difesa della vita, della terra e delle culture originarie amazzoniche» (paragrafo 78). In tale luce si comprende il «peccato ecologico» (punto 82): ogni azione o omissione contro Dio, il prossimo – presente e le future generazioni – e l’ambiente. Tra le proposte, spicca quella di un fondo mondiale per coprire parte dei bilanci delle comunità amazzoniche e la creazione di un osservatorio socio-ambientale pastorale che lavori in alleanza con i vari attori ecclesiali nel Continente – a partire dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e con i rappresentanti delle etnie native.
Il Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia nel documento finale chiede di potere condividere esperienze e riflessioni con la Commissione. Nel documento – punto 103 (137 sì – 30 no, passato con la maggioranza qualificata) -: si può notare :”Nelle numerose consultazioni che si sono svolte in Amazzonia è stato riconosciuto e sottolineato il ruolo fondamentale delle religiose e delle laiche nella Chiesa amazzonica e nelle sue comunità, visti i molteplici servizi che offrono. In molte di queste consultazioni è stato sollecitato il diaconato permanente per le donne. Per questo motivo il tema è stato anche molto presente durante il Sinodo”. “Già nel 2016 – Papa Francesco aveva creato una commissione di studio sul diaconato delle donne che, come Commissione, è arrivata ad un risultato parziale su come era la realtà del diaconato delle donne nei primi secoli della Chiesa e sulle implicazioni attuali”. Da qui la proposta dei Padri sinodali che ha ottenuto la maggioranza qualificata dei 2/3: “Vorremmo condividere le nostre esperienze e riflessioni con la Commissione a attenderne i risultati”.