IL MISTERO DEI LAMPIONI “SPENTI” DI VIA RAGALIDDA A NICOLOSI E IL SINDACO PULVIRENTI “D’ACCORDO” CON LA DIRIGENTE REGIONALE ROSARIA CALAGNA PER IL CONTRIBUTO DI CIRCA 510 MILA EURO…..

Palo per illuminazione stradale PNI SL802 con due pannelli fotovoltaici da  2 x 80W, proiettore LED 2 x 30W, batteria da 60Ah e fissaggio su palo lungo  ...

 

 

DI  RAFFAELE   LANZA

Nicolosi (Catania)

Ci risiamo .Una comunicazione in Redazione di un Comitato(di Via Ragalidda a Nicolosi) pone in luce un serio problema .

Le lamentele sui  lampioni spenti lasciati in via Ragalidda, dal mese di settembre scorso – e non mantenere la quantità di luce necessaria e stabilita dalla legge, dunque, può rappresentare un serio problema in primis per i proprietari di case e villette nella zona che si collega dal campo sportivo Pulvirenti alla via Guardia Ragala ma anche per chi vi transita occasionalmente, per gli stessi Vigili urbani e Carabinieri che combattono contro la delinquenza e i numerosi furti – sappiamo dal Comando Carabinieri –  avvenuti in questa zona-    e chi si deve occupare della gestione degli impianti.

Il corretto funzionamento dell’illuminazione pubblica, e quindi  fare il possibile per evitare che ci siano dei lampioni spenti, e integrare i pali dove risultano mancanti le lampade , si sa, è a carico del Comune ed esattamente  dei gestori-Vigili urbani – delle strade. Sono loro che devono garantire che nelle vie urbane o extraurbane, a seconda della propria competenza, vi siano le condizioni di sicurezza per pedoni e automobilisti e la serenità per gli abitanti-proprietari delle abitazioni.

Quello dell’illuminazione-e della sua integrazione – sembra diventato un affare di Stato.  Ne abbiamo già  parlato a dicembre  del 2021 Ora il problema è diventato cancrenoso e pure fastidioso..

 Il sindaco Angelo Pulvirenti in maniera incomprensibile infatti  ha tolto recentemente la luce da oltre 15 lampioni circa in Via Ragalidda – un servizio quindi già esistente da numerosissimi anni, dice il Comitato in una Nota – creando fortissimi disagi alle famiglie

Singolare che questo amministratore, accusato di inettitudine dalla gran parte degli abitanti, chieda di tanto in tanto, la “collaborazione” dei cittadini interessati al problema.   Il sistema equivale a dire: “parliamone nella segreteria del sindaco: vediamo cosa si può fare e vediamo – in altre parole – se il cittadino è presente nella lista dei votanti a Nicolosi …. Una spiegazione plausibile e testimoniale rappresentata dall’attivazione di due lampioni- comunica il Comitato Via Ragalidda- presso probabili propri“clienti”

Non si può accettare un ragionamento del genere da parte di chi amministra un comune anche se in esso vi sono solo circa cinquemila abitanti residenti

Ma la gente , qui in Via Ragalidda, veniamo informati, chiedono che il sindaco cambi soprattutto metodi e modi. Si sa che il Pulvirenti abbia inserito il Comune di Nicolosi in programma di”riduzione dei consumi energetici per l’illuminazione pubblica” per avere contributi pubblici cospicui.

Si apprende pure che per il Comune di Nicolosi  la Regione Siciliana, il Dipartimento Regionale dell’Energia  abbia effettuato la verifica sulla “Lista inadempienti agli obblighi di monitoraggio al 30/04/2024” che, a seguito della nota acquisita (al prot. n. 19770 del 17.06.2024 del Dipartimento Regionale dell’Energia ), abbia avuto esito positivo, . informa la Regione, il dipartimento reg.le cioè- avendo l’amministrazione comunale di Nicolosi comunicato di aver adempiuto agli obblighi “di monitoraggio e sanato le inadempienze “segnalate sul Sistema Informativo “Caronte”;

Quale monitoraggio abbia effettuato il Comune di Nicolosi resta un mistero per noi se è vero com’è vero che la Regione siciliana si  sia ritenuta soddisfatta solo con una nota del Comune di Nicolosi senza un riscontro commissariale esterno…   Problemi di burocrazia….E quelli dell’illuminazione pubblica ?

Sono questi i controlli della Regione siciliana e del dirigente di servizio arch Rosaria Calagna che ha firmato la concessione contributo  e relazionato in varie fasi con il sindaco Pulvirenti per l’accredito anche  di euro circa 510 mila euro….  ‘?     Non si dovrebbe consultare l’altra parte della popolazione interessata, nel caso vittima del pubblico potere latitante

Non  scherziamo  Signori…!

