Regione, Musumeci decide per l’election day: il 25 settembre si vota per politiche e regionali

 

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Comunicato stampa del Presidente della Regione

Signor presidente,

al fine di garantire nella stessa giornata del 25 settembre prossimo l’accorpamento delle elezioni politiche con quelle regionali, ritengo necessario avviare tutte le procedura previste dalla vigente normativa, ai sensi dell’art. 10 dello Statuto autonomistico».

«Non sfuggirà certamente, all’attenzione dei signori deputati che la vicina scadenza naturale della legislatura impone, non solo per ragioni di contenimento della spesa, di operare per garantire la più ampia partecipazione alla consultazione elettorale, di evitare una ravvicinata chiusura delle scuole per le famiglie e di evitare un turno elettorale che possa cadere all’inizio della stagione autunnale, per le possibili ricadute legate all’emergenza pandemica».

«Nel rivolgere un deferente saluto al Parlamento, rappresento che la mia decisione di presentare irrevocabili dimissioni dalla carica di presidente della Regione non mancherà di garantire il massimo di tutto il governo della Regione e del suo presidente per adempiere alle funzioni istituzionali fino al compimento del procedimento elettorale».

Abbonamenti integrati metro-bus-tram a Palermo, Musumeci: «Servizi migliori per pendolari e turisti»

 

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Foto Ufficio stampa
Palermo,
Potenziamento del trasporto pubblico integrato nella città di Palermo a partire dal 6 agosto con l’avvio di due tipi di abbonamento agevolato metro-bus-tram. È stata presentata stamane a Palazzo Orléans l’iniziativa resa possibile grazie all’investimento della Regione, in sinergia con il Comune di Palermo, l’Amat, l’Azienda municipalizzata dei trasporti, e Trenitalia (Gruppo Fs). Il progetto prevede l’introduzione di due abbonamenti integrati (mensile e settimanale) e la conferma del biglietto giornaliero integrato, che permetteranno a cittadini e turisti di viaggiare indifferentemente su bus, tram e metropolitana con tariffe ridotte, grazie a un contributo finanziario della Regione Siciliana che ha stanziato, in questa prima fase, 350 mila euro.
«Il progetto di integrazione tariffaria in Sicilia – dichiara il presidente della Regione, Nello Musumeci – costituisce un elemento di novità ed allinea l’Isola a molte altre regioni d’Italia. Puntiamo a rendere meno disagevole la quotidianità ai pendolari e ai turisti. Questa iniziativa si muove nella cornice di un’effettiva collaborazione interistituzionale, ma anche nella volontà di dare concreta attuazione all’idea dell’area di Città metropolitana e quindi della mobilità interna. È una bella innovazione. Dopo Messina e Palermo, il nostro obiettivo per i prossimi mesi è quello di poter lavorare perché questa iniziativa possa essere realizzata anche nella Città metropolitana Etnea. Quanto al trasporto ferroviario, l’auspicio è che presto si possa arrivare a ridurre i tempi di percorrenza in Sicilia a seguito dei lavori di ammodernamento di alcune importanti tratte, come la Palermo-Catania e la Palermo-Trapani (via Milo), le cui competenze, come si sa, sono dello Stato. Nel frattempo, abbiamo acquistato nuovi treni, stiamo ammodernando la nostra flotta e guardiamo avanti con rinnovato ottimismo».

«Il grande vantaggio di questa operazione – sottolinea il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – è quello di facilitare l’uso intermodale dei trasporti che è l’obiettivo al quale Palermo guarda per favorire il trasporto pubblico di massa, la metro, la rete tranviaria, i bus ecologici, oltre ai mezzi ecocompatibili di fruizione individuale. Questo è per noi il senso della presentazione di oggi che va a merito del lavoro che l’assessore Falcone e il governo regionale hanno riservato a questo speciale, ma importantissimo segmento di attività pubblica. Ai trasporti pubblici, non dimentichiamolo, compete un ruolo fondamentale in termini di conservazione dell’ambiente e di qualità dell’aria».

«Il potenziamento del biglietto unico a Palermo – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone – è un’iniziativa strategica per rafforzare l’intermodalità nei trasporti pubblici del capoluogo. La Regione in passato non se n’era mai occupata mentre in questi anni, invece, si è fatta carico di mettere assieme Trenitalia, Amat e il Comune investendo anche le dovute somme per rendere competitive le tariffe. Con gli abbonamenti integrati settimanali e mensili, la mobilità pubblica su Palermo compie un grande salto di qualità. Lo stesso risultato abbiamo già raggiunto a Messina, dove il successo del biglietto unico è ormai consolidato e ben chiaro alla città. Presto lo introdurremo anche a Catania. Mai come in questi anni la Regione si è presa cura dei trasporti pubblici, lavorando in concreto per rendere il sistema sempre più efficiente e vicino alle aspettative di cittadini, pendolari, turisti».
«Per Trenitalia – aggiunge il direttore regionale Sicilia di Trenitalia (Gruppo Fs), Vincenzo Pullara – si tratta di un ulteriore tassello per una mobilità sempre più integrata, comoda e sostenibile. I due abbonamenti si uniscono al biglietto integrato giornaliero già introdotto due anni fa, per facilitare maggiormente la connessione fra treno, tram e bus».
Presente al lancio dei nuovi servizi all’utenza anche il dirigente generale del dipartimento regionale delle Infrastrutture, Fulvio Bellomo.
I prodotti integrati – in vendita nelle biglietterie o sul sito e sull’app di Trenitalia – consentono viaggi illimitati su treni regionali del circuito urbano, sulle linee di bus e tram di Palermo. L’abbonamento mensile sarà disponibile (dal 6 agosto), al prezzo di 50 euro; l’abbonamento settimanale, invece, sarà in vendita dal 27 agosto, al costo di 15 euro. Confermato, inoltre, il biglietto giornaliero integrato (in vendita già dal luglio 2020) al prezzo di 5,50 euro.