E chi controlla l’operato del  sindaco Pulvirenti se l’opposizione del Consiglio comunale preferisce il silenzio sulla problematica della luce?    Sono fantasmi…o persone coscienziose?..

E i Vigili urbani di Nicolosi? Affermano: “il sindaco ha conservato la delega alla Polizia municipale. Come dire: comanda lui!    Ma i vigili non dicono niente sui pali “spenti”, sulla “sicurezza” di Via Ragalidda” al buio dove avvengono furti e rapine oltrechè incidenti?  Si limitano a “raccogliere in un quadernetto le segnalazioni telefoniche…..”

E il Prefetto di Catania?   Non  dovrebbe intervenire per le omissioni del caso ?        Su questo  terreno quindi possono germogliare tante ipotesi ma condirle con l’ottimismo sarebbe davvero sciocco.

Il sindaco di Paternò, Nino Naso, rinviato a giudizio per il reato di voto di scambio politico mafioso, ma lui resiste e non vuol dimettersi

 

Catania

E’ alle corde sul ring con la Procura. Ma il sindaco non vuol dimettersi  e comunica al prefetto di Catania  la volontà  di far controllare il Comune dagli ispettori.      Sono sette anni da primo cittadino, «atto per atto» e per «passare al setaccio» il suo operato certo che “non c’è stata alcuna collusione, tolleranza o accondiscendenza con la mafia”.

Il sindaco di Paternò, Antonino Naso,ha ribadito la sua innocenza a Palazzo Alessi, alla presenza della stampa. Indagato dalla Procura distrettuale di Catania per voto di scambio politico mafioso, reato che, secondo l’accusa, sarebbe stato commesso con esponenti del clan Morabito-Rapisarda legato alla “famiglia” Laudani, durante le elezioni comunali del 2022.

 

«Qualsiasi decisione – ha spiegato il sindaco Naso – l’ho presa sempre ascoltando la città. Non mi nascondo. Ho invitato tutti i consiglieri comunali, opposizione e maggioranza perché tutti siamo a servizio della città. In questo momento particolare ho sentito il calore e ho deciso di metterci la faccia come ho sempre fatto. Perché vivo la mia città e non la rinnegherò mai. Il valore della libertà è incommensurabile, ma ancora più grande è il valore della verità. Vogliamo la verità. Possiamo aprire il comune sotto e sopra, ma vogliamo la verità. Vengano a controllare i conti in banca del sindaco».

Il Tribunale del riesame di Catania, il 30 settembre scorso, ha accolto il ricorso della Procura di Catania contro la decisione del Gip di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di cinque indagati nell’operazione Athena, compreso il sindaco Naso, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio assieme ad altri 48 imputati. Il Tribunale ha disposto la sospensione dell’ordinanza agli arresti domiciliari, fino alla decisione della Cassazione.

Ispezione al Comune di Randazzo -disposta dal Prefetto Librizzi di Catania- per “sospette infiltrazioni mafiose..”

Violenza sulle donne, il prefetto di Catania: già 300 casi ...

Archivi-Sud Libertà   (Nella foto il Prefetto Maria C.Librizzi)

 

Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, su delega del ministro dell’Interno, ha disposto l’accesso ispettivo nel Comune di Randazzo per “verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso».

La Commissione, si legge in una nota di Palazzo Minoriti, si è insediata nella mattinata di oggi e, come disposto dal Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali, entro tre mesi, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, terminerà gli accertamenti, rassegnando al prefetto le proprie conclusioni.

Tragedia Ischia, si cercano i dispersi nel fango ma l’evento delle frane è diventato una cancrena italiana

 

Frana a Ischia, muore una ragazza - La StampaCasamicciola d' Ischia(Na)- FRANA, Corteo commosso per i funerali della giovane Anna De Felice vittima della tragedia che ha colpito l' isola | "ALTO CASERTANO - MATESINO & d" BLOG della REGIONE

Ischia (Napoli)

Tragedia Ischia Si cercano i dispersi della frana che ha investito Casamicciola, sull’isola d’Ischia, all’alba di ieri. I soccorritori sono stati impegnati tutta la notte per trovare le 11 persone che, secondo quanto riferito dal prefetto di Napoli Carlo Palomba ieri sera nell’ultimo punto stampa della giornata,ancora mancano all’appello. 

Sono 13 i feriti di cui uno solo in gravi condizioni e che è stato trasportato all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove è ricoverato nel Trauma Center in prognosi riservata. Una la vittima accertata finora, una donna di 31 anni del vicino comune ischitano di Lacco Ameno e che viveva a Casamicciola. Il suo corpo è stato trovato nei pressi di piazza Maio.

I tecnici intanto cercano di capire come si sia verificato l’evento- Si studiano le cause, si studia il territorio forse troppo pieno di abitazioni, alcune delle quali – abusive, cioè senza autorizzazione.

Il prefetto di Napoli, Palomba, ha chiesto ai residenti della zona rossa di lasciare le abitazioni: “le operazioni di soccorso rese difficili dal maltempo”. De Luca chiede lo stato di emergenza.

Caos del governo sulle vittime della frana, inizialmente il Ministro  delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva parlato di «8 vittime accertate» ma è stato smentito a più livelli istituzionali, dal Viminale alla Protezione Civile.  Critiche anche dai colleghi deputati e dalla stampa per l’invasione di Salvini del ruolo del Ministro dell’Interno.  Naturalmente tutti gli opinionisti nei dibattiti televisivi hanno scaricato la responsabilità del governo sulla vicenda: tutti “assolti”. Di chi la responsabilità?  Non si sa, anzi ieri giornalisti (di parte e Mediaset) ed esponenti del governo in una nota trasmissione televisiva hanno precisato pure.”di nessuno”….

In Prefettura a Napoli alle 8.30 stamane si è riunito il centro coordinamento soccorsi insediato ieri dal prefetto; al termine della riunione dovrebbero essere forniti degli aggiornamenti circa i dispersi ed eventuali nuove vittime

Catania, lotta ai Clan mafiosi Santapaola-Ercolano e arresti per 18 soggetti

operazione antidroga
Foto Stampa Polizia

 

Catania,

Operazione antimafia della Squadra MOBILE di Catania e del commissariato di Acireale che-informa un comunicato – hanno arrestato 17 persone, mentre ad un’altra è stato applicato l’obbligo di dimora, per i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, usura, violazione della normativa sul controllo delle armi.

L’indagine, iniziata nel 2019, ha consentito di documentare l’attività criminale degli indagati legati al clan mafioso “Santapaola – Ercolano” che da decenni opera nei territori di Acireale e Aci Catena, cercando di condizionarne le attività e le dinamiche socio-economiche.

I poliziotti della questura, attraverso intercettazioni telefoniche e con il contributo dei collaboratori di giustizia, hanno ricostruito l’organigramma del clan e le loro attività illecite che venivano riorganizzate in maniera più incisiva con il ritorno al comando di esponenti storici, subito dopo l’uscita dal carcere.

La riunificazione degli storici vertici criminali, non soltanto consentiva di rimodulare l’assetto dell’associazione in termini gerarchici e funzionali, ma permetteva l’immediata possibilità di riproporre sul territorio una serie indeterminata di attività criminose.

Nel dicembre 2021 sono stati arrestati due appartenenti alla famiglia mafiosa per aver preteso da un commerciante, durante una fiera, 2mila euro per comprare i panettoni per gli affiliati, a dimostrazione della forza intimidatrice del clan.

Durante l’attività investigativa gli agenti hanno sequestrato anche un’attività di autonoleggio (comprensiva dei mezzi e dei conti correnti) utilizzata dal gruppo come base logistica per le riunioni associative.

In proposito il direttore Centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina, ha commentato: “Gli arresti eseguiti oggi dalla Polizia di Stato hanno consentito di disvelare la piena operatività di una famiglia mafiosa da tempo dominante nei territori di Acireale e Aci Catena e tradizionalmente collegata al c.d. clan Santapaola. Questo sodalizio criminale era dedito al controllo del territorio massivo, soprattutto attraverso l’imposizione di estorsioni e il prestito di somme di denaro dietro corresponsione di pesanti interessi usurari. Nessuna delle ipotesi estorsive accertate dall’indagine- ha dichiarato il Prefetto –  ha formato oggetto di denuncia alle Forze dell’ordine da parte degli estorti, il che dimostra che i tempi di una presa di coscienza civica della pervasività del fenomeno mafioso nei territori oggetto di indagine appaiono purtroppo ancora lontani”.

Appello del Prefetto di Agrigento: “Il maltempo, vortice Mediterraneo, è diffuso in Sicilia. Non uscite di casa….”

 

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Allerta lanciato dal prefetto agrigentino. Il maltempo è diffuso  in Sicilia. Afferma nel suo appello alla comunità Maria Rita Cocciufa: “Non uscite di casa. La condizione è di gran rischio”…

“Il vortice Mediterraneo, al momento, sta scaricando a mare, ma è molto vicino all’area Nord dell’Agrigentino – afferma – L’ondata di forte maltempo sta interessando la zona Nord della provincia. Ci sono importanti criticità a Sciacca, Menfi, Ribera e nei Comuni più piccoli del circondario.
Ci sono situazioni emergenziali e si sta profilando l’evacuazione dei cittadini che hanno avuto dei danni o che sono a rischio. Più torrenti sono straripati e siamo veramente in allerta. Dalle informazioni in mio possesso, con buona probabilità, seppur stiamo parlando di condizioni meteo imprevedibili, questa ondata di maltempo si sta ulteriormente avvicinando all’Agrigentino. Lancio un accorato appello a tutti gli agrigentini, tutti in maniera indistinta, residenti in ogni paese: non mettetevi in macchina e non uscite di casa. Assolutamente non uscite di casa, la condizione è di grande, grandissimo, rischio”.