 

Turismo, online il nuovo portale VisitSicily. Il Presidente Musumeci: «Sicilia meta turistica tutto l’anno»

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Palermo

Nuova grafica, contenuti aggiuntivi, fruizione pensata per i dispositivi mobili.La Regione Sicilia -afferma un comunicato- sta diventando oggi una regione ultramoderna. È online la nuova versione di VisitSicily , il portale turistico ufficiale della Regione Siciliana. Il sito è stato riprogettato sia nella veste grafica, con un design più moderno ed elegante, sia nella navigazione, resa più semplice e intuitiva e realizzata in chiave “mobile first”, ovvero ottimizzata per smartphone e tablet. VisitSicily, inoltre, è disponibile in quattro lingue: oltre all’italiano e all’inglese, anche il francese e lo spagnolo. Un supporto valido sia nel momento della scelta della destinazione di viaggio sia durante la vacanza, come una vera e propria guida digitale tascabile. 
«Con il nuovo portale – sottolinea nel Comunicato regionale il presidente della Regione On. Nello Musumeci – ci allineiamo all’offerta turistica di altri territori italiani e stranieri. Adesso disponiamo di uno strumento ancora migliore, moderno e agile, che consente a chi vuole venire in Sicilia di scegliere destinazioni note e meno note, scoprire bellezze e cultura, tradizioni e sapori, con tante informazioni di servizio utili a pianificare il viaggio. Al turista raccontiamo e proponiamo la nostra Isola come meta fruibile tutto l’anno e non solo nella stagione estiva».  
«La nuova versione di VisitSicily ci mette al passo coi tempi – aggiunge l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina – aggiorna lo strumento ufficiale di promozione turistica online della Sicilia e assume un ruolo fondamentale per la comunicazione e il marketing territoriale di tutta l’Isola. Un ulteriore passo che la Regione Siciliana compie per favorire l’incoming e la ripresa del settore nell’era post-Covid». 
Il nuovo portale è stato realizzato dall’assessorato regionale del Turismo grazie alle risorse del Fesr Sicilia 2014 – 2020. A curarne il restyling, mediante una procedura di affido pubblico, è stata la società informatica Inera Srl di Pisa, specializzata nella realizzazione di portali per il turismo per Regioni e territori.
I contenuti del portale sono stati tutti rivisti nel linguaggio così da uniformare lo storytelling della bellezze da scoprire nella nostra Isola. Inoltre, sono stati prodotti oltre 100 nuovi contenuti riguardanti attrazioni, luoghi, sapori, curiosità, tradizioni e itinerari. Tutti i contenuti sono stati georeferenziati per una presentazione su mappa e sono stati organizzati secondo una nuova classificazione razionalizzata sia per venire incontro alle esigenze dei turisti sia per finalità di promozione territoriale. Sono state aggiunte circa 400 nuove fotografie. Anche il motore di ricerca interno è stato potenziato per permettere al turista di trovare immediatamente ciò che lo interessa. Sia la grafica sia i contenuti sono stati progettati e realizzati in chiave “seo friendly”, ovvero per essere facilmente indicizzati dai motori di ricerca e condivisi sui social network.
 
I “TEMI VACANZA”. Il portale VisitSicily propone all’utente diversi “temi vacanza”, presentando la Sicilia come un territorio da scoprire non solo d’estate, ma in ogni stagione dell’anno:
All’aperto: attività per una vacanza attiva e da vivere a contatto con la natura;
Arte e cultura: tutto il patrimonio artistico e culturale della Sicilia;

Beni culturali, inaugurata a Catania la mostra su “Agata”, patrona della città

 

 

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Catania

Dipinti e ceramiche custoditi nei musei regionali e civici, sculture e fotografie di artisti contemporanei raffiguranti Sant’Agata e la festa che celebra il culto della patrona del capoluogo etneo. Una ventina le opere esposte nella mostra “Agata. Dall’icona cristiana al mito contemporaneo. I tesori dei musei regionali a Palazzo dell’Università” inaugurata oggi dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, nelle sale del Museo dei Saperi e delle mirabilia siciliane, al Palazzo centrale dell’Università di Catania.

Presenti, tra gli altri, il prefetto Maria Carmela Librizzi, il rettore dell’Università Francesco Priolo, l’assessore comunale alla Cultura Cinzia Torrisi, l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, la soprintendente ai Beni culturali e ambientali Donatella Aprile, la responsabile del Sistema museale d’ateneo Germana Barone, la presidente della Fondazione Oelle Mediterraneo antico Ornella Laneri. 

 
La mostra è finanziata dalla Regione Siciliana attraverso l’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana ed è stata ideata e organizzata dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania in collaborazione con l’Università (Sistema museale d’Ateneo) e con la Fondazione Oelle Mediterraneo antico. 
 
«Questa mostra – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – è un omaggio ad Agata, la santa patrona di Catania, simbolo di fede e coerenza sino all’estremo sacrificio, che con il suo esempio è diventata ispiratrice di pittori, scultori, orafi, scrittori e poeti. La produzione artistica e culturale degli ultimi sei secoli è degnamente rappresentata in questa mostra in cui riviviamo l’umanità e la sacralità che Agata rappresenta per i catanesi e per tutti i fedeli. Ringrazio la nostra Soprintendenza per la tenacia con cui ha portato avanti questo progetto che abbiamo voluto finanziare e allestire al Rettorato dell’Università, con cui da tempo abbiamo avviato un  rapporto di sincera collaborazione». 
«Una mostra che è al tempo stesso un tributo alla Santa Patrona di Catania – aggiunge l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Alberto Samonà – ma anche un modo per far conoscere al pubblico alcune opere straordinarie, custodite nei musei siciliani. “Agata” è un omaggio alla devozione e un invito a riflettere sulla continuità e sul cambiamento della maniera di intendere la santità al femminile nell’arte, in un percorso che abbraccia otto secoli di storia, dal 1300 ai nostri giorni».
«Storia, tradizioni, scienza, arte, culto e folclore. L’Ateneo – spiega il rettore Francesco Priolo – si fa promotore, insieme alla Regione, alla Soprintendenza e ad attive realtà culturali come la Fondazione Oelle, di iniziative ed eventi di assoluto valore, aprendo i propri spazi museali e le proprie strutture per accogliere i cittadini e i turisti, nel contesto della nuova edizione della rassegna di eventi artistici e culturali “Porte aperte Unict” 2022».

L’ESPOSIZIONE. “Agata” è sinonimo di sacralità e di rito, ma anche di arte e di cittadinanza, più mondi complessi e talvolta in contraddizione, sintetizzati nelle sale espositive attraverso poche ma esemplari testimonianze. Venti opere realizzate tra il XIV al XXI secolo raccontano la vita e la morte di Agata e il suo rapporto con l’umanità: i dipinti e le ceramiche dei musei della Regione Siciliana, le gallerie di Palazzo Abatellis e di Palazzo Bellomo, i musei Pepoli di Trapani, quello Interdisciplinare di Messina e quello della Ceramica di Caltagirone, le tele e i lapidei provenienti dal museo civico di Castello Ursino, dall’Arcidiocesi etnea e dalle collezioni dell’Università, insieme ai lavori di artisti contemporanei, fotografie, sculture, installazioni olfattive. Tutto in un unico contesto narrativo.

Aprono la mostra le suggestioni più antiche del culto, quando un’Agata contesa tra Occidente e Oriente era associata al fluido dell’olio e del flusso lavico dell’Etna e al suo potere miracoloso di moltiplicare il primo e far cessare il secondo. Seguono le ceramiche di Caltagirone e Burgio in cui l’immagine di Agata si fa decoro, segno che non è esclusiva della contemporaneità prediligere un’interpretazione alternativa a quella cristiana della santità. Tavole dipinte tra il Trecento e il Quattrocento raccontano il volto di Agata iconico e avulso da ogni contatto terreno: accanto alla patrona di Catania la schiera di figure divine e di santi, Cristo e Maria, i profeti Mosè ed Elia, Bartolomeo, Lucia, Caterina d’Alessandria, Giovanni, Luca e Paolo.
Nella seconda parte della mostra l’aspetto ieratico del personaggio cede il passo a quello umano e la rappresentazione di Agata viene a coincidere col racconto degli atroci martiri che le furono inferti, in specie quello del seno: le scene a lume di notte che descrivono il momento dell’incontro tra la giovane e San Pietro che la risana dalle ferite, i suoi pacificanti e venerati ritratti nei quali torna la sua superba quanto pia bellezza fatta donna accanto a quella altrettanto avvenente di Apollonia.

Le opere contemporanee sono un omaggio a Sant’Agata e alla sua città, una devozione trasversale e contagiosa che, non a caso, supera ogni confine geografico e sociale. La devozione per Agata è divenuta un progetto artistico e scientifico della Fondazione Oelle Mediterraneo antico che mira a raccontare l’unicità di questa festa religiosa e di popolo attraverso un archivio permanente che raccoglie testimonianze molteplici con un’attenzione particolare ai linguaggi dell’arte. Si tratta di racconti paralleli che puntano ad una visione “altra” del culto agatino, ponendo l’accento sul rapporto tra Agata e le strade, Agata e i suoni, Agata e le visioni di una città senza filtri. Le opere esposte, la cui selezione è stata curata da Carmelo Nicosia, sono dello stesso Nicosia e di Carmelo Bongiorno, Giovanna Brogna Sonnino, Carmen Cardillo, Ursula Costa, Ezio Costanzo, Gaetano Gambino, Angelo Iodice, Egidio Liggera, Giovanna Lizzio, Nicola Pecoraro, Ivan Terranova, Anna Tusa, Aldo Zucco. L’installazione “La fragranza” è di Antonio Alessandria.

“Migliorare il livello organizzativo per la prevenzione e la lotta agli incendi”