SIRACUSA: ARRESTATI DUE GIOVANI MALVIVENTI CHE UTILIZZAVANO IL METODO DELLA “SPACCATA”

Carabinieri, NSC: Protocolli e misure di contrasto COVID-19 - INFODIFESA

Archivi -Sud Libertà
Due giovani malviventi terrorizzavano la popolazione , utilizzando il collaudato metodo della spaccata, facevano irruzione di notte negli esercizi commerciali prescelti e li derubavano dell’incasso contenuto nei registratori di cassa e di ogni bene presente nei negozi.
Pochi giorni fa le disperate vittime si erano anche rivolte al Prefetto che all’uopo ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per cercare di porre un argine agli odiosi furti perpetrati da questa improvvisata ma pericolosissima banda di ladri.
La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Siracusa, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, erano già sulle tracce dei due giovani e ne seguivano i movimenti fino a quando il cerchio si è stretto attorno a due siracusani, rispettivamente di 26 e di 21 anni, entrambi già conosciuti alle forze dell’ordine, tanto che il ventiseienne era anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, misura che puntualmente eludeva per perpetrare i furti.
Per loro si sono finalmente aperte le porte del carcere dopo che gli investigatori della Squadra Mobile e dell’Arma hanno eseguito, nella giornata odierna, il provvedimento di fermo di indiziato di delitto a loro carico, disposto dal Procuratore Aggiunto dott. F.S.    
I due soggetti, entrambi gravati da precedenti di polizia, sono gravemente indiziati, complessivamente, di ben 13 episodi di furto aggravato, ai danni altrettante attività commerciali della città aretusea. 
Nell’ultimo periodo, la coppia di ladri aveva preso di mira e derubato bar, tabaccherie, benzinai, panifici, parrucchieri e negozi di alimentari, causando loro ingenti danni alle strutture oltre a quelli cagionati dalla razzia di merci e di denaro.
Il modus operandi era sempre lo stesso, i due lanciavano a velocità un motociclo a guisa di ariete contro le vetrate e le saracinesche degli esercizi commerciali e, dopo averle spaccate, si introducevano all’interno e operavano i furti.
Le risultanze investigative raccolte dal personale delle Forze di Polizie impegnate nelle indagini, attraverso la minuziosa attività di ricostruzione degli episodi delittuosi, con sopralluoghi delle attività depredate ed analisi delle immagini riprese dai circuiti di videosorveglianza, hanno permesso di costruire un solido quadro probatorio, consentendo all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico dei due giovani.
La Squadra Mobile e i Carabinieri di Siracusa, come gli altri Uffici operativi dell’Arma e della Questura, continueranno le indagini per appurare se i due avevano altri fiancheggiatori e per scongiurare che altri malviventi utilizzino lo stesso metodo per perpetrare altri reati della stessa specie. 

Disservizi idrici Aci Sant’Antonio, il Sindaco convocato in commissariato di Polizia per “chiarimenti”

Stop Water Mismanagement To Save Lives - IPA Newspack

 

Caruso convocato in commissariato come persona informata sui fatti: “Di vitale importanza risolvere il problema dell’acqua”

L’ultima azione del primo cittadino di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso,risale allo scorso luglio, con una lettera indirizzata al Prefetto di Catania, lettera che seguiva quella del precedente inizio di giugno,quando già le problematiche idriche nella cittadina santantonese stavano attanagliando soprattutto le frazioni, coinvolgendo una fascia di diecimila residenti.

Alle porte dell’estate il Sindaco aveva reso chiare ai concittadini le sue intenzioni, scrivendo sui social:

Al di là dei disagi generati da guasti occasionali o dagli stacchi di erogazione di energia elettrica programmati da Enel non è tollerabile dover assistere,soprattutto ogni qual volta si presenta la stagione estiva, a disservizi idrici improvvisi, ad una improvvisa e prolungata mancanza di acqua che col caldo e con l’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo diventa un peso non indifferente, che non è certo un fastidio da poco”.
Nell’ambito della sua azione volta a sollecitare chi di dovere in vista di una risoluzione, con ‘Acoset’ in testa, Caruso indicava la possibilità di utilizzare il pozzo AISA, di proprietà della ‘Sidra’,pozzo che nel passato ha servito Aci Sant’Antonio in passato e che potrebbe rappresentare una buona soluzione se la sua acqua fosse utilizzata non solo come irrigua, ma anche come potabile.

Oggi, dopo un’azione della Prefettura catanese volta a coinvolgere gli attori della vicenda, alla luce anche di medesime questioni sollevate da altri comuni etnei, il nocciolo della questione è passato alla Polizia di Stato, che proprio sulla base di quanto sollevato da Caruso coinvolgendo la Prefettura ha avviato un’azione volta ad ottenere dei chiarimenti.


Mercoledì scorso il Sindaco santantonese è stato convocato presso il Commissariato di Acireale come persona informata sui fatti, al fine di venire a capo di questa complessa questione: “Finalmente – ha commentato – Mi è stato riferito di un intervento deciso da parte della Prefettura,e adesso speriamo bene. La situazione è definitivamente insostenibile ed
è giusto, adesso, che la questione venga affrontata come di dovere. La cosa più importante, vitale direi, è che questa annosa questione della mancanza d’acqua venga risolta. Che il problema sia imputabile ai danni scaturiti dal periodo caldo, dalle mancanze di energia elettrica, dalle carenze nei pozzi, sta diventando relativo: determinante è solo che la questione venga risolta, che l’acqua non manchi più. Non è umanamente accettabile che ci siano famiglie che da settimane sono costrette a patirne la mancanza, con ore infinite di rubinetti secchi. È ora di dire basta”.

“GLADIATORI E SCHIAVI” IN VENDITA

 

Stasera in tv Spartacus il film di Kubrick: il capolavoro di Stanley Kubrick stasera in tv su Iris Spartacus

Come nel film di Kubrick:   I gladiatori e Spartacus

NEL MARASMA GENERALE L’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO DI CATANIA: PERSONALE “IN DISPONIBILITA

 

DI  RAFFAELE  LANZA

 

Il coro è unanime, la conclusione è univoca  L’Istituto Incremento ippico di Catania non è più l’ente museo, cavalli in mostra e carrozze di altri tempi da ammirare: è ,in questo momento, soltanto l’arena in cui  si combatte per il mantenimento del posto o l’ottenimento di vantaggi . L’interesse generale –pur nella nobile presenza della baronessa/principessa Caterina Grimaldi  la cui famiglia si occupa da diverse generazioni dell’allevamento di equini– è da tempo fuori di ogni attenzione. 

  I suoi dipendenti, un tempo veri gladiatori dell’ente,li conosciamo tutti, uno ad uno, ricordiamo che dimostravano di essere davvero valorosi rispetto alla controparte(direzione) oggi malgrado l’  azione di contrasto , l’ente autonomo li ha tramutati in  “schiavi” di un sistema ammalato,che ha mostrato una grave  frattura, difficilmente colmabile, forse del tutto incolmabile al punto  essi sono arrivati.. 

 

Risultati immagini per foto istituto incremento ippico

 

I dipendenti ci telefonano in redazione, in tanti ricordiamo insieme i momenti belli in cui curavamo un impegno sindacale regionale molto comunicativo ed efficace, la direzione dell’ente , prima con il dott. Paladino poi con il dott. Alessandra e Bentivegna,rispettava e riscontrava le nostre richieste sindacali diffuse all’opinione pubblica. Oggi la situazione generale è catastrofica,troppa tensione sociale, e mancanza di coraggio nelle decisioni -oneste- da assumere. 

Come vedete abbiamo pubblicato una foto che ritrae il leggendario  attore statunitense  Kirk Douglas interpretare “Spartacus”     Ma chi  è oggi  l’interprete vero, spontaneo, deciso,altruista,  degli interessi dei lavoratori dell’Istituto Incremento ippico?   Dov’è un uomo come Spartacus, signori mei?   Non  vediamo proprio alcun soggetto capace di  interpretare un interesse generale   Ricorsi, denunce penali per “distrazione provvisoria” delle somme destinate al pagamento dell’Istituto Vacanza contrattuale-oggi quasi interamente pagata, dipendenti intimiditi  dalla direzione,lettere, richieste al Prefetto, ricorso amministrativo d’urgenza, dialogo con diversi e noti avvocati.       Questo ente è divenuto una coda impropria del Tribunale di Catania

 

Risultati immagini per foto dell'istituto incremento ippico catania

 

Credo che anche i sindacalisti siano d’accordo oggi nel ritenere che le determinazioni dirigenziali che suscitano tanta indignazione siano il prodotto di una politica che vuole-purtroppo- il rilancio dell’ente tramite  tanta, tanta obbedienza cieca.   Da parte di tutti: dal commissario ad acta al direttore fino agli ex stallieri, attuali istruttori direttivi.  Parola d’ordine: “Fate silenzio, via gli striscioni sindacali dai balconi, sotto i tacchi le “contrattazioni sindacali” (francamente neanche poi neanche molto risolute,chiare e contrastanti), ignorate le proteste. Obbedite e basta”      Ricordiamo i punti essenziali  di un recente ‘intervento sindacale a firma della FpCgil, Uil, Sadirs, Ugl.