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La piaga degli incendi e i sospetti sulla Forestale di Catania per avere le somme di denaro della “Campagna antincendio ogni anno”
Palermo
Il  ruolo degli Enti locali è fondamentale per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi. Solo se facciamo rete riusciamo a evitare che la Sicilia torni a bruciare. Si imponga la scerbatura ai proprietari di terreni incolti. La legge non ammette deroghe».
È questo, in sintesi, l’appello che il presidente della Regione Nello Musumeci ha rivolto nella direttiva per la campagna antincendi già inviata ai sindaci dei 391 Comuni dell’Isola e delle tre Città metropolitane e ai sei commissari straordinari dei Liberi consorzi comunali, tutti aventi un ruolo primario all’interno del sistema di Protezione civile. Una disposizione con la quale il governatore siciliano, richiamando i primi cittadini ai compiti loro assegnati dalla legge, mira alla prevenzione e al contrasto del rischio incendi boschivi, di vegetazione e di interfaccia.
«Negli anni scorsi e in particolare nel 2021 – si legge nella nota, firmata anche del capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina –  il territorio siciliano è stato colpito da numerosissimi e devastanti incendi, spesso riconducibili all’azione dell’uomo o a non sufficienti misure di prevenzione. Le conseguenze sono state la distruzione di decine di migliaia di ettari di terreno boschivo e ingenti danni alle attività produttive e a beni pubblici e privati».
«Alla luce di quanto verificatosi, per migliorare la capacità di risposta e l’efficacia delle azioni poste in essere dal sistema – continua il presidente della Regione – l’approccio alla lotta agli incendi estivi dovrà essere incentrato anche sul miglioramento del modello organizzativo, con la piena collaborazione sul campo di tutte le risorse disponibili del sistema regionale di Protezione civile e sulla condivisione di informazioni».
II dipartimento regionale di Protezione civile continuerà a emettere quotidianamente l’Avviso per rischio incendi e ondate di calore che vincola le amministrazioni, le organizzazioni e gli enti destinatari a svolgere le azioni previste, giuridicamente rilevanti, per la prevenzione e il contrasto degli incendi boschivi e di interfaccia. I livelli di allerta dell’avviso attivano adeguate azioni e contromisure per la salvaguardia della vita umana e di beni.
In capo ai primi cittadini resta il dovere di informare e aggiornare costantemente la popolazione e di emanare, per tempo, ordinanze di prevenzione degli incendi, di pulizia dei terreni incolti e dei margini delle strade. È inoltre loro compito, in coordinamento con le Forze dell’ordine, di vigilare efficacemente sulla loro effettiva esecuzione, applicando in caso le previste sanzioni e procedendo, possibilmente, alla “scerbatura a rivalsa”, qualora non sia stata effettuata dai legittimi proprietari dei fondi.

IL PRESIDENTE MUSUMECI, SETTE “EX” DIPENDENTI, UNA VERTENZA SENZA FINE, UNA PRINCIPESSA E ..TANTO DILETTANTISMO

 

Impugnare il licenziamento: termini e procedura di impugnazione - Lavoro e  Diritti

 

DI  RAFFAELE LANZA

La Sicilia sta vivendo da tempo un clima di buio  medioevo. All’orizzonte non vi sono bagliori, nè per l’occupazione giovanile nè per lo sviluppo produttivo delle imprese e degli Istituti specialistici come l’istituto incremento ippico che vive una situazione singolare in Italia con sette dipendenti  “silurati”      e collocati in disponibilità.    

Abbiamo detto che il Giudice del Lavoro deciderà la diatriba con la Regione siciliana giorno 15 dicembre prossimo. Nel frattempo ,sapete, 

i lavoratori interessati hanno-recentemente -manifestato con le organizzazioni sindacali davanti alla sede della Regione a Catania e il Presidente Musumeci ha ricevuto solo il dipendente (Angelo Catania ,rappresentante aziendale Uil) che ha richiesto alla segretaria particolare l’appuntamento con il governatore.        

Abbiamo detto e scritto tanto sul ruolo del Presidente della Regione . Ma questo documento sindacale -intempestivo nei tempi- prova purtroppo per i lavoratori, un pò di dilettantismo sindacale perchè,  resta solo uno sfogo amaro, e anche  tardivo, provando l’attestazione dei limiti  delle prerogative sindacali in Sicilia e, nel Paese intero anche se le firme nella missiva sono affiancate dai capi delle organizzazioni sindacali       Non v’è dubbio che con gli amministratori, il Presidente di una Regione ad esempio, il rapporto non è alla pari.     Ma nondimeno  i rappresentanti regionali dei sindacati -Cgil-Uil- Sadirs- con un pò di diplomazia e saggezza, avrebbero dovuto -e certamente potuto- inviare -g.17  dopo il sit-in e il “rifiuto” del Musumeci, una richiesta urgente di Convocazione sindacale alla sede della Presidenza regionale.  Di fronte alla formalità rituale , come dispone la Legge, i Sindacati avrebbero avuto ora un’altra importante prova di “Omessa consultazione del Presidente della Regione”.            Questa è concretezza, signori. Avevate in mano una condanna certa, un’occasione per ridare serietà al sindacato.

Nello Musumeci: «La mia Sicilia, una regione a turismo speciale» - Corriere.it

 

Abbiamo anche compreso -altrimenti, signori miei , saremmo tutti degli imbecilli a sperare in una retromarcia del governo e del Presidente- che le carte sono quelle, non si possono cambiare più, come superflui nei risultati sono questi incontri,anche se l’intero plotone o delegazione si dovesse-per pura magia – inginocchiare dinanzi al Musumeci per  il semplice motivo che le scelte sono state fatte e  c’è il tribunale del Lavoro che dovrà decidere chi ha ragione.

Allora vogliamo creare un bagliore ai sindacalisti firmatari:    guardate cosa rivela il dipendente (A.Catania)  sul massimo social:  ” Musumeci ci ha fatto aspettare in sala d’attesa, poi  ritorna la segreteria particolare (Alessia Trombino)  del presidente Musumeci dicendo che il presente non vuole ascoltare i sindacalisti ma soltanto il dipendenti interessati, a quel punto, si sono fatte alcuni chiarimenti con la segretaria e sono andati via, io sono rimasto perché questo appuntamento sembrerebbe che era per me dato che la richiesta che ho fatto al presente giorno 01 08 2021 nell’ occasione di un incontro casuale in una inaugurazione della fiera di Oliveri (ME).”

Il Catania (rappresentante Uil)  ribadisce insomma che il governatore Musumeci era disponibile con questa intesa Null’altro. Lo riferisce pure al gruppo. Un equivoco di appuntamenti che non depone a favore – non solo del Musumeci – ma della professionalità dei sindacalisti.    Gli incontri con gli amministratori -lezione n.1 signori G.Del Popolo e Luca Crimi – si fanno con le carte scritte, dove si richiede di dialogare su un determinato problema e non così alla maniera clientelare degli anni settanta-ottanta -dove il potere clientelare iniziava proprio dalle segreterie particolari.       Il vostro rappresentante aziendale Uil – A.Catania – è caduto, suo malgrado, spiace dirlo (perchè “credevo il Musumeci  più umano, dirà)nella rete della politica del Presidente Musumeci.

Ecco perchè non debbono sorprendervi le dimissioni di alcuni dei “licenziati”dai sindacati.   E’ l’auspicio anche che i giganti del sindacalismo siciliano – come il generale siciliano della Uil, attento e molto critico alle problematiche sociali, Claudio Barone , diano anche istruzioni di “saper lottare” ai rappresentanti etnei.        Oppure rivedano le cariche e provino con altri più attenti e meno superficiali.

Ci pare a tal punto superfluo pubblicare- come ci è stato inviato – il documento sindacale sulla Vertenza in atto.  Lo cestiniamo.Non ha esso alcun valore sociale.

 

 

 

Ordinanza del Presidente Musumeci con misure speciali per chi entra in Sicilia da Malta, Grecia e Spagna

 

 

I siciliani che dal prossimo 14 agosto faranno rientro da Malta, Grecia e Spagna hanno l’obbligo dell’uso della mascherina anche all’aperto e isolamento fiduciario e tampone E’ una delle disposizioni contenute nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che punta a garantire sicurezza nel territorio dell’Isola con misure speciali di contenimento per quanti fanno ingresso in Sicilia dai tre Stati comunitari in questione.

Nell’ordinanza si ribadisce l’obbligo dell’uso della mascherina “in luoghi pubblici e privati, anche all’aperto, quando non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale”.

I cittadini in questione saranno presi in carico dalle Usca per la sorveglianza sanitaria e dovranno rimanere in isolamento fiduciario per 14 giorni. Al termine della quarantena, saranno sottoposti a tampone. Tale misura è frutto di un’attenta analisi dell’attuale dato epidemiologico che è caratterizzato dai rientri di soggetti siciliani positivi principalmente da Malta.

La nuova ordinanza prevede una azione di sorveglianza e monitoraggio sanitario anche per le persone non residenti o non domiciliate nell’Isola che, provenendo o transitando da Grecia, Malta e Spagna facciano ingresso in Sicilia a partire dal prossimo 14 agosto. Per loro scatterà l’obbligo di registrazione sul sito internet siciliasicura.com, e di utilizzo dell’app “SiciliaSiCura” “con finalità di contatto con il Servizio sanitario regionale (Ssr) ed eventuale monitoraggio/assistenza del proprio stato di salute”.

Saranno le Uscat (Unità sanitarie di continuità assistenziale turistica) a prendere in carico tutti i soggetti registrati.

Sono esentati dagli obblighi previsti gli equipaggi e il personale viaggiante dei mezzi di trasporto, gli operatori sanitari nonchè coloro che si recano e rientrano dai territori di Grecia, Malta e Spagna esclusivamente per documentati motivi di lavoro o di salute.

Queste persone dovranno comunque compilare un modulo e trasmetterlo al Dipartimento di Protezione Civile della presidenza della Regione siciliana. L’ordinanza entrerà in vigore a partire dal prossimo 14 agosto e avrà validità fino al 10 settembre 2020.

Inaugurazione Ponte Himera: dopo cinque anni il calvario sta finendo

 

 

Riaperto il viadotto Himera lungo la A19Cancelleri: «Alla Regione si dimettano tutti»

L’Anas  ha inaugurato il nuovo viadotto Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania. Trascorsi quasi sei anni quando venne chiusa,alla presenza del ministro delle Infrastrutture Paola De Michelis  è stato  inaugurato il nuovo viadotto Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania.

Ricorderemo che nell’aprile del 2015 alcuni piloni cedettero a causa di una frana e la chiusura del viadotto spezzò in due l’autostrada con notevoli disagi per la circolazione. Presente anche il vice ministro Giancarlo Cancelleri.

«Penso che le dimissioni dovrebbero rassegnarle tutti quanti alla Regione, la montagna franata 5 anni fa, che fece sedere i piloni del ponte Imera, sta ancora lì e non hanno mosso un dito» ha affermato  il vice ministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ai cronisti, a margine dell’inaugurazione del ponte Himera dopo 5 anni di lavori, a proposito delle dimissioni, respinte dal governatore Nello Musumeci, dell’assessore ai Trasporti Marco Falcone che aveva promesso la remissione delle deleghe nel caso in cui l’Anas avesse riaperto il viadotto entro il 31 luglio come annunciato nelle scorse settimane non credendo agli impegni assunti dopo i tanti rinvii. «Le dimissioni di Falcone poi respinte rientrano in una vicenda stucchevole», ha aggiunto Cancelleri.

«Su questo tratto di una autostrada abbiamo investimenti importanti che comportano l’apertura di tanto cantieri. Il calvario purtroppo non è finito, ma dobbiamo mettere a posto l’autostrada, sono impegni per noi è per gli utenti. Questo lavoro non si fanno dal giorno alla notte. Se vogliamo fare lavori purtroppo dobbiamo pagare dei rallentamenti» ha invece detto l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini.

«Il governatore Nello Musumeci dice che non c’è niente da festeggiare? Stiamo lavorando molto, in Sicilia come per resto d’Italia – aggiunge Simonini – Le lentezze sono dovute alle imprese, stiamo dando 30 per cento anticipazioni alle aziende proprio per spingere le imprese anche a lavorare di notte, non tutte hanno le forze». I rapporti con la Regione siciliana? «Dal mio punto di vista c’è collaborazione con la Regione, come Anas continuiamo il nostro lavoro per farlo al meglio poi la Regione può decidere cosa fare e anche se ci sono punti di vista differenti noi andiamo avanti per fare il nostro lavoro».