Eccolo:    “Senza alcun criterio logico, in forza di provvedimenti adottati d’imperio e unilateralmente, l’Istituto Incremento Ippico di Catania ha posto in eccedenza con la illegittima e illogica delibera del Commissario ad acta n. 1 del 9.3.2021 (All.2), i lavoratori che non hanno deciso volontariamente di “ricollocarsi” in categorie inferiori, dalla C di istruttore alla A di operatore, procedendo a declassare anche coloro che hanno confermato la disponibilità a svolgere le mansioni di sempre. Si è proceduto inoltre a mettere in disponibilità quelli che non fossero in possesso di un requisito non meglio definito di adeguata professionalità, rimasto incompreso ai più, dando mandato al direttore dell’Istituto stesso di adottare i provvedimenti attuativi a ciò consequenziali.
Il tutto condito da una informativa sindacale e da una forma di confronto che l’Istituto Ippico ha reso inutile, nulla riferendo in ordine alle reali possibilità di ricollocamento del personale e abbandonandosi a intendimenti generici circa l’eventuale mobilità presso altre amministrazioni regionali, rimasti solo sulla carta, anche a causa della chiusura totale su ogni soluzione del genere da parte dell’Assessorato regionale di competenza.
I dipendenti, abbandonati a un destino inesorabile, hanno proclamato lo stato di agitazione (All.3) oltre che esperire i mezzi legali più idonei (All.4) per bloccare la situazione venutasi a creare che rischia di mettere fine a trent’anni e più di attività lavorativa prestata sempre con massima diligenza e passione verso i fini dell’Istituto.
Da qualche settimana a questa parte, all’interno dello stesso Istituto si è diffuso un clima di incertezza e di precarietà, che sta ulteriormente destabilizzando l’ambiente.
Da qualche giorno, infatti, circola tra i dipendenti una determina dirigenziale (All.5), datata 14.5.2021, a firma del direttore dell’Istituto, non pubblicata all’Albo pretorio, né notificata al personale dipendente interessato o alle organizzazioni sindacali, che ha disposto “d’ufficio” il collocamento nelle categorie A e B, o il mantenimento nella categoria di appartenenza C, di parte dei lavoratori in servizio, in applicazione di criteri assolutamente arbitrari, soggettivi e palesemente discriminatori. Con la stessa determina si è proceduto a collocare in disponibilità una parte del personale con criteri arbitrari, discriminatori, basati perfino su una accertata inidoneità fisica di alcuni di loro, circostanza che dovrebbe piuttosto indirizzare a tutelare il personale interessato per le sue fragilità.
Alla circolazione del predetto provvedimento, non pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente, è seguita una riunione col personale dipendente, estromettendo le organizzazioni sindacali, in cui pare che sia stato richiesto a chi interessato dai cambi di profilo di “mettere per iscritto” il proprio consenso, pena la revoca di quanto già disposto!  Veramente, si ritiene che si stia oltrepassando ogni accettabile limite”.

Da questo marasma emergono lucidamente tre perdenti: i dipendenti loro malgrado, in tensione e preoccupazione quotidiana di non ritrovarsi presto il posto pubblico;  i cittadini -offesi ed ignorati- ed i politici nazionali e regionali c he vivono a Catania incapaci di manifestare una volontà.    La partita è molto delicata.   Bisogna provare a stringere un “patto sociale”  -Prefetto  e Assessore regionale alla Funzione pubblica ad es. – per non rischiare di tagliare fuori dal mercato del lavoro, questi dipendenti dell’Istituto incremento ippico-    Superfluo -ricorderemo agli ex gladiatori- presentarsi dal Prefetto senza la presenza di un rappresentante politico regionale.     Si verificherebbe il definitivo tracollo dell’ente autonomo.

BANCO DI SICILIA:   TENEBRE E “FAVORITISMI” DI GUARDIA GIURATA

 

Che ci sta a fare la vigilanza guardia giurata davanti alla banca Unicredit di Catania che mette più disordine che altro ?

FRASI DIVERTENTI : Le migliori barzellette sulle banche

Immagine Archivio Vignette Sud Libertà

di  R.Lanza

Non avremmo voluto parlare della banca Sicilia od UniCredit di Piazza Verga a Catania perchè sappiamo tutti che questi luoghi sono nati per il potere e l’interesse capitalistico di chi  ha degli appetiti da soddisfare. Ma una nota a firma di lettori del “Quotidiano Sud Libertà” che forniscono alcuni dettagli                       sull’omessa trasparenza di questa filiale e l’inusitato comportamento di un vigilantes in servizio davanti alla banca per “l’annotazione in ordine di arrivo dei clienti e dei cosiddetti “clienti prenotati”, offre alcuni spunti al cronista. 