ANCORA DISPERATI IN ARRIVO A LAMPEDUSA: IL MINISTRO DISPONE” IL CONTROLLO DELL’ISOLA”

 

Ancora sbarchi sull’isola di Lampedusa, dove nella tarda serata di lunedì è arrivato un barchino con una ventina di persone a bordo, tra cui diversi minorenni. Sono stati accompagnati nell’hotspot dove, a fronte di una capienza di 95 persone, ci sono oltre settecento ospiti.

Nuova ondata di migranti, quasi 5mila sbarcati oggi nei porti ...

Archivi – Sud Libertà

Rafforzamento dell’attività di controllo in Sicilia:  così  il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci nel corso di un colloquio telefonico in merito alla situazione di Porto Empedocle.

Sulla base di tale decisione , a breve, verrà inviato personale militare dell’operazione Strade sicure. 

L’isola di Lampedusa è quotidianamente meta di sbarchi di disperati   migranti, ultimo arrivo un barchino con una ventina di persone a bordo, tra cui diversi minorenni. Sono stati accompagnati nell’hotspot dove, a fronte di una capienza di 95 persone, ci sono oltre settecento ospiti.

La responsabile del Viminale ha rassicurato il governatore confermando che, nell’hotspot di Lampedusa e nell’hub di Porto Empedocle, sono stati intensificati i trasferimenti dei migranti verso altre strutture e che, entro la giornata odierna, verrà completato lo spostamento di circa 520 migranti.

I migranti che si erano allontanati dalla struttura di Porto Empedocle, ha riferito il ministro, sono stati quasi tutti rintracciati. Al fine di rafforzare l’attività di controllo, a breve, verrà inviato personale militare dell’operazione Strade sicure.

Sotto il profilo sanitario, la situazione è sotto controllo: tutti i test sierologici sono risultati negativi e cosi i tamponi fin qui eseguiti sui migranti, sia a Porto Empedocle sia a Lampedusa, grazie all’impegno profuso dalla Regione Siciliana.

Nei prossimi giorni sarà operativa una nuova unità navale di grandi dimensioni da destinare allo svolgimento della quarantena obbligatoria per i migranti sbarcati.

La Regione Sicilia nella palude dei conti perduti

Risultati immagini per immagine della corte dei conti

 

di Raffaele Lanza

 

Abbiamo visto che per  la Procura della Corte dei conti la Regione non avrebbe la piena contezza della propria cassa.

È un fatto di inaudita gravità quello emerso  nella pre-adunanza pubblica alla parifica del rendiconto del 2018 della Regione alla quale per la Regione ha partecipato il ragioniere generale avv Giovanni Bologna. Non riusciamo a comprendere perchè il Musumeci – che conosciamo benissimo da decenni come persona contro la corruzione e il malfunzionamento non usi maggiore autorevolezza e rigore per arrivare ad eliminare il debito pregresso – e gli illeciti ancora visibili – che la Regione si porta dietro da anni. 
Non comprendiamo perchè ad esempio – e lo aiutiamo nel suo compito nell’interesse della gente -i  fondi – stanziati per interventi di restauro, ripristino, ristrutturazione, messa a norma e innovazione tecnologica -” per la modernizzazione di strutture esistenti e l’apertura sia di nuovi spazi che di sale chiuse da tempo al pubblico”,  non siano destinati invece a pagare parte dei debiti regionali.
Le risorse sono ingenti sotto il controllo del dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, diretto da Sergio Alessandro. 
Musumeci svegliati. Sembri ipnotizzato. Tu hai dichiarato e  pubblicato, anche sul sito regionale che: “L’idea del governo regionale è quella di mettere in circolo una risorsa importante per rivitalizzare la crescita del territorio e creare opportunità di lavoro per aziende, tecnici, fornitori che saranno impegnati in questi 161 cantieri della cultura che si apriranno con i lavori di ammodernamento delle strutture teatrali. Nel rispetto delle proporzioni previste dal bando, agli enti pubblici è stato concesso un contributo pari quasi all’ottanta per cento della somma valutata come ammissibile. Per i soggetti privati un finanziamento pari a circa il 62 per cento.
Gli enti beneficiari – avvertiva  il governatore -sono Comuni, enti pubblici, istituti scolastici, parrocchie, enti no-profit (fondazioni, associazioni) e imprese private impegnate nel campo teatrale. In base alle istanze pervenute sono state finanziate, su un importo complessivo di 32,3 milioni di euro, 161 strutture così ripartite tra le province: Agrigento, 18 teatri (3,9 milioni di euro); Caltanissetta, 10 (1,8 milioni di euro); Catania, 34 (6,2 milioni di euro); Enna, 7 (1,5 milioni di euro); Messina, 26 (5,1 milioni di euro); Palermo, 29 (6 milioni di euro); Ragusa, 8 (1,6 milioni di euro); Siracusa, 13 (2,8 milioni di euro); Trapani,16 (3,4 milioni di euro).
Tutto questo, temiamo,significa soddisfare con la somma di 32 milioni di euro tanti soggetti-comuni-associazioni, fondazioni- che sono notoriamente il “magna magna” della politica clientelare-camuffata di cultura.  Anche i vitalizi dei parlamentari non allineati a quelli nazionale costituiscono un’altra vergogna siciliana .    Non c’è da andare fieri su questo punto.  Anche se le forze politiche garantiscono, secondo le regole del dare-avere. -uno scambio reciproco.  Così si resta in sella ma non si svende il proprio onore e quello della popolazione. Non è proprio il momento Musumeci. Impegni dunque le risorse della Regione per ridurre i debiti contestati.