Anzitutto sui recapiti telefonici di UniCredit e di un numero verde  Tutti i numeri della banca non sono operativi – è la prima accusa dei nostri lettori se non in rarissimi momenti della giornata lavorativa.  Abbiamo verificato con la redazione di Sud Libertà. Vero.    Anche l’email-l’unica citata sul sito di Unicredit  è fuori sintonia.    Anche qui abbiamo controllato. Questa la “risposta della banca”:  

“l recapito non è riuscito per i seguenti destinatari o gruppi: ucbancosicilia@unicreditgroup.com () Non è stato possibile recapitare il messaggio. Nonostante i tentativi ripetuti di recapitare il messaggio, la query nel DNS (Domain Name System) per le informazioni sulla posizione del dominio del destinatario non è riuscita. Per altre informazioni e suggerimenti per correggere il problema, vedi questo articolo: https://go.microsoft.com/fwlink/?LinkId=389361″                                         Fin qui il messaggio dell’UniCredit sull’unica e-mail visibile sul sito Internet.

I nostri lettori e, in genere , chi fruisce dei servizi di questa filiale- chiediamo alla direzione generale di Catania – sono clienti di un luogo trasparente o di una struttura tenebrosa dove i funzionari e il direttore/preposto- persone impiegate che hanno gli stipendi sicuri – pongono più ostacoli alla gente che servizi?   Sarebbe interessante avere la risposta del direttore della filiale

Non è finita. Dulcis in fundo in questo periodo di coronavirus in questa filiale si entra due alla volta perchè i cassieri-ritualmente quattro- sono due adesso. Punto in regola se non fosse che l’ordine di arrivo dei clienti della banca di Piazza Verga a Catania viene stravolto giorno 24 aprile scorso dal vigilantes /guardia giurata in servizio davanti l’ingresso con il foglio delle presenze del giorno    ” Non è ammissibile -scrivono nella missiva i lettori – che questa guardia giurata apponga il nominativo di una signorina di bella presenza (Rullo n.d.r.) che sconosce gli elementi basilari dell’educazione e del rispetto, prima di coloro che erano arrivati abbondantemente ore prima. E’ una indecenza a cui il direttore della filiale deve provvedere”

L’alibi paradossale  della guardia giurata che lascia attoniti i presenti: “La signorina era in macchina a fare l’attesa”.

Logico e naturale il malcontento generale. Osserviamo che queste guardie che la Banca di Sicilia od UniCredit lascia davanti il portone d’ingresso devono essere istruite meglio e bene dall’Istituto di vigilanza dove provengono e controllate pure, a più riprese nel corso della giornata, dal direttore della filiale di banca dove prestano servizio. Altrimenti l’ordine verrà tramutato sistematicamente in disordine, come nella fattispecie,  per una strizzatina d’occhio alla signorina che chiede alla giovane guardia di favorirla.

Poi c’ anche un altro aspetto che mi riferiscono: ma la guardia in servizio davanti alla banca di Sicilia giorno 24 aprile perchè non era fornito di una mascherina regolamentare -anzichè una benda  nera da scambiarlo per un bandito/rapinatore- dove aveva questo signore la radio ricetrasmittente geolocalizzata? Perchè indossava  un’arma-la pistola così ampia   e  – così appariscente da preferire solo in un film di “Guerre stellari”?

Perchè il suo contestabile vestito-senza giacca nè giubbotto – non era munito di fregi identificativi dell’Istituto di vigilanza -o non erano affatto visibili per la sporcizia-.  ?

Tutte queste domande le giriamo anche al Prefetto di Catania che ha la prerogativa istituzionale  di controllo -e di revoca – delle concessioni di vigilanza

 

Vigilanza Armata Antirapina - M.G. Security S.r.l.      SUI PROCEDIMENTI E CONTROVERSIE CON LE BANCHE: COME AGIRE

Foto d’Archivio (generica)                                      

Apprendiamo che la Banca d’Italia e la Consob, al fine di limitare gli effetti negativi dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sui procedimenti che si svolgono dinanzi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) e all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), hanno disposto la sospensione di tutti i termini della procedura di risoluzione stragiudiziale delle controversie innanzi all’ABF e all’ACF medesimi, :

  • La sospensione dei terminidella procedura innanzi all’Arbitro Bancario Finanziario, già disposta con delibera di Banca d’Italia n.144 del 17 marzo 2020, è da intendersi prorogata fino all’ 11 maggio 2020;
  • La sospensione dei terminidella procedura innanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, già disposta con delibera CONSOB n. 21299 del 12 marzo 2020 è da intendersi prorogata fino all’11 maggio 2020.

Gli adempimenti della banca devono assolvere a questi termini:

  • 15 giorni lavorativi per i reclami relativi a Servizi di Pagamento di cui alla Direttiva 2015/2366/UE cd. PSD2, come, ad esempio, bonifici, addebiti Sepa Direct Debit, addebiti su carte di debito e carte di credito;
  • 30 giorni di calendario per i reclami ordinari e per i reclami relativi alla distribuzione dei prodotti assicurativi;
  • 60 giorni di calendario per i reclami relativi ai servizi ed alle attività di investimento.