A fine dell’anno scorso, secondo il rendiconto all’esame dei giudici per la parifica, nelle casse regionali ci sarebbero stati 314 milioni, ma i magistrati, che segnalano comunque una riduzione dell’ammontare di ben il 70% rispetto all’anno precedente, prefigurano uno scenario ben più drastico: la cassa sarebbe infatti in negativo se si considerano i vecchi debiti di tesoreria non ancora pagati.

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Rispolveriamo i punti critici .La parifica ufficiale del rendiconto generale del 2018 è attesa per il 13 dicembre ma se questi sono i presupposti, gli scenari per l’immediato futuro prevedono molta nebbia all’orizzonte.

La Corte ha sottolineato che il risultato di cassa, al netto dei pignoramenti, è risultato pari a 124 milioni di euro. In realtà, secondo i magistrati, la cassa avrebbe chiuso in rosso poiché vanno computati anche i vecchi debiti di tesoreria non pagati pari a 234 milioni di euro. Il saldo, dunque, sarebbe negativo: – 110 milioni di euro.

Il saldo di cassa vincolata a valere sui fondi regionali sarebbe negativo per oltre sei miliardi di euro e questo sulla base di quanto ricostruito dalla Corte dei conti, che non è riuscita ad avere dalla Regione le informazioni che aveva richiesto.

I magistrati hanno sottolineato che “a più riprese questa sezione ha tentato di ottenere riscontro da parte amministrazione sulla quantificazione dei fondi regionali, non ottenendo alcuna risposta”. “Abbiamo dovuto operare una ricostruzione con i dati ufficiali in nostro possesso e si è pervenuti a una quantificazione di un saldo in cassa da fondi regionali negativo pari a sei miliardi e cinque milioni – hanno evidenziato i magistrati contabili – A fronte di questo corrisponde un saldo di cassa dei fondi vincolati da ricostituire abbastanza consistente”.

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La Procura della Corte dei conti ha ribadito poi le sue perplessità sui fondi vincolati iscritti nel rendiconto per il 2018 dalla Regione: i magistrati contabili nella pre-adunanza alla parifica del rendiconto contestano i numeri che riguardano il fondo per i crediti di indubbia esigibilità, il fondo per le società partecipate e quello per il contenzioso. I magistrati contabili accusano inoltre la Regione di non avere prodotto i bilanci di nessuna delle società partecipate e di non avere contezza del contenzioso poiché non esiste non banca dati.

A proposito di fondi vincolati, quantificati in tre miliardi di euro, il rischio paventato è che il governo Musumeci non possa utilizzarli in presenza del disavanzo sui conti pubblici e che dunque, in base alla norma vigente, si possa appesantire ulteriormente la situazione finanziaria in vista della prossima manovra di bilancio.

Parecchio disavanzo da recuperare, la Regione non ne produca ancoraIl “monito” di Maria Rachele Aronica, procuratore della Corte dei Conti.
Ad oggi il governo guidato da Musumeci non ha acceso altri mutui “C’è da recuperare parecchio disavanzo, una buona parte secondo me già va recuperata sul bilancio di quest’anno. Spero che la Regione non produca ulteriori disavanzi”.

Ric orderemo anche che  parifica dei conti  è prevista il 13 dicembre. Parole che sono destinati a condizionare pesantemente le scelte che il governo regionale guidato da Musumeci opererà nell’immediato. Su governo e Parlamento, infatti, incombe la sessione di bilancio e, visti i presupposti, per la finanziaria 2020 i margini di manovra se non si canbia rotta, sono quasi inesistenti

La Regione, inoltre, ha onorato una parte, seppure ridottissima, del suo debito, pagando rate dei mutui per 116,4 milioni, portando così sotto i cinque miliardi il debito (mutui) direttamente a carico della Regione.

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Difesa d’ufficio del  dirigente Giovanni Bologna, un “ragioniere” che ha perso i conti della Regione “

Sui rilievi della magistratura contabile, il ragioniere generale, Giovanni Bologna, ha impegnato l’Amministrazione regionale a fare chiarezza.  Lo fa in ritardo perchè il suo compito non è quello di prendere atto delle relazioni della Procura contabile ma di preventivare, sulla base di una presunta competenza, ciò che occorre preventivare. Bologna dunque nel corso del suo incarico affidato dal governatore, poichè ha celato e non ha rivelato comunque questi aspetti- gravissimi perchè si tratta anche di “falso” in atti – o comunque di eludere le  attenzioni e le osservazioni della Corte dei conti, non è stato di alcun aiuto al governo regionale . Lui si difende invece così“ ed è semplicemente una difesa d’ufficio puerile.

Questo aspetto rimarrà come ultima grande questione da affrontare, oltre a quelle che ci auguriamo di avere risolto o in corso di soluzione –  Sulla cassa al di là del dato normativo e della obbligatorietà o meno della tenuta della cassa vincolata, sono convinto che una amministrazione debba avere sotto controllo tutte le voci che la riguardano per evitare che poi la mancata conoscenza esatta dei vincoli di cassa possa comportare una richiesta di restituzione di somme. è un punto che certamente sarà adesso all’attenzione della ragioneria e di tutta la Regione. Speriamo di avere i primi effetti positivi in termini almeno di conoscenza nel 2019”.