Per i servizi di pagamento, se, in situazioni eccezionali, la banca non può rispondere entro le 15 giornate lavorative, invia una risposta interlocutoria, indicando le ragioni del ritardo e specificando il termine entro il quale il cliente otterrà una risposta definitiva. In ogni caso il termine per la ricezione della risposta definitiva non supera i 30 giorni di calendario ovvero il diverso termine tempo per tempo vigente.

 CONTROVERSIE INERENTI AD OPERAZIONI E SERVIZI BANCARI E FINANZIARI O SERVIZI DI PAGAMENTO DI CUI ALLA PAYMENT SERVICE DIRECTIVE (PSD2)

Per soprusi contabili  rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): i) se l’operazione o il comportamento contestato è successivo alla data del 1.1.2009; ii) nel limite di 100.000 € se il reclamo comporta la richiesta di una somma di denaro; i) senza limiti di importo, in tutti gli altri casi.

Il ricorso è predisposto e trasmesso secondo le modalità indicate sul sito dell’arbitro finanziario. e non può essere proposto qualora siano trascorsi  più di 12 mesi dalla presentazione del reclamo alla Banca. Sulle modalità per rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario

  • richiedere di attivare la procedura di conciliazione                    definita da UniCredit con le Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale riconosciute dal Ministero dello Sviluppo economico partner di Noi&UniCredit, il programma di collaborazione attivo dal 2005. La procedura, operativa da febbraio 2011, può essere attivata dal cliente-consumatore per controversie inerenti ai seguenti prodotti e servizi: conti correnti, carte di debito, incassi e pagamenti, carte di credito e carte prepagate, contratti di credito ai consumatori come definiti dal disposto dagli artt. 121 e 122 del D.lgs. n. 385 del 1993. Il valore delle controversie non potrà superare i 50.000 € e dovrà essere riferito ad operazioni poste in essere nei due anni antecedenti al reclamo a cui la controversia si riferisce.

Resta ferma la possibilità di ricorrere all’autorità giudiziaria in caso di mancato accordo. Al fine della definizione stragiudiziale di eventuali controversie, prima di fare ricorso all’Autorità Giudiziaria, anche in assenza di preventivo reclamo, il Cliente e/o la Banca devono, ai sensi dell’art. 5 comma 1 bis Decreto Legislativo 4 marzo 2010 n. 28, attivare, quale condizione di procedibilità, un procedimento di mediazione – finalizzato al raggiungimento  di un accordo – ricorrendo:

  • all’Organismo di Conciliazione Bancaria costituito dal Conciliatore Bancario Finanziario – Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie – ADR.

 

  CONTROVERSIE INERENTI A SERVIZI E ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
  •  il cliente può rivolgersi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) per la risoluzione di controversie insorte con la banca relativamente agli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza previsti nei confronti degli investitori (nell’esercizio delle attività disciplinate nella parte II del D.Lgs. n. 58/98, incluse le controversie transfrontaliere e le controversie oggetto del Regolamento UE n. 524/2013), purché il cliente non rientri tra gli investitori classificati come controparti qualificate o tra i clienti professionali ai sensi del medesimo D.Lgs. n. 58/98.  Il diritto di ricorrere all’ACF non può formare oggetto di rinuncia da parte del cliente ed è sempre esercitabile, anche in presenza di clausole di devoluzione delle controversie ad altri organismi di risoluzione extragiudiziale contenute nei contratti. Il Cliente può rivolgersi all’ACF a condizione che:
    • ) abbia preventivamente presentato sui medesimi fatti reclamo alla banca al quale sia stata fornita espressa risposta ovvero siano decorsi più di 60 giorni dalla sua presentazione senza che la banca abbia comunicato al cliente le proprie determinazioni;
    • ) non sia decorso più di un anno dalla data di presentazione del reclamo alla banca, ovvero, se il reclamo sia stato presentato anteriormente alla data di avvio dell’operatività dell’ACF, entro un anno da tale data;
    • ) non siano pendenti, anche su iniziativa della banca a cui il cliente ha aderito, altre procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie sui medesimi fatti;
    • ) il ricorso venga proposto personalmente dal cliente o per il tramite di un’associazione rappresentativa degli interessi dei consumatori ovvero di procuratore.

Resta ferma la possibilità di ricorrere all’autorità giudiziaria.

  • al fine della definizione stragiudiziale di eventuali controversie prima di fare ricorso all’Autorità Giudiziaria, anche in assenza di preventivo reclamo, il cliente e/o la banca devono attivare quale condizione di procedibilità, un procedimento di mediazione (finalizzato al tentativo di trovare un accordo) ricorrendo, ai sensi dell’art. 5 comma 1 bis Decreto Legislativo 4 marzo 2010 n. 28  all’Organismo di Conciliazione Bancaria costituito dal Conciliatore BancarioFinanziario – Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie – ADR.  Giustizia.