Debito “monstre” da 15 miliardi
La consistenza del debito al 31 dicembre 2016 – affermava  il governo Musumeci al momento del suo insediamento a dicembre 2017 – come risulta dal Rendiconto 2016, era pari a 8.035 milioni di euro, corrispondente al 53,7% del totale delle passività”.
“Tale indebitamento – come documentato agli atti  è formato per 5.468 milioni da mutui e finanziamenti, e per la rimanente parte da anticipazioni di liquidità, prestiti che lo Stato ha concesso alla Regione”.
Ma il “rosso” della Regione ha proporzioni molto più ampie perché se, come scrive il governo, gli otto miliardi rappresentano solo il 53,7% delle passività, l’indebitamento complessivo oscillerebbe intorno ai 15 miliardi di euro.
Dulcis in fundo. Ci sono altri ingredienti indigesti

Assenteismo diffuso, retribuzioni generose, facili promozioni e soprattutto doppi incarichi. Sono le criticità che spesso si riscontrano nella gestione del personale nella pubblica amministrazione in Sicilia. Vengono messe in rilievo nella relazione del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Guido Carlino, assieme ad altri abusi: in particolare la violazione degli obblighi di esclusività professionale.

I danni patrimoniali spesso si accompagnano a quelli all’immagine dell’ente di appartenenza. I casi che trovano una definizione più rapida sono quelli per assenteismo, un fenomeno che non regredisce in modo significativo malgrado i giri di vite degli ultimi tempi, culminati anche con il licenziamento degli assenteisti: un caso ha riguardato la stessa Corte dei Conti siciliana. C’è poi una specifica vicenda che interessa alcuni professori dell’Università di Catania ai quali sono contestati danni rilevanti per avere violato l’obbligo dell’esclusività. ».

La Procura regionale della Corte dei conti ha anche contestato un danno di quasi 840mila euro per la nomina di un dirigente generale esterno della Regione siciliana. Il caso, senza altre indicazioni, viene citato nella relazione del procuratore Gianluca Albo che ha promosso un giudizio nei confronti della giunta regionale del tempo. Presidente e assessori non avrebbero «previamente valutato la sussistenza di professionalità interne» e avrebbero deciso la nomina «in contrasto con mi limiti della legge per l’affidamento ad esterni di tali incarichi». Secondo il procuratore Albo, servirebbe una legge in grado di frenare gli incarichi politici e amministrativi per chi è responsabile di un danno erariale.

Troppi amministratori pubblici continuano a ricoprire incarichi delicatissimi, pur se condannati in sede contabile. Uomini e donne che continuano a gestire ingentissime somme di denaro pubblico pur in presenza di condotte gravi accertate. Ma sul piatto grava anche la questione del Personale che non è qualificato e ,in tanti casi, con la protezione di dirigenti “amici” scalda la sedia degli uffici. Poi vi sono i lavoratori A e B. Questi sono entrati piangendo con l’aiuto della politica locale e regionale che li ha inseriti dapertutto senza un criterio razionale. Poi una volta entrati negli uffici, con la complicità dei dirigenti, hanno ottenuto mansioni superiori addirittura ed incarichi esterni in violazione delle norme del pubblico impiego e con il consenso dei vertici dei sindacati rappresentativi della Regione siciliana.

La Regione Siciliana paga troppi dipendenti poco qualificati e assunti con criteri non meritocratici. L’ennesima denuncia arriva dalla sezione Autonomie della Corte dei conti in un capitolo della Relazione 2019 sulla spesa per il personale degli enti territoriali nel triennio 2015-2017 ora diffuso dal Centro Pio La Torre. “La Corte dei Conti segnala una riduzione complessiva della spesa netta che tuttavia avviene in misura meno che proporzionale rispetto alla riduzione della consistenza del personale, con un conseguente aumento della spesa media specie nelle posizioni apicali – spiega l’economista Franco Garufi – .
    Alla fine del 2017 gli impiegati erano 14.921, un esercito più numeroso dell’intera area Nord che ne contava 14.418. La denuncia, mai ascoltata: assunzioni clientelari e non di merito.
    Risultato: uffici pieni e inefficienti”. Nell’isola tra il 2015 e il 2017 i dirigenti regionali sono scesi da 1692 a 1350, mentre il personale non dirigenziale è diminuito da 15.365 unità a 13.571. In totale nel 2017 la Regione siciliana contava 14921 dipendenti, con una variazione in negativo del 12,52 % rispetto al 2015 (la diminuzione media del personale nelle RSS è stata del 6,76%). La Sicilia conta 2,97 dipendenti regionali ogni 1000 abitanti; un dato leggermente superiore alla Sardegna (2,37), ma distante anni luce dalla Lombardia che ne ha appena 0,33. La spesa per il personale è scesa da 661.362.000 di euro nel 2015 a 577.641.000 nel 2017, pari al -12,66%; in tale ambito la spesa per i dirigenti è diminuita da 135.131.000 euro a 115.876.000, mentre quella per il personale non dirigenziale è passata da 507.744.000 a 443.740.000 euro. L’impegno di spesa per il personale con contratti flessibili, che ha una consistenza media pari a 598 unità si è mantenuto sostanzialmente stabile: 17.747 000 euro nel 2017 a fronte di 17.786 nel 2015. La contrazione della spesa per il personale della Regione è stata pari a 4,5 punti percentuali, cioè 37 milioni di euro, di cui 29 per retribuzioni e 7 per oneri sociali. La Corte tuttavia rileva che “la spinta alla contrazione della spesa appare già in via di esaurimento ed i risparmi conseguiti sui redditi di lavoro dipendente per effetto delle cessazioni, pur significativi nel più recente trend storico, si rivelano, in gran parte, compensati poiché a fronte del decremento della spesa per retribuzioni si registrano, ora, importanti incrementi di spesa per le pensioni”.